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Le Passiflore Eucaristiche: Ven. Marthe Robin, parte 9

Le Passiflore Eucaristiche: Ven. Marthe Robin

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Le Passiflore Eucaristiche: Beata Alexandrina Maria da Costa, Serva di Dio Teresa Neumann, Beata Anna Caterina Emmerick, Venerabile Marta Robin” di venerdì 25 novembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 21, 29-33)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 25 novembre 2022. Festeggiamo oggi Santa Caterina da Alessandria, vergine e martire.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo ventunesimo del Vangelo di san Luca, versetti 29-33.

Continuiamo la nostra meditazione sulla figura di Marthe Robin e, come anticipato ieri, vediamo quale fu la missione di Marthe: i Focolari della Carità. 

Dal libro di J.J. Antier, Marthe Robin, pagg. 112-14

“Il 3 maggio 1932 Marthe dice: «Estendere sula terra il regno della verità e dell’amore, ecco la mia missione. Come traccia del mio passaggio quaggiù, vorrei lasciare soltanto una scia luminosa di verità e un grande incendio d’amore divino». Il 29 agosto 1932 Marthe si pone la domanda che ci riguarda tutti: “Come mai Gesù è amato così poco? Perché non si risponde al suo amore?”

Da allora la sua via, la sua missione, le sembrano evidenti: “Fino alla fine del mondo, sarò l’apostolo dell’Amore. Finché ci saranno sulla terra uomini che soffrono, che lottano, che camminano nell’errore, intercederò in loro favore, verrò ad amarli, a soccorrerli, a mostrare loro la vera patria”. (…)

“Non servono parole a coloro che non credono, che sono smarriti. Hanno bisogno di virtù che risplendano, li illuminino, li attirino. Gli esempi di una vita vicinissima alla santità hanno una forza di seduzione e di persuasione incomparabile. Bisogna voler essere un piccolo raggio sulla terra, per essere una luce immortale. Bisogna voler essere una lampada nella Chiesa militante, per diventare una stella nella Chiesa trionfante”.

Beh, penso che possiamo dire che sia un programma di vita molto bello e, soprattutto, che dovremmo sempre portare nel nostro cuore e sentire come pulsante la domanda circa la nostra scarsa corrispondenza all’amore di Gesù – Come mai Gesù è amato così poco? Perché non si risponde al suo amore? 

Non basta pensare solo alla nostra vita, ai nostri impegni, alla nostra anima: dobbiamo pensare anche agli altri e Marthe ci dà una indicazione grande che non è quella di andare a fare tanti proclami, a fare disquisizioni infinite, a fare polemiche, a cercare di convincere le persone, no. Lei ci dice che si deve fare una sola cosa, visto che ‘non servono parole a coloro che non credono, che sono smarriti’, perché non si cambia la mente e il cuore di chi non crede attraverso chissà quale bellissima e verissima riflessione. 

Io aggiungerei che le parole non servono a niente anche per chi pensa di credere, ma in realtà non crede perché la sua vita non è quella di un credente: le nostre parole, i nostri bei discorsi non convincono neppure loro.

Questo vale anche per noi: tutte le volte in cui, nella nostra vita, ci sentiamo ‘a posto, giusti, veri, in cammino serio verso Gesù’. Se per caso non fosse così e qualcuno venisse a dircelo, noi non gli crederemmo e lo compatiremmo. Non sono le parole che fanno fare una riflessione su se stessi e fanno cambiare mentalità e rivedere la propria fede, ma la santità. Gli esempi dati da una persona che sta camminando seriamente in un cammino di santità – e non vuol dire che sia già santa, ma che sta comunque impegnando seriamente – ‘hanno una forza di seduzione e di persuasione incomparabile’. Questa è nostra esperienza di tutti i giorni: quando noi incontriamo qualcuno che è seriamente impegnato in un cammino verso la santità, noi restiamo sedotti, colpiti e la sua esperienza ci cambia interiormente. 

“Nel 1933 Marthe ebbe una serie di visioni di Cristo, grazie alle quali la sua missione si precisò: “Fu allora che Gesù mi parlò dell’opera splendida che voleva realizzare qui a gloria del Padre, per estendere il suo regno in tutta la Chiesa e rigenerare il mondo intero. E questo per mezzo dell’insegnamento religioso che vi sarebbe stato dato, la cui azione sovrannaturale e divina si sarebbe estesa in tutto l’universo. (…) Quindi non si trattava più di una piccola scuola locale (progetto che Gesù le aveva ispirato precedentemente), ma di un vero seminario universale. (…) né scuola, né missione, ma «un Focolare del mio amore», «qualcosa di nuovo», un’opera in cui «tutti i membri siano santi, brillino per l’esempio di una vita soprannaturale e per l’esercizio incessante della carità», che implica «il dono di sé a ciascuno, in un dono totale a Dio»”.

Questo è un progetto che viene da Gesù che cerca e vuole la santità; egli vuole questi Focolari dove vuole che tutti siano santi.

In concreto che cosa significa? Significa che devono avere una vita soprannaturale esercitando costantemente e sempre meglio la carità. Si fa attraverso il dono di sé all’altro, ma tutto orientato verso l’incontro con Gesù e tutto nascente dall’incontro con Gesù. Una vita soprannaturale non è una vita naturale: è qui che c’è il cambio! Noi dobbiamo continuare a vivere la nostra vita nella natura, perché questo è il regno in cui tutti noi siamo inseriti al presente, ma c’è un altro Regno che è quello che ci attende ed è quello soprannaturale: anche lì dobbiamo inserirci bene, chiede Gesù.

Oggi quest’opera della Provvidenza, i Focolari della Carità, sono un’organizzazione presente in tutto il mondo che gestisce scuole e ritiri spirituali frequentati da 50 mila persone ogni anno. Vedremo come Marthe, dal suo letto di agonia e immolazione, ha potuto realizzare quanto le chiedeva il Cielo.

Protagonista, insieme a Marthe, nell’opera di costituzione dei Focolari fu don Georges Finet, scelto dalla Vergine Maria come direttore spirituale della futura Venerabile: “Padre” Finet, come lei lo ha sempre chiamato. Nel 1936 Padre Finet fu provvidenzialmente incaricato di consegnare a casa Robin un quadro intitolato alla Madonna “Maria Mediatrice”; Marthe riconobbe subito il Sacerdote, avendolo visto durante alcune visioni ed essendole stato indicato dal Cielo come colui che avrebbe realizzato l’opera dei Focolari di carità. Da quel momento iniziò un rapporto di grande amicizia spirituale e cooperazione che accompagnò Marthe fino alla morte.

Premettiamo che Padre Finet al tempo era responsabile, per conto di diverse diocesi francesi, di oltre 800 scuole cattoliche ed era riconosciuto come un impegnatissimo ed instancabile lavoratore per il bene della gioventù e della Chiesa francese, che in quegli anni ancora si stava riprendendo e a fatica ricostituendo dopo le soppressioni napoleoniche.

Durante la sua prima visita a casa Robin, la giovane parlò a Padre Finet di una “nuova Pentecoste d’amore”.

Affidiamoci, per conoscere la storia della nascita dei Focolari, al testo Vita di Marthe Robin di don Bernard Peyrous, dal 1996 Postulatore della causa di beatificazione della mistica francese, quindi massimamente autorevole per il suo contatto diretto con le fonti storiche e i testimoni ancora vivi.

Pag. 135

 “Come avverrà questa nuova Pentecoste d’amore? Dichiara Don Finet nel suo diario: Lei mi ha detto che la Chiesa andrà totalmente ringiovanendosi grazie all’apostolato dei laici. Mi ha molto parlato di questo. Mi ha anche detto: il laicato avrà un ruolo molto importante nella Chiesa… Ha aggiunto che ci saranno molti modi per formare il laicato, ma particolarmente dei Foyers di Luce, di Carità e di Amore. Non capivo bene quello che voleva dire. Allora lei me lo disse chiaramente:

«Sarà qualcosa di totalmente nuovo nella Chiesa, qualcosa che non è stato ancora mai fatto. Sarà un laicato consacrato, non sarà un ordine religioso. I Foyers de Charité saranno diretti da un sacerdote, il Padre, e comprenderanno laici impegnati». 

Mi ha detto: «Questi Foyers de Charité avranno diffusione nel mondo intero! Saranno una risposta del Cuore di Gesù al mondo, dopo la disfatta materiale dei popoli e i loro errori satanici».

In effetti, le parole di Marthe Robin si realizzeranno. I Foyers, così come stanno per nascere, saranno qualcosa d’inedito nella Chiesa, una comunità nuova, seguita ben presto da molte altre.”

Vedremo ora, leggendo la conclusione del primo colloquio fra il Sacerdote e Marthe, come l’abbandono fiducioso alla Provvidenza di Dio da parte di Padre Finet, nel solco della santa Obbedienza, costituirà le fondamenta del progetto che il Signore stava preparando e ispirando.

Pag. 136

“Dopo due ore di colloquio, lei si gira verso di me:

– Reverendo, ho una domanda da farvi da parte di Dio.

– Quale, signorina?

– Che voi veniate qui, a Châteauneuf, per fondare il primo Foyer de Charité.

– Io, signorina? Ma io non sono della diocesi! Sono di Lione!

– E che cosa c’entra questo, dal momento che Dio lo vuole?

– Ah! Non ci avevo pensato. Ma a far cosa?

– Particolarmente per predicare i ritiri.

– Si, dei ritiri di tre giorni, sarebbe una buona cosa.

– No: di cinque giorni, perché in tre giorni non si ha il tempo di formare le anime.

– Ah, bon! Ma, a chi saranno indirizzati questi ritiri?

– A signore e a ragazze.

– Che cosa si farà durante questi ritiri? Degli incontri, degli scambi?

– No, no, no. La Madonna vuole silenzio completo.

– Voi credete che io potrei tenere le donne e le ragazze in silenzio per cinque giorni?

– Si, Visto che la Vergine lo chiede!

– Ah, bon, non lo sapevo… ma come faremo a far conoscere questi ritiri?

– La Madonna se ne incaricherà. Gesù donerà grazie straordinarie. Non avrete bisogno di fare alcuna pubblicità!

– Ma dove si faranno questi ritiri?

– Nella nostra scuola cattolica (Marthe si riferisce ad una costruzione vecchia e povera di ogni cosa, nella quale ancora nemmeno uno scolaro ha messo piede, n.d.a.)

– Ma saranno necessari dei letti, una cucina. Chi farà questi lavori?

– Voi!

– Ma con quali soldi?

– Non tormentatevi, ci penserà la S. Vergine.

– Quando bisognerà predicare il primo ritiro?

– Dall’1 al 7 settembre (questo colloquio si svolse a inizio febbraio del 1936)

Ero sbalordito, le dissi che ne avrei parlato con i miei superiori:

Non posso rifiutare, ma devo ancora chiedere l’autorizzazione ai miei superiori.

– Ah, sì, dovete mettervi nell’obbedienza”.

Da questo breve ma decisivo colloquio risulta sbalorditivo, o meglio, tipico dei santi, avere soluzioni dove umanamente si vedono solo problemi. In pochi giorni Padre Finet otterrà appoggio e benedizioni dal suo direttore spirituale e dai Vescovi responsabili.

Il suo confessore, benedicendolo gli disse:

“Marthe Robin è una Caterina da Siena, appartiene alla Chiesa. Dovete fare tutto quello che vi dirà, non vi ingannerà mai. Sarò sempre con voi per aiutarvi, per sostenervi e, all’occasione, per difendervi. Andate!”

Credo che la cosa che colpisce tutti sia il fatto che il colloquio avviene a febbraio e la casa sia pronta per settembre. Ora: siamo nel 1936… già! Se oggi dovessimo dire a qualcuno: “Beh, quella casa che è cadente, non ha neppure la cucina, non ha i letti e ha forse solo i muri, siamo a febbraio: la prepariamo per i ritiri spirituali che si terranno a settembre”, apriti cielo! “Non è possibile: come si fa? Il tempo è troppo poco! Non ce la faremo mai! Perché non scegliamo altro?” Beh, noi siamo fatti così… 

Ma il Signore ‘lavora sempre in emergenza’, non lavora mai nella sicurezza di tempi ampi, di poter avere sempre tutte le cose al loro posto, di poterle avere così come le vogliamo perché a noi ‘testoni’ deve essere chiaro che ‘quello che viene da Dio’ viene da Dio e non ci dobbiamo mai insuperbire di quello che facciamo per il Signore perché è per il Signore e non per noi. 

Quindi le nostre poche forze, il nostro poco tempo, le poche risorse, l’impossibilità apparente di… fanno parte del sistema: il Signore lavora solo così! 

Pensate alla caduta delle mura di Gerico nell’Antico Testamento… andate a leggere! Quelli che vanno a combattere con le brocche vuote e dentro la candela… vi immaginate? Dio che chiede a soldati di andare a combattere con le brocche vuote con dentro una candela accesa e dice: “Voi vincerete così!”… 

— “Mah, dico, io sono un soldato, sono venuto qui per combattere e devo andare con una candela accesa dentro una brocca?” 

— “Sì, se vuoi vincere, devi andare così!” 

— “Una piccola spada? Un archetto con le frecce? Non si sa mai… Una fiondina, un sassolino?” 

— “No! Non si può! Se tu vuoi vincere, devi avere in una mano una candela e nell’altra una brocca vuota!”

— “E come faccio a far cadere le mura di Gerico?” 

— “Semplice! – dice Dio – Tu per sette giorni gira attorno alle mura della città (Gerico aveva mura altissime, spessissime e invalicabili) facendo una liturgia”. 

— “Una liturgia?” 

— “Sì, ogni giorno: tu ogni giorno ti alzi e fai un giro con l’Arca della Alleanza…”

— “Ho capito, ma le mura non cadono semplicemente perché io le guardo…”

— “Tu non preoccuparti, quando avrai fatto sette giri, lancerai il grido di guerra, ti lancerai contro le mura e le mura cadranno!”

A questo punto noi diremmo a Dio: “Sì, va beh… adesso ti spiego: tu dacci retta. Noi facciamo la guerra e tu che sei Dio ci aiuti a vincerla. Così va bene, non girare e fare liturgie con la brocca vuota e la candela in mano! Impossibile!”

Dio lavora in emergenza: questi obbediscono e le mura di Gerico cadono. L’Antico Testamento è stracolmo di situazioni del genere… ce ne sono tantissime! Quando ferma il sole? Stessa cosa…

E queste situazioni sono lì a dirci che nella nostra vita la vittoria sul male, sulle difficoltà non dipende da te, ma da Dio con te: questa unione comporta la vittoria di Dio con te che ti fidi e vinci.

In un’altra situazione il re di Israele non si fida, fa di testa sua e perde… Geremia offre tanti esempi di quello che il popolo di Dio avrebbe dovuto fare, non ha fatto ed è caduto in prigionia.

Qui è la stessa cosa: una casa cadente, senza letti, senza cucina, senza niente e Marthe dice: “No, no, faremo il ritiro lì dentro a settembre!”  — “Chi se ne occuperà?” — “Tu!” — “Io?” — “Certo!” — “E che cosa faremo tutto il giorno durante il ritiro?” — “Silenzio…”

È interessante: “La Santa Vergine lo vuole”! 

Ricordo, e con me tante persone, il primo ritiro di esercizi spirituali che organizzai tanti e tanti anni fa… fu una sfida: era agosto 2003, predicai in un silenzio assoluto e qualcuno ha fatto parecchia fatica, mentre altri si sono trovati benissimo. Silenzio assoluto per non so quanti giorni, tre sicuri, forse addirittura cinque, e me lo ricordo ancora: si tocca con mano che qualcuno lì in mezzo si muove per smuovere i cuori.

E poi Marthe aggiunge:

Non avrete bisogno di fare alcuna pubblicità!

Noi, invece…

E i soldi? Da quando fai qualcosa per Dio e i soldi sono un problema? Mai! I soldi diventano un problema per chi fa qualcosa secondo la propria volontà… in quel caso diventano un problema! I soldi sono un problema quando facciamo le empietà, quando seguiamo i nostri progetti, non quando facciamo le opere di Dio! Quando facciamo le opere di Dio, l’ultima cosa che ci mancherà e l’ultima cosa alla quale dovremo pensare sono i soldi. Provare per credere! Non c’è bisogno di essere don Bosco o Santa Teresa d’Avila: fate una cosa per Dio e vedrete che l’ultimo dei vostri problemi saranno i soldi. Non solo avrete il necessario, ma avrete l’avanzo!

Questa è vita vissuta; non stiamo parlando di mistici che hanno avuto visioni senza un impatto concreto sulla vita, perché la mistica ha un contatto diretto e pratico con la realtà! Ed è bello che il ritiro vada dall’1 all’8 settembre perché il 9 è la Festa di Maria.

Domani vedremo queste realtà che nascono da una vita eucaristica: lei fa tutto questo dal suo letto, non dimentichiamolo! Noi pensiamo che una mistica come Marthe stia nel suo letto, abbia le sue visioni e… morta lì! No, no: lei è nel suo letto, non mangia, non beve, non dorme, si nutre ‘solo’ di Eucarestia e guardate che cosa sta organizzando!

Se le nostre opere sono sterili, se non abbiamo un riscontro concreto, questo dipende dalla nostra mancanza di fede e dal nostro debole rapporto con Gesù: quando le cose si fanno con Gesù, per Gesù e secondo la volontà di Gesù non mancano il cibo, i posti, il tempo … soldi che arrivano da tutte le parti, cose che fioriscono tra le mani…

Domani vedremo brevemente l’organizzazione del primo ritiro: credo che sarà interessante e che per i sacerdoti potrebbe essere un momento di grande riflessione.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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