Scroll Top

Avere in cuore l’amore di Dio

Gesu-Farisei

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di giovedì 10 marzo 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Avere in cuore l’amore di Dio

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

In questo capitolo 5 del Vangelo di San Giovanni Gesù prosegue il Suo tentativo di portare luce ai Giudei, di far loro capire l’errore enorme nel quale si sono inseriti e nel quale si stanno giocando l’anima e la vita eterna.

Innanzitutto, Gesù dice che loro non hanno mai ascoltato la voce di Dio, non hanno mai visto il Suo Volto e la Sua Parola non rimane in loro.

Se noi non abbiamo l’abitudine santa di una preghiera costante, un’abitudine santa di rivolgerci al Padre, di pregare Dio, di contemplarLo nell’Eucarestia, di stare alla presenza di Dio, di rinunciare a tutto pur di poter stare ogni giorno alla presenza del Signore, quindi di pregare, di avere tempo per la preghiera (che non è dire quattro Ave Maria prima di addormentarci nel letto tutti sonnecchianti, ma è proprio un momento solenne solo per Dio, dove tu sei sveglio e dove tu ti svegli prima al mattino per stare con il Signore), se noi non facciamo questo, noi non possiamo pensare di contemplare il Volto di Dio, cioè vuol dire di conoscerLo, di avere un’intima relazione con Lui, e la Sua Parola non può rimanere in noi.

Se la Sua Parola non rimane in noi, in noi non rimane nulla, in noi rimane altro, rimarrà la parola di altro e di altri, ma non del Padre.

Voi scrutate le Scritture pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere la vita”.

Da quanto tempo conosciamo le Scritture, la Bibbia, il Vangelo?

A quante Messe abbiamo partecipato?

Quante omelie abbiamo ascoltato?

Ma tutto questo, tutte le Scritture, ci hanno spinti ad andare da Gesù e a cercare in Lui la vita? Se no, a cosa sono servite?

Le Scritture, la vita del Santi, ci dicono l’esperienza grandiosa dell’essere fedeli a Cristo in croce.

Questo cosa comporta?

Comporta la vita, ma noi accettiamo questo percorso?

Noi accettiamo di andare dal Crocifisso, di andare dall’Eucarestia, per cercare la vita?

Chissà quante volte nella nostra vita abbiamo fatto delle Comunioni indegne!

Chissà quante volte ci siamo accostati all’Eucarestia in modo sacrilego, cioè col peccato mortale sulla coscienza, non in grazia di Dio!

Quante volte la nostra vita è andata a sinistra mentre Dio andava a destra, e noi siamo andati a fare la Comunione, per delle ragioni assurde, per degli imperativi interiori che chissà dove li andiamo a prendere, e così ci rendiamo responsabili della morte in croce di Cristo. San Paolo dice che quel cibo di vita diventa cibo di morte, diventa veleno, perché non possiamo accostarci all’Eucarestia se non siamo in grazia di Dio, cioè vuol dire se la nostra vita non è conforme al Vangelo, a Gesù, ai Dieci Comandamenti.

Poi, c’è questa parte di testo, molto bello, sulla Gloria.

Innanzitutto, Gesù dice: «Io vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio».

Questa è una sentenza di dannazione…questa è una sentenza di dannazione…

Sentirsi dire da Gesù: «Tu non hai in te stesso l’amore di Dio», equivale all’Inferno…è terribile questa cosa!

Allora dobbiamo chiederci: «Ma io amo Dio?»

Perché, vedete, io, come i Giudei, posso fare tante pratiche religiose, ma questo non vuol dire amare Dio; dovrebbe essere espressione dell’amore di Dio, ma non è diretta conseguenza dell’amore di Dio, perché io posso farle anche per altre ragioni: per interesse personale, per abitudine, per convenienza.

Nella mia vita, nelle scelte che faccio, nei “Sì” e nei “No” che dico, emerge l’amore di Dio? Ciò che mi muove è l’amore di Dio?

Perché loro non credono in Gesù?

Perché noi prestiamo orecchio tanto facilmente a coloro che ci illudono?

«Se uno cerca la sua gloria, voi gli credete», dice Gesù; «Se uno cerca il suo interesse, voi gli credete», dice Gesù.

Perché?

Questo accade perché siamo pieni di vanità, perché noi cerchiamo gli onori e la gloria terrena, noi non cerchiamo la gloria che viene da Dio attraverso la verità, non cerchiamo la gloria che dobbiamo a Dio, seguendo la verità.

Noi cerchiamo la gloria che viene uno dall’altro, il consenso, la stima, l’apprezzamento che viene uno dall’altro, non la gloria che viene da Dio. Se si cerca la gloria degli uomini, si cerca di accarezzare le passioni degli uomini, che sono esattamente ciò che esprime la lontananza da Dio, il peccato, la rottura del rapporto con Dio.

Si cerca di accarezzare le passioni degli uomini per poter raccattare la gloria, si cede all’errore quando è ammantato di vanità, lo si accoglie, questo errore, come glorificazione del proprio orgoglio.

Dobbiamo stare molto attenti, la vita cristiana è tutt’altro che una passeggiata!

Santa Teresa dice che non si entra in Cielo in carrozza, non è così facile, non è così immediato, non basta un’Ave Maria, una Messa e non so quale altra pratica, per poter dire: «Io amo Dio».

La via del Cielo è una via stretta, è una via tutta in salita, e per seguirla bisogna stare dietro a Cristo crocefisso, piegato e piagato sotto la croce.

Ogni giorno chiediamo a Dio che non si realizzi in noi questa frase: «Non avete in voi l’amore di Dio».

«Amare Dio», dice Gesù, «vuol dire osservare i Suoi comandamenti».

Se non osservo i Comandamenti di Dio, io non Lo amo.

Non amo Dio a parole, non amo Dio a sentimento, non amo Dio a gusto, non amo Dio secondo le mie idee; amo Dio, se seguo i Comandamenti di Dio, se non seguo i Comandamenti di Dio, io non Lo amo.

Che la Beata Vergine Maria ci conceda la grazia di renderci consapevoli e coscienti di quanto è importante l’amore di Dio.

Oggi inizia la Novena a San Giuseppe. Questo grande Santo ci aiuti ad amare Dio come Lo ha amato lui.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Giovedì della IV settimana di Quaresima

Prima lettura

Es 32,7-14
Desisti dall’ardore della tua ira.

In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostràti dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”».
Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervìce. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione».
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: “Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra”? Desisti dall’ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”».
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

Salmo responsoriale

Sal 105

Ricordati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.

Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.

Ed egli li avrebbe sterminati,
se Mosè, il suo eletto,
non si fosse posto sulla breccia davanti a lui
per impedire alla sua collera di distruggerli.

Canto al Vangelo (Gv 3,16)

Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Gloria e lode a te, o Cristo, Verbo di Dio!

Vangelo

Gv 5,31-47
Vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza.

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

Post Correlati