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Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe, parte 3

Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe” di lunedì 3 ottobre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 10, 25-37)

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe, parte 3

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 3 ottobre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo decimo del Vangelo di san Luca, versetti 25-37.

Continuiamo la nostra meditazione sull’origine del Santo Rosario e ricordiamo che questo racconto è tratto dal testo di don Roberto Paola, Mariale, pagg. 23-64 con diversi estratti delle opere del Beato Alano, e alcune di queste proposte con un italiano moderno. Stiamo leggendo il riassunto del capitolo 3 di “Racconti, Rivelazioni e visioni”, che è la seconda opera del Beato Alano che analizzeremo in seguito.

Abbiamo già introdotto l’episodio della grave calamità caduta sulla città di Tolosa a causa della resistenza nell’eresia e nel non arrendersi alla predicazione di san Domenico sul Santo Rosario.

Si sentivano le loro urla spaventose, che avrebbero ricoperto la voce del Predicatore del Rosario, se Dio non avesse dato un tono assai maggiore a quella voce. Alla fine, un prodigio terribile e meraviglioso si aggiunse agli altri. Nella Chiesa Maggiore, stava esposta una statua della Madre di Dio, in un posto elevato e visibile. Essa fu vista da tutti sollevare la mano destra e stenderla per tre volte verso il Cielo, come in un ripetuto avvertimento, come se dicesse: “Se non eseguirete i comandi, perirete“.

San Domenico interpretò così il gesto della statua: “Non si allontaneranno la punizione e i terribili segni, fino a quando, allontanandovi dall’ostinazione, non chiederete, mediante il Rosario, la salvezza per mezzo dell’Avvocata di Misericordia. Perciò placate la Sua Ira con le Sacre Preghiere del Rosario e Lei piegherà a Misericordia, il Braccio sollevato minacciosamente”.

Questa è l’interpretazione di san Domenico.

Già Dio aveva infranto le fibre del cuore di tutti, e Domenico le aveva trafitte. Avresti dovuto vedere tutti, disperati a terra, tendere supplichevoli le mani a Dio e alla Madre di Dio, pallidi nel volto, tremuli nelle braccia e pieni di spavento in tutto il corpo. Avresti dovuto sentire i gemiti provenienti dal profondo dei loro cuori, i loro singhiozzi spezzati, i loro gemiti confusi, tra urli ed ululati, e il loro pianto; erano tutti bagnati di lacrime e ricoperti da vesti sudice, si percuotevano il petto e si gettavano in ginocchio nel fango, e tutti insieme invocavano misericordia.

Certo: con tutto quello che era successo: tutto il Creato si era loro rivoltato contro e a quel punto…

San Domenico, davanti a questo compassionevole spettacolo, rivolgendosi verso la statua della Madre di Dio, si inginocchiò supplichevole a terra e pregò: 

O Signora del Cielo e della Terra, Vergine Potente, guarda, ascolta i penitenti supplichevoli: la vergogna del passato e il dolore del presente promette cose migliori per il futuro. Deponi l’Ira, rinvia le minacce e riponi il Braccio nel seno della tua Clemenza“.

L’Amorevole Madre ascoltò, mosse e ripiegò il Braccio della sua Statua.

E subito i venti, i tuoni, i terremoti si placarono.

I Tolosani che avevano sperimentato quei terrori e pericoli, si convertirono sotto la guida di San Domenico. Sopraggiunse la pace e una profonda quiete, come pure la meraviglia e il mutamento totale delle loro anime. Abbandonarono i loro errori, furono rigettate le tenebre delle eresie e si aprirono alla luce della Fede Cattolica.

Il giorno dopo, i cittadini, di nuovo rinnovarono le loro promesse. Indossate delle bianche vesti, portavano con sé dei ceri accesi tra le mani, e andarono a pregare nella medesima Chiesa del giorno precedente.

Quando si furono adunati, San Domenico iniziò loro l’insegnamento del Rosario, per il tempo che ritenne sufficiente, e numerosissimi erano i prodigi che Dio operava per mezzo del suo servo Domenico.

Queste cose accaddero circa tre o quattro anni prima dell’istituzione del Sacro Ordine dei Predicatori.

E, a perpetua memoria dell’evento, il Vescovo di Tolosa, Fulco, donò a San Domenico e a suoi Frati la sesta parte delle decime della sua Chiesa, in perpetuo.

Ivi furono i primi inizi del Sacro Ordine dei Predicatori, nella Chiesa, detta di San Romano, dedicata alla Santissima Trinità e alla B. V. Maria, chiesa che fu anche il primo punto di partenza del Rosario, che da lì si propagò ovunque.

Ed è per questa via che il Rosario entrò in questo Ordine, e, in esso si è tramandato senza interruzione, fino a questo momento.

Per la fondazione, sia del Sacro Ordine dei Domenicani, sia del Rosario in quest’Ordine, Dio e la Madre di Dio hanno operato prodigi noti ovunque si estende il nome cristiano.

Questo è il momento solenne della consegna del Santo Rosario a San Domenico, avvenuto dunque a Tolosa, cittadina dell’Alta Garonna in Francia nel 1212.

Mi sembra un racconto lungo che ci mostra come stanno le cose e come devono stare.

Vediamo adesso il racconto della vocazione del beato Alano, chiamato da Gesù e Maria a rinnovare nel popolo di Dio il fervore verso il Santo Rosario.

Padre Raimondo Spiazzi dell’Ordine dei Predicatori, ha offerto una eccellente descrizione del Beato Alano e degli eventi successivi alla sua opera. Egli così scrive: 

“Per la nostra fragilità umana, col passar del tempo la devozione si intiepidì a tal punto da far cadere quasi nel dimenticatoio la pratica del Santo Rosario e questo avvenne nel corso del 1300, fino agli inizi del 1400. Ma la Vergine vegliava e cercò nuovamente di riaccenderla nei cuori dei popoli. E come ebbe nel Patriarca san Domenico l’istitutore, così volle che un domenicano tornasse a predicare la benedetta formula di orazione. Questo domenicano fu il Beato Alano, maestro dell’Ordine. Intorno al 1460 il padre Alano si trovava in Bretagna.

Beh, c’è molta suspence a leggere le vicende dei santi e la storia della nostra fede cristiana cattolica: vogliamo vedere ‘come va a finire’… allora non voglio lasciarvi troppo nella suspence e andiamo avanti. 

Celebrando una mattina la Santa Messa, giunto alla consacrazione, vide Gesù Cristo in croce nell’Ostia che gli diceva: “Alano tu torni a crocifiggermi“. 

Ma vi immaginate? C’è da morire!

Smarrito, il religioso rispose: “Signore, come è possibile che io commetta tanta scelleratezza?”. Gli rispose il Signore: “Tu mi crocifiggi con i tuoi peccati d’omissione. Tu hai sapienza, ufficio e licenza di predicare il Santo Rosario e non lo fai. Il mondo è pieno di lupi e tu ti sei fatto un cane docile, incapace persino di latrare. Ti giuro che, se non ti emendi, sarai pasto dei miseri mortali“. Così detto gli fece vedere le pene infernali ed i tormenti, cui erano sottoposte le anime dannate. Soggiunse il Signore: “Hai visto quelle pene? Quello sarà il tuo posto, se tarderai ancora a predicare il mio Rosario. Va’ ed io sarò con te con tutta la corte del Paradiso contro quanti cercheranno di ostacolarti“. Il Beato Alano rimase vivamente intimorito. 

Padre Alano viene accusato da Dio in persona di essere il suo crocifissore. 

Mi fermo per un breve commento.

Padre Alano viene accusato da Gesù in persona di essere il suo crocifissore. Come lo crocifigge? Attraverso i peccati di omissione che noi non confessiamo mai; noi non confessiamo mai il bene che dovremmo fare e non facciamo per paura, vigliaccheria, codardia, timore e rispetto umano, egoismo.

Tu hai sapienza, ufficio e licenza di predicare il Santo Rosario e non lo fai’. Infatti lui era il Generale dell’Ordine, aveva un ufficio elevatissimo, aveva una grande sapienza e la possibilità di farlo, ma non lo faceva: questa è un’omissione. Con il beato Alano siamo nel 1460, chissà oggi…

Il mondo è pieno di lupi e tu ti sei fatto un cane docile, incapace persino di latrare’ : se il sacerdote è il cane pastore che difende il gregge, deve abbaiare e ringhiare contro i lupi che vogliono sbranare il gregge; non può stare lì a fare ‘miao – miao’ perché non si può essere docili con i lupi. Non so se avete mai visto che cosa succede quando dei cani pastore vedono arrivare i lupi: diventano delle tigri! 

Tra le vite dei santi e le rivelazioni mistiche che ho studiato è la prima volta che sento Gesù o la Vergine Maria usare questa espressione così forte: ‘Ti giuro che…’. Mai letto! 

Se tu non cambi, non diventi quello che devi essere, se non fai quello che devi fare “ti giuro che” verrai sbranato da questi lupi che tanto temi. Non stiamo parlando di uno che fa del male, ma di uno che non fa il bene che dovrebbe!

Quindi Gesù gli mostra le pene dell’inferno dicendogli che il beato Alano ci andrà, se non predicherà il Santo Rosario: il Salterio di Gesù e Maria è una cosa veramente seria.

io sarò con te con tutta la corte del Paradiso contro quanti cercheranno di ostacolarti’: notate che Gesù non ha neanche nominato una volta la Vergine Maria, ha parlato solo del Santo Rosario come del ‘mio Rosario’.

Poi ebbe una seconda visione, che lo rincuorò e gli diede nuova speranza. Il giorno dell’Assunzione stava pregando, quando il Signore si compiacque fargli conoscere quel che voleva da lui. Vide la Santissima Vergine entrare in Paradiso col suo Figliolo e tutti gli spiriti angelici prostrarsi dinnanzi a Lei salutandola con le parole “Ave Maria“. Vide gli angeli suonare strumenti quasi a forma di Rosario e cantare “Ave Maria” ed un altro coro rispondere “Benedicta tu in mulieribus“. 

Gli Angeli parlano in latino, almeno loro possono! Beati loro…

Gli spiriti celesti offrivano il Rosario alla Vergine in gruppi di centocinquanta per volta. 

Torna sempre il numero 150: il Salterio di Gesù e Maria!

Adesso state attenti! Ve lo dico perché qualcuno mi ha detto: “Padre, sembra quasi che lei abbia disprezzato il Santo Rosario delle cinquanta Ave, la Corona del Rosario che abbiamo tutti! Lo presenta come un bigino, una scorciatoia…”. Io non disprezzo nel modo più assoluto la recita di un terzo del Salterio di Gesù e Maria: volesse il Cielo che tutti recitassimo almeno un terzo del Salterio di Gesù e Maria ogni giorno e ogni giorno contemplassimo uno dei misteri! Ma io qui non sono chiamato a fare il cane docile! Non voglio sentire per me lo stesso rimprovero rivolto da Gesù al beato Alano! Io ho il compito di latrare e, quando uno urla, prende la voce e la porta all’estremo; prende le parole e le porta all’estremo perché è solo così che si grida, se non è un parlare docile!

Meditando con voi questi testi, io sono chiamato a far vedere a me per primo e poi anche a voi che cosa è l’origine, come le cose sono nate, come il Cielo le ha chieste, come il Cielo le ha proposte: questo è il mio compito! Avere questo compito significa assolverlo: io sono chiamato a dover assolvere a questo compito.

Mi è stato anche detto: “La Vergine Maria a Fatima chiede la preghiera del Rosario, quindi va bene così! Vuol dire che la nostra Corona da cinquanta Ave Maria e cinque Padre Nostro va bene!”

A Fatima la Vergine Maria dice:

“Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati infliggono continuamente con bestemmie e ingratitudini. Consolami almeno tu e fa sapere questo: a tutti coloro che per cinque mesi al Primo Sabato si confesseranno, riceveranno la Santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti, meditando i quindici misteri con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte…”

Mi faranno compagnia per quindici minuti’: un minuto per ogni mistero…incredibile! Se noi reciteremo tutto il Salterio di Gesù e di Maria il Primo Sabato, la Vergine Maria ci chiede di soffermarci un minuto per farle compagnia un minuto per ogni mistero. Ecco che avremo fatto quindici minuti.

Se noi faremo un minuto per ogni mistero, essendo i misteri quindici – cinque gaudiosi, cinque dolorosi e cinque gloriosi – noi avremo fatto i quindici minuti! Interessante…

Ritorniamo al beato Alano.

Gli spiriti celesti offrivano il Rosario alla Vergine in gruppi di centocinquanta per volta. Uno di loro disse al Beato Alano: “Questo numero è sacro. È presente nell’arca di Noé, nel tabernacolo di Mosé, nel tempio di Salomone, nei salmi di David, nei quali sono raffigurati Cristo e Maria. Con questo numero si compiace Dio di essere lodato ed affinché tu predichi il Rosario il Signore ha voluto farti constatare quanto gli sia gradito.

Adesso abbiamo capito tutti: 150 è un numero sacro… Dio si compiace di essere lodato con questo numero. 

Allora io dico: “Secondo voi, io come sacerdote, carmelitano scalzo, fratello della Beata Vergine del Monte Carmelo dovrei insegnarvi altro? Non disprezzo… voglia Dio che tutti recitiamo almeno un terzo del Salterio di Gesù e di Maria, ma l’ideale, la vetta, la lode somma con la quale Dio si compiace di essere lodato è il Salterio delle centocinquanta Ave Maria, perché questo numero è sacro.

 Lo avvertì poi che era necessario predicare al mondo questa devozione, perché tanti erano i mali che lo sovrastavano. Ma quanti avessero lodato Iddio in quel modo ne avrebbero avuto grande giovamento; mentre coloro che lo avessero disprezzato sarebbero stati colpiti da calamità.

Vide ancora che i castighi minacciati al mondo erano dovuti ai tre vizi capitali: lascivia, avarizia, superbia. A tali vizi era rimedio il Rosario. Vide poi la Santissima Trinità incoronare Maria Imperatrice del Cielo, la quale rivolta al Beato Alano disse: “Predica quanto hai visto e sentito. E non temere perché io sarò sempre con te e con tutti i devoti del mio Rosario“. Egli incominciò a predicare questa devozione, ottenendo ovunque grandi frutti spirituali. Nel 1475 la Beata Vergine apparve anche al Priore del Convento di Colonia, anch’egli dell’Ordine dei Predicatori. La Vergine gli disse che se Colonia voleva davvero liberarsi dai nemici che l’assediavano, era necessario predicare e diffondere la pratica del Rosario. Solo in questo modo la città sarebbe stata salvata. Il dotto Priore rese pubblico il comando della Regina degli Angeli e la città, dopo che il popolo ebbe abbracciato e praticato la recita del Rosario, fu liberata. Sapeva bene il Santo Pontefice Pio V quanta forza avesse il Rosario nel debellare i nemici di Dio. Glielo insegnava l’esperienza e la fiducia che riponeva nella Vergine e in san Domenico. Se ne giovò per reprimere l’orgoglio dell’Imperatore Ottomano…

(Questo è un accenno alla vittoria a Lepanto, cui si riferisce anche il quadro della Santa Vergine Bombardiera che abbiamo già trattato) 

… che già insuperbito per le passate vittorie, mirava ad estendere il suo potere su Roma. Ma fu umiliato dalle preghiere del santo Pontefice e dei confratelli della Compagnia del Rosario”.

Bene: ci fermiamo qui e domani andremo avanti. Credo che in molti di noi sia già nata una decisione e in questo mese di ottobre io veramente vi invito a mutare il modo di pregare e a rendere questa decisione una solida risoluzione da adesso… perché credo che questo sia il modo migliore per lodare il Signore.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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