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S. Teresa Margherita Redi: gli Sfidi d’Amore

STeresaMargheritaRedi

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 15 giugno 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

S. TERESA MARGHERITA REDI:

GLI SFIDI D’AMORE

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 15 giugno 2020. Abbiamo celebrato ieri la solennità del Corpus Domini e adesso ci prepariamo alla solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù e poi il giovedì successivo, nell’ottavario del Sacratissimo Cuore di Gesù, celebreremo la memoria, la festa (sarà una memoria, ma sarà anche una festa per noi) del Cuore Eucaristico di Gesù, ma ne parleremo…

Per prepararci alla solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, in questi giorni ci faremo accompagnare da un’altra Santa, da una Santa carmelitana, l’unica Santa carmelitana italiana, perché la Beata Maria Candida dell’Eucarestia è Beata, non è stata canonizzata, invece la Santa, della quale oggi vi parlerò, è stata canonizzata, è una monaca carmelitana di Firenze, che si chiama Santa Teresa Margherita del Sacro Cuore di Gesù, nata nel 1747 e morta nel 1770, a soli 22 anni.

Di lei non abbiamo nulla di autobiografico, non abbiamo un testo come, per esempio, quello della Beata Maria Candida dell’Eucarestia, piuttosto che l’autobiografia di Santa Margherita Maria Alacoque. Non abbiamo il suo diario, come abbiamo quello di Santa Veronica Giuliani, quindi di autobiografico non abbiamo nulla. Abbiamo tuttavia un biografo di eccellenza, che ha scritto appunto la sua biografia, che è Padre Gabriele di Santa Maria Addolorata. E’ il padre che, per intenderci, ha scritto un’opera molto bella, molto famosa, molto importante, che è “Intimità Divina”, e, se non l’avete mai letta, vi consiglio caldamente di leggerla, perché “Intimità Divina” è veramente un testo bellissimo, un classico della spiritualità cristiana.

E allora, come vi dicevo, lasciamoci un po’ condurre da questa Santa e ascoltiamo cosa ci scrive di lei Padre Gabriele.

“Sembra che pure in questo periodo si debba constatare nella Santa un nuovo approfondimento della sua devozione al Sacro Cuore.

Ne fu occasione l’acquisto della vita della venerabile Margherita Maria Alacoque, che suo padre le procurò”, perché al tempo di Santa Teresa Margherita, ovviamente, Santa Margherita Maria Alacoque era solo Venerabile, non era ancora stata canonizzata.

“Gliene dette l’autorizzazione il Padre Colombino. Padre Ildefonso non può precisare se ciò sia avvenuto durante il suo provincialato fino al maggio 1766 o nel tempo in cui fu confessore ordinario del monastero, cioè dal maggio del 1766 all’agosto del 1767, quando morì di apoplessia.

La vita della Venerabile, scritta da Monsignor Langè, Vescovo di Cesson, era stata pubblicata a Venezia in una versione italiana fin dal 1740. Questa edizione contiene estratti abbondanti degli scritti di Margherita Maria” (questa è Margherita Maria Alacoque, attenzione a non confondere le Margherite, queste meravigliose margherite nel campo del Signore, però una è Santa Margherita Maria Alacoque, l’altra è Santa Teresa Margherita Redi, quindi attenzione).

“Nel percorrerli, suor Teresa Margherita, provò un’emozione profonda. Vide nella Venerabile una realizzazione ideale delle segrete aspirazioni della sua anima, per la quale la vocazione all’amore si concretizzava tutta nella devozione al Sacro Cuore e da quel momento la proclamò sua maestra.

Non fu una parola vana, tutta la concezione della Venerabile Margherita Maria passò a Santa Teresa Margherita Redi, che fece proprie anche le di lei espressioni. Vi fu un’assimilazione completa, che del resto non impedì, ma al contrario favorì, la sintesi tra la caratteristica della Santa, la sua tendenza alla vita nascosta e la spiritualità di Margherita Maria. Vedremo in seguito come questa fusione abbia condotto la nostra Santa alle più alte cime della vita spirituale trinitaria.

Il suo itinerario spirituale fu veramente dal Sacro Cuore alla Trinità, ma attraverso la profondità della vita nascosta. Il Padre Ildefonso, senza precisazioni di data, purtroppo, ci ha esposto nel modo più concreto come Teresa Margherita concepisse la devozione al Sacro Cuore. L’aveva appreso dalla sua stessa bocca, avendola esaminata più volte a questo riguardo. È probabile che, a partire dal periodo di cui ci occupiamo, ella non abbia sostanzialmente cambiato molto la sua concezione, sebbene questa abbia potuto divenire più precisa col tempo. Il Padre ci dice che ella considera il Sacro Cuore come il centro di manifestazione dell’amore, «onde il Divin Verbo, fino nel seno del Padre, ci ha amato per tutta l’eternità e col quale ci ha nel tempo meritato che noi, con lo stesso amore partecipato, Lo possiamo ed in terra ed in cielo riamare» (queste sono espressioni di Santa Teresa Margherita) e questo effettivamente era il significato che trovai che ella dava a questa devozione, facendola consistere (attenti bene) in riamare incessantemente il principio di chi tanto ci ha amato”.

Quindi, la devozione al Sacro Cuore di Gesù, per Santa Teresa Margherita Redi, era un riamare incessantemente il principio di chi tanto ci ha amato.

“Evidentemente, per Teresa Margherita la devozione al Sacro Cuore risale fino all’Amore divino ed eterno del Verbo, amore che si manifesta nel Sacro Cuore. Amore, di cui il frutto più prezioso in noi è di averci reso capaci di amare soprannaturalmente, di contraccambiare quell’amore con un amore del medesimo ordine, l’amore di carità”.

E qui ha detto fin dall’inizio un’espressione che non è proprio corretta, nel senso che in Dio non c’è un inizio, non c’è una fine, perché Dio è eterno, è increato.

Quindi io, per “inizio” intendo non dall’Incarnazione del Verbo, ma dal Verbo in quanto Verbo. Cioè da sempre. Questo Amore è da sempre. Questo amore del Sacro Cuore da sempre è presente nel Verbo, nella seconda ipostasi della Trinità.

“L’amore di carità. E dunque praticamente la devozione Sacro Cuore consiste nel rendere amore per amore”, vedete, molto semplicemente: amore per amore. Questa è la devozione al Sacro Cuore!

“Infatti, questo bisogno di contraccambiare l’amore è già tutta la vita di Teresa Margherita e lo diverrà sempre di più”, ricambiare l’amore, contraccambiare l’amore.

Perché vai a messa? Perché ricambio l’amore.

Perché preghi? Perché amo, riamo chi mi ama.

Perché ti confessi di frequente? Perché riamo chi mi ama.

Noi che cerchiamo tante definizioni… amore per amore, ricambio chi mi ama.

È una necessità, è una necessità di giustizia e di onestà.

Chi non ricambia l’amore è un mostro!

Capite? Persino un cagnolino, persino un uccellino, persino un leone, se andate su internet lo vedete, persino una tigre, persino un orso, un lupo, quando vengono amati, ricambiano a modo loro, secondo la loro natura, ricambiano, per come sono capaci, questa attenzione e questo amore che ricevono. Ricambiano, per esempio, non sbranando la persona che hanno davanti, che li ha trattati bene, che li ha salvati, che li ha curati, che li ha amati.

Ci sono scene bellissime di questi ragazzi, di queste signore, di queste ragazze, che passano loro vita in mezzo ai gorilla, in mezzo ai leoni, in mezzo alle tigri e vediamo che gli animali non li sbranano, vediamo che saltano loro addosso, fanno loro le feste.

È proprio contro natura non riamare chi ci ama!

Non si può neanche dire che è una bestialità, perché le bestie non lo fanno.

Chi non riama colui che lo ama, è indefinibile, è un mostro!

“Questo bisogno di amare o piuttosto di dare amore a Dio, giacché il suo bisogno di amare si rivelerà sempre più libero da ogni ritorno di interesse personale, si manifesta fin d’ora con la pratica degli sfidi d’amore…”

Ecco oggi impariamo una nuova espressione: gli sfidi d’amore.

“… che intraprende con le sue compagne del monastero e a cui si trovano associate talvolta anche persone del secolo. Si tratta, non solo di trovare un modo di perfezionare il nostro amore personale, ma ancora di procurare a Dio l’amore di altre anime a noi vicine”.

Vedete come il carisma carmelitano è intriso del Sacro Cuore di Gesù e dell’Eucarestia… beh, del resto, come potrebbe non esserlo?

È profondamente intriso! L’abbiamo visto anche ieri, quando abbiamo parlato del Corpus Domini, leggendo le pagine della Beata Maria Candida dell’Eucarestia, stessa cosa. Stessa cosa quando abbiamo letto Santa Teresa d’Avila, stessa cosa, questo amore per la salvezza delle anime. Santa Teresa dice: “Voi siete qui solo per questo! Voi dovete pregare solo per questo! Siamo state chiamate solo per questo, non c’è un’altra ragione!”

Bisogna leggere quelle parole di Santa Teresa, ieri ve le ho lette.

Quindi, non solo di perfezionare il nostro amore personale, ma di procurare a Dio l’amore degli altri, sono due livelli diversi.

“La pratica degli sfidi al Carmelo, risale a Santa Teresa d’Avila, ma essi si esercitano riguardo a qualsiasi virtù. In Santa Teresa Margherita, hanno tutti come oggetto, in una maniera o nell’altra, l’esercizio dell’amore di Dio. Quello che intraprese con suor Teresa Crocifissa Albergotti porta più degli altri l’impronta della devozione al Sacro Cuore. Sembra che abbia avuto inizio pressappoco nel momento in cui trattiamo, ma continuò intensificandosi, si direbbe, fino alla fine della vita della Santa.

La sua compagna ci riferisce che Teresa Margherita non le lasciava, a questo riguardo, un attimo di respiro, spingendola incessantemente all’esercizio dell’amore più attuale”.

L’amore attuale…

Cos’è l’amore attuale?

L’amore qui e ora! Adesso! Questo è l’amore attuale!

Non si ama domani, non si ama dopo, l’amore non rimanda, l’amore o è attuale o non è amore!

Non si può dire: “Ti amerò dopo, ti amerò domani, ti amerò tra un po’, perché adesso non ho tempo, perché adesso non lo voglio, perché adesso non posso”.

L’amore o è attuale o non è amore!

“Abbiamo ancora una buona ventina di biglietti che la Santa le scrisse su questo argomento, sono purtroppo senza data. In essi vediamo come la Santa si servisse abitualmente, in questa materia, delle espressioni della Venerabile Margherita Maria Alacoque, ricopiati direttamente dalla sua vita, e messi o no in bocca alla sua maestra. Non hanno dunque alcuna pretesa di originalità, quanto al loro contenuto, ma originale è certamente l’impiego che la Santa seppe farne e che procurò un irradiamento inatteso della spiritualità dell’umile visitandina nel chiostro carmelitano di Firenze”.

Lei comincia a diffondere tra le sue consorelle quello che lei aveva letto e conosciuto della (allora) Venerabile Margherita Maria Alacoque.

“Se d’altronde la devozione al Sacro Cuore rifiorì fin da quest’epoca, Santa Teresa Margherita Redi vi ebbe la sua parte. Fu lei, anzi, che fece celebrare per la prima volta la festa del Sacro Cuore nella comunità, in una maniera molto originale”.

Vedete, quando scopri queste bellezze incredibili, non puoi fare a meno di farle conoscere. Però mi raccomando: alle persone capaci di capirle… intendiamoci bene eh, non gettate le vostre perle… attenzione eh…

Quindi lei cosa fa? Comincia a farle conoscere in monastero e fa celebrare per la prima volta la festa del Sacro Cuore nella comunità, perché ancora non era diffusa come oggi.

Bisogna essere anche un po’ audaci eh, bisogna essere un po’ intraprendenti!

“Il decreto che permetteva la celebrazione liturgica della festa del Sacro Cuore fu concesso all’Ordine Carmelitano nei primi mesi dell’anno 1767, ma quando giunse il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini, si decise, per non portare un disordine nel calendario già stabilito, di rimandare la prima celebrazione della festa l’anno successivo”.

Alle volte ci sono delle regole anche umane che vanno rispettate, non si sa bene perché, ma noi ci fissiamo alle volte che i calendari che noi ci mettiamo, che noi facciamo, le decisioni pregresse, non possono essere cambiati, guai cambiare, guai toccare le sacre tradizioni umane, quando invece basterebbe cambiare semplicemente, perché non sono scritte nella pietra come i dieci Comandamenti.

Quindi rimandano tutto di un anno, perché ormai avevano deciso, va bè…

“Teresa Margherita non poteva non esserne afflitta, ma, povera piccola monaca, che poteva fare?”

Lei quello che poteva fare l’ha fatto, capite?

“Era per l’appunto sagrestana in quel tempo, domandò ed ottenne dalla Madre Priora di poter esporre sul piccolo altare del coro interno del monastero un’immagine del Sacro Cuore e pose tutta la sua diligenza per ornarla il meglio possibile. Poi, la sera, domandò ancora di poter cantare nella stanza attigua al coro alcuni inni composti dallo zio gesuita, il Padre Diego Redi, in onore del Sacro Cuore. Le Monache erano invitate ad assistervi e, siccome vi partecipavano volentieri, la Santa domandò, a tutti quelli che potevano suonare uno strumento musicale, di voler accompagnare il canto”.

Avete visto? Non è riuscita a far celebrare solennemente la Santa Messa, però ha trovato un’altra via. Ha detto: “Va bè, questo lo rimandiamo di un anno, però riesco ad ottenere che almeno posso esporre l’immagine del Sacro Cuore con tutti i fiori e cantare inni al Sacro Cuore.”

E questo mi sembra un modo molto bello di arrivare a un dunque, comunque.

“Ecco, dunque, in mancanza della celebrazione liturgica, un concerto improvvisato per supplirvi e organizzato propriamente da Santa Teresa Margherita del Cuore di Gesù”.

Ci fermiamo qui e ci domandiamo: “Noi quanti sfidi d’amore sappiamo fare, sappiamo pensare, escogitare per Gesù?”

È una domanda interessante.

Lei non riesce ad ottenere la Messa ma ottiene il quadro, i fiori e i canti.

Questo è l’amore! L’amore non si arrende mai!

Nonostante ci rimani male, nonostante soffri, nonostante vieni umiliato, l’amore è come la fenice, rinasce sempre dalle sue ceneri.

Non si può distruggere l’amore!

E quindi lei, comunque, poco o tanto che sia, riesce a fare qualcosa. Appena intuisce la grandezza della portata, qualcosa lo fa, qualcosa di originale, e perché le altre no? Perché le altre non erano così conquistate.

Perché non hanno avuto l’intuizione, l’ardore, il coraggio e l’ardire?

Perché non erano così conquistate dal Sacro Cuore di Gesù.

Terzo, noi questi sfidi d’amore al Sacro Cuore di Gesù come li sappiamo vivere, trascinando anche gli altri?

Che non vuol dire essere importuni, non vuol dire essere imprudenti, non vuol dire parlare delle cose più belle con le persone sbagliate, no, no.

Non vuol dire essere sciocchi nel fare queste cose, no, no, ci vuole molta intelligenza, molta prudenza, molta accortezza, ma non bisogna stare nell’immobilità, tutt’altro.

Vuol dire scegliere il modo giusto, le persone giuste, i tempi giusti, per poter far conoscere, per poter far apprezzare, la grandezza, la bellezza, il conforto, che viene dal Sacro Cuore di Gesù.

Ecco che noi in questi giorni, attraverso Santa Teresa Margherita Redi, monaca carmelitana fiorentina, ci lasceremo condurre, con gli scritti di Padre Gabriele di Santa Maria Maddalena, dentro a queste meraviglie, a queste altezze.

E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre, amen.

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato!

 

S. Teresa Margherita Redi

Profilo della Santa

Al secolo Anna Maria Redi, nacque ad Arezzo il 15 luglio 1747. Frequentò come educanda il monastero di Santa Apollonia di Firenze fino al 1764. Decisiva per la sua vocazione fu l’ispirazione attribuita a santa Teresa d’Avila, grazie alla quale scelse il Carmelo. Entrò nel monastero carmelitano di Firenze il 1 settembre 1764 e vestì l’abito delle Carmelitane scalze l’11 marzo 1765, prendendo il nome di suor Teresa Margherita del Cuore di Gesù. La seconda grande ispirazione della sua vita fu il passo della prima lettera di Giovanni, «Dio è amore» (1 gv, 4,16) e cercò di vivere improntata a questo concetto. Si dedicò quindi alla preghiera e all’assistenza delle consorelle anziane fino a che, molto giovane (neppure 23 anni), morì a causa di una peritonite, il 7 marzo 1770. Il suo corpo emanava un profumo soave e ancora oggi è conservato incorrotto nella chiesa del monastero delle Carmelitane scalze di Firenze, dove fu sepolta. Fu canonizzata dal Papa Pio XI il 19 marzo 1934.

VANGELO (Mt 5,38-42)
Io vi dico di non opporvi al malvagio.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.
E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.
Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

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