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Il Sacerdote non si appartiene, di Mons. Fulton Sheen: 5° parte

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 5 giugno 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Il Sacerdote non si appartiene, di Mons. Fulton Sheen: 5° parte

Eccoci giunti a sabato 5 giugno 2021. Oggi ricordiamo San Bonifacio Vescovo e Martire e ricordiamo anche il primo sabato del mese di giugno. Facciamo memoria del Cuore Immacolato di Maria, a noi tanto caro, con la pratica dei primi 5 sabati del mese o dei primi 9, dipende se vogliamo seguire quello che disse Gesù a Suor Maria Magdolna, oppure quello che disse la Madonna a Fatima, ma come vi ho già spiegato uno è il completamento dell’altro. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XII, versetti 38-44 di San Marco.

Impariamo a non dare a Dio il nostro superfluo perché non piace a nessuno, vivere, ricevere il superfluo di un altro.

 

Stiamo vedendo il libro di Mons. Fulton Sheen “Il Sacerdote non si appartiene”, siamo arrivati alla 15° ragione per cui fare l’Ora Santa di Adorazione, l’abbiamo già guardata ampiamente questa 15° ragione e siamo arrivati qui:

“Non siamo i migliori, altrimenti la potenza del Vangelo sarebbe in noi, anziché nello Spirito. Ma dove mai si può meglio imparare questa verità se non alla presenza del Mistero”

Questa è una cosa importante, il Sacerdote, colui che adora il Signore, non è migliore di un altro che non lo fa. Potrebbe esserlo, ma non è detto che lo sia. E non è detto che lo sia in funzione del fatto che lo fa, non è un’equivalenza. Perché?

Perché se no, come dice giustamente il Vescovo:

“La potenza del Vangelo sarebbe in noi, anziché nello Spirito.”

 Certo, ci vuole una vita che sia aderente al Vangelo, una vita che confermi ciò che le labbra dicono, ma la nostra vita non è la potenza del Vangelo, la potenza del Vangelo non risiede nella nostra credibilità, che è importante, necessaria, ma non è la potenza del Vangelo. Alle volte la nostra imperfezione, i pasticci che facciamo, servono proprio a dire: “Se il Vangelo va avanti è per opera di Dio, non per opera mia”

Lui dice: “Tutto questo dov’è che lo si impara se non alla presenza del Mistero?” Prosegue:

“che sembra pane e invece è l’Emmanuele; così piccolo da poter essere spezzato con le nostre mani, ma così pieno di potenza che nel rompersi rinnova la Passione e la Morte del Cristo?”

Certo, è lì che vediamo quanto questo mistero si realizza.

 “Il Sacerdote che si fa più piccolo fa più grande il Cristo. Quando, nella nostra vita, l’Eucaristia non è più che un lontano fondale, è come se avessimo dietro di noi il sole basso sull’orizzonte. La nostra ombra si proietta in avanti e più il sole scende, più lunga diventa. Se il Signore è lontano da noi e quasi non lo scorgiamo, il nostro «io» sembra divenire imponente, proprio come la nostra ombra. Cosicché, le nostre opinioni e le nostre opere assumono un aspetto di grande consistenza, ma è un’illusione. Se, al contrario, iniziamo la nostra giornata davanti all’Eucaristia, davanti al nostro Sole nascente, l’ombra del nostro «io» cessa di nascondere il nostro vero volto e quando il Sole di Giustizia raggiunge lo zenit, non vi sarà «io» che possa sopravviverGli. Allora, alle anime di cui abbiamo la cura accadrà come agli Apostoli alla Trasfigurazione: «…non videro più nessuno all’infuori di Gesù, che era solo con loro» (Mc 9, 7).”

Abbiamo bisogno che il nostro io si asciughi, si ridimensioni, e questo può avvenire solamente davanti a Gesù Eucarestia, è solo lì che c’è questo Sole che asciuga, che ridà i colori giusti al momento giusto, ed è per questo che è importante iniziare la giornata con l’Eucarestia, ma non solo con l’Eucarestia nel senso della celebrazione della Santa Messa, che è importantissimo, essenziale, ma dell’Eucarestia, anche adorata, amata, standoci davanti.

“Unica esigenza è la fede, e come ricompensa le gioie del­ l’intimità che Dio riserva a chi coltiva la sua amicizia, ma bisogna rimanere spiritualmente in compagnia del Cristo, come Egli stesso ingiunse nella notte sacra e solenne dell’Ultima Cena nel momento in cui decise di darci l’Eucaristia:”

Dobbiamo credere concretamente e se crediamo cresciamo nell’amicizia con Dio e quindi il Signore ci comunica le sue gioie, e dobbiamo rimanere in compagnia di Gesù. 

“Rimanete in me e io in voi. (Gv 15, 4). Egli ci vuole là, dove Egli abita: perché siate anche voi dove sono io (Gv 14, 3).

Fino a che punto ci priviamo delle gioie del Sacerdozio quando i nostri incontri con il Signore sono limitati alle «udienze pubbliche», alla Messa, ai Vespri, alla Via Crucis, alle occasioni in cui «ci tocca» essere presenti! Il Signore vuole «udienze private». Vuole un’udienza prolungata, un’udienza di un’ora. Giovanni e Andrea si fermarono con Lui un giorno intero!”

Abbiamo visto questo capitolo sull’Ora di Adorazione, sull’ora da passare davanti a Gesù, ogni giorno, e domani vedremo come fare l’Adorazione. Monsignor Fulton Sheen ci spiegherà bene come si fa l’Adorazione, è bravissimo nel dircelo, vedrete come capiremo tutti molto bene, e poi lo potremo praticare, perché nella misura in cui noi lo capiamo, poi lo facciamo, come vi dico sempre: c’è tanta gente innamorata di Dio a questo mondo, c’è tanta gente che lo ama davvero, tanta. 

 

Tema di oggi: Cuore abbandonato.

Fioretto: lasciate cadere con naturalezza e bel garbo, una parola nel cuore di coloro che oggi avvicinate per rimediare i peccati di coloro che hanno abbandonato la via del bene e dell’amore divino.

Ossequio: in una breve visita al Santissimo Sacramento, dinanzi all’immagine del Cuore Eucaristico di Gesù, esaminate i come avete vissuto il Battesimo o la vostra Consacrazione.

Pochissime parole ma c’è tutto.

Giaculatoria: Cuore Eucaristico di gioia immensa donaci l’estasi della tua mensa. 

E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga 

SAN BONIFACIO VESCOVO E MARTIRE – memoria

VANGELO (Mc 12,38-44)
Questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

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