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Maria Mediatrice Universale, parte 3 ultima

Maria Mediatrice Universale

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di un ciclo di meditazioni sulla Beata Vergine Maria Mediatrice Universale di martedì 30 agosto 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 4, 31-37)

In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità.
Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».
Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Maria Mediatrice Universale, parte 3 ultima

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a martedì 30 agosto 2022.

Quest’oggi festeggiamo il Beato Ildefonso Schuster, Vescovo di Milano

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo quarto di san Luca, versetti 31-37.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione su Maria mediatrice universale. Oggi analizzeremo un estratto dai Quaderni della Beata Madre Speranza del 23 giugno 1943, capitolo 36.

Ore 9-10. Stamane vedo la Madonna. Pare seduta, sorridente con amore, e mestizia però. Ha il manto scuro che le scende dal capo, aperto sulla veste pure scura, sembra marrone. Alla vita ha una cintura scura. Sembrano tre toni di marrone. In testa, sotto al manto, deve avere un velo bianco perché ne intravedo un lieve filino.

Sul mezzo del petto raggia un’Ostia grandissima e bellissima. E – quello che costituisce il mirabile della visione – pare che attraverso le Specie (che qui paiono come un quarzo bellissimo: sono pane, ma paiono cristallo brillante) appaia un bellissimo bimbo. Il Bimbo-Dio fatto Carne.

La Madonna, che ha le braccia aperte per tenere aperto il manto, guarda me e poi china il volto e lo sguardo adoranti sull’Ostia che sfavilla nel suo petto. Nel suo petto, non sopra al petto. È come se, per dei mistici raggi X, io potessi vedere nel petto di Maria, o meglio, è come se dei raggi X facessero apparire al di fuori quello che è dentro a Maria. Quasi Questa fosse di un corpo senza opacità. Non so spiegare. Insomma io vedo questo e Gesù me lo spiega. La Vergine non parla. Sorride solo. Ma il suo sorriso è eloquente come mille parole e più ancora.

Come mi piacerebbe saper dipingere per fargliene copia e fargliela vedere. E soprattutto le vorrei fare vedere le diverse luminosità.

Sono tre: una, di una pacata soavità, costituita dal corpo di Maria, è l’involucro esterno e protettore della seconda, raggiante e viva luminosità costituita dalla grande Ostia. Una luce vittoriosa, direi, per usare parola umana, la quale fa da involucro interno al Gioiello divino che splende come fuoco liquido di una bellezza che non si descrive e che è, nella sua infinita bellezza, infinitamente dolce, ed è il piccolo Gesù che sorride con tutte le sue carni tenerelle e innocenti per la natura sua di Dio e per la età sua di infante. È uno splendore, questo terzo, sotto i veli degli altri due splendori, che non c’è paragone a descriverlo. Bisogna pensare al sole, alla luna, alle stelle, prendere le luci diverse di tutti gli astri, farne un unico vortice di luce che è oro fuso, diamante fuso, e questo dà una pallida similitudine di quanto vede il mio cuore in quest’ora beata. Cosa sarà il Paradiso avvolto da quella luce?

Ugualmente non c’è paragone atto a dire la dolcezza del sorriso di Maria. Regale, santo, casto, amoroso, mesto, invitante, confortevole… sono parole che dicono uno e dovrebbero dire mille per accostarsi a quello che è quel sorriso verginale, materno, celeste.

Qui abbiamo una descrizione molto precisa e dettagliata dell’immagine di Maria mediatrice universale che poi è stata dipinta e che voi potete vedere nel post su internet. C’è una descrizione fatta da Madre Speranza che veramente è un disegno e ci fa capire che la Vergine Maria chiede di essere invocata e contemplata con questo titolo, proprio come colei che porta non sul petto, ma dentro nel petto l’Eucarestia. Sia quella di Santa Veronica Giuliani, sia questa di Madre Speranza mi sembrano fonti autorevoli… 

E adesso vediamo l’articolo di Padre Mario Gialletti del quale io ho segnalato solo le parti che interessano il titolo con cui invocare la Vergine Maria, omettendo le parti sul crocefisso misericordioso che voi potete trovare autonomamente.

In nessun modo Madre Speranza mai ha inteso costituirsi prima depositaria del simbolismo dell’immagine dell’Amore Misericordioso e di Maria mediatrice; sappiamo infatti che alle prime suore della sua Congregazione regalava medaglie (con su una faccia il Cristo e sull’altra Maria Mediatrice) che erano diffuse in Spagna dal Padre Arintero e da Juana Lacasa.

Solo successivamente, nel tempo, Madre Speranza ha diffuso Immagini nuove fatte fare da lei sempre con lo stesso simbolismo: […] l’8 dicembre 1956 fu benedetta nella Chiesa del Carmine a Fermo una grande tela, eseguita dal pittore Elis Romagnoli, un quadro di metri 6×3, che riproduce Maria Mediatrice. Tutte due le immagini oggi si venerano al Santuario dell’Amore Misericordioso in Collevalenza.

[…] Il Padre Arintero (1860-1928), domenicano, diffuse con la parola e con gli scritti la devozione a Maria Mediatrice, considerando questo titolo mariano come la base del suo apostolato spirituale e mistico. Anche lui contribuì moltissimo alla diffusione di un’Immagine di Maria Mediatrice che è stata assunta per completo anche dalla stessa Madre Speranza: l’immagine di Maria Mediatrice che diffonde Madre Speranza è copia perfetta di quella già diffusa anche da Padre Arintero. Per lo spazio di vari anni anche la Madre collaborò con Padre Arintero nella diffusione della devozione all’Amore Misericordioso e a Maria Mediatrice.

[…] Madre Speranza ha fatto riprodurre questa immagine di Maria Mediatrice, nel Santuario di Collevalenza ci sono quattro scelte significative:

♦ La porticina del primo Tabernacolo del Santuario al Crocifisso portava scolpita l’immagine di Maria Mediatrice, con le braccia aperte, in atteggiamento di orante e con l’Eucaristia sul petto.

♦ Nella Basilica superiore, volle una cappella dedicata a Maria Mediatrice, e volle collocarci la grande tela del pittore Romagnoli. Il giorno 8 dicembre 1956, festa dell’Immacolata, nella Chiesa del Carmine in Fermo era sta inaugurata una grande tela, un quadro di metri 6×3, raffigurante Maria Mediatrice, eseguita dal medesimo pittore Elis Romagnoli. L’immagine era stata fatta eseguire e donata alla Congregazione da Don Luigi Leonardi, parroco di S. Matteo. 

♦ Una statua di Maria Mediatrice si trova nei pressi delle piscine; è in marmo di Carrara, del peso di 30 quintali; fu collocata sul posto il 2.12.1960

♦ Tutta la Cripta è poi dedicata a Maria Mediatrice

E adesso vediamo il simbolismo dell’immagine di Maria Mediatrice, per chi l’ha sotto gli occhi.

Uno sguardo attento coglie l’abbondanza dei simboli che in essa sono presenti e che trovano abbondanti riscontri nella Parola di Dio:

la colomba, la luce, la corona regale, l’azzurro del manto ed il rosso della sua veste, le braccia spalancate verso orizzonti infiniti, il giglio, l’ostia bianca racchiusa nella coppa formata dai petali del giglio, l’arcobaleno, le nubi, la luna, il serpente, il mondo.

Nel suo atteggiamento orante, Maria congiunge il cielo e la terra, è portatrice di luce nel mondo avvolto dalle tenebre. Sorge maestosa sul mondo e s’innalza verso il cielo, dimora dell’Onnipotente; pienamente radicata nella storia dell’umanità, nella “pienezza dei tempi” (Gal 4,4) accoglie nel suo grembo verginale il Verbo di Dio. “Dio ha tanto amato gli uomini da mandare nel mondo il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16-17). Nel mondo avvolto dalle nubi, simbolo dell’oscurità, del male e del peccato Dio vuole inviare il suo Figlio, la vera Luce (Gv 1,5); in Maria splende la Luce vera, quella luce che illumina ogni uomo (Gv 1,9-10).

La luce è simbolo della salvezza, che la Bibbia esprime attraverso le immagini della vittoria, del trionfo del diritto e della giustizia, della guarigione e dell’illuminazione che traspare dal volto di Dio. Le tenebre esprimono tutto ciò che non è salvezza: in esse si concentra il peccato dell’uomo (Sir 23,25-26); come la notte, esse sono il tempo del delitto; sono simbolo di angustia, di paura e del giudizio finale di Dio, il quale solo ha il potere di trasformare questa connotazione negativa delle tenebre in luce di salvezza. Non possiamo vivere interiormente senza la luce della grazia e la luce della gloria.

La potenza di Dio trionfa sulla morte e la donna che schiaccia la testa del serpente è l’immagine della nuova Eva che porta nel mondo il Salvatore. L’arcobaleno ricorda l’alleanza gratuita di Dio con il suo servo Noè; essa si estende a tutta la creazione, abbraccia l’intero universo ristabilendo l’ordine iniziale creato da Dio. “L’arcobaleno è segno dell’alleanza di Dio e pegno della sua misericordia, è perciò simbolo della divinità, anche come segno della sua magnificenza celeste. In Maria abbiamo il segno più eloquente della premura divina di salvezza per tutto il genere umano. Essa, preservata fin dall’eternità da ogni contagio di colpa, domina sull’universo quale “rifugio dei peccatori e avvocata” presso il suo Figlio. In lei Dio interviene con il suo impegno–promessa per garantire l’ordine cosmico e salvare il mondo dalla distruzione del peccato e della morte. In virtù dell’alleanza che Dio ha stipulato con l’umanità, il mondo sta sotto il segno visibile (arcobaleno) di una promessa di salvezza: “Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà mai fine” .

L’arco posto fra le nubi: è un segno profetico, la prima grande promessa di salvezza per l’umanità e il mondo intero, il primo annunzio profetico rivolto a tutti gli uomini. Da Dio non viene che una volontà di salvezza per il mondo; la minaccia di distruzione del mondo non viene, dunque, dal di fuori, ma dall’interno del mondo stesso.

Maria è l’arca della nuova alleanza, perché accogliendo Colui che ha firmato con il suo sangue il patto di libertà, di giustizia e di pace porta la benedizione al popolo di Dio. Ella porta sul suo petto il giglio, umile fiore del campo, più bello e maestoso dello splendore salomonico; la radice di Davide, il tronco di Iesse, Colui che è l’albero della vita. Eva mangiò il frutto dell’albero proibito e portò nel mondo la morte; Maria, aprendosi docilmente all’azione dello Spirito generò il Salvatore. Il profeta Isaia annuncia così il Messia: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici”.

Le sue braccia spalancate accolgono le gioie e le speranze, le ansie dell’intera umanità e le sollevano a Dio. Dio stesso scende in lei, e lei come madre ce lo ridona, ci ottiene il suo favore.

Maria porta sul suo petto il pane della vita, l’Ostia: “Il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”. Le braccia aperte di Maria indicano l’atteggiamento orante del sacerdote che presenta a Dio le suppliche dell’umanità. Maria intercede per il suo popolo il vino buono della Nuova Alleanza e anticipa l’ora messianica, la manifestazione di Cristo all’umanità perché il mondo veda, vedendo creda e si converta. Generando Cristo, nella fede prima e poi nella carne, Maria genera tutta l’umanità a Dio per mezzo di Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote. Mediante tale “ardente carità”, intesa ad operare in unione con Cristo la restaurazione della “vita soprannaturale nelle anime”, Maria entrava in modo del tutto personale nell’unica mediazione “fra Dio e gli uomini”, che è la mediazione dell’Uomo Cristo Gesù. 

Poi abbiamo “avvolta in un manto azzurro”.

Maria è sovrana dell’umanità; la tunica rossa indica il suo essere preservata fin dall’eternità da ogni contagio di colpa. Il suo volto splende dello splendore del Tabor; è luminoso della luce del Sinai perché in lei Cristo Gesù si è fatto carne… 

Con Maria l’umanità è invitata ad abitare in cielo comunicando con il pane della vita, Cristo Gesù che lei ha portato nel mondo. Arca della Nuova Alleanza, Maria ci solleva e ci rinnova; è la Mater Ecclesiae che cammina con ogni uomo facendosi serva fedele. Maria rimane il modello e la via più sicura per arrivare a Gesù. Maria Mediatrice di grazia e Madre di Misericordia rappresenta l’ideale più alto dell’amore che ascoltando crede, e credendo spera che l’amore è più forte della morte.

Io vi ho letto tutto questo perché non mi sembra ci sia nulla da spiegare: l’ho letto perché, andando a vedere l’immagine, voi possiate capirne tutto il simbolismo. 

Poi c’è il quinto punto che io vi posso solo raccontare, quello del Santuario di Collevalenza dove visse la Beata Madre Speranza dal 1951 e del quale ci sono alcune immagini molto belle della porta del Tabernacolo e del quadro fatto dipingere da Madre Speranza. 

Che cosa posso consigliarvi? Andate a visitare questo bellissimo Santuario, andate a vedere e, soprattutto, andate a pregare. Con questo abbiamo terminato questo brevissimo ciclo di meditazioni su Maria Mediatrice universale, un tassello in più dentro al grande, vasto, infinito mondo della Eucarestia che ci aiuta ad approfondire sempre di più e sempre meglio questo inestimabile dono che abbiamo ricevuto

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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