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Maria partecipa alla SS. Eucarestia, don Clemente Barbieri

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 26 maggio 2021 – Memoria di S. Filippo Neri

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

 

Eccoci giunti a mercoledì 26 maggio 2021. Oggi ricordiamo San Filippo Neri, Sacerdote. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XXXVI del Libro del Siracide.

“Infondi il tuo timore su tutte le nazioni”

“Mostraci la luce della tua misericordia”

Questa dovrebbe essere un po’ la nostra preghiera costante.

“Non c’è Dio al di fuori di te”

E lo dobbiamo dire con la nostra vita.

“Risveglia le profezie fatte nel tuo nome.”

“I tuoi profeti siano trovati degni di fede”

Ecco, tutto questo è molto bello, e ci aiuta veramente tanto a intensificare un po’ la nostra preghiera. 

Quest’oggi siamo giunti al XXVI giorno del libro “Maggio Eucaristico” di don Barbieri, il titolo di oggi:

XXVI GIORNO

Maria partecipa alla SS. Eucaristia

“Se il Cenacolo fu il paradiso in su la terra ove Gesù mostrò agli uomini le meraviglie del suo ineffabile amore, di quanta luce non dovette risplendere e di quanta letizia essere pervaso quando egli, consacrato il pane ed il vino nel suo Corpo e nel suo Sangue, l’uno e l’altro porse alla sua madre santissima e a’ suoi apostoli!”

Quanto Paradiso! Quanta luce!

Una volta che noi entriamo in Chiesa e sappiamo che lì c’è il Tabernacolo e sappiamo che lì c’è Gesù e siamo alla presenza di Gesù, anche noi sperimentiamo questa meravigliosa luce. Tutto ha un calore e un colore diverso. 

“Nessun’anima mai potrà giungere a tanto, di poter disporsi così degnamente a ricevere Gesù e di così degnamente accoglierlo con tanto trasporto d’amore, perché nessun’anima mai potrà attingere ai fastigi della purezza e alla pienezza d’amore a cui è giunta Maria. Ma non è però detto che alle anime non sia dato di gareggiare con lei in disporsi con tutto l’ardore possibile a santamente ricevere Gesù, quando esse a lui si uniscono per questo Sacramento.”

Bella questa idea di gareggiare con la Vergine Maria! Ovviamente perderemo, questo lo sappiamo già, però è bello perché gareggiamo con una Regina e quindi saremo sempre spinti ad essere migliori.

“Possiamo a lei far ricorso perché ella insegni quanta fede, quanto amore e quanta umiliazione occorra per ascendere così ad incorporarsi con Dio.”

Ci vuole fede! 

Qualcuno dice: “Ma noi la fede ce l’abbiamo”. Non è detto che abbiamo la fede solamente perché andiamo in Chiesa. La fede vuol dire tante cose, non vuole dire semplicemente frequentare pratiche religiose, è questo spirito di abbandono in Dio, di confidenza in Dio, di fiducia nella Volontà di Dio.

“Quanto amore e quanta umiliazione” 

Sì, perché quando andiamo a ricevere l’Eucarestia, non possiamo avere la cresta alta come il gallo, piena di superbia, di tracotanza e di orgoglio, non è possibile, non sta con l’Eucarestia.

“Tali le renda da presentarsi in modo meno indegno a questo veramente adorabile convito, dove Gesù dà se stesso per nostro amore e per nostra vita si dona a noi.”

Purtroppo ancora oggi c’è chi pensa che l’Eucarestia sia un simbolo, non sia la presenza reale di Gesù, ma una sorta di presenza mistica, non Vera, Reale e Sostanziale e c’è chi pensa che a causa di questa errata visione poi il povero Lutero si è un po’ confuso, scandalizzato, risentito e quindi se n’è andato. Ma  non è proprio così, uno non se ne va in quel modo…

“L’Eucarestia è il mio Corpo e il mio Sangue” dice Gesù. 

Non è questa la ragione, quante cose ci sarebbero da dire su questo. Uno dovrebbe, come San Carlo, incendiarsi di fede e di amore davanti all’Eucarestia, sapendo che è il Vero, Reale e Sostanziale Corpo e Sangue di Gesù. Se Lutero se ne va in quel modo, se rimane così scandalizzato, a me fa venire in mente una figura, ben precisa, presente nella Passione: “Con un Bacio…”

Ma andiamo avanti:

“In qual maniera si potrà giungere a giustamente stimare quale dono sia questo che Gesù ci ha fatto, col darci se stesso sotto le specie eucaristiche? Oh sì che questo è il santo dei santi, il Sacramento dei sacramenti, l’amore che tutti supera gli amori, la dolcezza che tutte vince le dolcezze!”

E noi dovremmo dirlo questo, con la nostra vita, con il nostro modo di entrare in Chiesa. Si vede subito da come uno entra in Chiesa se ci crede, se non ci crede e, nel caso, quanto e come ci crede. Perché se io entro in Chiesa come una mucca va al pascolo, non ci credo che lì c’è Gesù Veramente, Realmente e Sostanzialmente Presente nell’Eucarestia. Se io amministro l’Eucarestia esattamente come io stessi dando “pane e prosciutto” o una fantastica fettina di pane caldo, bollente, cosparso di burro salato della Norvegia, con sopra una gustosissima marmellatina di fragoline di bosco, non ci credo. A parte che, forse, se dovessi dare una fettina di pane di quello buono, toscano, pugliese, bello caldo, con sopra il burro salato e la marmellatina di fragoline di bosco, probabilmente la darei con un po’ più di grazia, che non quel “take away” che non di rado notiamo.

“Corpo di Cristo, Corpo di Cristo, Corpo di Cristo.. pam.. pam.. pam”

Uno si domanda: “Ma è il Corpo di Cristo davvero?”

Perché se è il Corpo di Cristo non me lo puoi piantare sulla mano come se fosse una fettina di pane bollente con su la marmellatina di fragoline di bosco e il burro salato, capisci? Non si può! 

Andate a vedere le foto del Beato Cardinale Schuster che riprendono il modo con il quale il Cardinale Schuster guardava l’Eucarestia e il modo con il quale lui amministrava l’Eucarestia. Solo guardando quello tu capivi che quel pezzettino di pane, pane non era più. Guardate le foto, guardate gli occhi del Cardinale Schuster mentre guardava l’Eucarestia, il modo con il quale lui deponeva la Particola, non sulle mani, ovviamente, ma nella bocca dei fedeli. Guardate il modo. 

“Ma se tanto ci è consentito, anche a tanto dobbiamo prepararci. E’ Gesù medesimo il quale, nel tempo stesso che così benefico si mostra a noi, anche ci ammonisce a far sì che degnamente le anime nostre si apprestino a partecipare a cotanta beatitudine. […] Credi e fa di riuscire a tenere sempre presente con affettuosa pietà l’amore ineffabile che ti addimostro, cooperando con le opere tue nel seguire in questo medesimo amore me tuo Dio, a fine di essere sempre preparata alle comunicazioni sante cui mi degno ammetterti. Non opera umana sia l’apparato di questa sacra mensa, ma opera di fede, come quella che dispone al sacrosanto alimento di quella vita, che travalica il tempo e dura eterna. Io stesso, che cotanto dono ti consento, faccio testimonianza che questo è mistero ineffabile di misericordia e non di miseria, mistero non umano ma divino, sacramento di amore e di pietà.”

Don Barbieri scrive:

“Questo è mistero ineffabile di misericordia..”

Ricordate Santa Faustina e Gesù, il trono della Misericordia qual è? Due sono i troni, il Tabernacolo (l’Eucarestia) e la Confessione. Noi vogliamo la Misericordia di Dio? Certo, noi siamo cultori della Misericordia di Dio. E dove la troviamo la Misericordia di Dio? Dopo la morte nel Giudizio? No. Non è lì. La Misericordia di Dio è qui su questa terra! Dove? Lo dice Gesù a Santa Faustina:

“Nel Confessionale e nel Tabernacolo”

Questi sono i due troni della Misericordia, perché poi ci sarà la Giustizia. Ecco perché Gesù dice di pregare la Coroncina della Divina Misericordia vicino all’anima agonizzante, affinché la Misericordia si venga ad interporre tra l’anima in agonia e la Giustizia del Padre. Questa è la spiegazione che dà Gesù, poi a noi teologicamente può non piacere, possiamo dire che Gesù è un po’ retrò, che è preconciliare, potremmo dire tante cose… quando moriremo faremo delle lezioni di teologia fantastiche alla Santissima Trinità. Gesù non conosce, poverino, tutta la letteratura teologica, antropologica, sociologica, trinitaria, perché noi spiegheremo alla Santissima Trinità che cos’è la Santissima Trinità; ovviamente quando arriveremo noi, Sant’Agostino e San Tommaso sbiancheranno di fronte al nostro sapere e alla nostra conoscenza, arriveremo noi a spiegare a Sant’Agostino il De Trinitate. Quello è il luogo della Misericordia, che ci piaccia o non ci piaccia, quello è, così è detto da Gesù a Santa Faustina.

“..e non di miseria, mistero non umano ma divino, sacramento di amore e di pietà.”

A questo proposito c’è un testo di Monsignor Fulton Sheen che si intitola “Personaggi della Passione”, molto bello, nel quale testo lui affronta i vari personaggi della Passione. Tra questi ovviamente affronta Giuda e scrive così a pagina 30 di questo testo:

“Ci saranno sempre anime somiglianti a Giuda le quali si scandalizzeranno ogni volta che a Cristo, nell’ambito della sua Chiesa, verranno offerte ricchezze”

Sta commentando la scena di Giuda che rimprovera Maria per il nardo che lei versa su Gesù e Gesù che risponde a Giuda di lasciarla stare, Gv 12,7. Anche oggi avviene questo: “Scusi, Padre ,ma perché lei deve celebrare la Santa Messa usando il Calice d’oro massiccio, preziosissimo, tempestato di diamanti e rubini, smeraldi e topazi e non so che cos’altro, tutto bellissimo che solo al vederlo uno si acceca? Ma scusi, Gesù era povero, ma lei perché non celebra nel vaso della nutella (lavato)?”

A me è capitato di vedere anche questo nella mia vita! Vedere celebrare la Santa Messa e consacrare il Sangue di Cristo nel vaso della Nutella con su Topo Gigio, finito poco prima e pulito nell’acqua del torrente, asciugato con lo straccio con cui avevamo asciugato di tutto e di più, perché si era in montagna. Questo santo meraviglioso Sacerdote ha preso questo vaso della Nutella — io ero lì che guardavo pensando che tutto questo fosse un incubo, invece era la realtà — e ha sciacquato il vaso della nutella che era stata appena finita nell’acqua del torrente e ha consacrato lì dentro il Sangue di Cristo. 

Uno può dire: “Perché non dobbiamo fare così? Perché usare un calice d’oro, come voleva San Francesco d’Assisi — che nessuno può accusare di ricchezza — o come voleva il Santo Curato d’Ars — che nessuno può accusare di vanità e di spreco — ? Perché dobbiamo usare un calice d’oro? Perché dobbiamo usare una patena d’oro? Perché dobbiamo usare un calice gemmato? Perché non consacriamo il Sangue di Cristo nel vaso della Nutella? Bisogna essere poveri!”

Sentite cosa scrive Monsignor Fulton Sheen. Di anime somiglianti a Giuda ce ne saranno sempre. Questo Santo Vescovo è meraviglioso, scrive:

“Ma se un uomo può dare gioielli alla donna che ama e non per tanto suscitare scandalo, perché mai l’anima non può riversare la propria abbondanza in segno di tributo e di affetto sul Dio da essa amato?”

Adesso voglio sentire chi ha il coraggio di venire a contraddire, di dire una sola virgola contro questo ragionamento.

Non dimenticherò mai la risposta di quel bravissimo giovane, che adesso è sposo, a chi gli disse: “Ma cosa vuol dire servire all’altare con tutta questa attenzione, rigore, ritualità, con tutta questa delicatezza, con tutto questo sfarzo di cose preziose?” Lui rispose: “Lei, quando si sposerà, alla sua fidanzata regalerà un anello di sughero? Di alluminio? Di carta domopack?”.

Prova tu a farlo, il giorno del matrimonio, prova a tirare fuori un anello di legno! Quindi io posso donare gioielli alla donna della mia vita, riempirla di gioielli senza che per questo nessuno si scandalizzi, anzi, penseranno che quella donna è molto amata…

Mi viene in mente un mio compagno di Sacerdozio che, per la festa della mamma, entrò in un negozio dove vendono quei gioielli di pietre dure, non una gioielleria, uno di quei negozi che vendono gioielli ma che non sono cose super preziose. Lui andò a prendere una collana per la sua mamma, ma non era vestito da prete, era in borghese. Mentre sceglieva la collana entrarono altre donne a comprare delle loro cose; all’atto di prenderla decise di prendere anche il bracciale, perché stavano bene insieme. Le altre persone erano lì che guardavano e ad un certo punto una esclama:

“Che fortunata che è quella donna ad avere un uomo come lei!”. Lui si girò e le rispose: “Sì, è la mia mamma”

Vedete, non crea scandalo, crea ammirazione, crea desiderio. Solo nelle anime somiglianti a Giuda crea scandalo. Quindi sul Dio che io amo riverso tutto il tributo di affetto possibile manifestato anche dall’abbondanza che gli dò. San Giovanni Paolo II scrisse che non sarà mai sufficiente tutto quello che noi potremo fare per l’Eucarestia, sarà sempre insufficiente. 

Volevo leggervi un’altra cosa, è talmente bella che ve la devo leggere. Credo che vi sareste chiesti nella vostra vita: “Perché Giuda tradisce Gesù con un bacio? Perché proprio con un bacio e non con qualcos’altro?”. Monsignor Fulton Sheen risponde cosi:

“Perché il tradimento compiuto nei confronti della Divinità è un delitto così orrendo che deve essere sempre preceduto da un segno esteriore di affetto. Quante volte durante le discussioni sulla religione, dopo aver udito lodare Cristo nell’ambito della sua Chiesa, udiamo un “ma” con cui ha inizio l’ingiuria. Le cose umane possiamo attaccarle senza dover ricorrere a scusa alcuna, non hanno bisogno di un presunto amore per mettere nel fossero la spada che bacia, ma in presenza del sacro e del divino bisogna fingere affetto laddove l’affetto dovrebbe essere sincero e quanti attaccano le credenza della Chiesa solo perché dicono vorrebbero serbarne pura la dottrina. Se si scagliano contro la sua disciplina è perché intendono preservare una libertà o perfino una licenza che ritengono essenziale alla pietà. Se accusano la Chiesa di non essere abbastanza spirituale è perché affermano di essere i difensori degli ideali più alti, sebbene nessuno di loro ci dica mai come e quale dovrebbe essere la natura spirituale della Chiesa. Non v’è caso che l’ostilità verso la divinità non sia preceduta da un atto di deferenza verso le religioni: 

“Ti saluto o maestro”. E lo baciò.

Non appena commesso il crimine, il disgusto si impadronì di Giuda, le acque profonde del rimorso cominciarono ad agitarsi nella sua anima, ma al pari di molte anime dei nostri giorni, egli fraintese il senso del rimorso e ritornò da quelli con cui aveva negoziato e a cui aveva venduto il Signore per trenta denari d’argento, qualcosa come 17 dollari di oggi. La Divinità è sempre tradita in misura affatto sproporzionata al suo prezzo effettivo.”

Quindi stiamo attenti a non essere dei novelli Giuda e a fare discorsi stupidi, discorsi che non hanno niente a che vedere con il Vangelo.

Vorrei leggervi anche un altro testo che già vi ho letto qualche tempo fa, il libro si chiama “In sinu Jesu. Quando il Cuore parla al cuore. Diario di un Sacerdote in preghiera”, scritto da un monaco benedettino. Editrice Ancilla. Credo modestamente di poter dire che ogni Sacerdote dovrebbe leggere questo libro, ognuno di noi Sacerdoti dovrebbe averlo con sé sempre, dovremmo studiarlo questo libro tanto è bello e tanto fa bene all’anima. 

A pagina 50, giovedì 27 marzo 2008, sentite Gesù che cose bellissime che dice a questo monaco benedettino:

“Tu che mi tieni nelle tue mani, come puoi dubitare del mio amore per te? Non dubitate mai del mio amore per voi. Voi tenete una prova, la testimonianza del mio amore per voi, nelle vostre mani ogni giorno. Proprio tutto me stesso ho dato a voi, dato per voi, dato attraverso le vostre mani alla mia sposa, alla Chiesa. Lascia che ti lavi, e ti lavi spesso, affinché tu possa vivere in mia compagnia e crescere nel dono della mia amicizia divina.”

Confessiamoci spesso.

“Vieni da Me così che io ti possa lavare nel Sangue e nell’acqua. Attendo di purificare i miei Sacerdoti, di guarire le loro ferite, lavare via ogni traccia di impurità dalle loro anime.”

Adesso state attenti a cosa dice:

“Colui che rimane nel torrente che scorre sempre nel mio cuore, sarà puro come io sono puro, poiché è tale la potenza del mio Sangue. Nell’adorazione eucaristica, l’anima rimane immersa, per così dire, nel mio Sangue.”

Nell’Adorazione Eucaristica “l’anima rimane immersa nel mio Sangue”.

“Gli effetti di questo, sebbene, ordinariamente invisibili, sono duraturi profondi”

Noi cambiamo radicalmente davanti all’Eucarestia, senza che ce ne accorgiamo, è li che avvengono i miracoli della conversione.

“Cerca di rimanere immerso nel fiume inesauribile del mio Sangue quando ti avvicini al mio Cuore aperto nel Sacramento del mio amore. Io vedo tutte le cose e nulla di ciò che vedo sfugge alla portata della mia Misericordia, salvo…”

Ecco che cosa sfugge alla Misericordia di Dio, ecco che cosa non entra nella Misericordia di Dio.

“… salvo ciò che è deliberatamente ritirato e volontariamente nascosto da Me”

Capite cosa succede quando si fanno i furbi e non si dicono le cose con il loro nome e cognome, quando ci si nasconde, quando si nascondono i peccati, quando li si minimizzano? Questo vuol dire “deliberatamente ritirare e volontariamente nascondere”, e quindi tutto questo non entra nella Misericordia di Dio. 

Sentite che bella questa espressione:

“Credimi, quando ti dico questo:”

Se noi credessimo in queste cose, quanto cambierebbe la nostra vita e la vita della Chiesa.

“L’uomo che accoglie colui che io mando, il mio Sacerdote, accoglie me, e l’uomo che accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato” 

Poi Gesù dice:

“Questa sia la tua regola: presentati sempre come il mio Sacerdote, sempre e dovunque sii mio Sacerdote, così porterai dovunque tu vada, la mia presenza e quella del Padre mio e la nostra benedizione che è l’unzione dello Spirito Santo, il dolce profumo della nostra carità.”

Sentite che definizione che dà adesso Gesù:

“Il Sacerdote è il Sacramento della mia presenza”

Se noi vivessimo così! Certo che se niente mi fa capire, e mi ricorda che quello è un Sacerdote! Se noi avessimo il pensiero che accogliere il Sacerdote vuol dire accogliere Gesù, e se il Sacerdote si comportasse così, e avesse questa regola: “sempre e dovunque Sacerdote, il Sacramento della sua presenza”!

“Non voglio che questo mio Sacramento sia nascosto. Mostra il tuo Sacerdozio, la tua prima e la sola identificazione sia con me e io ti benedirò in tutti i tuoi avanti e indietro.”

“La tua prima e la tua sola identificazione sia con me”, cioè “vedendo te devono vedere me”.

“Il mondo ha bisogno oggi più che mai della presenza visibile dei miei Sacerdoti. Il mondo deve conoscere che io non ho abbandonato il mio piccolo gregge, né che ho abbandonato coloro che hanno fiducia nel mio amore. Sii mio Sacerdote in ogni circostanza e io riempirò il tuo cuore fino a traboccare delle dolcezze del mio Sacro Cuore,”

Quindi tutti i nostri avanti e indietro, corri di qua e di la, saranno benedetti se la nostra prima sola identificazione sarà con Gesù, se noi siamo Sacerdoti in ogni circostanza. 

“I miei Sacerdoti fanno bene ad onorare la povertà, la disciplina dell’abito ecclesiastico”

Attenzione: povertà, non sciatteria, non è sporco e puzzolente, non è questo. Povertà e disciplina, come gli abiti del Cardinale Schuster. 

“Esso è al tempo stesso una protezione per loro e un segno di speranza dato al mondo. Basta vanità, basta stravaganze, siate invece puri specchi del mio Santo Volto nel mondo”

Uno legge queste parole e poi deve scegliere o di qua o di là, non c’è alternativa.

Quindi, come scrive don Barbieri:

“Che altro posso io bramare, che altro può l’anima mia attrarre? Voi solo, o misericordiosissimo mio Gesù, siate il mio cibo, siate il mio nutrimento! Di voi solo io sono famelico; voi solo io bramo, di voi solo anelo a cibarmi con insaziato desiderio!”

Concludo, sentite cosa scrive Sant’Ambrogio:

“Comunicarci, ricevere l’Eucarestia, significa accostare le nostre labbra a baciare Gesù. Oh che Santissimo bacio è questo di Gesù e di Maria nella Santa Comunione, e se è vero che il bacio è segno di muta congiunzione e l’amplesso di muto amore, oh come e quanto la Vergine seppe dimostrare di riconoscere l’ineffabile dono di dio nel Sacramento dell’amore, trasfondendosi in Lui con il più santo trasporto di tenerezza.”

Accostare le nostre labbra a baciare Gesù, questo scrive Sant’Ambrogio. Sono davvero tantissime cose, come si fa a dirle tutte?

Vi leggo questa preghiera di San Bonaventura alla Vergine Maria:

“Oh Signora nostra, mostrateci voi Gesù, dateci voi Gesù, sempre così misericorde, Gesù, frutto del vostro purissimo seno! Mostrateci Gesù, perché così vedendolo, lo possiamo possedere; dateci Gesù, perché così possedendolo, ci possiamo di lui beare e in lui vivificare! Voi che tanto siete clemente verso gli indigenti, voi che siete tanto pia con chi vi supplica, voi che siete tanto dolce con chi vi ama, voi che siete tanto misericordiosa verso i peccatori pentiti, voi ascoltateci, voi esauditeci!”

Vi lascio anche questa di San Bernardo, perché è veramente bella, l’abbiamo detta alla Madonna, la diciamo anche a Gesù:

“Oh Gesù, Signore nostro e amore nostro. Oh Gesù che tanto largheggiate in beneficio per noi. Oh Gesù noi vinti dai ripetuti vostri inviti, veniamo a voi e abbiamo ben preparate le anime nostre facendole adorne di meriti, accumulando in essi i fiori olezzanti della virtù, e le abbiamo ben disposte secondo la nostra possibilità nella contemplazione e nella preghiera, nell’umiliazione e nel desiderio e se voi tardate a concedervi, esse si sentiranno del tutto illanguidire e venire meno, tanto è l’amore che vi portano e la bramosia che le sospinge.”

E per intercessione di Maria Santissima, Madre del santissimo Sacramento, vi benedica Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen. 

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

SAN FILIPPO NERI, PRESBITERO – memoria

PRIMA LETTURA (Sir 36,1-2a.5-6.13-19) NV [gr. 36,1-2.5-6.13-19]
Riconoscano le genti che non c’è Dio fuori di te.

Abbi pietà di noi, Signore, Dio dell’universo, e guarda,
mostraci la luce della tua misericordia,
infondi il tuo timore su tutte le nazioni.
Ti riconoscano, come anche noi abbiamo riconosciuto
che non c’è Dio al di fuori di te, o Signore.
Rinnova i segni e ripeti i prodigi.
Raduna tutte le tribù di Giacobbe,
rendi loro l’eredità come era al principio.
Abbi pietà, Signore, del popolo chiamato con il tuo nome,
d’Israele che hai reso simile a un primogenito.
Abbi pietà della tua città santa,
di Gerusalemme, luogo del tuo riposo.
Riempi Sion della celebrazione delle tue imprese
e il tuo popolo della tua gloria.
Rendi testimonianza alle creature che sono tue fin dal principio,
risveglia le profezie fatte nel tuo nome.
Ricompensa coloro che perseverano in te,
i tuoi profeti siano trovati degni di fede.
Ascolta, Signore, la preghiera dei tuoi servi,
secondo la benevolenza che hai verso il tuo popolo,
e guidaci sulla via della giustizia,
e riconoscano tutti quelli che abitano sulla terra
che tu sei il Signore, il Dio dei secoli.

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