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Il Card. Adeodato Piazza e il Preziosissimo Sangue di Gesù

Card. Adeodato Piazza

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia di lunedì 29 giugno 2020.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

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IL CARD. ADEODATO PIAZZA E IL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESÙ

Quest’oggi è la solennità dei Santi Pietro e Paolo, allo stesso tempo è anche uno dei giorni che precedono la festa del Preziosissimo Sangue di Gesù, è il mese dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù. Mercoledì celebreremo questa festa.

I Santi Pietro e Paolo come stanno in rapporto al Sangue di Gesù? C’è un legame? C’è un’attinenza specifica?

Questa attinenza specifica ci viene offerta dall’ordine Carmelitano Scalzo, in particolare modo da un Cardinale famoso, un Cardinale tutto Carmelitano,eraunCarmelitanoScalzocheportavailnomediA deodato Piazza. Un frate Carmelitano nato nel 1884 a Belluno, Segretario del Padre Generale, fu Presidente della Commissione per l’aggiornamento delle costituzioni alle norme del codice di diritto canonico, fu Arcivescovo di Benevento e fu addirittura Patriarca di Venezia. Nel 1948 Papa Pio XII lo nominò segretario della Sacra Congregazione Concistoriale e fu anche Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Il Cardinale Piazza quando fu eletto Cardinale, avrebbe dovuto portare il mantello bianco non rosso, a quei tempi gli ordini religiosi portavano il mantello che era tipico del loro ordine, e i Carmelitani che diventavano Cardinali portavano il mantello bianco, ma su richiesta del clero veneziano Pio XI gli concesse l’uso della porpora, durante il suo patriarcato di Venezia.

Il Cardinale Piazza nel momento in cui seppe che la sua Cappa Magna sarebbe rimasta rossa e non bianca, dato che era devotissimo al Preziosissimo Sangue di Gesù, nel 1938, subito dopo la creazione a Cardinale, scrisse una  Lettera Pastorale intitolata:

“Il Sangue Prezioso di Cristo”

130 pagine di Lettera Pastorale, tutta centrata sul Sangue Preziosissimo di Gesù. Inoltre nel 1947 il Cardinale compose e fece indulgenziare le famose

“Invocazioni al Sangue di Cristo”. Questa Lettera Pastorale è piena di documenti, di riferimento alle Scritture, ai Santi e ai Padri della Chiesa; ebbe l’onore di essere ristampata e di essere tradotta in spagnolo, purtroppo non c’è in italiano. In questa Lettera Pastorale il Cardinale Piazza affronta fra le tante tematiche una in particolare e la chiama così:

Gli Apostoli del Sangue.

Il Cardinale scrive:

“Furono i dodici gli Apostoli del Sangue. Ma in modo particolare lo sono stati i due più privilegiati del collegio apostolico Pietro e Giovanni. A loro si aggiunse più tardi Paolo.

PIETRO

Il capo, non vide Gesù nella sua sanguinosa agonia nell’orto con i suoi occhi sonnolenti, però lo vide pendente dalla croce, sebbene da lontano. Per questo potè dire di sé: “testimone dei patimenti di Cristo” (1 Pt 5, 1). Ma dove forse egli comprese meglio il mistero fu quando, nel cortile della casa del sommo sacerdote, guardò e vide di sfuggita quel volto triste di Gesù, già marcato dalle macchie del sudore di Sangue della notte, allo stesso tempo in cui incominciava a prendere coscienza del delitto che aveva commesso negando il suo maestro tre volte. In quel momento gli tornò alla memoria ciò che tre anni prima aveva ascoltato dalla bocca del Battista: “Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo” (Gv 1, 29). Perciò poteva togliere anche il suo peccato!

Cominciò poi a piangere con un pianto così amaro che solo sarebbe terminato con la vita.”

Sapete che la tradizione narra che San Pietro quando morì aveva due solchi a lato del naso, dagli occhi al naso, due solchi scavati nella carne, e la tradizione ci dice che pianse talmente tanto il suo peccato che gli si scavarono nella carne due solchi, i solchi delle lacrime.

“Per questo scrivendo da Roma ai cristiani dispersi li salutava così:

“Eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue” (1 Pt 1, 2). E più avanti li ammonisce: “non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia.” (1 Pt 1, 18-19).

Che profonda emozione suscitano queste parole!”

Vedete come il Cardinale Piazza procede nella sua esposizione?

Attraverso fonti, prove e documenti. Non si costruisce niente sulla retorica. Poi parla di Giovanni il Cardinale, ma il tempo non ci concede di dire le bellissime parole che il Cardinale Piazza scrive su San Giovanni. E poi arriva all’Apostolo San Paolo.

L’APOSTOLO SAN PAOLO

Paolo di Tarso il fariseo persecutore di Cristo e dei cristiani, una volta fulminato dalla grazia e istruito direttamente dal divino maestro, si trasformò in un apostolo infaticabile e nel teologo del Sangue Divino. Mentre San Giovanni scruta con lo suo sguardo penetrante il futuro, San Paolo si volge a guardare il passato, per dimostrare come tutto l’antico testamento viene a risolversi e sublimarsi nel nuovo. Ricorda ai fedeli di Efeso e ai Colossesi l’immenso beneficio della predestinazione divina per divenire ad essere figli adottivi di Dio per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia. “in laudem gloriae gratiae suae”. È per questa grazia, per mezzo della quale noi diveniamo accetti a Dio nel suo figlio amatissimo nel quale abbiamo “la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia.” (Ef 1,5; Col 1,13).”

Noi la Redenzione l’abbiamo attraverso il Sangue di Gesù. Non dimentichiamolo mai.

“Rivolgendosi agli ebrei, San Paolo esalta la persona e l’opera di Gesù Cristo che confermò i sacrifici della legge antica fondando la nuova alleanza, infinitamente più nobile e più santa:

“Cristo invece, venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione (la sua santissima Umanità), non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario (vale a dire in cielo), dopo averci ottenuto una redenzione eterna.” (Eb 9, 11-12).

Per questo, l’apostolo si rallegra con quelli tra i sui connazionali che si sono avvicinati al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell’aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele. (Eb 12, 24)

Ma chi oggi quando parla ad ogni riga cita la Scrittura?

Questo è un metodo scientifico, teologico bellissimo. Non dimentichiamo ciò che Gesù disse a Santa Maria Maddalena de Pazzi, monaca Carmelitana Scalza:

“Il mio sangue non cerca vendetta come quello di Abele, ma soltanto misericordia, esso lega le mani alla Giustizia Divina.”

La Santa rispose:

“Mi coprirò con il Tuo Sangue Gesù e Dio non vedrà i miei peccati”

Per coprirmi del Suo Sangue devo andare alla Santa Messa, che è tanto disertata e soprattutto maltrattata. Quanta poca devozione c’è al Sangue del Calice!

“Li esorta con tutta la tenerezza dicendo loro: “Avendo dunque, fratelli, piena fiducia di entrare nel santuario per mezzo del Sangue di Gesù”

E noi dov’è che lo riceviamo il Sangue di Gesù?

All’altare e nella confessione. E’ il Sangue di Cristo che ci lava dai peccati.

“per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero in pienezza di fede, con il cuore purificato dalla cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura” (Eb 10, 19-22)

Con quale eloquenza espone la dottrina della giustificazione scrivendo ai romani: “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati” (Rm 3, 23-25).

Questo passaggio ci fornisce una sintesi stupenda del pensiero Paolino e, attraverso lo stesso, del profondo mistero della giustificazione umana. La causa prima che opera è Dio. La causa seconda meritoria è Gesù Cristo. La terza causa strumentale (come la chiamano i teologi) è il Sangue di Cristo. Ora la giustificazione, che consiste precisamente nella remissione dei peccati tramite la grazia santificante, non si applica all’anima se non per per mezzo della fede nel Sangue di Cristo: per fidem in sanguinem ejus.”

Io sono giustificato attraverso la fede nel Sangue di Cristo, questo mi salva.

“Il fine supremo al quale si rivolgono tutti i meriti della grazia è la manifestazione della giustizia divina: ad ostensionem justitiae suae. Abbiamo quindi tutti i fattori e i termini che integrano la redenzione e, alla luce di questo mistero, le meraviglie del prezioso Sangue.”

Vi ho fatto un assaggio piccolo di quest’opera meravigliosa, che andrebbe totalmente tradotta, stampata e diffusa tanto è bella questa lettera sul Preziosissimo Sangue. Anche oggi prepariamoci bene alla festa di mercoledì, invochiamo il Preziosissimo Sangue su di noi, sulle nostre famiglie, sulle nostre sofferenze. Il Sangue di Cristo scende sui nostri peccati. Quando veniamo a Messa supplichiamo il Sangue di Cristo che ci lavi, noi, le nostre famiglie e le persone a noi care, che ridia la fede a chi l’ha persa. Invochiamo abbondantemente l’effusione del Sangue di Cristo.

Siamo coscienti che nel momento in cui noi veniamo assolti noi veniamo totalmente lavati, immersi, travolti, dal Preziosissimo Sangue di Cristo?

Questa è la nostra speranza, questa è la nostra fiducia, questa la nostra forza, questo noi dobbiamo chiedere a Gesù.

Sia lodato Gesù Cristo.

LETTURE

XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

PRIMA LETTURA (2Re 4,8-11.14-16)
Costui è un uomo di Dio, un santo, si fermi da noi.

Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c’era un’illustre donna, che lo trattenne a mangiare. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei.
Ella disse al marito: «Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. Facciamo una piccola stanza superiore, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e un candeliere; così, venendo da noi, vi si potrà ritirare».
Un giorno che passò di lì, si ritirò nella stanza superiore e si coricò. Eliseo [disse a Giezi, suo servo]: «Che cosa si può fare per lei?». Giezi disse: «Purtroppo lei non ha un figlio e suo marito è vecchio». Eliseo disse: «Chiamala!». La chiamò; ella si fermò sulla porta. Allora disse: «L’anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stringerai un figlio fra le tue braccia».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 88)
Rit. Canterò per sempre l’amore del Signore.

Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».

Beato il popolo che ti sa acclamare:
camminerà, Signore, alla luce del tuo volto;
esulta tutto il giorno nel tuo nome,
si esalta nella tua giustizia.

Perché tu sei lo splendore della sua forza
e con il tuo favore innalzi la nostra fronte.
Perché del Signore è il nostro scudo,
il nostro re, del Santo d’Israele.

SECONDA LETTURA (Rm 6,3-4.8-11)
Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti con lui: camminiamo in una vita nuova.

Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.

Canto al Vangelo (Cf 1 Pt 2, 9)
Alleluia, alleluia.
Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa;
proclamate le opere ammirevoli di colui
che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa.
Alleluia.

VANGELO (Mt 10,37-42)
Chi non prende la croce non è degno di me. Chi accoglie voi, accoglie me.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

LETTURE

SANTI PIETRO E PAOLO APOSTOLI (Messa del Giorno)

PRIMA LETTURA (At 12,1-11)
Ora so veramente che il Signore mi ha strappato dalla mano di Erode.

In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua.
Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere.
Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L’angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L’angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l’angelo si allontanò da lui.
Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 33)
Rit. Il Signore mi ha liberato da ogni paura.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.

SECONDA LETTURA (2Tm 4,6-8.17-18)
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia.

Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Canto al Vangelo (Mt 16,18)
Alleluia, alleluia.
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
Alleluia.

VANGELO (Mt 16,13-19)
Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

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