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D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 3

Falò sulla spiaggia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 3
Martedì 8 agosto 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 15,1-2.10-14)

In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!».
Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!».
Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?».
Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 8 agosto 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo quindicesimo del Vangelo di san Matteo, versetti 1 e seguenti.

È importante quello che abbiamo appena ascoltato nel Vangelo di oggi. È un Vangelo che forse non abbiamo sempre ben presente, ma è importante perché ci dice come Gesù reagisce e quali indicazioni Gesù da a questa constatazione, a questo racconto dei discepoli:

«Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?»

Gesù scandalizza! Incredibile ma vero. Non si scandalizzano per il male, l’ipocrisia che vive nelle loro vite, no! Non si scandalizzano per il male che fanno. Si scandalizzano perché Gesù dice che ciò che rende impuro l’uomo non è ciò che entra, ma ciò che esce dalla bocca, allora si scandalizzano. E di fronte a questa constatazione dei discepoli Gesù risponde in un modo verissimo ed estremamente sintetico:

Lasciateli stare!

Che vuol dire: non occupatevi di questo loro essere scandalizzati. Lasciateli stare, lasciate che dicano quello che vogliono, non ha importanza. Perché? Primo: “perché non sono stati piantati dal Padre mio (dice Gesù); sono piante non piantate dal Padre mio, quindi verranno sradicati (parole forti, eh!); secondo: “perché sono ciechi” (parole altrettanto forti) “ciechi che guidano ciechi”. Quindi Gesù dice: “Lasciateli perdere, non fatevi carico di questo loro sentirsi scandalizzati”. Si sentono scandalizzati, perché sono piante infestanti e, se non sono stati piantati dal padre suo, da chi potranno mai essere stati piantati? Ricordate la parabola del grano e della zizzania? E poi perché sono ciechi.

E allora noi andiamo avanti con la nostra meditazione del libro di Bonhoeffer Sequela proprio perché vogliamo curare le nostre cecità.

Leggiamo, sentite bene:

Grazia a buon mercato è predicazione della remissione senza penitenza…

Quando incontro un predicatore che mi annuncia un perdono senza penitenza, questo è un venditore della grazia a buon mercato che è, ricordiamolo bene — dice Bonhoeffer — la nemica mortale della nostra Chiesa. Quindi dovremmo stare molto attenti, stiamo molto attenti a chi predica la remissione dei peccati senza penitenza. 

Ma come può esserci un perdono se non c’è un pentimento e se non c’è un cammino di penitenza? Vale a dire: senza un cammino nel quale io esco da quella struttura interiore di peccato che mi ha fin lì contrassegnato. Un cammino di penitenza è testimonianza del desiderio profondo di cambiare vita. Quali altri modi abbiamo per dimostrare a una persona che abbiamo offeso, verso la quale abbiamo mancato, che abbiamo tradito, quali modi abbiamo per esprimere il nostro pentimento, se non c’è una penitenza, un bisogno di riparare? Quali altri modi abbiamo? 

Ma che perdono è il perdono che viene dato al di là del mio pentimento, al di là del mio rendermi “degno” — spero che capiate cosa voglio dire — di questo perdono, del rendermi capace di questo perdono? Capitemi bene: è chiaro che nessuno è degno di essere perdonato perché, se io ho bisogno di essere perdonato perché ho fatto del male a qualcuno, nel momento in cui ho fatto del male, mi sono reso indegno di quella persona. E sono indegno del suo perdono, questo è evidente. Però, io posso rendermi “degno”, cioè mi posso rendere capace di accogliere questo perdono, nella misura in cui mi mostro penitente, cioè nella misura in cui riparo. Penitente in questo senso: che sono pentito veramente, e voglio riparare. Cercate di avere sempre in mente la figura di Zaccheo, è importante. 

Altrimenti è una grazia a buon mercato e si predica un perdono senza alcuna penitenza, perché tanto… tutto quello che abbiamo detto ieri e nei giorni scorsi.

… è battesimo senza disciplina comunitaria…

Entra a far parte della Chiesa ma senza una disciplina, senza un ordine, senza una regola, senza degli oneri.

è Cena senza confessione dei peccati, è assoluzione senza confessione personale. 

Capite? È questa la grazia a buon mercato! Non c’è la confessione dei peccati, non c’è la confessione personale; è quello di chi dice: “Ho diritto di tutto e come dovere non ho niente”.

La grazia a buon mercato è grazia senza sequela, grazia senza croce, grazia senza Gesù Cristo vivo, incarnato.

Ormai l’abbiamo capito! L’abbiamo già detto. È una grazia che non prevede: «chi vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua». Non c’è bisogno di seguire Gesù perché tanto mi dà tutto quello che voglio come grazia. Quindi una grazia senza croce, la sofferenza senza nessun valore, il patire per il Signore non ha nessun valore, il soffrire per il Signore non ha nessun valore, è: «grazia senza Gesù Cristo vivo, incarnato».

Ma io domando: se alla grazia togliamo la sequela, togliamo la croce, togliamo Gesù Cristo, che grazia è? Che cosa rimane? Che cos’è questa cosa anonima, informe, fluida? Non è più la grazia di Dio, non è niente.

E adesso vediamo che cos’è la grazia a caro prezzo. Perché fin qui abbiamo visto la grazia a buon mercato: “la nemica mortale della chiesa”. Adesso vediamo la grazia a caro prezzo.

Grazia a caro prezzo è il tesoro nascosto nel campo, per amore del quale l’uomo va a vendere con gioia tutto ciò che aveva;

Vedete perché a caro prezzo? Perché è la grazia per cui io vendo tutto con gioia. È la grazia che mi costa tutto; questa è la grazia a caro prezzo, per questa grazia devo essere disposto a lasciare tutto e tutti. Quindi non mettere mai, nulla e nessuno, prima di Dio, al posto di Dio, e, se c’è qualcuno o qualcosa, lo vendo, lo lascio, lo do via. 

La grazia a caro prezzo è:

la pietra preziosa, per il cui valore il mercante dà tutti i suoi beni;

Quindi dobbiamo essere disposti a lasciare qualunque cosa, perché è troppo grande il suo valore. Vedete: la grazia a caro prezzo è un tesoro, è una pietra preziosa, è:

la signoria regale di Cristo, per amore del quale l’uomo strappa da sé l’occhio che lo scandalizza;

Per cui la grazia a caro prezzo corrisponde al fatto che Dio è il Signore della mia vita e quindi sono disposto a tagliare, strappare da me, tutto ciò che si interpone tra me e la Signoria di Dio su di me; tra me e l’appartenenza al Padre. La grazia a caro prezzo è:

la chiamata di Gesù Cristo, per cui il discepolo abbandona le reti e si pone alla sua sequela.

Vedete? La grazia a caro prezzo comporta l’essere liberi, liberarsi da tutto e da tutti. La grazia a caro prezzo è a caro prezzo perché mette Dio al primo posto. E quindi devo essere disposto a lasciare tutto, a lasciare tutti, ad abbandonare tutto e tutti; ecco perché costa cara! E poi mi metto alla sequela.

Grazia a caro prezzo è il vangelo, che si deve sempre di nuovo cercare, il dono per cui si deve sempre di nuovo pregare, la porta a cui si deve sempre di nuovo bussare.

Vedete? Quanto è importante il nostro riferimento al Vangelo!

È a caro prezzo, perché chiama alla sequela;

Per questo costa, perché devi seguire Gesù!

è grazia…

Adesso analizza, scompone grazia e caro prezzo. Caro prezzo: perché chiama alla sequela;

è grazia, perché chiama alla sequela di Gesù Cristo

quindi non è una sequela qualunque, è di Gesù

è a caro prezzo, perché costa all’uomo il prezzo della vita

costa la nostra vita!

è grazia, perché proprio in tal modo gli dona la vita;

quindi ti chiede la vita, ma ti dona la vita eterna.

è a caro prezzo, perché condanna il peccato,

quindi il peccato va sempre condannato. Perché il peccato è sempre male, non c’è niente di bene nel peccato.

è grazia, perché giustifica il peccatore.

Nel momento in cui il peccatore riconosce il suo peccato, detesta il suo peccato, rinnega il suo peccato, si pente del suo peccato, ecco che entra in gioco la grazia della Misericordia di Dio che lo perdona.

La grazia è a caro prezzo soprattutto perché è costata cara a Dio, perché gli è costata la vita di suo Figlio — «siete stati riscattati a caro prezzo» — e perché non può essere a buon mercato per noi ciò che è costato caro a Dio.

Cioè, Dio l’ha pagata col sangue di suo figlio e noi invece… a buon mercato. Capite che non sta!

È grazia soprattutto perché Dio non ha ritenuto troppo elevato il prezzo di suo Figlio per la nostra vita, ma lo ha dato per noi. Grazia a caro prezzo è l’incarnazione di Dio.

Tutti misteri importantissimi, tutte realtà importantissime della nostra vita cristiana sulle quali noi forse non riflettiamo abbastanza, non meditiamo abbastanza.

La grazia a caro prezzo è grazia come realtà santa di Dio, che deve esser protetta dal mondo, che non può esser gettata ai cani; perciò è grazia come parola viva, parola di Dio, che egli pronuncia personalmente come a lui piace.

Capite, è una realtà Santa di Dio, che va custodita. La grazia va custodita dal mondo e non può essere gettata ai cani. Ricordate quel passo del Vangelo: «Non gettate le vostre perle davanti ai porci».

Questa parola ci coinvolge come chiamata di grazia alla sequela di Gesù, come parola di remissione per l’anima angosciata e il cuore infranto.

Certo, perché il cuore di colui che si scopre peccatore e che vuole cambiare vita è un cuore angosciato e affranto. Solo Dio sa — e il sacerdote che in quel momento è testimone di questo prodigio — quanta angoscia prova un uomo quando si scopre peccatore, quando si riconosce peccatore, quando sente il peso del suo peccato. Solo Dio sa quanto quest’uomo si senta il cuore infranto dal senso del peccato e quindi dal bisogno di essere perdonato e quindi quanto poi diventa gioioso, libero, sereno, felice quando riceve il perdono di Dio. 

Ripete Bonhoeffer:

A caro prezzo è la grazia, perché costringe l’uomo al giogo della sequela di Gesù Cristo, ma è grazia il fatto che Gesù dica: «Il mio giogo è soave e il mio peso leggero».

Se vuoi avere questa grazia, Gesù ti propone di prendere il suo giogo su di te.

Due volte la chiamata è stata rivolta a Pietro: seguimi! È stata la prima e l’ultima parola di Gesù al discepolo (Mc 1,17; Gv 21,22)

“Seguimi”, la sequela.

L’intera vita di Pietro è compresa tra queste due chiamate. La prima volta, in seguito all’appello di Gesù, Pietro sul lago di Genezaret aveva abbandonato le sue reti e il suo lavoro, e lo aveva seguito fidando sulla sua parola. L’ultima volta il risorto lo incontra mentre nuovamente esercita il suo antico lavoro, ancora sul lago di Genezaret, e di nuovo gli dice: seguimi! Fra le due chiamate c’era tutta la vita del discepolo alla sequela di Cristo.

Interessante, forse non ci abbiamo mai pensato, non abbiamo mai notato: tra le due chiamate, «seguimi» — «seguimi» si svolge tutta la vita di San Pietro.

Al centro di questa vita stava la confessione di fede in Gesù come il Cristo di Dio. 

…l’unica grazia di Cristo, che ha vinto il discepolo inducendolo ad abbandonare tutto per amore della sequela

per amore di seguire Gesù, San Pietro viene indotto ad abbandonare tutto.

che ha operato in lui una confessione di fede (Cesarèa di Filippo) che al mondo non poteva sembrare che blasfema,

L’abbiamo visto oggi: seguire Gesù crea scandalo nei farisei. Ma ancora oggi seguire Gesù è una blasfemia! Parlare di Gesù non si può neanche, guai! Si può parlare di tutto; si può bestemmiare, si possono usare linguaggi volgari, si può fare qualunque cosa, ma guai a parlare di Gesù. Guai a confessarsi cristiani.

che ha chiamato l’infedele Pietro alla comunione estrema del martirio, rimettendo così ogni suo peccato. 

Vedete? San Pietro attraverso il martirio ha testimoniato col sangue tutto il suo amore per il Signore Gesù e tutto il suo pentimento per quell’aver detto tre volte: “non lo conosco”.

Per la vita di Pietro, grazia e sequela sono inscindibili. Egli aveva ricevuto la grazia a caro prezzo.

Quindi lui riceve la grazia, poiché segue Gesù per tutta la vita: «seguimi — seguimi». Questa grazia sta nella sua vita proprio in relazione alla sequela, che è il titolo del libro che stiamo commentando oggi e in questi giorni.

Va bene, ci fermiamo qui perché mi sembra che abbiamo già fatto abbastanza. Chiediamo al Signore il dono grande di fare della Sequela Christi il centro della nostra vita.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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