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Pensate che Io sia venuto a portare la pace sulla terra?

Libro infuocato

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 21 ottobre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Pensate che Io sia venuto a portare la pace sulla terra?

Eccoci giunti a giovedì 21 ottobre 2021.

Io credo che tutti noi, a partire da me, dovremmo mettere, nei nostri promemoria quotidiani, nella nostra agenda, nel nostro calendario, negli appunti di ogni giorno, anche questo brano di Vangelo. Ci sono brani di Vangelo che hanno bisogno di essere meditati quotidianamente e ci sono brani dei Vangeli che in alcuni tempi, in alcuni periodi della nostra vita, sono luci particolarissime, sono proprio adatti. Uno dice: “Questo testo del Vangelo mi sembra proprio fatto per oggi”. Ecco, questo è uno di quelli, secondo me. 

Questo testo del Vangelo di San Luca che abbiamo ascoltato poc’anzi, della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XII di San Luca, versetti 49-53 è uno di quei Vangeli che dovremmo stamparci e avere sempre a fianco. Perché? Perché è un Vangelo con il quale dobbiamo fare i conti, nel senso che non rispecchia l’idea che oggi è molto in voga. Perché ci dice che Gesù non è venuto a portare la pace sulla terra, Gesù è venuto a portare la divisione. 

Capisco che questo rappresenti un problema da gestire, che rappresenti una domanda: allora dove collochiamo Gesù? Ma non era il diavolo il divisore? Ma allora, è Gesù o il diavolo che divide? Perché se il diavolo divide e anche Gesù divide, allora c’è qualcosa che non va, allora Gesù non è Dio. Dio non dovrebbe punire. Dio non dovrebbe portare la pace?

Gesù in questa riga non dice una cosa, ma ne dice due, per prima cosa dice che non è venuto a portare la pace — e uno può dire: “Se non porta la pace, porta la guerra” — e per seconda cosa dice che non solo non porta la pace, ma porta la divisione, che è un passo in più. 

Ogni guerra è divisione, questo è logico, ma non è che noi facciamo la guerra tutti i giorni e non è che ogni divisione è una guerra. Mentre la guerra è un fatto un po’ più straordinario, la divisione è una cosa molto più ordinaria, è molto più facile sperimentare la divisione che non la guerra. Non tutte le divisioni arrivano alla guerra, si può essere divisi senza per forza fare una battaglia, uno può dire io vado a destra e tu a sinistra e non ci vediamo più, non c’è bisogno di mettersi in guerra, ognuno fa la sua vita, però la divisione è una cosa seria, anche perché uno dice: “Questa divisione a che livello sarà?”

“Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.”

A che livello divide? Divide nelle relazioni sociali, nell’amministrazione pubblica, a che livello?

La divisione di Gesù è una divisione seria, radicale perché è una divisione che va a toccare l’istituto della famiglia, non c’è cosa più intima, più radicale, appunto, più dolorosa, più difficile da portare che la divisione all’interno della propria famiglia, per cui:      

“Si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre”

Vi rendete conto che qui Gesù sta dicendo qualcosa che va direttamente a colpire il quarto Comandamento? Rendiamoci conto. Qui è chiamato in causa il quarto Comandamento. “Ma come? Ma Dio nel quarto Comandamento non dice: onora tuo padre e tua madre?” “Onora”, che è un verbo usato per Dio, solo per Dio si usa il verbo “onorare”.

“suocera contro nuora e nuora contro suocera”

Questa è una cosa che fin dalla fondazione del mondo, probabilmente, c’è sempre un po’ stata, ci si può fare una ragione della suocera contro la nuora e viceversa, si può andare avanti lo stesso.

“padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre”

Ma questo no. Allora cosa facciamo? È tutto un imbroglio? È tutto un inganno? Gesù non è il Figlio di Dio?

Capite, dobbiamo arrivare a un dunque, non è che possiamo raccontarcela dicendo: “No, ma qui non intendeva… però bisogna interpretare… no, però Gesù usa un linguaggio iperbolico, in realtà… ”. No. Questo ha detto. 

Il dramma è che, non solo questo è quello che Lui ha detto, ma questo è quello che noi viviamo. Leggendo questa Parola noi dobbiamo dire: è proprio vero! Di fatto non ce lo spiega nessuno, questo è il problema, è difficile trovare qualcuno che si metta a spiegarci questo testo nel modo più vero possibile, più corretto possibile, siamo tutti capaci di dire: “No, ma qui non è da intendere così… no ma qui è una cosa esagerata… qui Gesù vuol dire un’altra cosa”.

Ma allora abbiamo azzerato quello che ha detto, e allora non l’ha detto, come tanti altri passi del Vangelo che, siccome non ci piacciono, facciamo in modo che Gesù fosse distratto o che non diceva veramente quello che voleva dire, ma questo non è corretto. 

L’onestà intellettuale prevede che, di fronte ad un problema, di fronte ad un’incomprensione, mi applico e studio. Se non riesco a risolvere un’espressione algebrica, non devo dire che la matematica è sbagliata, devo dire che gli strumenti che ho in mano io non sono adeguati, è un’altra cosa, ma quell’espressione va risolta, perché qualcuno è capace di risolverla. 

Devo studiare meglio, soprattutto se l’esperienza ci conferma che questa Parola è vera. Questo è il dramma che tutti noi viviamo, non c’è qualcuno che non lo vive, chi più, chi meno intensamente tutti viviamo questo dramma, c’è qualcuno che lo vive in modo più grave, chi in modo più sfumato, ma tutti lo viviamo e se non lo dovessimo, per caso, vivere in famiglia, per qualche miracolo, tranquilli che lo viviamo nei rapporti subito dopo, ma lo viviamo tutti. Questo Vangelo chiama in causa la vita di tutti noi.

Che differenza c’è tra la divisione operata da Gesù, la pace non data da Gesù e quella del demonio?

Questa divisione di Gesù è una divisione che si viene ad operare perché non tutti lo accolgono. Non si può vivere come se Gesù non esistesse, come se la verità non ci fosse, non è possibile. Non posso vivere dicendo: “Di questo argomento non me ne occupo.” Di questo argomento ce ne dobbiamo occupare tutti e non volermene occupare, già questa è una scelta, perché questa è una delle coordinate essenziali, mi verrebbe da dire la più importante della nostra vita. Il mio rapporto con Dio accettato, rifiutato, vissuto bene o male è l’evento determinante di tutta la mia vita. 

Se siamo in una famiglia di cinque persone e due accettano Gesù e tre no, ci sarà una divisione. Perché? Semplice, perché ciò che io reputerò essenziale, fondamentale, imprescindibile nella mia vita, non sarà altrettanto per gli altri. Per me, per esempio, è fondamentale andare a Messa la domenica, per chi non ha accettato Gesù nella sua vita non lo sarà e quindi tranquillamente dirà: “Sabato e domenica andiamo via, al di là della Messa”. “No, io ho la Messa”. Ecco la divisione.

Chi ha accettato Gesù nella sua vita pregherà e quell’altro ti dirà: “Ecco qui una suora, o un prete! Non sei più tu, non ti riconosco più, non sei più un uomo, non sei più una donna, non ti amo più.” Ecco qui la divisione. Perché? Uno potrebbe dire: “Ma non faccio niente di male, non vado mica a rubare, non ammazzo, io prego”. Ma questo è il problema.

Questo Vangelo è fondamentale perché ci dà pace.

“Ma come Padre? Ma cosa ha detto fino adesso?”

È questo il paradosso di questo Vangelo, che coloro che sperimentano questa divisione perché Discepoli di Gesù “Gesù disse ai suoi discepoli… ”, coloro che sperimentano questa divisione, in questo Vangelo che parla di divisione, trovano pace. Trovano la pace perché capiscono che questa divisione — udite bene — è insanabile, irrisolvibile. 

Da qui viene la pace: questa divisione non è causata da te. Noi ci mettiamo sempre in discussione, perché poi ci vengono le accuse: “Tu sei troppo rigido, tu non fai quello, tu non accetti quell’altro, tu devi sempre… ”. È chiaro che chi sta dall’altra parte della divisione, non riconosce il problema alla radice: “il problema è Dio, il fatto che non lo accetto”. No. 

I persecutori convertiti non hanno improvvisamente trovato simpatici o simpatiche le vittime, non hanno detto “Oggi ho capito che queste vittime sono tanto care e dolci”. Cos’è successo? Da un giorno con l’altro incontrano la verità, incontrano Dio, questo opera il cambiamento da persecutore a martire Santo o Apostolo. Prendete Saulo e San Paolo: è l’incontro con Gesù che cambia Saulo, non è che lui si impietosisce per le vittime che sta perseguitando. 

Chi sta dall’altra parte che cosa fa? Accuserà le persone, fedeli a Gesù, gli amici di Gesù, la discendenza spirituale del Signore, delle cose più strane possibili, ma che questi poveretti non hanno fatto! Non sono colpevoli di nulla. 

Questo Vangelo ti dà pace perché ti dice: “Il problema non sei tu. Non stai facendo niente di male! Il problema sono io, è Dio. Siccome Tizio non Mi accoglie nella sua vita, che cosa fa? Se la prende con te perché vede Me in te, e siccome vede Me in te e Mi rifiuta, se la prende con te”. 

Questo è il punto, ecco perché è insanabile. Non è che se tu farai tutto quello che ti verrà detto, tu risani la questione, no, perché se anche tu facessi tutto quello che ti viene detto e rinnegassi tutto quello che la tua coscienza ti dice che devi fare, comunque tu non andresti bene lo stesso. Non se ne viene a capo, perché il problema è Gesù che è in te e la presenza di Dio in te, questo è il problema della divisione. O tu rinneghi Dio o l’altro accetta Dio, solo così si risolve la divisione, non c’è un’altra via. 

“Ma mettiamoci a tavola a parlare”. Puoi parlare anche tre giorni e tre notti, non risolvi niente, non risolverai mai niente. Questo, quando si arriva ad una certa età, lo si comincia a capire. Cambiano le persone eppure non si risolvono le cose, c’è la stessa fatica, la stessa difficoltà qui, lì e la. Che cos’è che non cambia mai? Io, perché sono sempre io che incontro le persone, e poi Dio. Allora il problema siamo noi due, nella misura in cui sono Suo discepolo.

Cerchiamo di uscire da questa falsa idea per cui devi fare di tutto per trovare la pace, perché non la trovi se non a prezzo della tua fede, devi rinunciare a Dio. Probabilmente il mio impegno dovrebbe essere un altro: io devo fare di tutto per continuare a vivere la mia fede, il mio rapporto con Dio, nel modo più intelligente possibile, innanzi tutto evitando le crociate. Quindi è inutile che incominciamo a dire e fare le polemiche: “Io devo convincerti, ti devo convertire… ”. No, vi prego, non facciamo queste cose perché non fanno altro che esasperare gli animi. Sono un po’ come quelle mamme che fanno la testa quadra ai figli, magari maggiorenni, peggio ancora, perché non vanno a Messa, perché non si confessano: “Allora glielo devo dire io come funzionano le cose, glielo devo spiegare io”, quindi in casa faccio sentire la conferenza di Tizio, la Messa di Caio, metto su la televisione che fa vedere il film religioso, lascio i libri religiosi in giro, li tartasso…

Ma non serve a niente! Lo dice Gesù, Giovanni capitolo 6: 

“Nessuno può venire a Me se non è chiamato dal Padre mio, se non è attratto dal Padre mio”

Non sono i nostri sforzi, sono le nostre preghiere, questo sì, ma le mie preghiere siano silenziose, riservate, non mi devo mettere a gridare. Pensate a Santa Monica e a Sant’Agostino: è l’esempio che converte, ma non le polemiche. Questo vale in famiglia, sul posto di lavoro, vale con qualunque persona. Fuggite la polemica come la peste, non serve a niente! Inquina, inquieta e fa perdere il tempo per niente. È un dato di fatto:

“Io non sono venuto a portare la pace ma la divisione”

La sperimenterai nella tua famiglia questa cosa. Non ti devi spaventare, fa parte di tutto il sistema, purtroppo dal peccato originale è così. Lo dobbiamo accettare, perché Gesù crea problemi a coloro che non lo vogliono e chi non lo vuole, non lo vuole. E forse oggi più che mai, non vado oltre, tutti sappiamo esattamente a quali questioni — e dico il plurale apposta, perché è vero, non è una sola, sono più questioni — posso fare riferimento. Non serve che le nomino perché sono talmente dentro la carne di ciascuno di noi, le patiamo talmente tanto, sono talmente evidenti e frequenti, ogni giorno noi abbiamo a che fare con le ragioni secondarie di questa divisione, la ragione primaria è Gesù, la ragione secondaria è tutto il resto. Da quando noi ci svegliamo a quando noi andiamo a letto, spesse volte sperimentiamo questa lotta. È un martirio bianco terribile. 

Uno che cosa vorrebbe nella sua vita? Che cosa desidera?

Lavorare è già pesante, poi torna a casa la sera e cosa vorrebbe? Un cristiano vorrebbe poter condividere la propria fede, poter dire una preghiera insieme, condividere gli stessi valori, vorrebbe riposare un po’ in un ambiente che ama Dio, invece spesse volte succede che torna a casa la sera e lì inizia la guerra peggiore di tutto quello che ha vissuto tutto il giorno. 

Credo che come Sacerdote non farei il vostro bene dicendovi: “No, ma questa divisione non è reale. Ma Gesù non faceva riferimento a questo”.

Perché se no, una guarda la sua vita e dice: “Ma come, io cosa sto vivendo? Allora sono io sbagliato? Se Gesù non voleva dire quello che ha detto, e se queste parole non vanno lette per quelle che sono, allora sono io quello sbagliato. Questa divisione è per colpa mia”.

Invece no. Non è così. La fatica non è riconoscere la realtà, perché se no diventiamo schizofrenici, la fatica è portarla. Impariamo a chiamare le cose col loro nome anche quando è duro e difficile, è già il primo passo fondamentale per uscire da qualunque patologia psicologica e per certi versi psichiatrica. Riconosciamo i dati di realtà, questo è il primo punto fondamentale. Gli alberi non camminano, questo è un dato reale. Se sei discepolo di Gesù incontrerai divisioni, questo è un dato di realtà, è sicuro che è così. Quando succederà, e succederà, e tutte le volte che succederà, tu sappi che il problema non sei tu in quanto persona, che non hai nessuna colpa, che non sei sbagliato, che non devi chiedere perdono di niente, perché non si può chiedere perdono della propria fede, del proprio essere al mondo. In te non c’è niente di sbagliato, non stai facendo niente di male, non c’è nessun peccato, non c’è qualcosa da correggere perché non puoi correggere Dio, ma devi imparare a portarlo. 

Chiarito questo, allora bisogna chiarire che il problema sarà la fatica di portare questa croce. Questo bisogna imparare. E quindi, anche il quarto Comandamento, Gesù non lo nega: 

“Onora tuo Padre e tua madre

Certo, ci mancherebbe, ma se il padre e la madre non onorano Dio, e quindi tradiscono il primo comandamento — il volergli bene, il portargli rispetto, sempre e assolutamente ovunque e comunque — ma la divisione ci sarà, e questa divisione non è segno di uno che tradisce il quarto Comandamento, assolutamente, ma è il segno del fatto che loro non hanno accettato il primo. Non sei tu che sei sbagliato, non sei tu che devi fare qualcosa in più, il problema è Dio. 

Ecco perché loro non riescono a vivere l’unità. L’unità, che non è uniformità, è possibile solo se Dio è in mezzo a noi, altrimenti regna la divisione. Questa divisione di cui parla Gesù, non è Lui che la genera.

“Io sono venuto a portare la divisione”

Vuol dire: “Se tu non mi accetti, Me in quanto Dio e tuo Creatore, tu ti stai dividendo da Me che sono tuo Padre”

Questa divisione che Gesù dice che è venuto a portare, è perché Gesù è venuto ad incontrare ogni cuore, e ogni cuore deve decidersi. Chi non lo accetta si esclude, si divide. E io non posso farci niente, noi non possiamo obbligare nessuno a scegliere Dio. Purtroppo, oggi più che mai, non è un caso se in ogni stanza di una casa c’è una televisione. Guardate la vostra casa. Molte, grazie al cielo, hanno rinunciato, ma guardate la vostra casa, c’è una televisione quasi in ogni camera. Se non in ogni camera, intesa come camera da letto, c’è una televisione in sala c’è una televisione, in cucina c’è una televisione. Perché? 

Perché è meglio che parli lei e non noi, perché noi purtroppo in certe situazioni non abbiamo più niente da dire, c’è un silenzio assordante. Di cosa vuoi parlare se non si condivide la stessa fede? Di cosa parliamo? Di cani, di gatti, di fiori, di frutta e verdurine, lo fai una volta, due, tre ma un anno è lungo, le vacanze sono lunghe. Sarà un po’ difficile spiegare a mio marito e a mia moglie o a mio padre e mia madre che voglio andare a fare l’Adorazione Eucaristica notturna. Come glielo fai a spiegare se questo non crede? Che io mi vado a confessare con frequenza, che io esco per andare in Chiesa, che io devo pregare, che io oggi faccio penitenza perché è venerdì, faccio il digiuno del venerdì, ma come glielo fai a spiegare? Che io non faccio quella scelta perché la mia fede me lo impedisce, come fai a spiegarglielo se non ci crede?

È qui la divisione di cui parla Gesù, si instaura proprio qui.

Ma la divisione è solamente tra chi crede e chi non crede?

No, purtroppo no, la divisione è anche all’interno di coloro che dicono di credere. E questo è ancora peggio, perché tra coloro che dicono di credere ci sono i veri credenti e i falsi credenti, coloro che veramente credono e coloro che fanno finta di credere, ma non credono in niente se non in se stessi, quindi noi scopriamo la divisione al lavoro, a scuola, all’università, a casa e magari anche in Chiesa, in parrocchia, in oratorio. 

In ogni posto dove c’è un uomo, ci sarà chi accetta e chi non accetta. Voi scoprirete che ci sono persone che non avete mai visto nella vostra vita che basta un incontro e sembra che vi conosciate da una vita. Perché? Perché condividete la stessa fede. 

Ci sono persone che conoscete da una vita con le quali non riuscite proprio ad andare d’accordo. Perché? Perché non c’è la stessa fede. Non si condivide Gesù, e quindi tutto l’impianto della persona è diverso, il sentire, l’amare, il pensare, è tutto diverso.

Mi raccomando non misconoscete la divisione, perché è reale, e da questo riconoscimento della divisione e dall’imparare a portare la fatica della divisione verrà la pace. 

Ecco, il testo di oggi, queste parole di Gesù ci danno pace: non ho colpa, non ho fatto niente di male a nessuno, anche se mi vogliono far credere che ho tutte le colpe del mondo e che sono cattivo, che faccio del male alle persone, fa niente, lo si sa che il tema non è quello, è ovvio che non è quello. Padre Pio che colpe aveva verso tutti? Nessuna, non ha fatto niente di male a nessuno, ma la sua aderenza a Gesù era talmente forte che tutti quelli che non amavano il Signore veramente, non riuscivano a starci vicino. Tutto il male fatto a Padre Pio, non è stato fatto a Padre Pio quanto a Padre Pio, ma a Padre Pio quanto Discepolo, testimone di Gesù. È contro Gesù che l’uomo si scaglia e noi dobbiamo essere onorati, perché è una forma di martirio, perché stiamo condividendo la Croce di Gesù.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

 

VANGELO (Lc 12, 49-53)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

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