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Dio Padre: Misericordioso e giusto

Giustizia_Misericordia

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di mercoledì 9 marzo 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Dio Padre: Misericordioso e giusto

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Prosegue quest’oggi questo capitolo 5 del Vangelo di San Giovanni, prosegue dopo che abbiamo ascoltato ieri la guarigione del paralitico fatta da Gesù in giorno di sabato, e Gesù nel Vangelo di oggi dice chiaramente che non ha guarito da sé stesso il paralitico. Il fatto di avergli fatto prendere il suo lettuccio non è un frutto arbitrario della Sua Volontà, Gesù non agisce a caso, non agisce per capriccio; tutto quello che Gesù ha fatto e che fa, anche in questo caso, è una azione che ha compiuto nella Divina Volontà, un’azione compiuta in perfetto accordo con il Padre, con la potenza divina che Gli viene comunicata da Dio Padre nella generazione eterna, come recitiamo nel Credo.

Abbiamo visto ieri che il miracolo compiuto sul paralitico è un miracolo duplice, da una parte la guarigione fisica, dall’altra il perdono dei peccati, la guarigione dell’anima, la guarigione spirituale, dell’uomo interiore, unita all’ingiunzione di non peccare più.

Non si può abusare della Misericordia di Dio!

Confidare nella Misericordia di Dio non vuol dire: «Ma sì, vabbè, siamo poveri peccatori e quindi dentro tutti…»

Abusare della Misericordia di Dio vuol dire, appunto, banalizzare il peccato, tanto il Signore perdona.

La Misericordia di Dio non è stata pensata, non è stata voluta perché noi ci sentiamo autorizzati a fare quello che vogliamo, quanto vogliamo, e infatti il Signore dice: «Non peccare più!», lo dice qui, lo dirà anche alla donna adultera. Il Signore dice: «Non peccare più!», perché il peccato è un male gravissimo, è il male più grave in assoluto.

Il Padre ha affidato a Gesù questa grande opera: donare la vita dell’anima a chi non l’ha. Si parla di morti: “I morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata vivranno”.

Chi sono questi morti?

Non pensiamo solo ai morti fisici, pensiamo ai morti spirituali!

Lui è venuto a dare la vita a chi è morto dentro, innanzitutto col Battesimo, che ci toglie il peccato originale e da morti ci fa diventare Figli di Dio, poi tutte le volte che noi andiamo a chiedere perdono al Signore, attraverso il Sacramento della Riconciliazione, col quale acquistiamo la vita in Dio.

Chi non accoglierà questa vita peccando, ostinandosi nel peccato, non solo incorrerà nel castigo, ma incorrerà anche nel Giudizio, lo dice Gesù in questo Vangelo.

Chi non accetta il perdono, chi non accetta di entrare in una logica di vita diversa, chi non rinnega il suo modo di ragionare e di pensare, per seguire Gesù, incorrerà nel Giudizio.

Parlare di queste realtà, di quello che c’è scritto nel Vangelo (perché non c’è bisogno di inventare nulla, basta essere aderenti al Vangelo, basta essere onesti, onesti con sé stessi e con gli altri, è dura, è difficile, però non c’è un’altra via, se no ci prendiamo in giro), con precisione e rigore, non è, come oggi va tanto di moda dire, fomentare la paura di Dio.

Io non ho paura del mio papà, del mio papà fisico, di quello che mi ha messo al mondo, io non ho paura, perché dovrei avere paura del mio papà?

Eppure, mi ha castigato!

Eppure, mi ha sgridato tante volte!

Eppure, mi ha messo in castigo tante volte!

Eppure, ha avuto dei momenti di durezza forte con me…ma io non ho paura di lui!

Vedete che idea proprio stupida, che idea sbagliata, che idea irreale abbiamo nella testa e portiamo agli altri, come se parlare di giudizio e di castigo voglia dire creare il terrore di Dio…ma che scemenza è questa qui?

Tutti noi abbiamo fatto esperienza del nostro papà e della nostra mamma, che si sono arrabbiati, che ci hanno richiamato, che ci hanno castigato, che ci hanno qualche volta dato una sculacciata, ma nessuno di noi ha il terrore della sua mamma e del suo papà, nessuno…perché?

Perché tutti sappiamo che fa parte dell’educazione, del crescere, dell’amore.

Chi ama corregge.

Dio, come dice la Scrittura, corregge colui che ama.

È il segno che una persona ti ama, quando vieni corretto e castigato, perché il castigo non è mai fine a sé stesso, è sempre per un bene maggiore, è per farti vedere che tu, in quella occasione lì, hai scelto la strada sbagliata.

Il fine non è di fomentare la paura di Dio, ma di crescere nel Santo Timor di Dio, che è uno dei Doni dello Spirito Santo, che noi tanto invochiamo.

L’ultimo Dono dello Spirito Santo è il Santo Timor di Dio, che Papa Benedetto XVI definì in modo così splendido dicendo che è la coscienza della trascendenza di Dio, cioè la coscienza che Dio è altro, assolutamente altro da me, che Dio è infinitamente più grande di me, che Dio è il mio Creatore, che Dio è mio Padre, questo è il Santo Timor di Dio.

Questo Timor di Dio comporta la consapevolezza che, non accogliere Gesù, vuol dire rifiutare il Padre, vuol dire rifiutare Dio, e questo ha delle conseguenze, poiché noi siamo le Sue creature.

Tutto questo discorso, fatto da Gesù, a chi è rivolto?

È rivolto appunto agli scribi e ai farisei, che avevano l’ardire di giudicare Gesù, di rifiutare la salvezza proposta da Gesù, la strada proposta da Gesù, incredibile, una superbia pazzesca.

Avevano le loro idee, avevano il loro modo di intendere la religione, di intendere l’osservanza della Legge, di intendere l’amore di Dio e, siccome Gesù diceva altro, loro preferivano le loro idee a quello che diceva Gesù, perché, piuttosto che cambiare una virgola della loro testa, preferivano rinnegare la verità.

E così restano ostinatamente ancorati al loro schema…

Voi sapete che l’ostinazione nel peccato è uno dei sei peccati contro lo Spirito Santo, l’ostinarsi nel peccato, andare avanti nel proprio modo di vedere, nonostante tutto e tutti.

Quindi, dare la vita e giudicare sono attributi tipicamente di Dio.

Nell’istituzione dell’Eucarestia Gesù dà la vita e, davanti a Caifa, Gesù dice che un giorno tornerà come giudice…vedete che ritornano queste due cose?

Allora potremmo chiederci: «Perché non usare questi ultimi giorni della Quaresima, in vista della Pasqua, per preparare una bella confessione generale?»

Che cos’è la confessione generale?

La confessione generale è quel momento un po’ solenne della vita, dove non è che vado a ridire le cose che ho già detto, come se dubitassi che Gesù non mi ha perdonato, assolutamente no.

La confessione generale è un riprendere in mano la propria vita e, con calma, ripresentarla bene, in modo dettagliato, in modo bello, proprio fatto bene.

È un ripresentare tutti quelli che sono stati i momenti più brutti, più oscuri della propria vita, davanti al Signore, perché spesse volte magari li abbiamo confessati un po’ male, un po’ detti di corsa, un po’ detti non bene, non eravamo pienamente consapevoli del nostro male.

È un riprendere in mano la vita e dire: «No, di questi momenti, voglio chiedere proprio bene il perdono a Dio».

San Francesco di Sales, nella sua opera “Filotea”, fa un trattato bellissimo su come preparare la confessione generale.

Perché non presentare questa confessione a Pasqua (che potrebbe essere l’ultima della nostra vita, perché nessuno sa se tra tre giorni saremo ancora vivi, se l’anno prossimo saremo qua) per avvicinarci al giorno di Pasqua veramente in grazia di Dio, in pace col Signore, perché non accada di accostarci all’Eucarestia con l’animo turbato?

Troppe volte ci accostiamo all’Eucarestia con l’animo turbato, e questo turbamento è legato al peccato!

Che il Signore ci conceda questa grazia!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

Mercoledì della IV settimana di Quaresima

Prima lettura

Is 49,8-15
Ti ho stabilito come alleanza del popolo, per far risorgere la terra.

Così dice il Signore:
«Al tempo della benevolenza ti ho risposto,
nel giorno della salvezza ti ho aiutato.
Ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo,
per far risorgere la terra,
per farti rioccupare l’eredità devastata,
per dire ai prigionieri: “Uscite”,
e a quelli che sono nelle tenebre: “Venite fuori”.
Essi pascoleranno lungo tutte le strade,
e su ogni altura troveranno pascoli.
Non avranno né fame né sete
e non li colpirà né l’arsura né il sole,
perché colui che ha misericordia di loro li guiderà,
li condurrà alle sorgenti d’acqua.
Io trasformerò i miei monti in strade
e le mie vie saranno elevate.
Ecco, questi vengono da lontano,
ed ecco, quelli vengono da settentrione e da occidente
e altri dalla regione di Sinìm».
Giubilate, o cieli,
rallégrati, o terra,
gridate di gioia, o monti,
perché il Signore consola il suo popolo
e ha misericordia dei suoi poveri.
Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.

Salmo responsoriale

Sal 144

Misericordioso e pietoso è il Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

Canto al Vangelo (Gv 11,25.26)

Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore,
chiunque crede in me non morirà in eterno.
Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo

Gv 5,17-30
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole.

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

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