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D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 65

Falò sulla spiaggia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 65
Mercoledì 11 ottobre 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 11, 1-4)

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 11 ottobre 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dall’undicesimo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 1-4. 

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del testo di Bonhoeffer, Sequela.

Ci siamo lasciati ieri dandoci come impegno per oggi di rispondere a questa domanda, Bonhoeffer scrive:

In che consiste il περισσόν (perissòn), lo straordinario?

È l’esistenza di quelli che vengono detti beati, di quelli che sono nella sequela, è la luce che risplende, la città sul monte, è la via del rinnegamento di sé, dell’amore più completo, della più completa purezza e veracità, della più totale non-violenza; qui c’è l’amore indiviso per il nemico, l’amore per chi non ama nessuno e da nessuno è amato; l’amore per il nemico religioso, politico, personale. In tutto ciò è la via che ha trovato compimento nella croce di Gesù Cristo.

Capito che in cosa consiste il perissòn? Il perissòn, lo straordinario, è esattamente ciò che riassume tutte le beatitudini. Incredibile!

Tutte le beatitudini sono riassunte — l’abbiamo visto ieri, ha detto bene Bonhoeffer — da questo unico termine: il perissòn, lo straordinario, l’oltre, ciò che assume in sé il to autò, il naturale, quello che è proprio sia per i pagani che per i cristiani. 

Il to autò è il naturale. 

Il proprium cristiano, che invece è il perissòn — che è appunto questo straordinario, che è lo speciale, che è il non ovvio, che non è la norma, che è il di più, che è ciò che sopravanza, che è la migliore giustizia e tutte quelle cose che abbiamo visto ieri, ecco, tutto questo è ciò che riassume ed esprime le beatitudini. La Magna Carta del cristiano è tutta contenuta nel perissòn. E qui vi ho letto tutto quello che lui ha precisato.

Che cosa è il περισσόν (perissòn)?

Ecco prima ci ha detto in che cosa consiste, adesso che cos’è.

È l’amore di Gesù Cristo stesso…

Bellissimo!! Il perissòn è l’amore di Gesù Cristo. Quale? Perché uno potrebbe dire: “Ma è l’amore di Gesù Cristo che si esprime in…”

È l’amore di Gesù Cristo stesso, che affronta la croce nella passione e nell’obbedienza, è la croce.

È proprio il top! Il perissòn è il massimo possibile. Perché è proprio l’amore di Cristo nella passione e nell’obbedienza, è la croce; il perissòn, in una parola, è la croce.

Lo straordinario del cristianesimo è la croce, che consente al cristiano di essere al-di-là-del-mondo — quindi l’oltre di cui abbiamo già parlato ieri — e in tal modo gli dà la vittoria sul mondo.

Vedete l’oltre? Guardate che ha una circolarità logica che veramente è disarmante, è veramente bravissimo Bonhoeffer, veramente. Tutti i conti tornano perfettamente. 

La passio nell’amore del crocefisso: questo è lo “straordinario” nell’esistenza cristiana.

Quindi il perissòn dell’esistenza cristiana è la passio nell’amore del crocifisso.

Lo straordinario è senza dubbio l’elemento visibile, in base al quale viene glorificato il Padre celeste. Non può rimanere nascosto — non si può nascondere il perissòn la gente deve vederlo. La comunità dei seguaci di Gesù, la comunità della migliore giustizia, è una comunità visibile, uscita dagli ordinamenti del mondo; essa ha abbandonato tutto per guadagnare la croce di Cristo.

Dai, non ditemi che non viene voglia anche a voi di votarvi al perissòn, è talmente bello, talmente bella questa parola, questa categoria, questo concetto, questa espressione: il “perissòn”. 

Il perissòn proprio è l’elemento visibile, lo devono vedere tutti, non si può nascondere. Bonhoeffer dice appunto che la comunità dei seguaci di Gesù è una comunità visibile, che esce dal mondo, che ha abbandonato tutto per Gesù: bellissimo!

Che cosa fate voi di speciale?

Che cosa fate di straordinario? Questa è la domanda. Che cosa fate voi di perissòn? State attenti ora, scrive:

Lo straordinario — qui è lo scandalo maggiore — consiste in un fare dei seguaci. Esso deve esser fatto — come la migliore giustizia —, deve esser fatto in maniera visibile!

Lo straordinario consiste in un “fare”!! Ma attenti:

Non nel rigorismo etico, non nell’eccentricità di particolari forme di vita cristiane, ma nella semplicità dell’ubbidienza cristiana nei confronti della volontà di Gesù.

Questo è il fare, che risponde alla domanda: «Cosa fate voi di speciale?» Lo straordinario, il perissòn consiste in questo “fare”, nell’obbedienza nei confronti della volontà di Gesù.

Questo fare si confermerà come qualcosa di «speciale» nella misura in cui esso conduce alla passio Christi.

Certo! È lì che dobbiamo andare!

Questo fare è di per sé ininterrotto patire.

Mamma mia… «Questo fare è ininterrotto patire»; il discepolo di Gesù è uno che soffre sempre, soffre sempre… non possiamo dimenticare Padre Pio, ma tutti i santi: San Giovanni Bosco, Santa Teresa d’Avila, San Giovanni della Croce, Santa Teresa di Gesù Bambino, Edith Stein (Santa Teresa Benedetta della Croce). La scuola carmelitana offre dei santi meravigliosi che hanno sofferto in un modo incredibile.

In esso Cristo viene patito dal suo discepolo.

Bellissimo!! Dai, ma ditemi che non è bello: «In esso Cristo viene patito dal suo discepolo». Sto patendo Cristo. Quando noi soffriamo, noi non stiamo soffrendo perché ci hanno perseguitato, ci hanno calunniato, perché abbiamo un male…, io sto patendo, ma io sto patendo Cristo; bellissimo.

Se non è così, non è questo il fare che Gesù intende.

Il περισσόν (perissòn) è così l’adempimento della legge, l’osservanza dei comandamenti.

Allora tutto quadra; ecco in che senso siamo chiamati a osservare i comandamenti: nella logica del perissòn.

In Cristo crocefisso e nella sua comunità lo “straordinario” avviene.

Il perissòn avviene in Cristo crocifisso e nella sua comunità.

Qui si trovano i perfetti, che nell’amore indiviso sono perfetti come è perfetto il Padre celeste.

La nostra perfezione — capite — è nell’amore indiviso. E sta lì: nel fatto che il mio amore non è diviso per nessuno, con nessuno, è tutto di Gesù. È questo che mi rende perfetto. Non il fatto che io sono bravissimo, che io non ho difetti, che io non sbagli, che io non faccio i peccatucci, che io… no, no, è nell’amore indiviso. Poi, certo, crescerò in questo amore indiviso; poi ci saranno dei momenti in cui farò fatica, va bene, ma se sono incamminato sull’amore indiviso, io sono incamminato sulla perfezione, è questa la perfezione. I perfetti sono coloro che vivono nell’amore indiviso. Scrive:

Come è stato l’amore indiviso, perfetto del Padre, a darci il Figlio sulla croce, nello stesso modo il patire di questa comunità della croce è la perfezione di coloro che sono alla sequela di Gesù. I perfetti non sono altri che coloro che sono detti beati.

Bellissimo! Abbiamo finito anche questo paragrafo. Che dirvi?

Auguro a tutti di diventare dei perissòn viventi.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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