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Orazione vocale e mentale – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.71

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Orazione vocale e mentale – Cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.71
Mercoledì 10 gennaio 2024

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mc 1, 29-39)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui, si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”.
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 10 gennaio 2024. Oggi festeggiamo San Gregorio di Nissa, vescovo.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal primo capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 29-39. 

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al capitolo ventiduesimo che adesso iniziamo.

CAPITOLO 22

Si dichiara che cosa sia l’orazione mentale.

1 — Dovete sapere, figliuole mie, che la differenza tra l’orazione mentale e la vocale non consiste solo nel tener chiusa la bocca. Se pregando vocalmente sono veramente persuasa di parlare con Dio e attendo più a Lui che alle parole che pronuncio, la mia orazione vocale si unisce alla mentale. Se poi vi affermano che state parlando con Dio anche allora che recitando il Pater noster avete la mente nelle cose del mondo, non so più cosa dire. Dovendo parlargli con l’attenzione che un tal Signore si merita, è giusto che consideriate chi è Colui con cui parlate e chi siete voi: così almeno per poter parlare con convenienza… Difatti, come potreste dare a un re il titolo di maestà che si merita e osservare il cerimoniale prescritto per quando si parla con un grande, se non conoscete bene la sua condizione e la vostra? Gli atti di riverenza si devono proporzionare alla dignità e conformare alle regole di uso: tutte cose che bisogna sapere per non venir rimandati come persone grossolane, senza nulla combinare. Ma cos’è questo, Signor mio e mio Sovrano? Come si può sopportare? Voi siete Re, o mio Dio, Re eterno ed immenso, e di un regno non certo datovi ad imprestito Quando nel Credo si dice che il vostro regno non avrà fine, trasalisco di gioia. Sì, il vostro regno sarà eterno, e io vi lodo e benedico! E perché allora, o mio Dio, permettete che parlando con Voi si tenga per sufficiente farlo solo con le labbra?

2 — Cos’è questo o cristiani? Sapete voi cosa dite, quando affermate che la meditazione non è necessaria? Io credo di no, ed è per questo che ci volete tutti fuori di strada. No, non sapete né che voglia dire orazione mentale, né come fare la vocale, né che s’intenda per contemplazione: se lo sapeste, non vedrei come potreste condannare da una parte ciò che approvereste dall’altra.

Vediamo di commentare: la differenza tra l’orazione mentale e l’orazione vocale, non è solo che in una sto zitto e nell’altra parlo, non è solamente nell’aprire e chiudere la bocca. Quindi, S. Teresa dice: se, quando prego vocalmente, sono persuasa veramente di parlare con Dio, e attendo più a lui che alle parole, abbiamo l’unione tra l’orazione mentale e l’orazione vocale. Questo è molto importante. Quindi: «se pregando vocalmente, sono veramente persuaso di parlare con Dio e attendo più a Lui che alle parole che pronuncio», allora le due orazioni si uniscono.

Non possiamo dimenticare l’attenzione che noi dobbiamo a Dio, quindi, considerare chi è colui con cui si parla, e chi siamo noi. 

Diciamo che certi atteggiamenti, certi comportamenti, certi modi di fare, ad esempio in chiesa, non dicono assolutamente che noi siamo consapevoli di chi abbiamo davanti. Certi modi di partecipare alla Santa Messa, di celebrare la Santa Messa, non dicono che, in quel momento, abbiamo a che fare con Dio, assolutamente! Questo è evidente, lo si vede benissimo. E, ovviamente, lei dice: «Gli atti di riverenza si devono proporzionare alla dignità e conformare alle regole di uso», va bene. Certo, un conto è avere a che fare con l’imperatore, un conto è avere a che fare con un barone, un conto è avere a che fare con un inserviente; gli atti di riverenza sono diversi e devono essere proporzionati giustamente, dice Santa Teresa.

Stiamo attenti a ritenere la meditazione non necessaria. Nella nostra vita di fede, deve esserci la meditazione; è fondamentale riservare, lungo la giornata, un tempo di meditazione. 

Alle volte, sapete, ci sono persone anche ammalate, o persone che non riescono, non hanno la forza, non riescono ad avere il luogo e il tempo per fare la meditazione; perché, capite, se io mi trovo in un letto di ospedale con la flebo, eh insomma, è difficile dire: “Vado a prendere Le Confessioni di Sant’Agostino” o “Prendo la Bibbia e comincio a meditare”. Se ho appena fatto la chemioterapia o la dialisi, beh, insomma… la vedo un po’ dura; non è esattamente come uscire da una SPA. Beh, anche in quei casi, trasformiamo il nostro letto, la nostra malattia, la nostra chemioterapia, in “luogo di meditazione”. Quante meditazioni si possono fare attorno al tema della malattia e della sofferenza… Se non altro, la meditazione di che utilizzo abbiamo fatto noi della salute; se veramente abbiamo sfruttato tutto il tempo possibile che avevamo a disposizione, per esempio. 

Prosegue:

3 — Vi dirò sempre, sorelle, ogni qualvolta mi ricorderò, di unire l’orazione vocale alla mentale. — Quindi capite? “Persuasi di parlare con Dio e tenendo più a lui che alle parole che pronuncio”, ecco l’unione — Non temete di quanto vi possano obiettare. Credendo a simili preconcetti, conosco dove si va a finire, perché in questo ho sofferto assai. Non vorrei che alcuno vi gettasse nel turbamento. Nulla di più dannoso per l’anima che andare innanzi con paura, mentre utilissima le è la persuasione di camminare su buona strada. Infatti, se si dice a un pellegrino che ha sbagliato e che è fuori strada, lo si obbliga a girare da una parte e dall’altra e ad affaticarsi per trovare la via giusta: perde tempo e arriva tardi alla meta. Ora, chi potrebbe dire che fate male, quando al momento di cominciare le Ore o il rosario, vi domandate con chi state per parlare e chi siete voi che parlate, per meglio conoscere come diportarvi? Vi dico, sorelle, che se metteste ogni cura per ben comprendere questi due punti, prima di cominciare la preghiera vocale avreste già dedicato molto tempo alla preghiera mentale.

Importantissimo! Quindi, unire l’orazione mentale e l’orazione vocale è fondamentale, per Santa Teresa è fondamentale, vanno sempre insieme, devono andare sempre insieme. E, quindi — lei dice — quando arriva il momento di cominciare la recita dell’Ufficio o il Rosario (Ah! Santa Teresa diceva il Rosario?! Pensate! Interessante… Le due preghiere che lei cita: la Liturgia delle ore e il Rosario) chiedersi: con chi stai per parlare e chi sei tu che parli. Ce l’ha già detto prima: «persuasa di parlare con Dio e attendo più a Lui che alle parole», e chi sono io. Lei ci dice: se, prima di iniziare la preghiera vocale, mettete ogni cura per comprendere questi due punti: con chi state per parlare e chi siete voi che parlate, avete già dedicato molto tempo alla preghiera mentale, all’orazione mentale. Capito? Uno pensa che per fare l’orazione mentale chissà che cosa ci voglia; no: “Con chi sto per parlare, e chi sono io che parlo” basta. Lei dice che questo è già aver dedicato molto tempo alla preghiera mentale. Fermiamoci qui, ne abbiamo già abbastanza da meditare. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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