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S. Teresa Margherita Redi: Vere Deus est in loco isto

Gesù Bambino nel Tabernacolo

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 16 giugno 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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S. Teresa Margherita Redi

Profilo della Santa

Al secolo Anna Maria Redi, nacque ad Arezzo il 15 luglio 1747. Frequentò come educanda il monastero di Santa Apollonia di Firenze fino al 1764. Decisiva per la sua vocazione fu l’ispirazione attribuita a santa Teresa d’Avila, grazie alla quale scelse il Carmelo. Entrò nel monastero carmelitano di Firenze il 1 settembre 1764 e vestì l’abito delle Carmelitane scalze l’11 marzo 1765, prendendo il nome di suor Teresa Margherita del Cuore di Gesù. La seconda grande ispirazione della sua vita fu il passo della prima lettera di Giovanni, «Dio è amore» (1 gv, 4,16) e cercò di vivere improntata a questo concetto. Si dedicò quindi alla preghiera e all’assistenza delle consorelle anziane fino a che, molto giovane (neppure 23 anni), morì a causa di una peritonite, il 7 marzo 1770. Il suo corpo emanava un profumo soave e ancora oggi è conservato incorrotto nella chiesa del monastero delle Carmelitane scalze di Firenze, dove fu sepolta. Fu canonizzata dal Papa Pio XI il 19 marzo 1934.

Scarica il testo della meditazione 

S. TERESA MARGHERITA REDI:

VERE DEUS EST IN LOCO ISTO

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 16 giugno e anche oggi proseguiamo la nostra lettura e meditazione di alcuni scritti di Santa Teresa Margherita Redi, monaca carmelitana scalza fiorentina, scritti che noi abbiamo la possibilità di leggere attraverso Padre Gabriele di Santa Maria Maddalena.

Padre Gabriele ci lascia un po’ questa questa biografia, dalla quale noi possiamo evincere tutta la profonda e vera devozione di Santa Teresa Margherita Redi verso il Sacratissimo Cuore di Gesù.

E quest’oggi vediamo un paragrafo molto interessante, che dice così:

“Ma occorre che ritorniamo sulla sua orazione…”

Santa Teresa Margherita, era una donna di grandissima preghiera, non solo perché era fedele ai suoi doveri di monaca, ma perché era fedele con tutto l’amore del suo cuore, con tutta la dedizione, perché, vedete, si può essere fedeli a delle regole col corpo, ma non con l’anima.

Esserci col corpo, non vuol dire esserci con l’anima!

Questo vale per un matrimonio, questo vale per un papà e per una mamma con i loro figli e tra di loro, questo vale per i figli verso i genitori, questo vale per uno studente a scuola. Esserci col corpo a lezione, non vuol dire imparare ciò che viene insegnato.

E questo vale con Dio.

Esserci col corpo in chiesa, esserci col corpo a fare tutto quello che c’è da fare, non vuol dire incontrare Dio, non è un’uguaglianza, dovrebbe, ma non lo è.

“….anzitutto per ricordare che, quando constatiamo le aridità della sua orazione divenuta contemplativa, suor Teresa Margherita non è più agli inizi della sua vita di preghiera mentale. Sappiamo che si esercitò nella meditazione fin dall’età di 14 anni e che ben presto giunse a rimanervi profondamente raccolta.”

Anche lei ha vissuto l’aridità nella preghiera ma è andata avanti a pregare e, fin da giovanissima, fin dall’età di 14 anni, si dedicò alla meditazione.

Oggi quando si chiede a qualcuno: “Qual è il tuo libro di meditazione?” (Tutti dovremmo avere un libro di meditazione, fino all’ultimo giorno della nostra vita! )

Qual è il tuo libro di meditazione? Moltissimi non ce l’hanno, non sanno neanche che cos’è un libro di meditazione, non sanno come si fa la meditazione.

Qualcuno risponde: “Il mio libro di meditazione è la liturgia del giorno”, cioè la prima lettura o il Vangelo della Messa del giorno, ma questo non è un libro di meditazione, è la Parola di Dio, che uno è chiamato a leggere, a meditare, a fare magari una lectio divina, ma il libro di meditazione è un’altra cosa.

Il libro di meditazione è lo scritto, ad esempio, di un Santo, di un Padre della Chiesa, di un Dottore della Chiesa; il libro di meditazione è l’autobiografia di un Santo, è la biografia di un Santo.

La meditazione è quello che facciamo noi ogni giorno, che chiamiamo infatti meditazione, cioè leggiamo un paragrafo, qualche pagina di un santo e lasciamo che questa pagina che leggiamo parli alla nostra vita.

Ma questo guardate che va fatto tutti i giorni!

Vi ricordate che già vi dissi che San Pio da Pietrelcina alla sua figlia spirituale fece la domanda: “Stai facendo la meditazione quotidiana?”, lei rispose: “Eh Padre, guardi… gli impegni, le cose… un po’ sì un po’ no.”

Padre Pio rispose: “Bene, allora da adesso, per sei mesi, non farai più la Comunione!”

Se non si faceva la meditazione spirituale, Padre Pio sospendeva dall’Eucarestia.

Era troppo importante, è troppo importante e quindi dobbiamo chiederci: “Qual è il mio libro di meditazione?”

Potrebbe essere “L’Imitazione di Cristo”, potrebbe essere “Filotea” di San Francesco di Sales, potrebbe essere “Il Dialogo della Divina Provvidenza”di Santa Caterina da Siena, potrebbe essere “Il Cammino di perfezione” di Santa Teresa d’Avila, potrebbe essere l’autobiografia di Santa Teresa d’Avila [che si intitola “Vita di S. Teresa di Gesù scritta da lei stessa”], potrebbe essere la “Notte oscura” di San Giovanni della Croce, potrebbero essere le omelie di San Giovanni Maria Vianney, gli scritti di San Francesco o su San Francesco d’Assisi, gli Scritti di San Bernardo, il suo “Commento al Cantico dei Cantici”, San Benedetto, Santa Chiara….

C’è solo l’imbarazzo della scelta, però ci deve essere.

E come si fa? Si legge un pezzettino ogni giorno davanti al Signore e si medita.

Si legge, si riflette, si ascolta il Signore, si prega…

Quando ero giovane ci dicevano, per esempio, di prendere due pastelli, uno blu e uno rosso, questo soprattutto con la Parola di Dio, ma si può fare anche con lo scritto di un Santo. Sottolineate i verbi col rosso e sottolineate quelle espressioni, quegli aggettivi, quegli attributi, che vi sembrano molto importanti col blu e poi riflettete su questi verbi, sul rosso e sul blu.

Ogni meditazione deve finire con un proponimento, con un fioretto, se no è inutile.

“Quando arrivò al Carmelo aveva già acquistato una grande facilità a mettersi in contatto con Dio.”

Certo, perché, se da 14 anni ti abitui a far meditazione, è ovvio che quando ne hai 18, 19, 20, sei già a un certo livello.

“Bisogna ancora notare che questa orazione di fede, pur sollevandola alla più alta contemplazione degli attributi e delle perfezioni di Dio, non la allontanava affatto da Gesù. Suo punto di partenza e di appoggio nell’orazione continuano ad essere i Misteri della Vita, Passione, Morte, l’Umanità Santissima di Gesù Cristo, come pure le Massime Eterne e le Dottrine del medesimo nostro Signore.

Ma, da Gesù Uomo, ella si solleva a Dio e penetra contemplativamente nei Misteri Divini, in questo ancora è perfetta Teresiana.”

Bene, quindi, il suo punto di appoggio, il suo punto di partenza è Gesù, l’Umanità di Gesù, che poi la fa sollevare fino a Dio, ai Misteri Divini.

“Sappiamo come Teresa di Gesù abbia insegnato alle sue figlie ad attaccarsi a Gesù, anche quando siano divenute contemplative. Teresa Margherita ha seguito perfettamente i suoi consigli. Nei propositi di abnegazione che abbiamo esaminato, Gesù le ha presentato come modello da imitare: la sposa non può piacere allo sposo se non si studia con particolare diligenza di rendersi del tutto simile ad esso, ella sarà dunque tutta crocifissa con lui (questo vuol dire dolore, sofferenza).

Per potersi chiamare sua sposa dovrà frenare le sue passioni più predominanti, contemplare la Sua immagine nelle proprie sorelle, che circonderà di benevolenza davanti a Gesù e le assomiglia, a Lui direttamente si rivolgono i propositi. Evidentemente Gesù è al centro della sua vita spirituale, ma vedremo come Egli conduca al Padre e alla Trinità. Nel suo modo di praticare l’esercizio della presenza di Dio si è d’altronde orientata specialmente verso la presenza reale eucaristica, facendo del tabernacolo il centro del monastero, cui la sua immaginazione e il suo cuore la riconducono costantemente.”

Vedete quanto la presenza reale eucaristica è al centro del Carmelo Teresiano. Quanto sia al centro di questa riforma fatta da Santa Teresa ce lo dicono i suoi figli e le sue figlie, ce lo dicono questi Santi meravigliosi. La presenza reale eucaristica, il tabernacolo, come centro del monastero, al quale l’immaginazione e il cuore di S. Teresa Margherita vanno sempre.

“Non si capirebbe molto -scrive Padre Gabriele- la spiritualità di Santa Teresa Margherita se non si cogliesse l’importanza che ebbe l’Eucaristia nella sua vita.

Essa vi occupò realmente un posto centrale.

Per Teresa Margherita, Gesù Ostia è Gesù che vive con lei nel monastero e al quale ella tutto riferisce.”

Vedete, i Santi vivevano così, vivevano così: la centralità del tabernacolo, l’importanza del tabernacolo, l’adorazione a Gesù Ostia. Abbiamo già incontrato queste espressioni. È Gesù che vive con lei nel monastero, Gesù Ostia è il Gesù che vive con noi nella nostra vita di tutti i giorni e tutto deve riferirsi a Lui.

L’importanza che ebbe l’Eucarestia…. Per capire la spiritualità di Santa Teresa Margherita, tutta concentrata sul Sacro Cuore di Gesù, di fatto noi dobbiamo comprendere l’importanza che ebbe l’Eucarestia.

Vedete come Santa Teresa Margherita ci anticipa nei discorsi, perché parlare del Sacro Cuore di Gesù, di necessità, vuol dire parlare del Cuore Eucaristico di Gesù e parlare del Cuore Eucaristico di Gesù vuol dire, di necessità, parlare del Sacro Cuore di Gesù. Vedete, Uno rimanda all’Altro.

“Essa è riuscita mirabilmente a realizzare l’unione tra la sua vita di preghiera e il lavoro assiduo, cercando unicamente di fare in questo la Volontà di Dio, ma questa Volontà di Dio è la Volontà di Gesù, che vive nel tabernacolo, che ella non perde mai di vista, a cui ricorre incessantemente.”

Vedete, anche il suo lavoro diventa un’unione profonda tra il lavoro stesso e la preghiera, perché lei cerca la Volontà di Dio.

Ma questa Volontà di Dio, che Volontà è? Dice giusto Padre Gabriele, è la Volontà di Gesù che vive nel tabernacolo, è la stessa, che ella non perde mai di vista e rincorre incessantemente.

Questo ricorrere incessantemente al tabernacolo… anche noi dobbiamo imparare a ricorrere incessantemente al tabernacolo! Non non si ha progresso spirituale se non si ha vita eucaristica!

“Durante l’ufficio, che al Carmelo si recita presso il tabernacolo, esulta nella presenza di Gesù, occhi a terra, cuore a Dio. Vere Deus est in loco isto.”

Pensate, stavo leggendo una nota: suor Maddalena Teresa di San Francesco di Sales testimonia di aver trovato, dopo la morte nella santa, nel suo breviario, un pezzetto di carta su cui, di suo pugno, erano scritte queste parole, che lei teneva presenti nel recitare il Divino Ufficio: Vere Deus est in loco isto.

In questo luogo c’è veramente Dio. Dio veramente è, vero Dio è in questo luogo.

Qui c’è veramente Dio e lei se lo teneva scritto nel breviario per non dimenticarsi mai cosa diceva e a chi lo diceva, esattamente le espressioni Santa Teresa d’Avila.

Occhi a terra, cuore a Dio.

“In un’epoca così poco liturgica come la sua, si nutre, grazie alla conoscenza che ha del latino, dei Testi Sacri che sovente penetra contemplativamente e che le ritornano sulle labbra durante il giorno.

Assiste liturgicamente alla Santa Messa, rendendosi conto delle sue parti essenziali e nutrendo le disposizioni appropriate ai diversi momenti del Santo Sacrificio, in una parola, unisce intimamente la vita liturgica alla pietà personale, la vita mediativa alla contemplativa, tutto questo ce la fa sentire assai vicina.

Non è affatto una santa condotta per vie straordinarie, si è servita con applicazione e fervore di tutto quell’insieme di mezzi soprannaturali che sono a disposizione di ciascuno di noi e che la spiritualità moderna ci ha insegnato a conoscere e stimare, è una Santa del nostro tempo.”

Usa i mezzi che ha, diciamo così, e quello che non capisce lo penetra con la preghiera.

Noi che vogliamo capire tutto… “Guai l’uso del latino, perché non capisco!” Ma cos’è che vuoi capire, che neanche ci ricordiamo il Vangelo che vi ho appena letto adesso? Neanche ci ricordiamo il Vangelo di ieri! Cosa diceva il Vangelo di ieri? Noi che siamo tutti pieni di capire, capire… Che cosa diceva il Vangelo di ieri? Noi che lo abbiamo meditato, abbiamo fatto la lecito divina, abbiamo fatto la lettura della Parola… Cosa diceva la prima lettura della Messa di ieri? Così, dovremmo saperlo, no? Invece non lo sappiamo. E quindi questi Testi Sacri, che ritornano sulle sue labbra durante il giorno….

Partecipa alla Santa Messa, si rende conto delle sue parti essenziali e vive con le disposizioni giuste verso il Santo Sacrificio. Vedete come scrivevano, come scrive Padre Gabriele di Santa Maria Maddalena… E quindi unisce vita liturgica e pietà personale.

“Mi piace vederla, soprattutto lei, che è già una mistica, che raggiungerà i vertici della vita contemplativa, così assiduamente applicata alle pratiche dell’ascesi virtuosa da non omettere, a dire il vero, alcun sforzo possibile.

Certo, ha evitato perfino l’ombra di qualsiasi quietismo teorico e pratico, anche in ciò è una vera figlia di San Giovanni della Croce, per la quale l’orazione contemplativa sboccia nell’anima decisa ad abbracciare, non il più facile ma il più difficile, non il più dilettevole ma il più disgustoso, non il più ma il meno.

Pensate che la Santa, che già, prima del suo ingresso in monastero, aveva una vera devozione per la sua omonima, la Venerabile Teresa Margherita del Carmelo di Parma, aveva ricopiato dalla sua vita per proprio uso personale una specie di orario, in cui la Venerabile aveva notato in qual maniera voleva compiere i vati atti regolari della giornata.”

Lei, Santa Teresa Margherita Redi, aveva già avuto una sorta di maestra, di modello, di punto di riferimento, nella Venerabile Teresa Margherita Farnese, che ovviamente era già morta al suo tempo, che anche lei era una monaca, ma monaca del Carmelo di Parma, non era fiorentina. Aveva ricopiato dalla sua vita per uso personale quest’orario, che la Venerabile aveva notato, per compiere i suoi atti regolari.

“Anche qui non si tratta di una formalità, la Santa -scrive Padre Gabriele- fece un uso assiduo del foglietto ricopiato, come lo testimoniava lo stesso stato del foglietto. Ora esso espone, tra l’altro, la maniera di assistere alla Messa: all’offertorio rinnovo la professione, prima che si alzi il Santissimo Sacramento, prego nostro Signore che, siccome tramuta quel pane e quel vino nel Suo Preziosissimo Corpo e Sangue, così si degni di tramutare tutta me in Se Stesso, alzandosi Lo adoro (capite? alzandosi Lo adoro…) e rinnovo ancora la mia professione, poi Gli chieggo quello che desidero da Lui.”

Vedete, uno stralcio di questo foglietto… Quante volte noi ci siamo detti all’offertorio, quando il sacerdote leva il pane e il vino, anche noi… Loro rinnovavano la loro professione religiosa, gli altri cosa possono rinnovare? Il Battesimo, le promesse del loro Battesimo, le promesse matrimoniali, la Cresima, quel bellissimo rito della Cresima, l’essere soldati di Cristo. Ne abbiamo tante di promesse, di impegni da rinnovare.

Anche questa Venerabile Teresa Margherita del Carmelo di Parma, anche questa è una figura tutta da esplorare. Vedete quanti Santi meravigliosi che abbiamo, che ci insegnano come si sta alla Messa, cosa fare durante la Santa Messa, durante il Divino Sacrificio.

Quindi, anche noi oggi lasciamoci condurre, ancora di più, in questo amore per Gesù Ostia, in questo riferimento costante al tabernacolo, in questa riscoperta del tabernacolo, affinché veramente sia per noi, come dirvi, sia per noi una rinnovazione costante della meditazione della Passione di Gesù, della Morte di Gesù, della Risurrezione di Gesù e sia ogni giorno sempre di più un’assimilazione a Lui.

E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato!

VANGELO (Mt 5,43-48)
Amate i vostri nemici.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

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