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D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 54

Falò sulla spiaggia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 54
Sabato 30 settembre 2023 – S. Girolamo Sacerdote e Dottore della Chiesa

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 9, 43-45)

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 30 settembre 2023. Oggi festeggiamo San Girolamo, sacerdote e Dottore della Chiesa.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal nono capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 43-45.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Bonhoeffer, Sequela.

Oggi iniziamo un nuovo paragrafo, come avevo detto ieri, dal titolo: “La veracità”. Leggiamo il brano del Vangelo di Matteo, capitolo 5, versetti 33- 37 che Bonhoeffer sceglie quale testo da meditare con noi e per noi.

«Voi avete pure udito che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempì i tuoi giuramenti al Signore. Ma io vi dico di non giurare mai, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché tu non puoi far bianco o nero un solo capello. Ma sia il vostro parlare: sì, sì, no, no; quello che c’è di più è male»

Leggiamo adesso che cosa scrive Bonhoeffer:

L’interpretazione di questi versetti resta, nella chiesa cristiana, straordinariamente incerta ancor oggi. Fin dai tempi della chiesa antica gli interpreti vanno dal rifiuto rigoroso di ogni giuramento in quanto peccato fino ad una più mite condanna del giuramento fatto con leggerezza e con riserva mentale. Nella chiesa antica l’interpretazione più accettata era quella per cui il giuramento sarebbe vietato ai cristiani «perfetti», ma sarebbe consentito in certa misura ai più deboli. Agostino è tra quanti hanno sostenuto questa idea. Nel giudizio sul giuramento egli si trovava d’accordo con filosofi pagani come Platone, i pitagorici, Epitteto, Marco Aurelio. Secondo tutti costoro il giuramento andava considerato indegno di un uomo di animo nobile. Le chiese della Riforma nelle loro confessioni di fede hanno considerato un dato ovvio che il giuramento preteso dalle autorità civili non fosse chiamato in causa dalla parola di Gesù. Fin dall’inizio gli argomenti principali furono che nell’Antico Testamento c’è il comandamento di giurare, che Gesù stesso avrebbe giurato in tribunale, che l’apostolo Paolo più volte si sarebbe servito di formule di giuramento. Per i riformatori, accanto alla dimostrazione basata immediatamente sulla Scrittura, qui è stata d’importanza decisiva la separazione fra il regno spirituale e quello mondano.

Questo è per i protestanti, adesso scrive:

Che cos’è il giuramento? È il chiamare pubblicamente Dio a testimone di un’affermazione che faccio su qualcosa del passato, del presente o del futuro. Dio, l’onnisciente, si suppone che vendichi la falsità. Come mai Gesù chiama questo giuramento peccato, anzi «[nato] dal maligno», έκ τού πονηρού, «satanico»? Lo fa perché ha a cuore la veracità piena. Il giuramento è la prova della menzogna nel mondo. Se l’uomo non potesse mentire, non sarebbe necessario alcun giuramento. Dunque il giuramento è un baluardo contro la menzogna. Ma appunto per questo esso contemporaneamente la incrementa; infatti, dove c’è solo il giuramento a garantire una veracità definitiva, non si fa che dare spazio alla menzogna nella vita, le si riconosce un certo diritto all’esistenza. La legge dell’Antico Testamento rifiuta la menzogna ricorrendo al giuramento, Gesù invece rifiuta la menzogna vietando il giuramento. In entrambi i casi si tratta di una questione unica e globale, cioè dell’eliminazione della falsità dalla vita del credente. Il giuramento, che l’Antico Testamento oppone alla menzogna, è stato catturato dalla stessa menzogna, che l’ha posto al proprio servizio. Essa è riuscita a procurarsi sicurezza e diritto anche per mezzo del giuramento. Quindi Gesù deve attaccare la menzogna proprio dove essa si rifugia, nel giuramento. Perciò il giuramento deve essere eliminato, in quanto è diventato un supporto della menzogna.

Allora, Bonhoeffer fa un po’ di spiegazione di storia dell’interpretazione di questi versetti, ma questo è abbastanza chiaro, ve l’ho letto, inutile che ve lo ripeta.

Vediamo quando lui invece spiega che cos’è il giuramento. Lui dice che il giuramento «È il chiamare pubblicamente Dio a testimone di un’affermazione che faccio su qualcosa del passato, del presente o del futuro». Quindi chiamo pubblicamente Dio in causa, perché si suppone che Dio, che è l’onnisciente, che è la verità, vendichi la falsità, si scateni contro la falsità. E allora giustamente Bonhoeffer dice: come mai Gesù definisce il giuramento un peccato nato dal maligno, un qualcosa di satanico? Come mai succede questo?

Lo fa perché ha a cuore la veracità piena.

Ecco, questo è il punto: la veracità piena. Bonhoeffer dice:

Il giuramento è la prova della menzogna nel mondo.

Voi direte: “Dovrebbe essere proprio il contrario”. Eh, no! È giusto il ragionamento che fa Bonhoeffer, seguiamolo: se l’uomo non potesse mentire, non avrebbe bisogno di giurare. 

Quando noi siamo con persone oneste, vere, brave, che ci vogliono bene (e mi auguro che sia così per molti di noi) non abbiamo bisogno di giurare. Che bisogno c’è di giurare? Se io sono insieme a persone tra le quali regna la carità, non mi viene neanche in mente di giurare. 

Se, da figlio, la mia mamma e il mio papà hanno fiducia in me, perché mai dovrei usare la parola: “Ti giuro che…” Che motivo ho? Ti basta la mia parola. “Hai fatto questo?” — “No!” — Basta, non c’è bisogno di dire: “Te lo giuro, te lo giuro, ti giuro che non sono stato io, te lo giuro”. Come per dire: adesso mi devi credere per forza; non mi devi credere in forza della mia parola, che non ha nessun valore ai tuoi occhi, perché evidentemente è una parola segnata dalla menzogna, allora mi devi credere in funzione del giuramento, perché chiamo in causa Dio. Capite?

In un rapporto marito e moglie, non c’è bisogno di chiamare in causa il giuramento. “Ti giuro che quella donna per me non è nessuno, è solo la segretaria, la collega di lavoro, l’amica, ma non c’è niente; te lo giuro!” Capite che già essere arrivati qua… vuol dire che c’è un problema. La tua parola non ha più quel valore che dovrebbe avere. Vuol dire che si riconosce in te la possibilità di mentirmi. 

Tutti possiamo mentire, ovviamente, ma in questa relazione tra me e te, non stiamo parlando di una possibilità universale, stiamo parlando di una possibilità che si verifica tra me e te. Allora, se c’è bisogno che tu giuri — o che io giuri — vuol dire, se sei tu a giurare, che io penso che tu sia capace di mentirmi. Basta, capite, è la fine di una relazione, che sia di amicizia, che sia di amore, che sia di quello che volete, è finita. Possiamo proprio chiudere baracca e burattini e andare ognuno per conto suo. 

Quando la mia parola non ha più valore sufficiente di verità, non ha più la possibilità di una veracità piena, la mia parola non conta più niente; se la mia parola non conta più niente, perché immersa in un dubbio continuo, io non conto più niente per te, non ha più valore, non ha più valore niente, perché tutto, da qui in avanti, può essere segnato dal dubbio della menzogna e allora basta. 

Se tu hai fiducia in me, ti basta la mia parola. Chiedere a qualcuno di giurare: “Giurami che non sei stato tu, giurami che tu non hai fatto questa cosa”, vuol dire in quell’istante dire a quella persona: “Io di te non ho più fiducia, quindi serve il giuramento”.

Se l’uomo non potesse mentire, non sarebbe necessario alcun giuramento.

In una relazione d’amore, che sia tra marito e moglie, che sia tra la mamma e il suo bambino, che sia tra il genitore e i suoi figli, che sia tra due amici, che sia tra i fidanzati — perché sempre di amore si parla; l’amicizia fa parte dell’amore — quando si parla di amore, io lo intendo come “caritas”, in questo senso, non nel senso del mondo ma nel senso del Vangelo: la carità. 

Quando uno dice “carità”, noi intendiamo subito “dare il soldino al povero”, vedete che declinazioni sbagliate? Come se “carità” avesse un solo significato. Quando noi diciamo che quella è una persona di carità, vuol dire che è uno che apre il portafoglio volentieri, vuol dire che è uno che spende, che si sacrifica per gli altri, dando tempo, energie, facendo servizi, ma la carità non è questo, non è primariamente questo, non è unicamente questo. Andiamo a leggere la prima lettera ai Corinzi, capitolo 13, lì c’è scritto che cos’è la carità. E non si parla di soldini, non si parla di portafoglio. Anzi: «se anche io dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità…» lo dice San Paolo. Quindi stiamo attenti, ridiamo ai termini il loro significato semantico proprio, e anche teologico.

Quindi, dentro al rapporto di carità, di amore, c’è la fiducia. Mi basta che tu dica sì, mi basta che tu dica no; ecco perché Gesù dice: “Il vostro parlare sia sì, sì e no, no — basta! — il di più viene dal maligno che è padre della menzogna”, è vero! Vedete, il giuramento abita lì, è quello il suo rifugio. Il giuramento va a rifugiarsi — come Bonhoeffer spiega bene dopo — nella menzogna. Bonhoeffer dice che il giuramento è un supporto della menzogna.

Dunque, in questa logica il giuramento vorrebbe essere un baluardo contro la menzogna. Viene chiesto così: “Giurami che non sei stato tu” per dire: “Adesso non puoi mentire”. Ma, appunto per questo — scrive — esso contemporaneamente la incrementa; è un baluardo, perché ti fa dire: “No, questo non può spergiurare”, però nel frattempo la incrementa:

infatti, dove c’è solo il giuramento a garantire una veracità definitiva, non si fa che dare spazio alla menzogna nella vita, le si riconosce un certo diritto all’esistenza.

Ma invece no! Io non dovrei riconoscere il diritto all’esistenza della menzogna nella tua vita, nella nostra vita di carità. Non ci dovrebbe essere questo diritto, quindi non lo devo neanche contemplare. Non ti dovrò mai chiedere: giura! Perché non può esistere menzogna tra me e te. Non c’è spazio, se c’è amore non può esserci menzogna, mai sotto nessuna forma, se c’è la menzogna non c’è l’amore. La menzogna non ha diritto di esistenza dentro a una relazione d’amore, dentro ad una vita cristiana. Per cui non serve il giuramento. Il giuramento è assolutamente inutile nelle nostre relazioni. A meno che, insieme, non riconosciamo che la menzogna ha un diritto di esistenza. 

Quando qualcuno dice: “Giurami che…” — “No, non giuro. Se ti dico che lo faccio, lo faccio, se ti basta la mia parola, bene, se non ti basta, niente, allora chiuso tutto. La mia parola ti deve bastare, se non basta chiudiamo qui tutto, perché è inutile portare avanti questa cosa”.

Gesù, quindi cosa fa? Gesù che è l’anti-diavolo — come il diavolo è l’anticristo — rifiuta la menzogna. In che modo? Vietando il giuramento. Lui cosa vuole fare? Vuole eliminare la falsità dalla vita del discepolo. Quindi Lui dice: “Siccome io non riconosco nessun diritto di esistenza alla menzogna, alla falsità, io ti proibisco di giurare. Per cui quando tu parli, se è sì, è sì, se è no è no, fine. Quel sì non può essere no, mai. Non c’è diritto, non c’è spazio per questo. Quindi giurare non serve, quindi te lo vieto”. Spero di essere stato chiaro.

E quindi Bonhoeffer dice che il giuramento viene catturato dalla stessa menzogna e lo pone al proprio servizio, perché giurando tu perpetui questo diritto che la menzogna ha di esistere nella relazione e quindi ogni volta bisognerà giurare, perché la mia parola non è sufficiente, e perché tu riconosci a me la possibilità che io ti menta. Ma come faccio a mentirti se tu pensi che io ti ami? Come faccio a mentirti se io ti amo, se io voglio essere tuo amico, se io voglio vivere la carità con te, come faccio a mentirti? Se io ti posso mentire, allora non ci può essere niente, non c’è niente.

Quindi Gesù attacca la menzogna proprio dove essa si rifugia: nel giuramento. Gesù è come se facesse esplodere il rifugio della menzogna, che è il giuramento. Gesù fa esplodere il giuramento e quindi la menzogna rimane senza casa. Capite, rimanendo senza casa, la menzogna non può più abitare, muore. Perché è esplosa la casa chiamata giuramento.

Guardate, purtroppo noi dovremmo fermarci a riflettere su questo. Perché il nostro parlare forse non è tanto: “Si, si, no, no”. Forse la falsità, la menzogna, è entrata nel nostro modo di vivere; dobbiamo andare a vedere quanta menzogna, quanta falsità c’è nella nostra vita; e va tolta, va tolta, va proprio tolta. Anche perché poi i rapporti si guastano, le relazioni si guastano: quando entra la menzogna, quando entra la falsità, quando fai finta di amare, quando fai finta di esserci, quando fai finta, è terribile. Pensate a quando una persona cade disgraziatamente nelle forme più svariate — ma comunque sono sempre poi quelle — del tradimento coniugale e quando questo tradimento è perpetrato nel nascondimento, quindi conducendo doppie vite. Terribile.

Uno non può dire: “Vabbè, io poi mi vado a confessare…”. Sì, sì, va bene, ma tu hai permesso alla menzogna, alla falsità, di entrare in quella relazione, quindi i tuoi occhi, i tuoi sorrisi, le tue parole, hanno perso il loro valore. Perché chi ti guardava e chi ti ascoltava, si fidava, si fida di te. E cosa vede? E cosa sente? Ciò che non esiste: incontravo un simulacro, non quella persona. 

Ecco perché, quando uno poi dovesse scoprirlo gli crolla il mondo addosso. Non tanto perché Tizio o Caio — diciamo così — ha tradito il vincolo coniugale, quindi l’unicità dell’altra persona per me. Io non credo che sia tanto per questo, quanto per il fatto che uno dice: “Ma allora era tutto falso! Ma allora mi hai mentito su tutto! Perché, se tu sei capace di mentire su una cosa, sei capace di mentire su tutto! E allora come faccio a distinguere, tra le volte in cui mi dicevi ti amo, quelle vere da quelle false? Non si può più!”. E in effetti non si può più, come si fa?! Tu hai permesso alla menzogna di pervaderti il cuore e la mente, di esprimersi sul tuo volto. E quindi, com’è possibile?

Capite che chi rimane vittima di questo… c’è veramente da impazzire, perché va insieme tutto. Se non si ha un cammino di fede fortissimo, è veramente una situazione drammatica da superare. 

Perché uno certo può dire: “Sì, mi sono pentito, ho sbagliato, voglio cambiare”; si, va bene — che poi va valutata, la cosa, va pesata — però intanto resta il fatto che io non son stato capace di riconoscere quando tu falsamente mi dicevi cose vere, perché mi fidavo e quindi non mettevo in dubbio la tua parola. Ma adesso, che salto mi è chiesto di fare per ridare quella fiducia? Sono situazioni esistenziali veramente drammatiche e non sono per niente facili. Se uno sta a riflettere sulla valenza simbolica di queste questioni, non se ne esce così indenni, non si arriva a conclusioni così facili. La menzogna è un problema grave, gravissimo.

Senza considerare che poi c’è un altro aspetto, e dobbiamo dirlo: se Tizio tradisce sua moglie — ma lo stesso vale per la moglie che tradisce il marito — andando con più donne, andando con più uomini, e Tizio o Caia è assolutamente — ovviamente — all’oscuro di tutto questo, c’è anche un problema legato alla salute. Tu sei libero di contagiarti, di rischiare di contagiarti con tutte le malattie che vuoi, ma l’altra persona, che innocentemente ha affidato la sua vita a te, si è fidato, si è fidata di te, questo o questa rischia — o magari anche i figli — rischiano di trovarsi contagiati, rischiano una malattia, che uno dice: “Ma… com’è possibile?” Eh, com’è possibile… Non entro nel dettaglio, perché non è neanche la mia area di competenza, io non sono un medico; sicuramente sarete più bravi voi ad entrare nel dettaglio inerente a malattie che si possono trasmettere, che da sempre sono trasmissibili in quel modo, ma che si possono trasmettere tuttora.

È una situazione veramente complessa. La soluzione non è: “Mettiamo un cerotto”, “Troviamo una via di sicurezza”, non è questa la soluzione. La soluzione non è: “Evitiamo il peggio!”. No, la soluzione è: bisogna che ci educhiamo tutti al valore enorme della veridicità, della verità; al valore insostituibile della fedeltà, che è legata all’essere vero, che è legata al “sì, sì, no, no”. Io ho promesso fedeltà per sempre e così deve essere. Perché in quel momento tu hai messo la tua vita nelle mie mani, io ho messo la mia nelle tue. Punto.

Per cui stiamo lontani da tutto ciò che è falso e da tutto ciò che è menzogna, non permettiamo mai alla falsità e alla menzogna di entrare nelle nostre relazioni, mai! Piuttosto stiamo zitti. Piuttosto non parlare, ma non mentire! Mai mentire! Mai! Ci fermiamo qui.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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