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D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 4

Falò sulla spiaggia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 4
Mercoledì 9 agosto 2023 – Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), Vergine e Martire, Patrona d’Europa

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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PRIMA LETTURA (Os 2,16.17.21-22)

Così dice il Signore:
«Ecco, la condurrò nel deserto
e parlerò al suo cuore.
Là mi risponderà
come nei giorni della sua giovinezza,
come quando uscì dal paese d’Egitto.
Ti farò mia sposa per sempre,
ti farò mia sposa
nella giustizia e nel diritto,
nell’amore e nella benevolenza,
ti farò mia sposa nella fedeltà
e tu conoscerai il Signore».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 9 agosto 2023. Festeggiamo quest’oggi Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), Vergine e Martire, Patrona d’Europa.

Abbiamo ascoltato la Prima lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal capitolo secondo del Libro del profeta Osea, versetti 16 e seguenti.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione sul libro Sequela di Bonhoeffer.

Se la grazia è il «risultato», dono di Cristo stesso, di una vita cristiana, allora questa vita non è dispensata in alcun momento dalla sequela. Ma se la grazia è presupposto sistematico della mia vita cristiana, allora dispongo in anticipo della giustificazione dei peccati che commetto nella vita nel mondo. Avendo come base questa grazia, posso peccare, tanto il mondo è per principio giustificato dalla grazia. Perciò persisto nella mia esistenza secolare borghese, come ho fatto finora; tutto rimane come prima, e posso star sicuro che la grazia di Dio mi tutela. Alla luce di una simile grazia il mondo è diventato, in tutti i suoi aspetti, mondo «cristiano», ma alla luce di una simile grazia il cristianesimo è diventato mondo come mai prima.

Capiamo tutti che sono parole molto vere, purtroppo tristemente reali. Quando la grazia è presupposto sistematico non è — come dicevamo ieri — dono di Cristo a seguito di una vita cristiana almeno nelle intenzioni, almeno nel desiderio, almeno come accompagnamento, non è dono a seguito di una volontà almeno implicita di voler essere alla sequela di Gesù, amici di Gesù. Se è un presupposto — il presupposto vuol dire che c’è a prescindere — allora, giustamente, Bonhoeffer dice: “Io sono già giustificato di tutti i miei peccati, quindi posso peccare quanto voglio”; tanto, per principio, il mondo è giustificato dalla grazia. Quindi tutto rimane come prima, perché tanto la grazia di Dio mi tutela.

Ma cosa succede? Succede che: “il mondo è diventato cristiano”. A noi questa espressione sembra bella: “Che bello, il mondo è diventato cristiano!”. Eh, sapete, bisogna stare attenti quando i predicatori della grazia a buon mercato usano queste espressioni: il mondo è diventato cristiano. Sì, ma nel senso che il cristianesimo è diventato mondo come non lo è mai stato prima. E questo capiamo tutti che non va bene. Vedete, in ogni realtà c’è sempre l’altra faccia della medaglia. 

Scrive Bonhoeffer che, secondo la logica che stiamo dicendo della grazia a buon mercato, secondo la logica della grazia quale presupposto sistematico:

La vita cristiana consiste appunto nel vivere nel mondo e come il mondo, senza distinguersene in nulla, anzi, nel non potersene affatto distinguere — appunto a motivo della grazia —, e nel lasciare però in certi momenti prestabiliti lo spazio del mondo per trasferirsi in quello della chiesa e ricevere lì l’assicurazione che i peccati saranno rimessi. 

È incredibile! È proprio così, è proprio così. Quindi, stante la grazia quale presupposto sistematico, stante la grazia a buon mercato allora la vita cristiana che cosa diventa? Diventa un vivere nel e come il mondo, non c’è distinzione e infatti oggi non vogliamo distinguerci. Ma chi non distingue confonde. 

Oggi il distinguere è quasi diventato un peccato. Non devi distinguere e non devi distinguerti. Peccato che poi, quando andiamo a comprare le pesche al supermercato, noi le distinguiamo. Chissà perché non prendiamo quelle marce! Chissà perché non prendiamo a caso, chissà perché le tocchiamo tutte prima di prenderle! Chissà come mai, visto che non bisogna distinguere! 

Nella vita di fede non bisogna distinguere, nella vita sociale non bisogna distinguere, non bisogna mai distinguere, guai a distinguere, guai a distinguersi. Però la frutta buona ci piace, eh, però la roba buona ci piace! Però distinguiamo un supermercato dall’altro! Però distinguiamo un dottore dall’altro! Però distinguiamo un sacerdote dall’altro, e via di seguito. 

Perché non andiamo tutti in giro con un’unica macchina, ci avete mai pensato? Cosa stiamo qui a continuare a fabbricare macchine diverse, ne fabbrichiamo una, un bel Maggiolino — vi ricordate? — e tutti in giro con un bel Maggiolino giallo, perché no? Quella per tutti! Ricchi, poveri, potenti, non potenti, quella! Immaginatevi le strade piene di interminabili code di maggiolini gialli, tutti uguali. Perché distinguerci? Perché qualcuno deve avere la Maserati e un altro deve avere la 500, uno deve avere la Ferrari, la Porsche e quell’altro deve avere l’utilitaria? Perché uno deve averla grigia e l’altro nera e l’altro rossa e l’altro bianca? Tutti uguali. Poi, non so, potremmo anche vestirci tutti sempre col medesimo colore. Sempre tutti con lo stesso tipo di abbigliamento. Perché no? Risparmiamo. Mettiamo su industrie che fanno solo il giallo: gialla la macchina, gialli i vestiti. Perché no? 

Non vi viene in mente qualcosa vedendo questo scenario? Tutti con la stessa macchina, tutti vestiti allo stesso modo, tutti con gli stessi colori…

E le case? Perché fare case diverse? Tutte uguali! Identiche! Una casa identica all’altra, un appartamento identico all’altro, tutti i condomini uguali, tutti tagliati allo stesso modo, tutti… 

Guardate che nella storia qualcuno ci ha già provato a fare queste cose. Non è finita molto bene. Adesso si sta cercando di fare la stessa cosa in modalità diverse. Però, sembra che vada bene, evidentemente la storia non ha insegnato granché. 

Per cui guai a distinguersi, sennò vuoi fare la primadonna. Dal distinguersi a fare la primadonna ci sta un abisso, ma comunque — non si capisce il perché — poi alla fine viene tutto messo uno dentro nell’altro.

Poi, in certi momenti prestabiliti, non so, tipo la domenica mattina o sera — meglio, così durante il giorno faccio tutto quello che voglio — in certi momenti prestabiliti mi prendo lo spazio, lascio lo spazio del mondo, e vado in chiesa, non so, quei quaranta minuti. Adesso poi siamo in estate saranno anche trenta, magari anche venti, fa caldo, perché angosciarci con questo caldo, facciamo una messa un po’ veloce… Ci trasferiamo in chiesa e lì cosa facciamo? Ma lì ce la raccontiamo, dove uno rassicura l’altro dicendo: “Stai tranquillo, che tanto i tuoi peccati sono tutti perdonati, sono già perdonati. Torna pure nel mondo, sul maggiolino giallo, con i vestiti gialli, i capelli gialli, tutto giallo, la casa gialla, torna là. Non venire qui, non serve, perché tanto è tutto perdonato”.

Scrive Bonhoeffer:

In questo modo io vengo liberato dalla sequela di Gesù…

Ecco, la grazia a buon mercato, la grazia quale presupposto sistematico, è un esorcismo, compie un esorcismo fondamentale. Quale? Scrive Bonhoeffer: liberarci dalla sequela di Gesù. Ovviamente è un esorcismo al contrario: invece di essere liberati dal mondo, dalla superbia della vita, dalla concupiscenza, noi veniamo liberati dalla sequela di Gesù. Perché, di fatto, ciò che la grazia a buon mercato, la grazia quale presupposto sistematico vuole fare è liberarci dalla sequela: “Non ti devi preoccupare di seguire Gesù, non parliamo di Gesù, non fa bene, non ci fa bene parlare di Gesù. Parliamo di altro, di tutto quello che vuoi, qualunque altra cosa, ma non di Gesù. Sai, Gesù è divisivo, Gesù distingue” — il Vangelo di oggi è la parabola delle dieci vergini, no? — “Gesù divide, Gesù giudica, Gesù mette a sinistra e a destra, separa i capri dalle pecore, separa la zizzania dal grano, non è venuto a portare la pace ma la spada… Insomma, quindi, liberiamoci dalla sequela di Gesù!”. 

Scrive Bonhoeffer:

In questo modo io vengo liberato dalla sequela di Gesù — attraverso la grazia a buon mercato, che non può che essere l’acerrima nemica della sequela, non può che odiare e disprezzare la vera sequela.

Quindi ormai avete capito tutti che ci sono due regni: uno è il regno di coloro che seguono la grazia a buon mercato e che diventano nemici giurati della Sequela Christi, che la odiano e la disprezzano. Guardate che sono parole molto importanti: “acerrimi nemici”, “odiare e disprezzare”; che cosa? La sequela.  Questi fautori, predicatori, assertori della grazia a buon mercato, della grazia quale presupposto sistematico, cosa faranno? Non odiano la sequela in modo astratto, no no, odiano la sequela in modo molto concreto, cioè la odiano nella carne, nella persona di coloro che seguono Gesù. Questo è! 

Ecco i due regni, il Regno di Gesù e il regno del principe di questo mondo, del nemico giurato di Gesù, che ovviamente permette tutto ma non la Sequela Christi: «Fai tutto quello che vuoi, pecca quanto vuoi, ma non sognarti di voler seguire Gesù. Non voler fare il santino, eh? Non venire qui — scusate il termine — a “rompere”. Perché tu, che vuoi seguire veramente Gesù, mi giudichi!». Che poi uno dice: «Ma cosa vuol dire? Ma io non giudico nessuno, voglio seguire…» — «No, no, no. No, no, no, no. Se tu vuoi seguire veramente il Signore, di fatto poi tu mi giudichi, mi disprezzi, ti fai beffe di me».

Guardate, fino ad adesso di fronte a queste accuse io ho sempre cercato di rispondere argomentando e dicendo: “No, non è vero”. Poi, a un certo punto, mi sono fermato un attimo, ci ho pensato, e ho detto: “No, è vero. È vero quello che dicono. È vero che chi vuole stare alla sequela di Gesù, alla scuola di Gesù, ti fa sentire giudicato. È vero. Ti fa sentire fuori posto. Ti fa almeno vedere le tue ipocrisie. Non è accomodante con te. È vero! Perché tu hai scelto la grazia quale presupposto sistematico e questo non viene da Dio, quindi: le tenebre non vogliono la luce. 

Chi vive secondo la grazia quale presupposto sistematico, la grazia a buon mercato, vive nel regno delle tenebre, non vive nella luce. E quindi le tenebre odiano la luce. La luce che cosa fa? Splende. La luce non può non splendere. E la luce cosa fa? Dirada le tenebre, non può che fare questo. Le tenebre si ritirano. Devono ritirarsi davanti alla luce. Ecco, è qui l’umiliazione che i fautori di questa grazia a buon mercato percepiscono; ecco perché si sentono giudicati. Ecco perché non si sentono accolti. Ecco perché sono inquieti, si sentono come fuori posto. 

Altra frase: «Con te non si può parlare». Ma perché con Padre Pio le persone semplici, buone, potevano parlare tutte le volte che volevano e invece questi fautori della grazia a buon mercato non riuscivano a parlare, perché? C’è un motivo, no? Non è che con te — in questo caso sto pensando a Padre Pio, ma non solo — non si può parlare. È che con te non si può sparlare, cioè, parlare male, parlare un linguaggio che viene da un cuore confuso, da una mente non ordinata. 

E quindi: “Siccome io non seguo Gesù, non lo devi seguire neanche tu. Così io non disturbo te e tu non disturbi me. Non mi vieni qui a dar fastidio con una vita…”. 

Pensate a cosa dice Don Abbondio al Cardinal Federigo, vi prego andate a rileggerlo. Ve lo potrei dire in sintesi, ma non voglio perché, ovviamente, io non sono il Manzoni e non riesco a rendere in modo altrettanto efficace come lui la descrizione di Don Abbondio quando avviene l’incontro tra il Cardinale e l’Innominato. L’Innominato va a liberare Lucia e Don Abbondio viene spedito dal Cardinale ad accompagnare questa comitiva. E Don Abbondio non è che sia molto felice di fare questa cosa. Il Cardinale è entusiasta, ma Don Abbondio no! E Don Abbondio dice alcune cose. Prima c’è un dialogo tra il Cardinale e Don Abbondio — bellissimo, perché verissimo, che vi invito a rileggere — poi c’è questa questione appunto dell’accompagnamento, che genera nuovamente una lamentazione, un borbottamento, da parte di Don Abbondio. Vedete? Sono due mondi completamente diversi: il mondo del Cardinal Federigo è il mondo di colui che segue Cristo, il mondo di Don Abbondio no, Don Abbondio non appartiene a quel mondo. Quindi, non stupiamoci. Se ti senti odiato, disprezzato e trattato come nemico, sappi che al centro, al fondo, all’origine di tutto, ci sta questo differente modo di concepire la grazia. La grazia a buon mercato o la grazia a caro prezzo, una delle due. 

Scrive Bonhoeffer:

La grazia come presupposto è la grazia più a buon mercato; la grazia come risultato è grazia a caro prezzo.

Solo chi si trova nella sequela di Gesù, nella rinuncia a tutto ciò che aveva, può dire di essere salvato per sola grazia.

Capite? Ma non nel senso che la grazia esclude; adesso lo spiega ancora meglio.

Egli riconosce la stessa chiamata alla sequela come grazia e la grazia come questa chiamata.

Cioè, non vuol dire “sola grazia”, quindi tutto il resto non conta niente, il contrario! Se tu stai seguendo Gesù, tu capisci che solo la grazia ti può salvare. Perché? Ma perché la stessa chiamata è una grazia, perché tutto è grazia. La sequela è una grazia.

Ma chi vuole servirsi della grazia per esonerarsi dalla sequela, inganna sé stesso.

La grazia a buon mercato, la grazia come presupposto sistematico. Perché quella ti esorcizza, ti dispensa, ti strappa dalla sequela di Gesù. E questo non va bene. 

Sentite che espressione:

Come corvi ci siamo radunati intorno al cadavere della grazia a buon mercato e ne abbiamo assorbito il veleno che ha fatto morire tra di noi la sequela. 

Lui scrive “come corvi”, noi diciamo “come avvoltoi”, che sono delle bestie schifosissime. Nessuno dice: “Io vorrei nella vita essere un avvoltoio”. Magari diciamo: “vorrei essere un’aquila”, “vorrei essere un colibrì”, “vorrei essere una paperella”, “vorrei essere un cigno”, ma nessuno dice: “vorrei essere un avvoltoio”, perché fanno schifo quelle bestie. Si nutrono di cadaveri! Noi come avvoltoi siamo intorno al cadavere della grazia a buon mercato e ci siamo fatti avvelenare. Questo veleno cosa ha fatto? Ha fatto morire in noi la sequela.

Non manca molto alla fine ma ci dobbiamo fermare perché quello che verrà dopo è molto importante, lo vorrei affrontare con un pochino più di calma.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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