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La S. Confessione: uno dei Troni della Divina Misericordia

Gesù nel confessionale

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia del 1 aprile 2016, Primo Venerdì del mese, che cade nella novena in preparazione alla Festa della Divina Misericordia.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

NOVITA’: I file audio delle omelie da oggi sono più piccoli e possono essere facilmente condivisi con WhatsApp!

Approfondimenti

Miserentissimus Redemptor

Lettera Enciclica del Sommo Pontefice Pio XI sull'atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù

Scarica il pdf con il testo completo dell’enciclica, che contiene anche il testo dell’ammenda d’onore.

Testo dell'ammenda d'onore:

Atto di riparazione al Sacratissimo Cuore di Gesù

(Scritto da Pio XI, enciclica Miserentissimum Redemptor, 8 maggio 1928)

Si concede l’indulgenza parziale al fedele che recita piamente il predetto atto di riparazione. L’indulgenza sarà plenaria se il medesimo atto si recita pubblicamente nella festa del Sacro Cuore di Gesù.

 

Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblio, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi prostrati dinanzi ai tuoi altari intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini l’amantissimo tuo Cuore.

Ricordando però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità e provandone vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la tua misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che errando lontano dalla via della salute, o ricusano di seguire Te come pastore e guida ostinandosi nella loro infedeltà, o calpestando le promesse del Battesimo hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.

E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro Te e i tuoi Santi, gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi ond’è profanato lo stesso Sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Te fondata.

Oh! Potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto, come riparazione dell’onore divino conculcato, noi Ti presentiamo — accompagnandola con le espiazioni della Vergine Tua Madre, di tutti i Santi e delle anime pie — quella soddisfazione che Tu stesso un giorno offristi sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovi sugli altari: promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sarà in noi e con l’aiuto della tua grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e l’indifferenza verso sì grande amore con la fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza perfetta della legge evangelica specialmente della carità, e d’impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di Te, e di attrarre quanti più potremo al tuo sèguito. Accogli, Te ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata Vergine Maria Riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservaci fedelissimi nella tua ubbidienza e nel tuo servizio fino alla morte col gran dono della perseveranza, mercé il quale possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove Tu col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

S. Faustina Kowalska e la Divina Misericordia

Visita lo speciale del nostro sito sulle rivelazioni di Gesù a S. Faustina Kowalska, circa il culto alla Divina Misericordia.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La S. Confessione: uno dei Troni della Divina Misericordia

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Oggi è il primo venerdì del mese e, oltre a questo, mancano due giorni alla Festa della Divina Misericordia, una densità grande di rimandi.

Innanzitutto, per quanto riguarda il primo venerdì del mese, vorrei consigliarvi quest’oggi (è anche un modo di prepararsi alla Divina Misericordia) di andare a casa e di cercare su internet una preghiera molto bella, che è stata richiesta da Gesù stesso nella terza rivelazione che Lui fece a Santa Margherita Maria Alacoque, nella quale il Signore chiese di fare questo, in modo particolare il giorno del Sacratissimo Cuore di Gesù (ma è bene farlo ogni primo venerdì del mese, visto che è a Lui dedicato), cioè di recitare l’Ammenda d’Onore, in riparazione a tutti gli oltraggi e i sacrilegi contro la Santissima Eucarestia.

Noi questa Ammenda d’Onore la troviamo nell’Enciclica, scritta l’8 maggio del 1928 da Papa Pio XI, intitolata “Miserentissimus Redemptor”.

In questa Enciclica è contenuta questa bellissima preghiera, che si chiama “Ammendad’Onore”, ed è una preghiera che è bene che impariamo a recitare ogni primo venerdì, perché è un grande atto di riparazione e c’è bisogno di riparare.

Questa mattina volevo leggere con voi alcune righe del Diario di Santa Faustina Kowalska, in preparazione alla grande Festa della Divina Misericordia.

Il primo brano riguarda l’immagine, che tutti abbiamo in mente, di Gesù che indica con la mano sinistra il Suo petto, dal quale escono due raggi, uno rosso e uno bianco.

Uno si può chiedere: «Che cosa sono questi raggi?», ed è Gesù stesso che lo spiega.

Gesù dice: «I due raggi rappresentano il sangue e l’acqua. Il raggio pallido rappresenta l’acqua che giustifica le anime (abbiamo bisogno di essere giustificati!), il raggio rosso rappresenta il sangue, che è la vita delle anime (chi non ha bisogno del Sangue di Cristo, è morto, chi non sente questo bisogno, è morto; senza il Sangue di Cristo il nostro sangue diventa petrolio). Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della Mia Misericordia quando sulla croce il mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia. Tali raggi riparano le anime dallo sdegno del Padre Mio. Beato colui che vivrà alla loro ombra, poiché non lo colpirà la giusta mano di Dio! Desidero che la prima domenica dopo la Pasqua sia la Festa della Mia Misericordia».

C’è uno sdegno in Dio, è inutile che continuiamo a dire tante frottole su Dio.

Dio non è un figlio dei fiori, che sta lì un po’ rintontito a guardare chissà cosa e chissà chi!

C’è uno sdegno dentro al Padre, ma non perché il Padre è cattivo, ma perché noi non siamo secondo il Suo progetto, non siamo obbedienti alla Sua Volontà.

È per questo che c’è bisogno della Misericordia di Gesù, perché diventa un aiuto a distogliere, a placare, a calmare, a chiedere misericordia appunto, pietà per noi.

I nostri peccati hanno un peso grave davanti a Dio!

Gesù continua: «L’umanità non avrà pace finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia. Quanto mi ferisce la diffidenza di un’anima! Anche i demoni ammirano la Mia Giustizia, ma non credono nella Mia Bontà».

Allora uno può dire: «Cosa vuol dire credere nella Bontà di Dio? Vuol dire che va tutto bene? Vuol dire che il peccato non esiste più? Vuol dire che non mi devo confessare? Cosa vuol dire “la Bontà di Dio”?»

Ce la spiega Gesù “la Bontà di Dio”: «Figlia mia, quando ti accosti alla Santa Confessione (ecco la Bontà di Dio, la Bontà di Dio è il perdono, non è che Dio dice: «Va tutto bene», questa è la Bontà di Dio!), a questa sorgente della Mia Misericordia, scendono sempre sulla tua anima il Mio Sangue e la Mia Acqua, che uscirono dal Mio Cuore e nobilitano la tua anima».

Capite che Sacramento incredibile, che è la Confessione?

E noi ci andiamo tanto poco…

«Ho paura di confessarmi…»

Ma ci rendiamo conto quanto siamo sciocchi?

Vuol dire non credere nella Bontà di Dio, vuol dire non prendere sul serio il dono di Dio, questo Sacramento incredibile, nato direttamente dal Cuore squarciato di Cristo!

E noi non ci andiamo perché abbiamo vergogna di dire quattro peccati…

«Ogni volta che vai alla Santa Confessione (Gesù la chiama così…noi quand’è che chiamiamo mai la Confessione “Santa”?) immergiti tutta nella Mia Misericordia con grande fiducia, in modo che Io possa versare sulla tua anima l’abbondanza delle Mie grazie. Quando vai alla Confessione sappi che Io stesso ti aspetto in confessionale e Mi copro soltanto dietro il Sacerdote, ma sono Io che opero nell’anima (incredibile questa cosa, incredibile!). Lì, la miseria dell’anima si incontra con il Dio della Misericordia. Dì alle anime che da questa sorgente della Misericordia possono attingere le grazie unicamente con il recipiente della fiducia. Se la loro fiducia sarà grande, la Mia generosità non avrà limiti. I superbi sono sempre nell’indigenza e nella miseria, perché la Mia grazia si allontana da loro e va verso le anime umili».

Vogliamo vivere bene questa Festa della Divina Misericordia?

Andiamoci a confessare!

Confessiamoci spesso!

Chiediamo perdono a Dio spesso!

Accostiamoci a questa grande opera del Cuore di Cristo, andiamo lì con fiducia, diciamoli bene i peccati, diciamoli tutti, non teniamo segreti, non andiamo lì con la paura, perché dietro a quel volto del Sacerdote, ci ha detto Gesù, c’è Lui, chiunque esso sia!

Allora Lui saprà sicuramente ispirare le parole giuste al momento giusto, e se anche dovessimo essere trattati male, ricordatelo sempre, usiamo quella sofferenza a sconto dei nostri peccati.

E non stiamo lì a dire: «Mi ha trattato male…adesso faccio le frigne e non mi vado più a confessare».

Su, tirati un po’ in piedi e sii un uomo! Fai vedere i nervi che hai dentro!

Se ti ha trattato male, pazienza!

Padre Pio diceva: «O piangiamo sulla terra o piangiamo in Cielo», allora è meglio piangere qui. Soffrirai un pochino, dirai: «Mi ha trattato male, vabbè faccio un po’ di Purgatorio qua, intanto però mi sono accostato al Cuore di Cristo, sono stato lavato, sono stato riempito del Suo Sangue e della Sua Acqua».

Che il Signore ci conceda questa grazia, di utilizzare oggi, adesso, il Trono della Sua Misericordia!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

Venerdì fra l’Ottava di Pasqua

Prima lettura

At 4,1-12
In nessun altro c’è salvezza.

In quei giorni, Pietro e Giovanni stavano parlando al popolo, [dopo la guarigione dello storpio,] quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducèi, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera. Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.
Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Càifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?».
Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».

Salmo responsoriale

Sal 117

La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.

Canto al Vangelo

Sal 117,24

Alleluia, alleluia.
Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo.
Alleluia.

Vangelo

Gv 21,1-14
Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

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