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Non imitare Ponzio Pilato

Mihály Munkácsy, Cristo davanti a Pilato

Omelia sulle letture di venerdì 30 ottobre 2015

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture della S. Messa del giorno.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Approfondimenti

Preghiera di Salomone per chiedere a Dio la Sapienza (Sap 9, 1-6:9-18)

“Dio dei padri e Signore della misericordia,
che tutto hai creato con la tua parola,
e con la tua sapienza hai formato l’uomo
perché dominasse sulle creature che tu hai fatto,
e governasse il mondo con santità e giustizia
ed esercitasse il giudizio con animo retto,
dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono,
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava,
uomo debole e dalla vita breve,
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto,
privo della sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla.
Con te è la sapienza che conosce le tue opere,
che era presente quando creavi il mondo;
lei sa quel che piace ai tuoi occhi
e ciò che è conforme ai tuoi decreti.
Inviala dai cieli santi,
mandala dal tuo trono glorioso,
perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica
e io sappia ciò che ti è gradito.
Ella infatti tutto conosce e tutto comprende:
mi guiderà con prudenza nelle mie azioni
e mi proteggerà con la sua gloria.
Così le mie opere ti saranno gradite;
io giudicherò con giustizia il tuo popolo
e sarò degno del trono di mio padre.
Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza”.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Non imitare Ponzio Pilato

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Oggi è venerdì e, come ogni venerdì, la nostra mente non può non andare, non correre subito velocemente, alla Passione di Gesù.

Non si può vivere un venerdì senza pensare alla Passione di Gesù e il Vangelo di questa sera a me personalmente fa venire in mente un attore molto importante nella Passione di Gesù, una figura importante, che ha svolto un ruolo essenziale nella morte di Gesù. Il Vangelo di questa sera mi fa venire in mente Ponzio Pilato, una delle figure più inquietanti, una delle figure più ambigue, più brutte, che hanno popolato la Passione del Signore.

Pilato chi è? È la figura, è la sintesi, è il simbolo, è l’immagine, usate il termine che preferite, di un tipo preciso di anime; tante anime, speriamo non la nostra, possono ritrovare la loro immagine in Ponzio Pilato.

Ponzio Pilato è l’immagine di quelle anime che sono combattute tra la spinta della grazia e la spinta delle passioni; siccome si lasciano di fatto dominare dal rispetto umano, da quello che Santa Teresa di Gesù chiama la peste, la cosa peggiore che ci sia, siccome si lasciamo dominare dall’amor proprio, che è la radice di tutti i mali, queste anime, di fatto, quando si trovano di fronte a una situazione difficile, a una tentazione, a un pericolo, a una scelta gravosa, diventano improvvisamente ottuse, stupide, non capiscono, non sanno più discernere, e finiscono per auto giustificarsi, per non compiere la scelta, finiscono per dire: «Ma sì, vabbè, in questa cosa non c’è dentro niente di male».

Loro, queste anime, come Ponzio Pilato, perdono, non hanno più la capacità di un vero discernimento, e soprattutto non accettano nessun consiglio.

Ponzio Pilato da sua moglie fu avvertito, non ha neanche la scusa di dire: «Ma nessuno me l’ha mai detto». Ponzio Pilato fu avvertito da sua moglie che gli diceva: «Lascia stare quell’uomo giusto! Non avere niente a che fare con lui, perché io questa notte sono stata molto turbata in sogno a causa sua». Lui ha avuto qualcuno che glia ha detto la verità, ma non l’ha ascoltata.

Le persone come Ponzio Pilato non ascoltano i consigli, diventano stupide, non hanno capacità di discernimento, si auto giustificano per poter dire: «Ma sì, vabbè, lo faccio lo stesso».

Di cosa hanno paura le anime come Ponzio Pilato?

Hanno paura di una cosa sola: hanno paura di apparire ridicole agli occhi del mondo, non hanno forza per vincersi e alla fine disprezzano la grazia, disprezzano Cristo e consegnano loro stesse e la verità a Erode, perché non dobbiamo dimenticare che il passaggio che avviene è proprio questo…

Ponzio Pilato, disgustoso quanto era, pur di non arrivare al dunque e pur di non prendere una posizione chiara, pur di non perdere niente di sé stesso, pur di non apparire ridicolo agli altri, pur di non subire la presa in giro degli altri, pur di non perdere il consenso degli altri, perde Gesù Cristo e Lo manda da Erode, da quell’essere immondo, Lo manda via, si lava le mani nel sangue di Cristo.

Allora, se noi ci troviamo o dovessimo venirci a trovare nella situazione di Ponzio Pilato, qual è l’antidoto?

Gesù offre sempre una speranza a tutti, c’è sempre nel Vangelo una speranza per convertirsi e cambiare strada, che tradotto vuol dire per cambiare cuore e mente.

Ecco, vi lascio, per questa sera e per questi giorni a venire, questa frase di Gesù, bellissima, ci sarebbe da fare un corso di esercizio spirituali su questa frase di Gesù.

Gesù ad un certo punto dice, proprio a Ponzio Pilato: «Il mio Regno non è di questo mondo».

Che bella questa frase, potrebbe essere il motto che ci mettiamo scritto da qualche parte!

Il mio Regno…”, mio ma anche nostro, non solo di Gesù!

Il mio regno, la mia patria, la mia casa, i miei amici, non sono di questo mondo, quindi la nostra anima deve rispondere con questa fermezza, con questa energia, con questa generosità, quando si presenta l’occasione di vincere il rispetto umano.

Quando si presenta quell’occasione, la nostra anima deve dire: «No! Il mio regno non è di questo mondo, quindi io calpesto il rispetto umano, quindi io accetto la sofferenza, accetto l’umiliazione di questo mondo, non cerco il favore degli uomini, perché la mia patria non è di questo mondo, io non starò qui per sempre; la mia patria è il Paradiso ed è là che mi attende il riposo e la felicità, non posso rinnegare la verità».

Ma ci rendiamo conto che Ponzio Pilato ha permesso che fosse liberato un assassino, un ladro, un criminale, e che fosse crocefisso Gesù Cristo, l’innocente?

Ma è una cosa pazzesca anche a livello penale, non dico a livello religioso, ma a livello penale!

Gesù non aveva fatto niente di male a nessuno e lui, per ascoltare quei cinquanta pecoroni che gli stavano davanti a gridare: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!», per non andare contro a quella massa lì di persone, lui ha tradito il suo dovere di giudice, di governatore, e ha rilasciato un assassino, incredibile!

Noi facciamo queste cose!

Quando noi decidiamo di abbandonare, di rinnegare Gesù Cristo per salvare noi stessi, noi mandiamo Gesù Cristo al macello per liberare Barabba.

È incredibile, noi facciamo queste cose!

In questa vita, se non vogliamo essere come Ponzio Pilato, noi non ci dobbiamo preoccupare minimamente dell’opinione del mondo, noi dobbiamo preoccuparci solo di compiere fedelmente il nostro dovere cristiano di discepoli di Cristo.

Veniamo presi in giro? Pazienza!

Veniamo esiliati? Pazienza!

Perseguitati? Pazienza

Resteremo soli? Pazienza!

Ma non possiamo anche noi mettere le mani in quella tinozza nella quale ha messo le mani Ponzio Pilato e sporcarcele con il Sangue di Cristo! Non si può! Perché in quella maniera, noi, invece di lavarci le mani, ci sporchiamo l’anima con un crimine.

Se per questo, se per non vendere Gesù, se per non rinnegare Gesù, io devo subire qualunque cosa, la subirò, tanto la mia patria non è di questo mondo, il mio regno non è di questo mondo.

Fai quello che vuoi! Mi vuoi uccidere? Uccidimi! Il mio regno non è di questo mondo, quindi non mi interessa!

«Se il mio Regno fosse di questo mondo», dice Gesù, «i miei verrebbero subito a liberarmi, ma siccome non è di questo mondo, i miei se ne sono andati via tutti».

Anche quello sarebbe un capitolo da aprire…

«I miei amici, così detti, sono scappati via tutti, perché il mio Regno non è di questo mondo».

Pietro è lì che si è scandalizzato, nell’orto del Getzemani, quando ha preso la spada ed era pronto a morire per Gesù, e Gesù gli ha detto: «Metti via la spada, perché non è questo il Regno che sono venuto ad annunciare»; Pietro si scandalizza, se ne va e Lo tradisce.

Certo, noi facciamo in fretta a dire: «Gesù, Gesù, Gesù ti amo, Gesù ti seguo, Gesù di qua, Gesù di là», fino a quando Gesù è secondo il nostro gusto, il nostro uso e consumo, fino a quando Gesù rispecchia l’idea che noi abbiamo di Dio, quando Gesù non rispecchia più quell’idea, allora noi Lo abbandoniamo.

Quindi, io devo ascoltare la voce della mia coscienza, che vuol dire la voce di Dio, facendo in modo che si spenga la ribellione della natura.

Io avrò anche la mia natura, che dice: «No dai, Giorgio, non fare questa cosa perché poi dopo ti prendono in giro. No, dai, dopo ti perseguitano! No, dai, dopo ti fustigano! No, dai…»

Se io ascolto la voce della grazia, io posso calpestare la stima degli uomini, il consenso degli uomini, il plauso degli uomini, la patria di questo mondo la posso calpestare, schiacciare, per il cielo.

Se non sono capace (può essere), se non ci riesco, se non ce la faccio, chiederò la forza e il consiglio. A chi? A Dio.

Con quel bellissimo canto della Sapienza, al capitolo IX del libro della Sapienza (andate a leggerlo stasera), che dice: “Allora Salomone pregò così…” e c’è una preghiera lunghissima, dove Salomone invoca il dono della Sapienza.

San Giovanni Maria Vianney diceva appunto: «Pregate per avere il dono del discernimento, ogni mattina, per poter discernere le tentazioni del diavolo, in modo tale che la passione e l’amor proprio non vi possano spingere verso il male», verso il vivere come Ponzio Pilato.

E concludo con un fatterello simpatico, non è un fioretto di San Francesco, perché io non sono San Francesco, però è un fioretto simpatico, una cosa bella che io ricordo, che mi è sempre rimasta in mente da quando l’ho vissuta.

Quando prima vi ho detto: «Calpesto l’amor proprio, calpesto il mondo, calpesto…», mi è venuta subito in mente questa immagine…

Nel convento dove ero prima, una sera, intorno alle 9.00, mi chiamano e sento che urlano: «Aiuto, aiuto, Padre! Scenda, scenda! Aiuto, aiuto!»

Allora, prendo e vado giù, scendo in chiesa e vedo le ragazze, che erano lì per cantare, tutte spaventate che scappavano e che urlavano: «Aiuto! C’è un serpente! C’è un serpente!»

Io accendo la luce e vedo questa serpe, era una biscia d’acqua (avevamo il convento sul fiume), era una biscia d’acqua lunga, grossa e nera, faceva impressione effettivamente, era salita ed era entrata in convento e si era arrotolata nel gabinetto.

Poverine, loro sono andate in bagno, hanno aperto il gabinetto e si sono trovate questo mezzo pitone, arrotolato lì, che faceva gli affari suoi.

Allora, tutti correvano e scappavano, io, non so perché, ho avuto questo sangue freddo, ho preso la scopa, l’ho girata al contrario dalla parte del manico, sono andato davanti alla serpe, che era lì che mi guardava con la sua lingua fuori e, pam!, le ho dato un colpo secco sulla testa, la prima volta nella mia vita in cui ho centrato qualcosa! Non sono mai riuscito a fare un colpo a pallacanestro, quella volta l’ho centrata con un colpo solo, pam!, le ho dato una legnata secchissima sulla testa e le ho schiacciato la testa sul pavimento; lei, con tutto il corpo che si arrotolava e si girava, mente io sono rimasto fermo lì…pam!…morta!

Ho detto: «Guarda come son contento!», sono stato proprio fiero e ho detto: «Ma che bello!» e mi sono detto: «Se un giorno nella mia vita, riuscissi a fare così anche con il diavolo, sarebbe molto meglio! Se riuscissi a schiacciare la testa anche a lui, con così tanto coraggio come ho fatto con questa serpe, non sarebbe una brutta cosa…»

E sapete cosa ho scoperto?

Ho scoperto una cosa importante, cioè che, nel momento in cui l’ho uccisa, ha fatto una puzza, è venuta fuori una puzza da quella bestia, che è durata una settimana, ve lo garantisco, una settimana con un odore impossibile!

Ho detto: «Ma pensa… mentre era viva nessuno si è accorto di niente, quando io l’ho uccisa, si è rivelata in tutto il suo fetore e in tutto il suo schifo».

Così fa il diavolo!

Quando ci tenta, sembra che tutto vada bene e non ci siano problemi, ma se tu lo vinci, improvvisamente viene fuori tutto l’orrore che si portava con sé.

Che il Preziosissimo Sangue di Cristo conceda la grazia a ciascuno di noi di uccidere il nostro serpente!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

Prima lettura

Rm 9,1-5 – Vorrei essere io stesso anàtema, separato da Cristo, a vantaggio dei miei fratelli.

Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.
Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.

Salmo responsoriale

Sal 147

Celebra il Signore, Gerusalemme.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

Canto al Vangelo

Gv 10,27

Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.

Vangelo

Lc 14,1-6 – Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

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