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Le Passiflore Eucaristiche: Ven. Marthe Robin, parte 10

Le Passiflore Eucaristiche: Ven. Marthe Robin

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Le Passiflore Eucaristiche: Beata Alexandrina Maria da Costa, Serva di Dio Teresa Neumann, Beata Anna Caterina Emmerick, Venerabile Marta Robin” di sabato 26 novembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 21, 34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 26 novembre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo ventunesimo del Vangelo di san Luca, versetti 34-36.

Non dimentichiamoci l’espressione di Gesù: “Vegliate in ogni momento pregando”. Perché? “Perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e la forza di comparire davanti al Figlio dell’Uomo”. Se uno si chiede perché debba vegliare in ogni momento pregando, questa è la ragione! Lo ha detto il Signore! E se lo ha detto Lui, vuol dire che ne abbiamo davvero bisogno e che è vero.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione sulla vita di Marthe Robin. Siamo arrivati alla organizzazione del primo ritiro a Châteauneuf.

“I preparativi sono lunghi e complessi. Vi è, da una parte, la sistemazione materiale, ma anche la preparazione delle predicazioni. Certo, Don Finet ha già iniziato il suo ministero di predicatore, ma si tratta ora di tutt’altra cosa: deve fornire un insegnamento di base per formare i laici, vale a dire una sorta di corso di teologia elementare, ma ad un livello superiore a quello del catechismo, e con tutta un’altra presentazione.

L’insegnamento, inoltre, dev’essere inserito non nel quadro di una sessione di studi, ma di un ritiro spirituale: unire la teologia alla pietà non è cosi facile. Questo tipo di formazione non esiste a quell’epoca; al massimo per i laici vi è il catechismo della perseveranza, che viene di seguito alla prima comunione. Invece qui ci si vuol mettere ad un altro livello, il progetto è innovatore e non è scontato in anticipo. (…)”

Ed ecco che un gruppo di laici si lascia coinvolgere sia per i finanziamenti sia per la preparazione dei luoghi.

“Ci si occupa di mettere in buono stato le camere, la cappella, di procurare le stoviglie, la biancheria e il mobilio; tutto questo si fa in stretta relazione con Marthe, che è al corrente di tutto e anche in contatto con Don Faure. Da qui le numerose visite e la corrispondenza durante tutto l’anno 1936. Dalla fine dell’anno scolastico, in luglio, alcuni genitori delle alunne e alcuni amici di Marthe trasformano l’aranceto in cappella, nella quale si terranno le conferenze. Gli inginocchiatoi sono prestati dalla parrocchia, le camere sono fatte di box separati con delle stoffe tenute su da fili e da mollette da bucato; in cucina sono insufficienti le tavole e le stoviglie semplicemente posate su assi sostenute da cavalletti. Bisogna anche trovare i partecipanti al ritiro, il che avviene col sistema del passaparola, in una rete di conoscenze personali di Don Finet, che ha un bel po’ di relazioni di ogni tipo.”

Come vedete si parte da zero in una situazione di estrema povertà di mezzi e di tutto.

Verranno invitate a questo primo ritiro due insegnanti di Lione, Marie-Ange Dumas e Hélène Fagot, che saranno in seguito le prime due consacrate del neonato Focolare di Châteauneuf. Con queste parole Marthe le conquista per sempre:

“Insegnanti cattoliche, voi avete una vocazione tanto quanto le religiose; e per compensare la maternità mancata, avrete la maternità spirituale, immensa. L’insegnamento è un sacerdozio! Dopo la missione del sacerdote, non c’è niente di più grande. Fate bene il vostro ritiro, ve ne supplico, non lasciate passare la grazia”.

Se chi insegna avesse consapevolezza della sua missione; del fatto che dopo il sacerdozio non ci niente di più grande dell’insegnamento come missione, credo che tante cose cambierebbero.

E adesso ascoltiamo come dovrebbe essere un ritiro…

Pag. 144

“Il ritiro è completamente immerso in un’atmosfera mariana, inizia con un intervento su «Maria Paradiso del Verbo incarnato» e termina con l’Assunzione della Vergine in Cielo, e ciononostante non è un corso di teologia mariana. In effetti, subito le partecipanti si sentono avvinte, coinvolte di persona dagli insegnamenti sulla vocazione degli apostoli e il piano di Dio sulla nostra vita. In seguito, si alternano insegnamenti sulla vita spirituale e la maniera di rispondere alla chiamata di Dio, su Cristo e sul suo amore donato per noi fino alla fine, sulla Madonna come cammino verso il Cristo. Il punto culminante, che chiude il ritiro al sabato, è la consacrazione a Gesù attraverso Maria, secondo la formula di San Luigi Maria Grignion de Montfort”.

 È una progressione e questi sono i ritiri!

“La domenica mattina, Don Finet chiese a ciascun partecipante al ritiro di riportare il suo inginocchiatoio nella chiesa del paese, perché potessero essere utilizzati durante la Messa in parrocchia, e aggiunse ridendo: «Li avete ben santificati durante tutta la settimana!». Ci fu «la processione degli inginocchiatoi»”.

Questo perché, lo abbiamo detto mille volte, davanti a Gesù Eucarestia si sta in ginocchio.

 Il silenzio, la preghiera individuale e l’adorazione eucaristica, anche notturna, scandiscono i giorni del ritiro che trascorrono sereni. In realtà sono testimoniati dalle memorie dei partecipanti al ritiro diversi fatti inspiegabili che hanno disturbato il riposo notturno, la preghiera e lo svolgimento di alcuni momenti del ritiro. Addirittura, padre Finet fu aggredito violentemente da una persona durante quella che apparì come una crisi isterica.

I frutti del primo ritiro si intravidero subito: dopo nemmeno un mese le due giovani insegnanti lasciano Lione e si trasferiscono a pochi passi dalla casa di Marthe, e insieme fonderanno la scuola cattolica per ragazze che in breve conterà 130 alunne.

In poco tempo i ritiri si moltiplicarono, le adesioni al Focolare pure. Nel giro di pochi anni, durante la Seconda guerra mondiale, mentre tutta l’Europa veniva distrutta, a Châteauneuf si costruivano queste case, su indicazione di Gesù, tramite Marthe.

Sono straordinari e commoventi i racconti di padre Finet riguardo gli anni della guerra: durante i bombardamenti continui sulle città circostanti, nel Focolare i ritiri procedevano regolari, numerosi e sempre più frequentati da uomini e donne, le conversioni erano numerosissime; mentre all’interno si pregava, appena fuori, nello stesso villaggio di Châteauneuf, tedeschi e partigiani si uccidevano a vicenda. Il Focolare divenne un ospedale: non solo scuola, non solo casa di formazione cristiana, ma anche assistenza umanitaria continua.

C’è la guerra, non c’è niente, ma dove c’è Gesù c’è il Paradiso: nessuno può disturbare le opere di Dio

Alla fine della guerra (pagg. 227-228)

“La benedizione solenne del Gran Foyer, terminato nel 1948, inaugura una nuova tappa nella storia del riconoscimento dell’Opera di Marthe”.

“II 17 maggio 1948, lunedì di Pentecoste, il Foyer de Charité di Châteauneuf è ufficialmente inaugurato e benedetto. Mons. Pic, Vescovo di Valence, è venuto personalmente e ha voluto dare alla celebrazione il massimo splendore, presiedendo al mattino la grande Messa pontificale nel corso della quale 22 bambini delle scuole cattoliche fondate da Marthe fanno la loro Prima Comunione”. (…)

“Al momento della benedizione della statua di Nostra Signora dei Foyers, la folla intona un cantico nel quale si esprime come sempre la spiritualità della fondazione: Signore, fate l’unità degli spiriti nella verità e l’unione dei cuori nella carità”.

Pensate che bello: questo succede quando Marthe è ancora viva.

Per comprendere in sintesi come sia un Focolare della Carità, leggiamone la descrizione fatta da Padre Finet, Pag. 229

“L’inaugurazione del Foyer aveva condotto il Padre Finet, il 20 febbraio 1948, a precisare che cos’era l’Opera. In effetti, per la mentalità dell’epoca, pareva impossibile far vivere nella stessa comunità, sotto il medesimo tetto, dei laici uomini e donne e dei preti. Vivere così era una vera rivoluzione. Dunque, scriveva:

 Il Foyer de Charité è una comunità cristiana che lavora sotto la responsabilità di un sacerdote. I membri del Foyer sono dei laici, desiderosi di seguire l’esempio dei primi cristiani e di formare tra loro una comunità, vale a dire una piccola cristianità… La comunità è diretta da un prete. Egli ne è il capo e il Padre. Sotto la sua direzione, il Foyer diventerà un focolare di luce, di carità e di amore… Trattandosi di una spiritualità per laici, destinati a vivere in mezzo al mondo, non sarà chiesto alla comunità di impegnarsi coi voti… I membri del Foyer si impegneranno nel dono totale di sé a Gesù attraverso Maria, secondo la formula di consacrazione di San Luigi Maria Grignon de Montfort. Rinnoveranno nelle mani di Maria i loro impegni battesimali e quelli della Cresima”.

Tutto più che sufficiente! Se noi vivessimo appieno i nostri impegni battesimali e quelli della Cresima, che dire? 

Ci saranno 60 fondazioni fino agli anni 80 e altre decine ne seguiranno in tutti i continenti, rivelando il carattere prosperoso e missionario dell’opera iniziata dalla Venerabile Marthe Robin. Finché visse, ella si occupò di sostenere le fondazioni, consigliando fin nei minimi dettagli i Padri e i laici che si adoperavano per promuovere i Foyer. 

Chiudiamo questo piccolo approfondimento dell’opera di Marthe, riportando questo suo colloquio con un Sacerdote, Padre Breton, (dai suoi stessi diari), che si rivolse a lei per chiedere aiuto e consiglio per una nuova fondazione molto particolare, iniziata nei locali di una bettola fino a quel momento adibita a luogo di peccato.

Pagg 236-237

È Satana, mi disse, che vi ha fatto presentare su un piatto d’oro la proposta di rimanere cappellano militare fino alla pensione. Credeva di aver partita vinta, sogghignava già, poiché, partito voi, sarebbe ritornato sette volte più forte al vecchio caffè-ristorante di La Léchère. Fortunatamente, come vostra abitudine, avete pregato lungamente la Santa Vergine. È lei che da Fourvière vi ha condotto fin qui”. Poi aggiunse: “Là dove avete acquistato la proprietà del caffè-ristorante malfamato, Dio vuole che facciate un Foyer de Charité”. 

Poiché Dio lo vuole», le risposi subito, anch’io lo voglio”.

È molto piccolo”, mi disse lei allora, “ma pregheremo la Santa Vergine che spinga un po’ i muri. Verrà il giorno in cui sarà molto grande”. (…)

 Le persone che vengono per le cure termali possono venire in Santuario da voi. Se voi metteste un piccolo avviso sulla porta d’ingresso del caffè ristorante diventato il Santuario del Sacro Cuore, segnalando le ore in cui siete presente: Messe, Adorazioni, Confessioni, a condizione che ci siate tutti i giorni, può ben darsi che le anime vengano: laici, religiosi, sacerdoti”.

Io le dissi: “ Non è assolutamente possibile, poiché durante l’estate quando il ministero parrocchiale è meno impegnativo, organizzo delle camminate verso i monti per i bambini della parrocchia, i giovani, le ragazze, le coppie”.

Un altro prete potrebbe rimpiazzarvi in questo ministero — mi disse — ma voi state al Santuario”.

 Un altro prete vada a fare le gite, Padre Breton resti al Santuario! Per fare che cosa? Messe, Adorazioni e Confessioni: così si riempie la chiesa! Noi pensiamo che si debba fare chissà che cosa di strampalato… No: Messe, Adorazioni e Confessioni e la chiesa si riempie!

“Eh, ma io devo andare a fare le gite con i ragazzi!” — “ No, tu stai lì e andrà qualcun altro…”.

Sembra scontato dire che la pronta obbedienza di padre Breton alle parole decise e ispirate di Marthe favorì fin da subito l’afflusso al nuovo piccolo Santuario di moltissime anime, rendendo necessario iniziare i lavori di ampliamento del Foyer già dall’anno seguente, nel 1943: ancora una volta, mentre tutto andava in rovina in Europa, sul sacrificio silenzioso di Marthe e di molti fedeli, si costruiva solidamente un futuro cristiano.

Bene, ci fermiamo qui e proseguiremo la prossima volta.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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