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Beata Conchita Cabrera De Armida: Sacerdoti di Cristo, III parte

B. Conchita Cabrera De Armida

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di venerdì 23 luglio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

Beata Conchita Cabrera De Armida: Sacerdoti di Cristo, III parte

Eccoci giunti a venerdì 23 luglio 2021. Oggi festeggiamo Santa Brigida di Svezia, compatrona d’Europa.

Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal capitolo II dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Galati, versetti 19-20.

Il libro che stiamo leggendo della Beata Conchita Cabrera de Armida “Sacerdoti di Cristo” ci aiuta proprio a vedere cosa vuol dire che Cristo vive in me, cosa vuol dire che io sono stato crocifisso, e quindi vive in me il Signore, sopratutto per chi è Sacerdote.

 

Proseguiamo la lettura di quello che Gesù dice in relazione alla tiepidezza dei Sacerdoti e all’indifferenza.

Dice Gesù alla Beata Conchita:

“Bisogna fare molta attenzione affinché il mondo non entri nel cuore dei sacerdoti! Quel nemico capitale che è il mondo allontana lo Spirito Santo e, senza questo fuoco divino che tutto illumina e riscalda, il cuore del sacerdote si raffredda e ottenebra, e nella sua anima, in fondo al suo spirito, rimane solo gelo.

Comincia la tiepidezza e finisce il fervore, s’indebolisce la fede e la vocazione sacerdotale va in rovina.”

Per mondo intendiamo un po’ tutto, tutto ciò che riguarda la realtà mondana, ha infinite sfaccettature questa parola, ma tutti sappiamo che cos’è mondo per noi, ognuno di noi sa quale porzione, quale forma, quale modalità, quale luogo di mondo il demonio usa per tentarci, perché ognuno di noi è sensibile a qualcosa ed è meno sensibile ad altro. Sta di fatto che questo è un nemico capitale, dice Gesù, ed è talmente potente che fa allontanare lo Spirito Santo, lo fa fuggire e in questo modo, senza questo fuoco, il cuore del Sacerdote si raffredda — il cuore di chiunque, ma ancora di più nel Sacerdote — il cuore del Sacerdote si raffredda, si ottenebra e resta gelo. Gelo vuol dire proprio gelo, vuol dire incapacità assoluta di empatia, non è più capace di empatizzare con chi è accanto, non è più capace di vivere la carità, fa assistenzialismo ma non carità. 

Il mondo entra con tante scuse, la scusa dell’aggiornamento, del divertimento, la scusa del distrarmi, del rilassarmi, ha tante scuse il mondo, e quando comincia la tiepidezza, comincia il fervore, è una legge.

Prosegue Gesù: 

“Nel sacerdote non ci devono, non ci possono essere mezzi termini: o è fervoroso o è tiepido; o è dell’altare o è del mondo; o è di Gesù o è del Maligno. È terribile questa alternativa davanti alla quale il sacerdote si trova.”

Altro che, come dice più di qualcuno: “La realtà non è bianca o nera, bisogna vedere i contesti, Padre Giorgio!”

Chissà cosa racconteremo a Gesù quel giorno. Il giorno del Giudizio cos’è che gli racconteremo? Diremo a Gesù: “Guarda Gesù, la realtà non è bianca o nera, dipende dai contesti, è sfumata, è grigia.”

“Non ci devono, non ci possono essere mezzi termini: o è fervoroso o è tiepido; o è dell’altare o è del mondo; o è di Gesù o è del Maligno”.

 “O, o”, non può essere un po’ e un po’. O è dell’uno o è dell’altro e Gesù lo riconosce:

“È terribile questa alternativa”

Purtroppo è l’alternativa, è così, o sei dell’uno o sei dell’altro.

“O è dell’altare o è del mondo”

O si consuma lì, e usa tutte le sue forze e le sue intelligenze per l’altare, oppure è del mondo.

“Purtroppo, quanti lentamente scivolano in una tiepidezza che  alla fine li farà andare a rotoli: in loro prendono il sopravvento quelle perverse passioni che al principio solo iniziali, li avvolgono poi nelle loro grinfie e non li lasciano più.”

Non credo che ci sia bisogno di grandi spiegazioni, è talmente chiaro e evidente, talmente vero.

“Perverse passioni”

Non è la passione per Dio, è la passione per le cose che passano. Se non c’è Dio, c’è il demonio. E poi una volta che sei preso, è finita.

“È terribile, ripeto, la tiepidezza nel sacerdote, perché inevitabilmente…”

Sentite che parole:

“Perché inevitabilmente”

Questo avverbio è potente.

“È terribile, ripeto, la tiepidezza nel sacerdote, perché inevitabilmente uccide la fede”

Uccide la fede, capite! La tiepidezza uccide la fede, e un Sacerdote senza le virtù teologali è perduto per sempre. Sapete quali sono le virtù teologali? Fede, speranza e carità. Un Sacerdote senza le virtù teologali è perso per sempre. Cosa vuol dire essere perso per sempre? Come lo vediamo? Lo dice Gesù:

“Non lo commuovono più le verità eterne; i novissimi diventano ombre e persino oggetto di sarcasmo. Le tenebre del dubbio l’avvolgono e lo penetrano, i rimorsi si affievoliscono e va in rovina la sua vocazione e la sua salvezza eterna.”

Sapeste quante scene mi vengono alla mente mentre leggo queste parole. Le verità eterne non dicono più niente, l’Eucarestia non dice più niente. 

“I novissimi? Perché, c’è l’inferno? C’è il Paradiso? Ma no, sono figure mitologiche! Ma chi ci crede più in queste cose! Sono dei simboli!”

Non sono né simboli, né figure mitologiche, sono la nostra realtà, la realtà di chi crede. 

“I novissimi diventano ombre e persino oggetto di sarcasmo.”

Si può fare sarcasmo persino sullo Spirito Santo.

Quando vediamo un Sacerdote un po’ devoto, un po’ raccolto, noi cominciamo a prenderlo in giro, gli diciamo che fa il mistico, che fa il bigotto, il devoto, siamo capaci di prendere in giro anche lo Spirito Santo. Nessuno mai deve uscire da quel letamaio che è la tiepidezza e l’indifferenza, perché se vediamo qualcuno che non è come noi, tiepido e indifferente, la sua vita immediatamente diventa per noi una critica e un giudizio, perché lui ci fa vedere quello che noi dovremmo essere e non siamo. 

“Le tenebre del dubbio l’avvolgono e lo penetrano”

Vede buio, non riesce più a credere veramente.

“I rimorsi si affievoliscono”

I rimorsi sono una grazia enorme, perché vuol dire che siamo ancora vivi, che siamo ancora sensibili. 

Una volta, quando non c’erano i mezzi che ci sono adesso, come si faceva a capire se una persona, per esempio, era stata colpita dalla lebbra? Come si faceva a capire se una ferita era andata in cancrena? Come si faceva a capire fino a dove si doveva tagliare la gamba che era andata in cancrena? Molto semplice: si prendeva uno spillone e appoggiando la punta dello spillone sulla pelle, si cominciava a strisciarla sulla pelle, e si chiedeva alla persona se sentiva qualcosa.

“Mi senti? Qui senti?”

“No, non sento”

Saliamo. “Qui senti?”

“No, non sento”

Abbiamo passato il ginocchio.

“Qui senti?”

“No”

Siamo arrivati alla coscia. “Qui senti?”

“Ah sì, qui ti sento”

“Ok, bene. Stringiamo un laccio e da qui in giù, via”

Funzionava così.

“Ho la lebbra”

“Vieni qui. Se ti pungo, se striscio la punta dello spillone tu senti?”

“No, non sento niente”

“Hai la lebbra, perché la carne è morta, quindi tra poco si staccherà”

Questa è la lebbra, la carne che cade a pezzi.

I rimorsi sono la sensibilità dell’anima, via i rimorsi, è la morte, non senti più niente. Come il Sacerdote che disse a quel tale: “Ma dopo tutto quello che tu hai detto, che hai fatto, dopo il tuo comportamento, ma tu riesci a dormire di notte?”

La risposta fu: “Io dormo benissimo”

Voi vi immaginate un San Francesco, una Santa Teresa, un San Giovanni della Croce, una Santa Teresina ve l’immaginate rispondere così? 

Immagina se tu a un San Pio gli andavi a dire, a parte che non so come si facesse a dire una cosa del genere perché erano talmente meravigliosi, comunque se tu gli andavi a dire: “Ma lei con quello che ha detto e che ha fatto, riesce a dormire di notte?”

A parte che questi di notte non dormivano mai perché o piangevano i loro peccati, che poi non c’erano, quelli che loro ritenevano tali, o piangevano la Passione di Gesù, o vegliavano, pregavano e si preparavano alla Messa, non avevano molto tempo per dormire. San Giovanni Maria Vianney fino a pochissimo prima di morire, è stato divorato dal pensiero, dallo scrupolo che lui andava all’inferno, e questo ti risponde:

“Io di notte dormo benissimo?”

Noi dovremmo dire: “No, non dormo benissimo non fosse altro che per tutti i peccati che ho compiuto.”

Vedremo domani il proseguo di queste pagine, domani andremo avanti e sentiremo Gesù che descrive un po’ questo percorso e riprenderemo questo tema dei rimorsi, vedrete quanto è importante, conserviamo, chiediamo al Signore la grazia del rimorso, che è il grido, il rimprovero della coscienza che ci dice: “Non ci siamo! Non va bene, non è secondo Dio, e ti tormento finché tu non ti metti a posto con Dio.”

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

PRIMA LETTURA (Gal 2,19-20)

Fratelli, mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio.
Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me.
E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.

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