Scroll Top

Beata Conchita Cabrera De Armida: Sacerdoti di Cristo, II parte

B. Conchita Cabrera De Armida

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 22 luglio 2021 – Festa di S. Maria Maddalena

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Scarica il testo della meditazione

Beata Conchita Cabrera De Armida: Sacerdoti di Cristo, II parte

Eccoci giunti a giovedì 22 luglio 2021. Oggi festeggiamo Santa Maria Maddalena, la grande innamorata di Gesù, colui che è stata liberata dai sette demoni, colei che ha visto completamente la sua vita cambiata per opera di questa intima, profondissima vicinanza spirituale a Gesù. 

La lettura che abbiamo ascoltato tratta dal capitolo III del Cantico dei Cantici, versetti 1-4, esprime molto bene questa ricerca costante di Santa Maria Maddalena, del suo amato Gesù, come dovrebbe essere amato da ciascuno di noi, e soprattutto da noi Sacerdoti.

 

Il testo che stiamo leggendo della Beata Conchita Cabrera de Armida “Sacerdoti di Cristo” edizioni Città Nuova, ci sta dicendo che cosa il Signore Gesù vuole, si attende, desidera da noi Sacerdoti. Stiamo trattando il peccato di indifferenza nei confronti di Dio e stiamo vedendo cosa il Signore dice.

Dice Gesù:

“Modello, Maestro e Re è il loro Gesù, ma Re di amore, Re crocifisso per amore, Re umile e mansueto: Re obbediente nelle loro mani, è il perdono di Dio!”

Perché Lui si fa presente nell’Eucarestia.

“Sono l’Eterno Sacerdote, che dovrebbero imitare. Se mi studiassero come si deve, se mi riproducessero in se stessi come sarebbe loro sacro dovere, essi sarebbero diversi, e Io non dovrei lamentarmi per le tante spine che conficcano nel mio Cuore! Purtroppo manca loro l’amore, perché manca loro lo Spirito Santo.”

Abbiamo visto in questi mesi l’importanza dell’invocazione dello Spirito Santo, continueremo a vederla, l’importanza di consacrarci ogni giorno allo Spirito Santo, vi ho già fatto una meditazione proprio su questo prendendo proprio dalla Beata Conchita, tutto il discorso fatto inerente alla Vergine Maria e allo Spirito Santo, quindi già vi ho parlato un po’ di questa cosa. 

“I sacerdoti hanno il dovere di percorrere i gradini della scala mistica che li trasformerà in Me!”

Hanno il dovere!

“In troppe occasioni sono di peso per i miei sacerdoti tiepidi! E questo per la mia delicatezza è un’orribile sofferenza. Vedere e sentire che sono di peso, che sono per loro un fastidio nel servizio delle anime, alle quali per dovere sono consacrati, mi colpisce nel più intimo.

Dare fastidio Io che sono solo carità e tenerezza! Essere di peso per loro, Io che per purificarli mi addosso le loro tiepidezze, le loro indifferenze e i loro peccati! (CC 49, 159-169).”

Abbiamo mai pensato a Gesù come un peso? Gesù ci dice che Lui si sente un peso, che per i Sacerdoti tiepidi Gesù è un peso, un fastidio nel servizio delle anime! Significa che noi sentiamo un peso, un fastidio a servire le anime, che tradotto vuol dire, per esempio, a sederci in confessionale, a fare quello che noi dobbiamo fare, e Gesù lo dice:

“Alle quali per dovere sono consacrati”

Sedersi in confessionale non può farlo l’assistente sociale, non può farlo lo psicologo, lo psichiatra, il chirurgo, no, solo io posso farlo, e solo io devo farlo, non c’è un altro che mi può sostituire, non è come fare la sagra della salamella per cui se non ci sono io ci possono essere altre persone che tanto la salamella cuoce lo stesso e si gira ugualmente. In confessionale non ci può essere l’amico del bar, il factotum del nostro habitat religioso, non ci può essere, per ora, la papessa di turno, queste profetesse che oggi si inventano un po’. Penso che l’abbiate visto il video della Messa, di quella cosa che hanno fatto in Germania, dove si vedono molto bene queste sorte di sacerdotesse, che sono più loro sul presbiterio, fanno più loro che i Sacerdoti, al momento della Comunione, dell’amministrazione e distribuzione della Comunione… vedete questa sorta di papessa, di sacerdotessa, col camice bianco, con il foulard al collo, stretto tipo boy-scout, con un anello, che non so cosa voglia dire, che valore abbia, ma meglio non saperlo, e che si dà un gran daffare a dare la Comunione. Notarsi: Ministri “straordinari”, lo dice la parola “straordinari”, andate a vedere sulla Treccani cosa vuol dire, il Sacerdote, che è il Ministro ordinario della Comunione si siede, e partono queste sacerdotesse a distribuire la Comunione.

Perché il Sacerdote che è Ministro ordinario si siede e queste invece si muovono, che sono straordinari? Loro dovrebbero muoversi in caso di necessità, per quattro gatti che sono in Chiesa. Questo ci dice il fastidio.

“Che sono per loro un fastidio nel servizio delle anime, alle quali per dovere sono consacrati, mi colpisce nel più intimo.”

Noi siamo stati consacrati per celebrare la Santa Messa, per amministrare i Sacramenti, per la distribuzione dell’Eucarestia, per stare in confessionale. Adesso, tra poco, un giorno entrerete in confessionale e troverete la sacerdotessa, papessa di turno, la nuova profetessa. E nessuno dice niente, vedremo se questo barile ha un fondo, oppure no, però intanto queste parole ci sono, quindi o Papa Francesco si è sbagliato, ma non credo, a canonizzare, a beatificare la Beata Conchita Cabrera de Armida, oppure qui c’è un problema. 

“Dare fastidio Io che sono solo carità e tenerezza! Essere di peso per loro”

È  vero, perché si ha voglia di fare di tutto tranne che di servire le anime, tranne che essere disponibili per la Confessione, tranne che essere disponibili per la direzione spirituale, e per cui ci sono i confessionali con trenta dita di polvere, dove ci sono. Questo è il nostro compito e di questo noi dovremo rendere conto, questo è un dato di fatto, perché se il chirurgo non opera uno chiede: “Cosa sei chirurgo a fare? Mangi pane a tradimento”. Se l’architetto non progetta, ma si mette a fare i dolci, che vada a fare il pasticcere ma non l’architetto. 

Se è più importante quello, vai a fare l’assistente sociale, lo psicologo, ma non il Sacerdote, perché il Sacerdote fa altro, è dedicato ad altro e quell’altro lì deve farlo lui.

Quanto devo deplorare la tiepidezza di molti dei miei sacerdoti

“La tiepidezza nei miei sacerdoti è per me una spina molto pungente, perché proviene dall’ingratitudine, dal poco amore che hanno per Me, e dal poco fervore con cui celebrano la Messa.”

Capite da dove viene la tiepidezza? Dal poco amore e dal poco fervore con cui celebrano la Messa.

 “Da questa tiepidezza nella celebrazione del Sacrificio provengono molti mali per il sacerdote; infatti tale sarà la sua giornata quale sarà stata la sua Messa.”

Io l’ho già detto e continuerò a ripeterlo, tante nefandezze di cui ci siamo tanto scandalizzati giustamente qualche anno fa non sarebbero state compiute se noi avessimo vissuto non da Sacerdoti tiepidi ma da Sacerdoti veri.

“Tale sarà la sua giornata quale sarà stata la sua Messa.”

Dice Gesù. È inutile che poi ci mettiamo a farei moralisti e gli scandalizzati. Di cosa ci dobbiamo scandalizzare? È ovvio, è scontato che se tu svuoti la vita del presbitero da tutta la sua portata spirituale e di intimità con Gesù, che cosa rimane? Se il prete non dedica il suo tempo alla preghiera, alla contemplazione, alla predicazione — come fanno gli Apostoli, che capiscono subito che devono fare gli Apostoli e non la distribuzione delle mense — si dedicherà ad altro, il tempo lo dovrà pur riempire! Anche se è vero che noi siamo molto stressati, molto oberati, abbiamo molte cose da fare,…  sì va bene.

 “Perciò, più che in ogni altro atto del suo ministero, il sacerdote deve porre tutta la sua attenzione e la sua vita nel celebrare con le dovute disposizioni che richiede questo atto sublime, e con la dovuta preparazione e azione di grazie.”

Quello che abbiamo sempre detto: non posso prendere e arrivare alla Messa tre picosecondi prima che suoni la campanella e uscire con il fiato in gola. Non è che finita la Messa è scoppiato l’incendio per cui butto via tutto e scappo via. Ci vuole la preparazione, il ringraziamento e ci volgono le dovute disposizioni, se no poi non lamentiamoci, non piangiamo, non facciamo le vittime e gli scandalizzati se accadono certe cose.

“La Messa deve avere nella sua vita una centralità assoluta, deve essere l’apice delle sue aspirazioni e l’ideale supremo della sua unione con Me.”

Se noi prendessimo sul serio queste parole! Quindi non può succedere che il Sacerdoti non celebri un giorno la Messa, non può succedere che domani non dico Messa perché ho lo stress, ho tante cose da fare, devo partire presto al mattino, o perché vado in vacanza.

“La Messa deve avere nella sua vita una centralità assoluta, deve essere l’apice delle sue aspirazioni e l’ideale supremo della sua unione con Me.”

Non deve desiderare altro, non deve aspirare ad altro. Non c’è atto supremo e maggiore col Signore che questo.

“La tiepidezza indebolisce le facoltà dell’anima e questa debolezza si comunica poi alle azioni e al ministero del sacerdote.”

Attenti adesso:

“Infatti quando la tiepidezza s’impadronisce dell’anima del sacerdote, fa sì che egli senta come un onere pesante e noioso tutti i suoi doveri. La recita del Breviario lo stanca; nei salmi, che recita senza meditarli, quindi senza cogliere e gustare le ricchezze che contengono, non trova né succo né sostanza, non assapora il divino gusto che vi si trova, perché l’apatia per ciò che è santo impregna il cuore.”

Questa è l’accidia! È l’assenza totale della sapienza che è il gusto delle cose di Dio. Capite la tiepidezza cosa fa?

“Indebolisce le facoltà dell’anima e questa debolezza si comunica poi alle azioni e al ministero del sacerdote.”

“Fa sì che egli senta come un onere pesante e noioso tutti i suoi doveri”

Ecco perché non li faccio. Non è che non li faccio perché sono impegnato dalle tante cose da fare, smettiamola con queste storie, non è vero, poi dobbiamo andarglielo spiegare a San Carlo Borromeo, e San Giovanni Maria Vianney, a Padre Pio da Pietrelcina che confessava tredici ore al giorno! Prima di arrivare a Gesù, a questi Santi dovremo pur dire qualcosa visto che sono lì e dovremo passare l’Eternità con loro, secondo la nostra idea.

“In Paradiso sarò con San Carlo Borromeo”… quando lui è morto, quattro Vescovi non facevano in un giorno la metà del lavoro che faceva lui! “Ma io ho tante cose da fare”. Non è vero! Può essere vero che ho tante cose da fare, ma non è vero che queste sono di impedimento alla preghiera e al rapporto con Dio, non è vero. Ciò che è di impedimento alla preghiera e al rapporto con Dio è la tiepidezza, ciò che è di impedimento al confessare, al rendermi disponibile per le persone, all’amministrare i Sacramenti non sono le tante cose da fare, non sono lo stress, assolutamente. 

“Produce l’apatia per ciò che è santo impregna il cuore.”

Tutto ciò che è santo, che è sacro dà fastidio, dà nausea, noia, persino la recita del Breviario, per non parlare del Rosario, che solo a nominarlo si produce un esorcismo, se poi nominiamo i Santi, certi Santi, figuriamoci che cosa succede.

“Perché?”

Chiede Gesù:

“Perché?”

 Perché questa apatia, questa noia, questo fastidio?

“Perché la tiepidezza, frutto della sregolatezza della loro vita…”

Quindi la tiepidezza viene dalla mancanza di amore che viene dalla sregolatezza della loro vita. 

“Perché la tiepidezza, frutto della sregolatezza della loro vita li ha fatti sua preda”

La vita non regolata, non regolata, vi ricordate quando vi ho detto: “Girati intorno e guarda come sei messo, girati intorno e guarda come è ordinato l’ambiente in cui vivi, girati intorno e guarda la tua vita come è messa?”

“Perché hanno lasciato che, per la mancanza di preghiera, di raccoglimento, di vita interiore e d’intimità con Me e con Maria, i loro cuori si riempissero di chiasso e vanità mondane.”

Avete capito? Come dicevamo, il chiacchierare con la gente, che non è un male in sé ma quando diventa tutto, quando diventa la cosa principale è un male sì; la televisione, che non è un male in sé, ma capite che la sola espressione: “Ho acceso la televisione per svagarmi” non va bene, perché sembra uno svago ma non è uno svago e nessuno di noi ha bisogno di svagarsi in quel modo, perché è un impegno in più, non è uno svago, perché devi stare attento a tutte le schifezze che quella trasmette.

Vuoi svagarti? Vuoi veramente svagarti, che vuol dire riposarti, trovare pace, sollievo, riposo? Vai da Gesù, stai con Gesù, stai lì, fai come Charles de Foucault, addormentati ai piedi del Tabernacolo, stai lì. 

“I loro cuori si riempissero di chiasso e vanità mondane.”

Le vanità mondane sono tantissime, il gusto delle vanità, di ciò che non conta, di ciò che è banale. Quante cose vane che noi facciamo, inutili che non servono a niente e non portano da nessuna parte. Non possiamo buttare via il tempo giocando ai video games, ai giochini sul computer, o ascoltando al musica. L’intimità con Gesù quando? Dove? Come? Con chi? L’Adorazione, l’Ora Santa? L’Adorazione di Fulton Sheen, quando?

La giornata è fatta di 24 ore e siccome tot le passo a dormire, tot a mangiare, tot davanti alla televisione, tot a leggere i quotidiani, tot a svagarmi… quando arriva il tot per Dio? Quindi è vanità.

“Quando un sacerdote diventa tiepido, cerchi subito la causa e rifugga da essa. I pericoli crescono e si moltiplicano a mano a mano che il fervore si allontana dai loro cuori.”

Questa è una scintigrafia ossea, fatta con l’ultimo ritrovato nucleare.

“Le loro giornate sono tristi, le notti dolorose e agitate; la vita afflit­ta dall’asfissia spirituale, e attorno a sé avvertono soltanto tedio, fastidio e, persino, disperazione. Tutto questo insieme di mali costituisce la rete che il Maligno va intessendo per perderli; introduce insensibilmente in loro il mondo e da qui il turbamento, le tentazioni, le lotte e il fastidio con il quale, stancamente, compiono i sacri doveri del loro ministero.”

Quando noi diventiamo tiepidi, siamo già con un piede nella fossa, siamo già nella rete. 

Come faccio a sapere se sono tiepido? Quando ho dentro questo fastidio per i miei sacri doveri ministeriali, per la preghiera, per servire le persone con i Sacramenti. Poi arrivano le tentazioni, le lotte, le notti dolorose, il non riuscire a dormire. Alle volte uno si sveglia che sembra Medusa: al posto dei capelli ha i serpenti. Tu lo guardi e dici: “Ma quest’uomo da dove arriva?” Lo sa lui da dove arriva, da una notte che ha dormito sul letto di Tantalo, da lì arriva. 

“La vita afflit­ta dall’asfissia spirituale”

L’asfissia spirituale, il non respirare nello spirito, terribile. Questa che fa Gesù è un’analisi veramente sintetica, precisa, rigorosa e vera, che solo Gesù può fare.

Quando avvertiamo il calo di fervore — questo vale per tutti, soprattutto per i Sacerdoti ma per tutti ovviamente — quando avvertiamo noia, tedio, fastidio nella preghiera, drizziamo le antenne perché inizia a suonare l’allarme rosso, vuol dire che siamo entrati nella rete del demonio, vuol dire che qualcosa si è intromesso al posto di Dio, qualcosa sta interrompendo il rapporto con Dio, la preghiera si è gravemente affievolita, raffreddata, intiepidita, dobbiamo subito correre ai ripari. 

La prima cosa che farei è: una santa confessione, andarci a confessarci il prima possibile; secondo, in ginocchio davanti al Tabernacolo e rimettere a posto la nostra regola di vita, farla se non l’abbiamo mai fatta.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

PRIMA LETTURA (Ct 3,1-4a)

Così dice la sposa:
«Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l’amore dell’anima mia;
l’ho cercato, ma non l’ho trovato.
Mi alzerò e farò il giro della città
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l’amore dell’anima mia.
L’ho cercato, ma non l’ho trovato.
Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città:
“Avete visto l’amore dell’anima mia?”.
Da poco le avevo oltrepassate,
quando trovai l’amore dell’anima mia».

Post Correlati