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Gesù non sopporta nulla che non sia vergine

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia di lunedì 5 marzo 2018.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Approfondimenti

Lettera di S. Teresa di Gesù Bambino e del Santo Volto alla sorella Celina

J. M. J. T.

14 ottobre 1890

Gesù

Mia cara Celina,
Non voglio spedire la lettera di Maria senza aggiungervi due righe per te. La nostra cara Madre mi permette di venire a fare la mia orazione con te. Non è forse ciò che facciamo sempre insieme?…
Celina cara, è sempre la stessa cosa che ho da dirti: ah! preghiamo per i sacerdoti… ogni giorno ci si accorge quanto siano rari gli amici di Gesù. Mi sembra che sia questo ciò che lo ferisce più profondamente… l’ingratitudine, soprattutto il vedere anime a lui consacrate dare ad altri quel cuore che gli appartiene in maniera assoluta. (1)
Celina, facciamo del nostro cuore una piccola aiuola di delizie dove Gesù venga a riposarsi. Non coltiviamo altro che gigli nel nostro giardino, sì, solo gigli, e non tolleriamo altri fiori che possono essere coltivati anche da altri… ma i gigli, che soltanto le vergini possono offrire a Gesù.
«La verginità è un silenzio profondo di tutte le cure terrene», non solamente di quelle inutili, ma di tutte le cure… Per essere vergini bisogna non pensare ad altro che allo Sposo, il quale non sopporta nulla intorno a sé che non sia vergine, «poiché ha voluto nascere da una Madre vergine, avere un precursore vergine, un tutore vergine, un discepolo prediletto vergine e infine una tomba vergine». Egli vuole anche una piccola sposa vergine, la sua Celina! …È stato detto ancora che «ognuno ama naturalmente la sua terra natale, e poiché la terra natale di Gesù è la Vergine delle vergini, e Gesù è nato, per sua volontà, da un Giglio, trova le sue delizie vivendo in cuori vergini».
E il tuo viaggio? Sembra che l’abbia dimenticato.. no, il mio cuore ti segue laggiù… (2) Capisco ciò che provi… capisco tutto! …Tutto passa: il viaggio di Roma con i suoi strazi è passato… la nostra vita d’un tempo è passata. La morte stessa passerà, e allora gioiremo della vita non per secoli, ma milioni di anni passeranno per noi come un giorno… e poi altri milioni seguiranno ai primi, pieni di riposo e di felicità… Celina…
Prega molto il Sacro Cuore. Tu sai come la penso. Io non vedo il Sacro Cuore come lo vede la gente. Penso che il cuore del mio Sposo sia tutto mio, allo stesso modo che il mio è tutto suo, e gli parlo allora nella solitudine di questo delizioso cuore a cuore, in attesa di contemplarlo un giorno faccia a faccia.
Non dimenticare la tua Teresa, mormora soltanto il suo nome e Gesù capirà. Tante grazie sono pronte laggiù soprattutto per un cuore che soffre… Vorrei scrivere a Leonia, ma è impossibile. Non ho neanche il tempo di rileggere la lettera. Dille che penso tanto a lei… Sono sicura che il Sacro Cuore le accorderà molte grazie… Dille tutto, tu capisci.

La tua Teresa del Bambino Gesù del Volto Santo.
rel. carm. ind.

NOTE

(1) Erano stati raccomandati alle preghiere delle Carmelitane di Lisieux diversi sacerdoti pericolanti.
(2) A Paray-le-Monial ove si commemorava il secondo centenario della morte di santa Margherita Maria, allora semplicemente beata.

Letture del giorno

Lunedì della III settimana di Quaresima

PRIMA LETTURA (2Re 5,1-15)
C’erano molti lebbrosi in Israele, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro

In quei giorni Naamàn, comandante dell’esercito del re di Aram, era un personaggio autorevole presso il suo signore e stimato, perché per suo mezzo il Signore aveva concesso la salvezza agli Aramèi. Ma quest’uomo prode era lebbroso.
Ora bande aramèe avevano condotto via prigioniera dalla terra d’Israele una ragazza, che era finita al servizio della moglie di Naamàn. Lei disse alla padrona: «Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che è a Samarìa, certo lo libererebbe dalla sua lebbra». Naamàn andò a riferire al suo signore: «La ragazza che proviene dalla terra d’Israele ha detto così e così». Il re di Aram gli disse: «Va’ pure, io stesso invierò una lettera al re d’Israele».
Partì dunque, prendendo con sé dieci talenti d’argento, seimila sicli d’oro e dieci mute di abiti. Portò la lettera al re d’Israele, nella quale si diceva: «Orbene, insieme con questa lettera ho mandato da te Naamàn, mio ministro, perché tu lo liberi dalla sua lebbra». Letta la lettera, il re d’Israele si stracciò le vesti dicendo: «Sono forse Dio per dare la morte o la vita, perché costui mi ordini di liberare un uomo dalla sua lebbra? Riconoscete e vedete che egli evidentemente cerca pretesti contro di me».
Quando Elisèo, uomo di Dio, seppe che il re d’Israele si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: «Perché ti sei stracciato le vesti? Quell’uomo venga da me e saprà che c’è un profeta in Israele». Naamàn arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Elisèo. Elisèo gli mandò un messaggero per dirgli: «Va’, bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato».
Naamàn si sdegnò e se ne andò dicendo: «Ecco, io pensavo: “Certo, verrà fuori e, stando in piedi, invocherà il nome del Signore, suo Dio, agiterà la sua mano verso la parte malata e toglierà la lebbra”. Forse l’Abanà e il Parpar, fiumi di Damàsco, non sono migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per purificarmi?». Si voltò e se ne partì adirato.
Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una gran cosa, non l’avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: “Bàgnati e sarai purificato”». Egli allora scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato.
Tornò con tutto il seguito dall’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 41 e 42)
Rit: L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.

Come la cerva anèla
ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anèla
a te, o Dio.

L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio?

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.

Verrò all’altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.

Canto al Vangelo (Sal 129,5.7)
Gloria e lode a te, o Cristo!
Io spero, Signore;
attendo la sua parola.
Con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Gloria e lode a te, o Cristo!

VANGELO (Lc 4,24-30)
Gesù come Elìa ed Elisèo è mandato non per i soli Giudei.

In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

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