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Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe, parte 28

Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe” di venerdì 28 ottobre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

VANGELO (Lc 6, 12-16)

In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.

Audio della meditazione:

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Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 28 ottobre 2022.

Oggi festeggiamo i Santi Apostoli Simone e Giuda.

Un caro augurio a tutti coloro che portano il nome di Simone o Simona.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo sesto del Vangelo di san Luca, versetti 12-16.

Continuiamo la nostra meditazione; oggi vorrei soffermarmi su due capitoli del libro del beato Alano, il nono e il decimo. Tratterò molto velocemente il nono che è indicativo per dimostrare che già da san Domenico, nel 1200, si meditavano i misteri per rivelazione della Vergine Maria, praticamente identici ai misteri che meditiamo noi.

Sul modo di meditare il Salterio, rivelato a San Domenico.

Questo è triplice, ed è proprio di ciascuna Cinquantina nel Salterio. Il Primo della Prima Cinquantina, riguarda sia l’Orazione vocale, sia la Meditazione sull’Incarnazione di Cristo, e ciò per l’applicazione dei sensi, nelle parti di quel Mistero. Essi sono: Annunciazione o Concezione, Visita a Sant’Elisabetta, Natività, Circoncisione, Presentazione, Fuga in Egitto, Ritorno da esso, Ritrovamento nel Tempio, Sottomissione di Cristo ai Genitori.

Vedete che più o meno è esattamente uguale ai nostri misteri gaudiosi; poi abbiamo il secondo modo:

Il Secondo Modo della Seconda Cinquantina volge verso la Passione di Cristo l’Orazione, sia vocale, sia mentale, conducendo l’una e l’altra in ogni decade attraverso: 1. L’orazione, l’agonia e la cattura di Cristo nell’orto. 2. La flagellazione. 3. L’incoronazione di spine. 4. Il trasporto della Croce. 5. La Crocifissione.

Che cosa cambia? Sembra proprio niente; nel primo ci sono dei dettagli in più, ma anticipa lo stesso schema che seguiamo noi.

Il Terzo Modo della terza Cinquantina prega, riguardo alla Gloriosa Risurrezione di Cristo, ogni decade con il cuore e con la parola; come sopra, le parti di considerazione qui sono soltanto queste: 1. Il Mistero della Risurrezione. 2. Dell’Ascensione. 3. Della Discesa dello Spirito Santo. 4. Dell’Assunzione della Madre di Dio in Cielo. 5. dell’Incoronazione di Maria Vergine.

Già al tempo di san Domenico dicevano il Rosario come lo diciamo noi oggi è come sarà ripreso dal beato Alano… questo è ovvio: se l’origine è la Vergine Maria, se l’origine è il Cielo, non possiamo avere smentite, sempre quello è! Diciamo questo per coloro che, come vedremo, si dilettano a dire cose non vere.

Capitolo decimo.

L’Aridità nel pregare e i punti da meditare nel Salterio.

Vi prego di prestare la massima attenzione a quello che ora leggerò perché questo capitolo è importantissimo e di grandissima consolazione per tutti. Ascoltiamo molto bene e teniamo queste parole come pietra miliare di noi che vogliamo portare avanti il Salterio di Gesù e di Maria. 

La misericordiosissima Regina del Cielo, un giorno, nell’ottava di tutti i Santi, si degnò con grande clemenza di visitare il suo novello Sposo con delicatezza e il volto sereno e lieto fino alla meraviglia, apparendo a lui che percepiva coi sensi e rimaneva sveglio; in verità era abbattuto da un grandissimo travaglio dell’animo. 

Vedete che i santi sono anime profondamente inquiete: hanno sperimentato momenti di grandissimo travaglio interiore perché erano persone profondamente radicate nella Verità e non si accontentavano di motivazioni, ragioni, spiegazioni superficiali: erano persone vere, oneste, coerenti, rigorose e quando uno è così deve anche prepararsi a un tormento interiore, però il Cielo interviene sempre!

Si affliggeva infatti intensamente perché, già da diverso tempo prima, era senza alcun sapore e gusto, anzi in un mesto tedio e, in un’insipida aridità dell’animo, aveva lasciato più decadere il dovere quotidiano del Salterio, invece di assolverlo, né aveva potuto altrimenti. 

Lo faceva star male il fatto che da molto tempo non provava più alcun gusto e sapore, anzi era stato posseduto da un mesto tedio e dentro aveva un’ aridità, un fastidio, quasi un disgusto tali per cui non pregava più il Salterio. San Domenico, il fondatore dei Padri Predicatori Domenicani, aveva smesso di pregare il Salterio di Gesù e di Maria perché non ne poteva più! Era nauseato, tediato e non sentiva più alcun gusto nel recitarlo.

Perciò la sua pusillanimità credeva che la sua opera non era capace di giungere gradita a Dio. 

Quante volte ho sentito frasi del genere! Ditemi chi non ha mai pensato questa cosa: siccome sono nel tedio, nell’aridità, siccome non ho il gusto, non ho sapore, la mia preghiera non è gradita a Dio… Perché dovrei pregare se ho il fastidio? Se interiormente ho il tedio, se non sento niente, come fa il Cielo a gradire le mie preghiere?

Ditemi se non avete provato questa tentazione orribile almeno una volta della vita… 

Che cosa significa essere pusillanime? Vi prego, riflettiamo perché io, in ventun anni di sacerdozio, non ho mai sentito confessare il peccato di pusillanimità, confessare lo stato interiore di pusillanimità…

Fermate un attimo la lettura, prendete carta e penna e scrivete:

“Tema: la pusillanimità. Scrivi tutto quello che sai in proposito”.

Il pusillanime è colui che non mostra di possedere la forza d’animo o di volontà necessarie a fronteggiare una situazione, una difficoltà o un problema… chi non ha volontà è un pusillanime. Il termine è più forte di ‘irresoluto, titubante, indeciso, timoroso, pauroso’; la parola ha una precisa corrispondenza con l’aggettivo letterario ‘pavido’. Esattamente contrario di ‘coraggioso, volitivo, audace’.

La pusillanimità può arrivare a farci pensare che la nostra preghiera non sia gradita a Dio perché senza gusto e arida. San Domenico non riusciva più a recitare il Salterio nonostante tutte le grazie che aveva ricevuto. 

E noi con la frase “Non ce la faccio” ci siamo auto assolti da tutto…perché andare a Messa? Mi sento arido, mi dà persino fastidio andarci: come può Dio gradire la mia presenza a Messa? 

E allora escono i sapientoni: “Meglio un’Ave Maria detta bene, che centocinquanta dette male!” Qual è il criterio del ‘detta bene o detta male’? Il fatto che tu sia lì presente con il tuo cervello? Ma questo è da illuministi! Un’Ave Maria è detta ‘bene’ perché io sono attentissimo a ogni singola parola? Ma la Vergine Maria ci ha spiegato che non è così! Un’Ave Maria è detta bene perché nel cuore ho sentito ‘un gusto, un sapore, una pienezza…’? Chi ha detto che questa è un’Ave Maria gradita al Cielo? Questa è un’Ave Maria gradita a te che provi gusto a fare così…

Chi vive in questa situazione, vive nelle tenebre oscure…

A queste cose giunse l’artificio e la frode maligna dell’esperto ingannatore, in quanto aveva avvolto lui di tenebre oscure, oscurando l’animo con la sua malìa, avendolo posto tra il martello della pusillanimità angosciosa e l’incudine dell’arida noia. Oppresso a lungo da queste cose all’interno e all’esterno, infine, avendolo vinto come per un’asta lanciata, atterra lui che medita di fuggire dalla Chiesa…

San Domenico arriva addirittura all’idea di abbandonare la Chiesa e il beato Alano arriverà all’idea del suicidio.

 all’improvviso, apparendo la Vergine di Dio, trattiene lui rivolto a tali cose, rivolgendogli la parola. “Dove vanno i tuoi piedi, o figlio? Non così mi sfuggirai”. E nella stessa cosa detta rimase fermo, e le piante dei piedi aderirono immobili a terra, poiché da rilassato era diventato rigido. 

La Vergine Maria lo inchioda al pavimento… è proprio la ‘mamma delle mamme’: interverrà con il beato Alano fermandogli la mano con il coltello e ora interviene con san Domenico inchiodandogli i piedi al pavimento. Ma dove vuoi andare? Ma che cosa fai? 

Dopo che il pusillanime ha descritto la sua situazione ed ha esposto tutti i suoi progetti tenebrosi, parla la Vergine Maria.

Allora la Regina: “Perché, o Sposo, hai dubitato? Dove sono la tua luce e il coraggio di prima? Ricorda: la vita dell’uomo è una milizia sopra la terra. Anche mio Figlio, tentato per mezzo di ogni cosa, fu trovato gradito. E tu, poiché eri accetto a Dio, è stato necessario che la tentazione ti provasse. E ora il Signore ha mandato me a curarti.”

La Vergine Maria è la nostra ‘primaria d’eccellenza’, è la nostra chirurga, è la dottoressa del cuore: che bello quando si incontra una dottoressa brava, precisa, rigorosa e nello stesso tempo amorevole che ti fa sentire una grande sicurezza… la Vergine Maria è così all’ennesima potenza! È venuta a curare San Domenico.

Nemmeno io vissi una vita mortale immune dalla tentazione.”

La Vergine Maria ci dice che fu tentata: non aveva il peccato originale, ma fu tentata… tutti furono tentati, la Vergine Maria, Gesù, quindi noi a maggior ragione!

Ottimi e massimi sono quei Santi, che sono stati molto provati dalle tentazioni. Tu dunque, più armato di fede e di pazienza, preparati per cose più forti. Io non ti ho scelto perché tu ti acquieti tra indolenti noie, ma perché tu combatta forti guerre in battaglia, perché tu vinca più fortemente nelle ardite imprese.”

Capite? La Vergine Maria lo ha scelto perché sia un combattente, ci ha scelti perché siamo dei guerrieri, degli incursori, del parà, dei lagunari, quelli che buttano di notte con il paracadute e atterrano sul ghiaccio… non siamo mica conigli da salotto o porcellini d’India! Facciamo il gatto persiano soprammobile che si liscia la pelliccia? Noi siamo dei combattenti pieni di cicatrici… così ci vuole la Vergine Maria; avere le cicatrici di chi ha combattuto una vita intera.

Forse così cederai alla ripugnante noia e soccomberai all’arido sentimento?”

San Domenico aveva una noia ripugnante, non voleva più combattere, aveva l’aridità dentro e la Vergine Maria aggiunge:

 O abituato alle cose dolci!”

Quante volte vi ho detto: attenzione ai sentimentalismi… “Ah, io sento Gesù, ah quanto amo Gesù!” La Vergine Maria non ama queste persone zuccherose e tutte piene di vezzosità!

Non ti amerò così! ti voglio forte! Perciò questa tentazione non è venuta a te, senza di me; fu necessario che essa ti volgesse al merito della riparazione e alla virtù della pazienza

Quando siamo in queste situazioni, noi dobbiamo offrirle al Signore per riparare e per imparare a essere pazienti.

anzi, anche usando questa rettamente, potevi portare luce e pace alle anime del Purgatorio”.

Oggi chi ci dice di offrire per le anime del Purgatorio un momento di dubbio, di fatica, di non star bene? No, noi siamo nella logica dell’aspirina: se sto male, devo immediatamente stare bene, quindi apro il cassetto e prendo il medicinale. Se ho il raffreddore, deve passarmi in due minuti.

Quando ero molto giovane c’era un dottore che faceva il dottore, un dottore di una volta che, senza farti fare esami su esami, ti visitava e capiva che cosa tu avessi (quei dottori di una volta sapevano tutto, mentre ora c’è il dottore esperto nell’operare il mignolo del piede destro, non tutto il mignolo ma la prima falange perché per la parte un po’ più in alto c’è un altro specialista e per il mignolo sinistro un altro ancora… siamo a questi livelli): quando avevamo la febbre, lui ci visitava e alle mamme che chiedevano che cosa dovessero fare rispondeva: “Niente. Tre giorni a casa con la cura delle tre ‘Elle’: letto, latte, lana e tra tre giorni sarà guarito. Lasci sfogare tutto e vedrà che non avrà più niente”. E così si andava a casa, ci si metteva nel nostro lettuccio (ed era anche bello farsi coccolare): la febbre faceva la sua sfuriata e basta. Adesso ci viene la febbre a quaranta, ci riempiamo di cose impossibili e usciamo che sembriamo degli psico-zombie che non sappiamo più chi siamo e dove siamo, ma dobbiamo correre come matti. Dopo poco tempo siamo con le recidive delle recidive e arriviamo alla polmonite. 

Così è per lo spirito: sto male, sto soffrendo, sono inquieto, sono un po’ avvilito e che cosa devo fare? Trovare subito la causa e risolvere il problema perché io devo stare bene. Invece la Vergine Maria dice che san Domenico avrebbe potuto riparare, esercitare la pazienza, portare luce alle anime del Purgatorio e non l’ha fatto.

Che cosa pensi, o Sposo mio? Affronterai la malattia del corpo oppure la fatica? Non ricordi che nulla è di maggior valore e premio, degno dell’amore di Dio, per la corona del nostro Cielo, sia del sopportare la stanchezza dell’animo, sia del superare la fiacchezza? 

Reagire a se stessi, alla propria noia e alla propria stanchezza, non essere stanchi, reagire alla stanchezza dell’animo…

Ciò che sarà stato in te, farai, e avrai fatto abbastanza abbondantemente per Dio. In qualsiasi modo sarai, arido e senza gusto, o pieno, ciò proviene da Dio, eccetto soltanto il danno mortale del peccato.”

Quello che noi siamo oggi viene da Dio: sei nell’aridità? Viene da Dio! O meglio, dice la Vergine Maria: se viene da Dio che tu sia arido, che tu sia stanco, che tu abbia o non abbia gusto, questa è cosa gradita e va offerta a Dio. Se, invece, viene dal peccato è frutto del male.

Impara dall’esempio: del medesimo valore è la medicina, sia che sia presa da un semplice inesperto che non la conosce, sia da un medico che la conosce. Così anche la gemma è del medesimo valore, sia se è portata dalla mano di chi conosce il suo valore, sia da quella di chi non la conosce. Così il fuoco, i fiori, l’oro, hanno una forza di uguale valore, la si conosca oppure no.

Così anche per l’Orazione, è sicuro il suo valore e il suo premio, se promana da un sentimento dal cuore arido e ingrassato, purché emessa da un animo valoroso, è portata a Dio. 

Segnamoci bene questa cosa: sia nella aridità sia nella gioia è sicuro il valore della preghiera, basta che tu lo voglia, purché il tuo animo dica: “Nonostante tutto e tutti, io sono qui! Io sto qui e dico il mio Salterio: mi distraggo, non ho voglia, non ce la faccio, ho la nausea, non sento niente… ma voglio, voglio, voglio!”

Non il sentimento o il gusto delizioso di chi prega ottiene, ma un animo valoroso e uno spirito costante, ugualmente nella prosperità e nella difficoltà.”

Non importa quello che tu senti, basta che tu abbia un animo audace, e non pusillanime, coraggioso, amante del Signore e costante, tutto il resto non conta.

Anzi quanto più le cose sono difficili, tanto più sono belle: e la pazienza gode delle cose difficili. Così una devozione che lotta diventa una vincitrice più gloriosa. Dell’opera, la facilità è per la grazia, ma la difficoltà per la gloria”.

Quanto sarà più difficile la tua preghiera, tanto sarà più gloriosa.

Quanto più godi dell’aridità prorompente, anche sosterrai per il giorno della lotta la Corona della Pazienza. Nella Pazienza possederai l’Anima, non perderai”.

Dobbiamo imparare a saper pazientare, ad attendere; noi sembriamo delle schegge impazzite… basta guardare le persone al volante: limite settanta e vanno a centottanta! Fanno benissimo a dare multe salatissime a questi pirati della strada! Quando hai ammazzato una persona, non puoi tornare più indietro… “Ah, ma non volevo, non pensavo…” No, tu lo volevi perché percorrendo una strada a centotrenta quando il limite è novanta, tu sei un pirata in potenza e, anche se non hai ammazzato nessuno, anche se tu non hai fatto nessun incidente, tu ti sei messo nella condizione di farlo. Io ritengo peccati gravissimi questi comportamenti! Poi arrivano vicino ai lettori della velocità e inchiodano … che ipocrisia e disonestà!

Oppure guardano il cellulare mentre guidano! Non so se lo sapete, ma ci sono dei vigili che, quando avvengono incidenti, per prima cosa prendono il cellulare di chi è coinvolto nell’incidente e vanno a verificare se pochi istanti prima dell’incidente lo stesse usando per messaggi e quant’altro. “A che ora ci vediamo per l’apericena?” E intanto un bambino sta attraversando sulle strisce e tu lo ammazzi… In macchina il cellulare non si usa! “No, ma un secondo…” Neanche mezzo perché alla guida devi stare attento in quanto non sai che cosa può succedere: una persona che attraversa all’improvviso, un ostacolo… qualunque cosa. Usare il cellulare alla guida è da criminali!

Spero che nessuna di queste persone abbia il coraggio di andare a fare la Comunione: me lo auguro con tutto il cuore perché non so con che coraggio si possa fare una cosa del genere. 

E poi: perché, invece di andare a centottanta non ti svegli dieci minuti prima? Così puoi andare tranquillamente… questa è mancanza di pazienza. C’è un limite? Lo rispetti.

Sappi, che l’Orazione dell’arido, non però del pusillanime è la medicina di Dio, il vino del conforto, la forza dell’aiuto, il sole della Chiesa, un campo di fiori, il denaro del Regno…

Adesso noi dovremmo chiedere tutti alla Vergine Maria di farci entrare nell’aridità perché Lei non dice nulla dell’orazione di chi prova piacere, ma parla della orazione dell’arido.

Dio ascolta gli esultanti nello Spirito e i Salmodianti, per la preghiera e per l’esercizio; ama e ha cura dei semplici; prova compassione anche di coloro che piangono, e non lo capiscono abbastanza, e anche rallegrandosi, ammette nel numero… Perciò rimani, persisti e insisti nello stato, quanto più difficile è la supplica. Infatti il Regno dei Cieli soffre violenza e i violenti se ne impossessano. Guardati dal tralasciare mai il Salterio, perché lo preghi debole e a malincuore, ma tanto più fortemente insisti. Sarà, che tu sia di controvoglia, ma non sei senza volontà. Perché malgrado sei controvoglia sei più accetto a Dio, ed io più appartenente a te, per te offro preci, e presento una prece di preci”.

Tutto il contrario di quello che facciamo noi… adesso rileggiamo:

Perciò rimani, persisti e insisti nello stato, quanto più difficile è la supplica.

Siccome fai tutto a malincuore, non tralasciare mai il Salterio, anzi: proprio perché sei nell’aridità, proprio perché provi disgusto e noia, devi insistere maggiormente e, se ieri nella gioia hai detto un Salterio, oggi che provi disgusto devi dirne due e più fortemente. La voglia e la volontà sono due cose diverse: la Vergine Maria dice che tu puoi essere svogliato, ma volere. Altrimenti casi nella pusillanimità…

Sarà, che tu sia di controvoglia, ma non sei senza volontà. Perché malgrado sei controvoglia sei più accetto a Dio.

Meno voglia abbiamo di pregare e più la nostra preghiera è gradita a Dio. Perché? Perché è purificata rispetto al nostro gusto personale; perché abbiamo la certezza che è una preghiera fatta solo per amore per Dio. E la Vergine Maria dice che offrirà per noi preghiere di preghiere.

Ma in verità tu gli stessi Misteri li mediti ma troppo confusamente, e senza alcun ordine, e sei turbato; perciò anche ti annoi. Chiunque avrà insistito in quelle piccole meditazioni: 1. Sarà purificato e salvato dal Sangue di mio Figlio. 2. E perciò vivendo sarà cambiato in un altro uomo, secondo il cuore di Dio”. 

Ve l’ho detto: recitate il Salterio per trenta giorni e sarete persone diverse; qualcosa di straordinario sarà accaduto nella vostra vita.

“3. E meriterà me, come sua protettrice e sua eterna Sposa. Disse e impresse nell’animo dello Sposo i Misteri; e si allontanò dagli occhi verso i Cieli”.

Meditando i Misteri del Salterio, noi avremo come protettrice e Sposa la Vergine Maria: che cosa c’è di più bello?

Da oggi, voglia o non voglia, recitiamo ogni giorno il Salterio di Gesù e di Maria e quando non abbiamo voglia, recitiamolo con maggior volontà per le anime del Purgatorio, per riparare, per crescere nella pazienza e per amore di Dio; così la nostra preghiera sarà gradita. Tanto più siamo svogliati, tanto più la nostra preghiera sarà gradita a Dio e alla Vergine Maria.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

 

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