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”Offrite voi stessi a Dio come viventi”

Gesù Crocifisso

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di mercoledì 20 ottobre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

”Offrite voi stessi a Dio come viventi”

Eccoci giunti a mercoledì 20 ottobre 2021.

Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi tratta dal capitolo IV, versetti 12-18 della Lettera ai romani di San Paolo Apostolo. 

Noi al servizio di chi siamo? Questa è una domanda alla quale possiamo rispondere solamente noi. 

Nelle nostre membra cosa regna, la grazia o il peccato?

Perché noi ci sottometteremo o ai desideri del peccato, o ai desideri della grazia, non c’è una terza via. Quindi dobbiamo chiederci chi serviamo. 

Che bella questa espressione:

“liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia.”

Chissà se veramente siamo resi schiavi della giustizia. Ogni tanto credo che ci faccia bene porci questa domanda e verificare.

Proseguiamo con il commento alla Lectio Divina del Santo Padre Benedetto XVI tenuta giovedì 10, marzo 2011 nell’Aula della Benedizione, nell’incontro con i parroci della Diocesi di Roma.

“E penso che il mondo di oggi sia curioso di conoscere tutto, tanto più dovremmo essere curiosi noi di conoscere la volontà di Dio: che cosa potrebbe essere più interessante, più importante, più essenziale per noi che conoscere cosa vuole Dio, conoscere la volontà di Dio, il volto di Dio? Questa curiosità interiore dovrebbe essere anche la nostra curiosità di conoscere meglio, in modo più completo, la volontà di Dio. Dobbiamo rispondere e svegliare questa curiosità negli altri: di conoscere veramente tutta la volontà di Dio e di conoscere così come possiamo e come dobbiamo vivere, qual è la strada della nostra vita.”

Magari, invece di usare tutti i minuti liberi che abbiamo per andare su Facebook, per mandare gli ultimi Whatsapp degli ultimi eventi spettacolari che ci vengono proposti, per andare a vedere il gossip, le cose di sport, o peggio ancora fare i giochini, potremmo posare un po’ il telefono — che è diventato il terzo braccio, una protrusione del nostro corpo, sempre in mano — potremmo lasciarlo giù e potremmo fare una cosa che forse non facciamo da un po’ di tempo: pensare. Se no, alla fine, il nostro cervello si atrofizza. Sappiamo tutte le ultime notizie di tutti gli ultimi cinque minuti del mondo, però non siamo più in grado di pensare con la nostra testa, non siamo più in grado di formulare pensieri. Succede che facciamo i pensieri stile sms: una riga e invio. Questo è un problema.

Come faccio a conoscere la Volontà di Dio se non ho il tempo per pensare, per riflettere, per meditare e per ascoltare? Come faccio a conoscere la Volontà di Dio se sono continuamente distratto?

Noi che siamo curiosi di sapere tutto, di conoscere tutto, abbiamo la curiosità di conoscere la Volontà di Dio? 

Quando mi trovo di fronte ad una scelta, la domanda non dovrebbe essere: è giusto o è sbagliato? Mi piace o non mi piace? Lo voglio o non lo voglio? Io penso, io credo…

No. La domanda è: la Volontà di Dio, oggi, qual è? Che io faccia questo o non lo faccia? Che vada a destra o a sinistra? Che io mi sieda o mi alzi? Qual è la Volontà di Dio, oggi, per me?

Quando noi compiamo un gesto, lo compiamo perché in coscienza avvertiamo che questa è la Volontà di Dio? È molto importante. 

E, se in coscienza, la Volontà di Dio a me appare nell’andare verso est, anche se tutti mi dicono che è andare verso ovest, devo andare verso est. 

“Ma sono solo contro tutti”. Fa niente, l’importante è non essere contro Dio, questo è l’essenziale, non essere contro tutti o contro nessuno.

“Ma sono emarginato”. Fa niente. “Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?”, dice San Paolo nella Lettera ai Romani.

Conoscere la Volontà di Dio, il Volto di Dio, conoscere sempre meglio in modo più completo.

“Dobbiamo rispondere e svegliare questa curiosità negli altri”

Dobbiamo rispondere noi circa la nostra vita e svegliare negli altri questa curiosità. In tutti dovrebbe esserci la curiosità di dire: “Qual è la Volontà di Dio per me in questa situazione, in questa occasione?”

“conoscere così come possiamo e come dobbiamo vivere, qual è la strada della nostra vita.”

Qui c’è dentro tutto, c’è dentro il successo e il fallimento.

 “Quindi dovremmo far conoscere e capire – per quanto possiamo – il contenuto del Credo della Chiesa, dalla creazione fino al ritorno del Signore, al mondo nuovo. La dottrina, la liturgia, la morale, la preghiera – le quattro parti del Catechismo della Chiesa Cattolica – indicano questa totalità della volontà di Dio. E anche è importante non perderci nei dettagli, non creare l’idea che il Cristianesimo sia un pacchetto immenso di cose da imparare.”

Dovremmo studiare un po’ il nostro Credo — troviamo tutto nel Catechismo — e poi approfondire la nostra dottrina, la liturgia, la morale, la preghiera e avere in testa ben chiaro che l’essere cristiani non è un insieme di cose da imparare, ma è:

 “Ultimamente è semplice: Dio si è mostrato in Cristo. Ma entrare in questa semplicità – io credo in Dio che si mostra in Cristo e voglio vedere e realizzare la sua volontà – ha contenuti, e, a seconda delle situazioni, entriamo poi in dettaglio o meno, ma è essenziale che si faccia capire da una parte la semplicità ultima della fede. Credere in Dio come si è mostrato in Cristo, è anche la ricchezza interiore di questa fede, le risposte che dà alle nostre domande, anche le risposte che in un primo momento non ci piacciono e che sono tuttavia la strada della vita, la vera strada; in quanto entriamo in queste cose anche non così piacevoli per noi, possiamo capire, cominciamo a capire che è realmente la verità. E la verità è bella. La volontà di Dio è buona, è la bontà stessa.”

In Gesù noi abbiamo tutte le risposte a tutte le nostre domande e abbiamo anche quelle risposte che, abbiamo già visto, a noi non piacciono, che ci chiedono magari un martirio, che ci chiedono di stare fermi quando tutti si muovono, che ci chiedono di muoverci quando tutti stanno fermi, che ci chiedono di parlare quando tutti stanno zitti, e via di seguito.

Dovrebbe iniziare adesso un nuovo versetto di commento dove l’Apostolo dice ai versetti 20-21:

“Ho predicato in pubblico e nelle case, testimoniando a giudei e greci la conversione a Dio e la fede nel Signore Nostro Gesù”

Mi fermo qui, ieri ho fatto una catechesi abbastanza corposa, vi ho portato via molto tempo, oggi colgo questa separazione del testo per essere più breve, domani vedremo questo versetto sulla conversione.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

PRIMA LETTURA (Rm 6, 12-18)

Fratelli, il peccato non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. Il peccato infatti non dominerà su di voi, perché non siete sotto la Legge, ma sotto la grazia.
Che dunque? Ci metteremo a peccare perché non siamo sotto la Legge, ma sotto la grazia? È assurdo! Non sapete che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale obbedite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza che conduce alla giustizia?
Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati. Così, liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia.

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