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Gesù nostro ristoro

Gesù che abbraccia tutti

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Gesù nostro ristoro
Domenica 9 luglio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 11, 25-30)

In quel tempo, Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a domenica 9 luglio 2023. Oggi ricordiamo i santi Agostino Zhao Rong e compagni, martiri cinesi. Vi invito a leggere un po’ la loro storia, perché è veramente interessante.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo undicesimo del Vangelo di san Matteo, versetti 25-30.

Gesù erompe proprio in questa lode al Padre, all’unico Signore:

… Signore del cielo e della terra 

Perché?

… perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.

E vi invito a leggere questo capitolo undicesimo di San Matteo, molto bello, in cui una delle frasi importanti credo che sia al versetto sesto, quando Gesù dice:

Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo

Bella questa espressione di Gesù! 

Beati coloro che hanno compreso che qualunque fatica, qualunque scandalo, non è in Gesù. 

Il mondo sembra dirci che, a causa della nostra fede in Gesù, noi siamo “divisivi” — oggi va di moda questa espressione, è un po’ un mantra insieme ad alcune altre — sembra dirci che colui che vive questa appartenenza a Gesù — come del resto ha fatto San Giovanni Battista — è divisivo, quindi porta divisione. 

In questi casi la tentazione è quella di dare la colpa a Gesù. E uno dice: “Beh, sì, Gesù l’ha detto, non sono venuto a portare la pace, ma la spada. Non sono venuto a unire, ma a separare” e quindi, conclude: “Sì, allora Gesù è divisivo”.

 In realtà Gesù non è divisivo, in realtà Gesù è rivelativo, è un’altra cosa. Gesù  “svelativo”. Gesù è “mostrativo”. Divisivo è colui che appare per quello che non è, è colui che inganna, è colui che fa finta di essere, ma non è. Fa finta di essere discepolo, fa finta di essere apostolo, fa finta di essere amico di Gesù e invece è un Giuda. Questo è divisivo! 

Chi ha portato la divisione? Chi ha separato? Chi ha diviso i discepoli dal maestro, con Gesù ancora vivente? Gli scribi e i farisei? No, Giuda. Giuda è l’emblema del divisivo per eccellenza. È col tradimento di Giuda che abbiamo la separazione, la divisione tra Gesù e i suoi discepoli; infatti, tutti se ne vanno e lo abbandonano, a parte Giovanni. Vedete chi è divisivo? Quindi non è divisivo Gesù, perché è Gesù, perché porta avanti la sua singolarità, non è divisivo. 

Nessuno che è fedele alla sua singolarità è mai divisivo. Essere fedele alla propria singolarità vuol dire tante cose, vuol dire non solo essere fedeli alla propria identità, ma vuol dire essere fedeli al progetto che Dio ha su ciascuno di noi. Vuol dire essere fedeli all’appartenenza al Padre, che è proprio la radice della singolarità di Gesù: “appartenere al Padre”. Questo è anche ciò che il mondo non può assolutamente comprendere ed è esattamente ciò che il mondo vuole risolvere, già ve l’ho spiegato. Il mondo vuole risolvere questa appartenenza di Gesù al Padre, perché vuole che Gesù appartenga al mondo, non al Padre.

 Allora, siccome Gesù non cede, secondo alcuni, diventa divisivo. No, in realtà è il mondo, in realtà è Giuda che divide; che divide il Creatore della creatura, il Salvatore dal salvato. 

Ecco perché Gesù dice: 

Beato è colui che non trova in me motivo di scandalo

Questa è la ragione. “È beato colui che ha capito che io, Gesù, non sono d’inciampo a nessuno. Il problema non sono io, il problema è altro. Io lo svelo, questo sì”. Gesù è venuto a rivelare le intenzioni dei cuori, quello che dice il profeta Simeone. Gesù è venuto proprio a portare a manifestazione.

 Poi c’è tutto il discorso su San Giovanni Battista e poi il discorso su questa generazione. Quando dice:

È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: «È indemoniato».

Ma, vedete, questo è proprio lo stile della gente di strada, della gente da chiacchiericcio, della gente bigotta.

È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: «Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori» 

Vedete, non va mai bene. Al mondo non va mai bene niente, perché tutto diventa occasione di critica e di giudizio. Riescono a vedere il difetto nel Signore Gesù, immaginiamoci in noi, poveri discepoli, che cosa non vedono! Perché in questa maniera si autogiustificano nel non cambiare la propria vita, nel non convertirsi, che non è un cambiare idea, ma proprio un cambio esistenziale.

Ecco che Gesù dice: 

«Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora!

Quindi, vedete, Gesù riconosce quanto è accaduto a Sodoma e Gomorra! Perciò evitiamo le letture: “No, ma è un’allegoria. No, ma non è accaduto questo. No, ma è caduto un meteorite dal cielo e quindi poi ci hanno fatto su chissà quale lettura”. Noi probabilmente pensiamo di essere, non so, forse di una natura aliena, crediamo di essere gli intelligentoni che in duemila anni di storia sono arrivati improvvisamente sulla terra, gli illuminati che spiegano tutto a tutti i poveri imbecilli che non hanno capito niente in duemila anni di storia. Stiamo attenti alla superbia!

… se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora!

 Quindi vuol dire non c’entra niente il meteorite. Non sono venuti gli alieni da Marte a bombardare Sodoma e Gomorra e poi ci hanno costruito su il racconto biblico.

Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!”.

Interessante. Quindi anche qui c’è da riflettere, no? Questo giorno del giudizio è un giorno intenso, a quanto pare. 

Ed ecco il Vangelo di oggi.

“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli”

Ecco, vedete?

Queste cose…

Quali cose? Queste che vi ho appena letto che precedono il versetto 25, queste cose che vi ho spiegato in questi dieci minuti, sono ciò che il Padre ha nascosto ai dotti e ai sapienti che dicono, appunto: “No, vabbè, ma non è proprio che sono venuti gli angeli del cielo, che hanno preso per mano Lot e sua moglie, i figli, le figlie, no, ma non è che…”. Ecco, capite? Perché non riescono a pensare a qualcosa di più grande del proprio cervellino. E non riescono a pensare a qualcosa di più ampio dell’orizzonte miope che sta nel nostro campo visivo.

Queste cose, appunto, il Padre le ha nascoste a quelli che si sentono sapienti e dotti. E le ha rivelate ai piccoli. Perché, vedete i piccoli di Jahvè queste cose le capiscono benissimo. Sono lineari, sono lampanti, splendenti, chiarissime, perché il Padre le ha rivelate; non hanno bisogno di andare a fare chissà quali sofismi, è chiaro: uno più uno uguale due.

E quindi i sapienti e i dotti vanno avanti, vanno avanti nel loro giro, come il criceto nella ruota. Io avevo un criceto da bambino, e mi faceva tenerezza, povera bestia, a vederlo in questa gabbia che saliva sulla ruota e stava lì un’ora o due a girare, girare e non andava da nessuna parte. Era sempre nella sua gabbia, dentro la sua ruota, la gabbia nella gabbia, e lui girava, girava, girava, girava, girava, girava. Io lo guardavo, dicevo: “Bah, poveretto, ma non si accorge che non va da nessuna parte?”. Ma che bellezza c’è a fare questa sorta di tappeto rotante, che continui a girare, girare, girare, girare? Dopo scendeva, mangiava la mela, andava nel cotone, dormiva. Usciva, mangiava la mela, andava nella ruota. Che, se vogliamo vedere proprio fino in fondo, sembra un po’ la vita di qualcuno di noi, no? Più o meno… Dopo a un certo punto dice: “Qual è il senso della mia vita?”. Eh, appunto, forse devi uscire dalla gabbia! Usciamo dalle nostre gabbie, che fuori c’è un mondo bellissimo. Abbandoniamo le nostre ruote. Cominciamo a percorrere questi prati immensi, questi panorami meravigliosi che possiamo vedere, le montagne, il mare. Ma, capite, la gabbia e la ruota sono una grande sicurezza e poi, soprattutto, non disturbi nessuno. E nessuno ti disturba, perché un criceto nella sua gabbia che sta nella sua ruota, non da fastidio a nessuno, se non quando va sulla ruota e fa un po’ di rumore, ma vabbè, lo prendi e lo metti in un’altra stanza.

Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

Quindi vedete che rapporto stringente c’è tra Padre e Figlio? E quindi, se vogliamo conoscere il Padre, dobbiamo riferirci al Figlio.

E poi c’è questa frase finale bellissima, questi tre versetti:

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 

Gesù è il nostro ristoro. E dov’è che noi prendiamo questo ristoro? Al Tabernacolo! Sempre lì. “Eh, ma padre, lei ci parla sempre del Tabernacolo”. Eh sì, io non ho un’altra storia da raccontarvi, capite? È questa la storia: “Ciò che io ho udito e visto — parafrasando gli apostoli — ciò che le mie mani hanno toccato, ciò che i miei occhi hanno contemplato, ossia il Verbo della vita, questo vi annuncio” (Prima lettera di San Giovanni, capitolo uno, versetti 1-3) vi ricordate? Eh, questo è! Questo è, non è che ci sia molto altro. Voi andate davanti all’Eucarestia, state lì e vedete i miracoli. Veramente la nostra stanchezza e oppressione viene sanata. Ma non è che ve lo dico perché sono un sacerdote ed è il mio mestiere, come quello che ti deve vendere i bigodini e ti dice che questi sono i bigodini di ultima generazione, stupendi, bellissimi, che quasi si montano da soli sulla tua testa. Ecco, non è questo. Non lo faccio perché faccio il venditore e devo vendere il mio prodotto, ma perché è la verità, è così.

E il giogo di Gesù è tutta la sua parola, il suo Vangelo, la nostra appartenenza a Lui, che è anche un peso! Capite, è un peso dover dire “No!” per la nostra appartenenza a Gesù. È un peso dover dire “Sì” a motivo di Gesù, quando magari vorremmo dire il contrario. Quindi si sente questo giogo, però “se noi andiamo da Gesù che è mite e umile di cuore, troveremo ristoro per la nostra vita”.

Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero”. 

Quindi, piuttosto che il peso del mondo, il peso del peccato… per l’amor del cielo! Come stiamo quando abbiamo addosso il peso del peccato? Da morire, ci sentiamo schiacciati! E come stiamo quando ci sentiamo addosso il peso del mondo, il ricatto del mondo, le pressioni del mondo, il giudizio del mondo, come stiamo? Da morire!

Vi devo raccontare una cosa bellissima che mi è successa, questa ve la devo proprio dire. Ma voi direte: “Ci dice sempre le stesse cose”. Sì, può darsi, però sono talmente belle, almeno per me sono belle. Allora, sono andato a fare gli esami del sangue, e quando sono arrivato ho pagato quello che dovevo pagare e ho visto l’infermiera che poi avrebbe fatto l’esame del sangue. E tra me e me ho detto: “Io questa signora la conosco”, perché l’ultima volta mi aveva raccontato la storia della sua famiglia, ma lei non mi ha riconosciuto, quindi era serissima. Ero in borghese, non avevo né il colletto da prete, né niente, sono uscito da casa velocemente, sono andato così com’ero per fare questo prelievo, perché poi dovevo ritornare. Lei mette l’ago, mette tutte le provette in fila, io mi metto comodo, quindi mette l’ago, comincia, poi a un certo punto vedo che si sporge con la testa sul mio petto. E sono rimasto un attimo così, dicevo: “Ma cosa succede?”. Pensavo che mi fosse caduto qualcosa addosso, mi fossi macchiato. Mi guarda il petto, guarda me, guarda il petto, guarda me. E mi dice: “Ah! Ma io la conosco!”. “Sì, ci conosciamo” — “Ah, adesso l’ho riconosciuta, dalla medaglia!”, perché avevo la Medaglia miracolosa al collo, fuori, come sempre. Mi sono detto: “Ma pensa un po’, la Medaglia miracolosa, guardate che cosa sa fare”; mi è piaciuto che mi abbia riconosciuto a motivo della medaglia miracolosa perché la volta precedente avevo detto che ero un sacerdote. Veramente, diventa proprio un segno di riconoscimento questa medaglia, proprio bello!

E vi stavo dicendo: cerchiamo di trovare questo ristoro proprio in Dio e non rimaniamoci male se il mondo non ci riconosce, se il mondo ci rigetta, ci manca di rispetto, se il mondo non riesce a riconoscere questa novità che è l’appartenenza a Gesù. Non ha importanza.

…troverete ristoro per la vostra vita.

Restiamo fedeli, restiamo fedeli a Gesù, alla nostra medaglia, che ci richiama alla Vergine Maria, che ci richiama ai Sacri Cuori di Gesù, che ci richiama alla Croce, ci richiama anche all’altare…

Restiamo fedeli, andiamo avanti, andiamo oltre, perché c’è un oltre, per noi ci sarà sempre un oltre. Ed è il Volto e il Cuore di Gesù.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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