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Il dono della Domenica della Divina Misericordia

GesuMisericordioso3

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia del 2 aprile 2016, Primo Sabato del mese e vigilia della Festa della Divina Misericordia. Le letture sono quelle della domenica (S. Messa prefestiva).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

NOVITA’: I file audio delle omelie da oggi sono più piccoli e possono essere facilmente condivisi con WhatsApp!

Approfondimenti

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Visita lo speciale del nostro sito sulle rivelazioni di Gesù a S. Faustina Kowalska, circa il culto alla Divina Misericordia.[/vc_cta]

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Il dono della Domenica della Divina Misericordia

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Celebriamo questa sera la Festa della Divina Misericordia di Gesù, esattamente come Gesù ha chiesto a Santa Faustina Kowalska, una richiesta fatta proprio in persona dal Signore, che la Chiesa ha recepito e ha istituito esattamente nella data richiesta da Gesù.

Allora questa sera volevo leggere con voi alcuni passi del Diario di Santa Faustina Kowalska, che parlano proprio di questa Festa e di quello che Gesù chiede.

Gesù dice così: «Figlia mia, parla a tutto il mondo della Mia inconcepibile Misericordia! Desidero che la Festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori».

Ci fermiamo subito, perché dobbiamo dire una cosa: questa Festa ha senso se esistono i peccati, se no è una presa in giro, perché oggi è sparita proprio la terminologia del peccato. Oggi la parola “peccato” è sostituita dalla parola “debolezze”, ma le debolezze non sono peccati!

Io posso avere una debolezza fisica, posso avere una debolezza di salute, posso avere una fragilità psicologica, ma le debolezze non sono peccato. Le mie debolezze non sono mai state considerate un peccato dalla Chiesa, da Gesù.

Cos’è il peccato?

Il peccato è un’offesa fatta a Dio, una disobbedienza alla Legge di Dio, è una scelta consapevole di una persona che dice “no” a Dio, questo è il peccato.

I peccati esistono ancora, anche se noi abbiamo progressivamente fatto sparire la parola “peccato”, come se dire “peccato” fosse dire chissà quale astrusità.

Noi facciamo i peccati, sapete, e ne facciamo anche tanti!

Il fatto che non ci andiamo a confessare non vuole dire che noi non facciamo nessun peccato, ma vuol dire che noi facciamo i peccati e non ci confessiamo, vuol dire che la nostra coscienza è talmente superficiale che non si rende neanche più conto dei “no” detti a Dio.

Gesù dice: “per i poveri peccatori” …

Il peccatore è povero perché ha perso Dio, perché sente interiormente il rimorso di avere offeso Dio. È una povertà questa cosa!

Non avere Dio nella vita è una povertà terribile, la povertà più grave del mondo; non esiste povero più povero dell’uomo che non è in grazia di Dio, questi sono i veri poveri!

Il vero povero è un uomo senza Dio, è un uomo che ha perso Dio, è un uomo che ha tradito e rinnegato Dio, è un uomo che non vive in grazia di Dio!

Questi sono i veri poveri!

Così li chiama Gesù: “i poveri peccatori”.

Dice Gesù: «In quel giorno (questa è la Messa prefestiva, cioè domani), sono aperte le viscere della Mia Misericordia. Riverserò un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia»

Sono promesse delle grazie incredibili, certo se noi ne abbiamo bisogno, perché, di nuovo, se io non faccio peccati, se io basto a me stesso, non ho bisogno della grazia di Dio.

Se a me, della grazia di Dio, non interessa niente, cosa mi interessa che siano aperte le viscere della Sua Misericordia?

Allora vediamo qual è la sorgente della Divina Misericordia, ce lo dice Gesù.

Dov’è che noi troviamo la Misericordia?

Il Papa parla, in questo anno della Misericordia, della Misericordia di Dio, bene, ma noi la Misericordia di Dio dove la troviamo?

Ce lo dice Gesù stesso: «L’anima che si accosta alla Confessione e alla Santa Comunione riceve (in quel giorno) il perdono totale delle colpe e delle pene».

E qui si apre un mondo… perché se tu oggi vai dal cristiano medio, che va a Messa alla domenica, e gli dici: «Che differenza c’è tra colpe e pene? Perché Gesù dice che perdona tutte le colpe e tutte le pene?»

Questo ti guarda con l’occhio da triglia lessa, cade in un attacco di panico furioso e comincia ad arrampicarsi sui vetri come i gatti, perché gli viene dentro una sincope e dice: «Come le colpe e le pene? Non è la stessa cosa?»

No! Siccome noi abbiamo dimenticato, abbiamo rimosso il peccato, noi non sappiamo più cosa vuol dire qui Gesù, cioè Gesù fa un regalo immenso, del quale noi ignoriamo assolutamente la natura. Noi non capiamo perché è così importante la Festa della Divina Misericordia, noi non sappiamo perché Gesù si è così tanto disturbato a fare questo dono, siccome non sappiamo le caratteristiche del peccato.

Cosa vuol dire che Gesù dice: “la remissione totale delle colpe e delle pene”?

Chiedetelo a voi stessi: «Io so la differenza fra colpe e pene?»

Questo dice la nostra ignoranza gravissima e colpevole nelle cose di Dio, perché noi sappiamo tutto di tutti, ma delle cose di Dio non sappiamo niente.

Ogni peccato è costituito da due caratteristiche: la colpa e la pena.

Quando tu ti vai a confessare, cosa ti viene rimesso col perdono del confessionale?

Ti viene rimessa solo la colpa, ma la pena rimane. Il peccato che tu hai fatto viene perdonato, ma quel peccato lì comporta una pena e quella pena tu la devi purgare.

Per questo esiste il Purgatorio e la sofferenza qui, perché ad ogni peccato commesso perdonato, io avrò una pena da dover scontare.

Ecco perché Gesù dice che ci sarà il perdono delle colpe e delle pene, questo è un dono immenso, perché vuol dire che tutto il tuo male, non solo viene perdonato, ma viene anche tolto il debito che tu devi pagare verso Dio, perché il male comporta un debito verso Dio e verso il mondo.

Il Signore promette questa grazia e questa grazia si chiama indulgenza plenaria, è una cosa importante. Per chi ha a cuore la propria vita eterna, questa cosa è una cosa importante.

Continua Gesù: «In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. Nessun’anima abbia paura di accostarsi a me, anche se i suoi peccati fossero come scarlatto (è un rosso forte, un rosso fuoco)».

Gesù dice: «Andate a confessarvi!»

Ecco perché stanotte faremo l’adorazione eucaristica notturna per tutta la notte, ecco perché da stasera ci sarà la possibilità di confessarsi sempre, durante tutta la notte, per questo!

Per dire: «Gesù, noi, come Preti, ci mettiamo a disposizione assoluta, perché la tua Misericordia possa essere data a tutti, perché nessuno possa dire: “Io non sapevo, io non potevo…”, perché di notte non lavora nessuno, o quasi».

Quindi, possiamo andare ad adorare l’Eucarestia e a chiedere perdono a Dio dei peccati, ma un perdono vero però, che io sia veramente pentito dei miei peccati!

Non facciamo più quelle confessioni brutte, come diceva Santa Teresa di Gesù, dove andiamo lì a dire quelle quattro cose senza nessun pentimento e con l’idea magari di peccare tra due giorni!

O mi confesso bene, con il proposito interiore di impegnarmi, di metterci anima e corpo per non peccare più e con un vero pentimento, se no è inutile, è una presa in giro.

«La mia Misericordia è talmente grande che nessuna mente né umana né angelica riuscirà a sviscerarla, pur impegnandovisi per tutta l’eternità».

Una Misericordia immensa…

Scomponete la parola “Misericordia”, e già trovate dentro un programma di vita: miseri-cor-dia, Dio dà il cuore ai miseri, ecco la Misericordia!

Questo non lo ha detto Gesù, ve lo dico io. Se voi scomponete la parola, voi avete già dentro lì tutto il messaggio della Misericordia.

A coloro che sono veramente miseri, a quelli che veramente si sentono peccatori, il Signore dà il cuore, gli dà un cuore nuovo, un cuore di carne, un cuore vero, un cuore umano, un cuore tutto di Dio.

«Tutto quello che esiste è uscito dalle viscere della Mia Misericordia. Ogni anima nei Miei confronti rifletterà per tutta l’eternità sul Mio Amore e sulla Mia Misericordia»

Quando noi moriremo, in Cielo, se ci arriveremo, avremo l’eternità intera per pensare, riflettere e contemplare sulla Misericordia di Dio, che è infinita.

«La Festa della Misericordia (quella di domani) è uscita dalle mie viscere. Desidero che venga celebrata solennemente la prima domenica dopo Pasqua. L’umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà alla sorgente della Mia Misericordia».

Allora capite che è una cosa seria, è una cosa importante, è un’occasione unica che noi abbiamo, un’occasione da non sprecare, perché poi un giorno cosa diremo a Gesù: «Non c’ero, non sapevo, non potevo»?

In altre pagine il Signore dice che ciò che Lo fa maggiormente soffrire, ciò che Lo amareggia, ciò che maggiormente distanzia l’anima da Lui è l’indifferenza, è l’ingratitudine, è la freddezza di molte anime, cioè Lui dice: «A loro non interessa niente, Io sono qui a parlare della Misericordia e a loro non interessa niente, è come se parlassi al vento, entra da una parte e esce da quell’altra. Gli uomini non hanno a cuore di corrispondere, di rispettare la Mia Misericordia, non gli interessa, non ne fanno uso, si girano dall’altra parte, la guardano distratti, non è una cosa che prende dentro, non è una cosa che fa dire: “Grazie Gesù!”, no, no, pensano: “Se c’è c’è, se non c’è, pazienza…”»

Infatti, basta vedere, tra le tante, l’abitudine pessima che abbiamo di arrivare in ritardo alla domenica, all’unica Messa a cui andiamo alla settimana, perché poi per il resto del tempo, per l’amor del Signore, impegnati come noi non c’è nessuno!

Gesù lo dice a Suor Faustina: «Gli uomini hanno tempo per tutto e per tutti, tranne che per me!»

Noi siamo tutti super impegnati, più impegnati di noi non c’è nessuno!

È un’ora scarsa alla domenica per la Messa nel giorno del Signore e, incredibile a credersi, in quell’ora lì, di quell’unico giorno lì, noi riusciamo ad arrivare in ritardo!

È incredibile!

Come fai anche il giorno della domenica ad arrivare in ritardo alla Messa?

«Ho incontrato traffico…»

Ma cos’hai incontrato i leoni, le zebre per la strada? Cosa vuol dire “ho avuto questo e ho avuto quello”, vai ad un altro orario!

È l’unica ora che dai a Dio alla settimana, ma dagliela bene sta ora!

Poi, appena il Sacerdote finisce la Messa e dice: «la Messa è finita! Andate in pace», tu vedi i fedeli vaporizzarsi in chiesa.

Rimani confuso, perché appena dici: «la Messa è finita! Andate in pace» tutti vanno via…

Se ci fossero i muri che cadono per farli uscire, sarebbe meglio.

C’è una gran fretta di andare via, ma allora non venirci proprio! Nessuno ti viene a picchiare, stai a casa tua!

Se è così un peso andare alla Messa, che arrivi in ritardo e vai via appena finisce, non ci andare!

Tu pensi che il Signore ha bisogno del tuo cartellino timbrato?

Ma no, Gesù va oltre, peggio per te!

Tu non vuoi godere di questa grazia?

Peggio per te!

È un problema tuo, non un problema di Dio, ma se lo fai, lo fai bene!

Questo solo per dirvi un esempio di come noi sfiguriamo le cose di Dio.

Sarebbe bello che in questa domenica della Divina Misericordia non solo noi riceviamo la grazia da Dio, ma anche noi facciamo una grazia a Dio, che è quella di prendere la nostra vita e cambiarla, di farla diventare una vita cristiana vera, seria e coerente.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

II DOMENICA DI PASQUA o della Divina Misericordia (ANNO C)

Prima lettura

At 5,12-16
Venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne.

Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava.
Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro.
Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.

Salmo responsoriale

Sal 117

Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.

Seconda lettura

Ap 1,9-11.12-13.17-19
Ero morto, ma ora vivo per sempre.

Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.
Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese».
Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».

Canto al Vangelo

Gv 20,29

Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia.

Vangelo

Gv 20,19-31
Otto giorni dopo venne Gesù.

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

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