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Origene e i frammenti eucaristici

Origene frammenti Eucaristici

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione dal tema: “Origene e i frammenti eucaristici” di mercoledì 31 agosto 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 4, 38-44)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagòga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagòghe della Giudea.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Origene e i frammenti eucaristici

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 31 agosto 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo quarto del Vangelo di san Luca, versetti 38-44.

Oggi vorrei continuare il discorso sulla Santissima Eucarestia che abbiamo iniziato e stiamo portando avanti, in modo particolare sull’importanza dei frammenti, sulla presenza del Corpo di Cristo — Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Cristo — in ogni più piccolo frammento di pane e in ogni più piccola goccia di vino consacrati. 

Voi sapete che parlo sempre della necessità di fondare quello che diciamo e proponiamo su quelle che non devono essere semplicemente le nostre idee, ma su idee che devono nascere come riflessione seria a partire da fonti autorevoli che non sono il “mi piace…mi sembra…però io…”. Finora abbiamo fondato i nostri discorsi sulla Scrittura, su Santi, sui Beati, su sacerdoti assolutamente autorevoli anche se non ancora beatificati, come don Dolindo Ruotolo; quindi andiamo avanti! 

Quest’oggi vi leggerò un testo molto breve, ma molto importante, di Origene; non ho adesso il tempo si spiegarvi l’interessante vicenda biografica di Origene: i più esperti sanno che sto parlando di un Padre della Chiesa nato nel 185, circa 180 anni dopo la morte di Gesù, e morto nel 255. Il passo che vi leggerò è tratto dall’Enchiridion Patristicum numero 490: chiunque può andare a verificare. Non vi leggo il testo latino che potete andare a leggere voi… vi leggerò  la traduzione letterale, coerente e fedele all’originale. 

Scrive Origene attorno all’anno 200: 

Io voglio ammonirvi: sapete voi che siete soliti occuparvi dei Divini Misteri in quale modo, quando ricevete il Corpo del Signore lo dobbiate custodire con ogni riguardo e venerazione…

Qui io già mi fermo, perché nascono delle domande. 

Noi sappiamo in quale modo, quando riceviamo il Corpo del Signore, lo dobbiamo custodire con ogni riguardo e venerazione? Se Origene fosse presente alle nostre Sante Messe e vedesse come tutti noi trattiamo, maneggiamo, gestiamo il Corpo del Signore, potrebbe dire che lo facciamo “con ogni riguardo e venerazione”? Non so: sono domande che a me nascono e che io condivido con voi. Soprattutto, potrebbe dire che “siamo consapevoli”? Che ciascuno di noi sappia in quale modo va custodito con ogni riguardo e venerazione il Corpo di Cristo? Sono domande che io condivido… magari fanno nascere il dubbio che noi che “siamo soliti occuparci dei Divini Misteri” non sappiamo in quale modo vada custodito “con ogni riguardo e venerazione” il Corpo di Gesù… Forse chi ci vede potrebbe pensare che non abbiamo questa consapevolezza…

… sapete voi che siete soliti occuparvi dei Divini Misteri in quale modo, quando ricevete il Corpo del Signore lo dobbiate custodire con ogni riguardo e venerazione, perché da esso nemmeno la più piccola parte cada a terra perché nulla del dono consacrato sia disperso.

Questa mi sembra una riflessione chiara, assolutamente impossibile da fraintendere che già risponde a chi obietta: “Ah, ma all’inizio della Chiesa, la Santa Messa non era come adesso — beh, certo, ovviamente — e poi non c’erano le ostie come le abbiamo noi, tutte rotonde, fatte con le forme; all’inizio c’erano dei pezzi di pane, quindi, siccome quando si spezza del pane cadono delle briciole che vanno da tutte le parti, questa è la prova per dire che tutta la mania ossessiva sui frammenti non ha radici nelle origini, ma è frutto di un devozionismo un po’ bigotto”.

… perché da esso nemmeno la più piccola parte cada a terra perché nulla del dono consacrato sia disperso.

Più chiaro di così… abbiamo visto che tutto quello che abbiamo detto sul frammento affonda le sue radici nella Scrittura, quindi, più autorevole di così… In più, adesso aggiungiamo che persino Origene, dopo circa duecento anni dalla morte di Gesù, ci dice che:

nemmeno la più piccola parte cada a terra perché nulla del dono consacrato sia disperso.

Questa deve essere una cosa che non è accaduta ieri, perché si può presupporre con una certa sicurezza che Origene abbia ricevuto da qualcuno questa sana e santa abitudine nel trattare le cose del Signore. Probabilmente c’era già qualcuno — altrimenti non ne avrebbe parlato — che non trattava il Corpo del Signore con così tanto riguardo e devozione, qualcuno che non aveva attenzione per i frammenti. Quindi Origene ha ritenuto necessario intervenire e dire: “No, un momento…”

nemmeno la più piccola parte cada a terra perché nulla del dono consacrato sia disperso.

Ecco, è quello che facciamo noi oggi? Si dice che dobbiamo porre domande… ecco, poniamo domande! Poniamoci queste domande; quando andiamo a ricevere l’Eucarestia abbiamo il più grande riguardo che nemmeno la più piccola parte cada a terra e nulla del dono consacrato vada disperso? È questo che si vede, emerge, che possiamo tutti apprezzare? 

E prosegue Origene:

Vi ritenete colpevoli, e lo credete bene, se dunque qualcosa di esso — il Corpo del Signore — cada a terra a causa di trascuratezza.

Vi ritenete “colpevoli”… questa mi sembra un’espressione forte; è così in latino… non c’è la possibilità di obiettare: “va interpretata, voleva dire…”. No, è così! 

Vi ritenete colpevoli, e lo credete bene, se dunque qualcosa di esso — il Corpo del Signore — cada a terra a causa di trascuratezza.

A parte tutte le volte — e non sono poche — in cui l’intera particola cade a terra, nonostante nell’Istruzione Redemptionis Sacramentum della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sia previsto che in tutte le Sante Messe il sacerdote debba usare sempre il piattino — e questa norma non è stata abolita dalla data di questa Istruzione a oggi. 

Lasciamo perdere la questione della pandemia e del contagio perché il piattino e i frammenti non comportano proprio nessun contagio e, comunque, l’uso del piattino era già sparito prima non si capisce come mai non si usi più. Anzi, si capisce molto bene, perché è tutto molto chiaro, però nella narrativa che viene costantemente raccontata non si capisce perché non venga più usato. Non c’entra la pandemia e, se tutti siamo così pieni di riguardo e venerazione, se siamo tutti convinti che neppure la più piccola parte debba cadere a terra e che nulla del Corpo di Gesù debba andare disperso… A meno di cominciare a mettere in discussione anche i Padri e dire, ad esempio, che anche Origene è fuori strada e non si sa che cosa ci faccia nell’Enchiridion Patristicum, nonostante sia un Padre della Chiesa. 

Se noi usiamo il piattino, sia che la Comunione venga ricevuta in bocca sia che venga ricevuta in mano, non cadrebbe più a terra, perché a tutti può capitare di sbagliare e che la particola scivoli dalle mani del sacerdote o scivoli nel modo di riceverla da parte del fedele… può capitare, ma con il piattino non cadrebbe a terra. Ma se il piattino non c’è e la particola scivola, dove cade? Per terra! Poi, abbiamo già visto che fine faccia, che fine le facciano fare, perché ci mancherebbe che qualcuno l’assuma… per l’amor del Cielo! 

Voi vi ritenete colpevoli e a ragione, scrive Origene, se qualcosa — qualcosa, non tutta la particola! Un frammento…  

Siccome non c’è una ragione né teologica, né pastorale, né sanitaria per non usare il piattino, oltre che essere una disobbedienza esplicita e chiara alle norme della Chiesa — fintanto che non verrà corretto quel numero della Redemptionis Sacramentum — il non usare il piattino non è indice di trascuratezza? Quantomeno è indice di trascuratezza, anche se potrebbe essere indice di tante altre cose, come la mancanza di fede verso il Corpo del Signore, verso la Transustanziazione, se pensiamo che l’Ostia non è il Corpo di Cristo, ma solo un simbolo… se pensiamo che Gesù non è presente in ogni singolo frammento… Ma facciamo pure finta che non si tratti di tutto questo e molto altro: di sicuro il mancato utilizzo del piattino non è segno di devozione, di venerazione e di custodia con ogni riguardo come dice Origene. 

Può essere pigrizia? In effetti, il piattino pesa due quintali e ci vuole una gru, bisogna scoperchiare ogni volta la chiesa per far calare la gru a cui attaccare il piattino e poi il sacerdote ha un gran da fare per dirigere la gru… un traffico! E poi se ci sono la neve, il vento, la pioggia… Ma il piattino non pesa quintali… peserà un etto, forse… e neanche lo porta il sacerdote perché lo tiene il ministrante. Qual é la pigrizia di tenere un piattino, cosa che si è sempre fatta? Perché no? È interessante… mi piacerebbe sapere perché no… ci deve essere una ragione seria, una ragione teologica, pastorale, sanitaria… ci sarà! Qual è questa ragione? La pigrizia? Ma il piattino pesa meno di cento grammi, meno del pane che andiamo a comprare, meno del cibo che mangiamo a pranzo e a cena… nel nostro pranzo la pasta, la carne, la verdura, il pane pesano ben più di cento grammi in totale! Mangiamo molto di più: basta vedere il carrello della nostra spesa. Quando andiamo in palestra solleviamo pesi da cento grammi? Non esistono neanche… Quando corriamo, nuotiamo facciamo sforzi da cento grammi? Le fette d’anguria sugose e fresche che ci mangiamo in estate pesano cento grammi? Cento grammi sono cinque semi! A Roma ho trovato un mercato — mi sono stupito — dove vendono mele da mezzo chilo e ho chiesto di pesarmene una perché non ci credevo: infatti pesava sei etti… ma è una mela o un melone? Mangi quella e sei a posto per un giorno! E i clienti compravano dieci mele, poi l’anguria, le pesche, le albicocche per cui ci sarebbe voluto uno sherpa…, ma nessun problema! Invece, il piattino della Comunione è pesantissimo…

Mi ricorda quella materia verde che faceva andare insieme Superman… non ricordo come si chiamasse… che gli faceva perdere tutti i poteri… Ma qui non siamo nella fantascienza e dico: “Tira fuori questo piattino! Prendilo e tiralo fuori, che cosa ti costa? Quando distribuisci la Comunione prendi il piattino, alla fine purifichi il piattino nel calice e, se cadono le Ostie, cadono sul piattino, non vanno per terra dove poi iniziano tutta la tiritera dello schifo perché l’Ostia è caduta e non la si vuole toccare, e le domande su che cosa farne… se si usa il piattino come prescrive la Chiesa, basta: il problema è risolto e finiamo di testimoniare la trascuratezza…

Quando eravamo piccolini, all’oratorio, c’era l’abitudine che, a merenda, dopo che avevamo mangiato quello che c’eravamo portati da casa, la suora dava a tutti un dolcetto che poteva essere una fettina di torta preparata da lei o dalle nostre mamme e dalle catechiste, oppure, in estate, un ghiacciolo. Noi tutti, in ordine, secondo lo stile delle suore e non secondo il nostro che somigliava a quello dei tigrotti di Mompracem, ricevevamo questi doni. Ma tra il ghiacciolo, la liquirizia, la fetta di torta e il biscotto che noi ricevevamo e l’Eucarestia c’è differenza? Se la risposta è sì, allora ci deve essere una differenza anche nel modo di ricevere e di dare, se non è la stessa cosa: io non dò un diamante a una persona esattamente come se le dessi una caramella, perché sono due doni molto diversi… e la diversità è espressa anche dal modo di dare e dal modo di ricevere! 

Quindi Origene ci dice:

Vi ritenete colpevoli, e lo credete bene, se dunque qualcosa di esso cada a terra a causa di trascuratezza.

Dunque noi siamo colpevoli; se, a causa della mia trascuratezza, qualcosa del Corpo del Signore cade per terra, io sono colpevole… siamo nel 200 dopo Cristo: numero 490 dell’Enchiridion Patristicum.

Più chiaro di così mi sembra impossibile, quindi chi è onesto intellettualmente non può che leggere, meditare e applicare nella sua vita.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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