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San Luigi Orione e l’Eucarestia, parte 1

San Luigi Orione e l'Eucarestia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: San Luigi Orione e l’Eucarestia, parte 1
Lunedì 24 luglio 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 12, 38-42)

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».
Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 24 luglio 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo dodicesimo del Vangelo di san Matteo, versetti 38-42.

Quest’oggi vorrei iniziare con voi una meditazione su un altro santo molto famoso, sicuramente credo più famoso di padre Damiano di Molokai, e sto parlando di San Don Luigi Orione.

E, come abbiamo fatto con padre Damiano dove abbiamo visto padre Damiano e l’Eucarestia, così oggi vedremo San Orione e l’Eucarestia. Per chi non conosce questo santo, adesso avrà modo di poterlo avvicinare.

Giovanni Paolo II ha invitato a “guardare a don Orione ed al suo esempio di incessante unione a Gesù, adorato nell’Eucaristia, amato nel mistero della sua Croce e servito con infaticabile dedizione nei poveri più poveri?” (L’Osservatore Romano, 16.5.1999, p. 5). Nell’additare San Luigi Orione quale modello di vita eucaristica, il Santo Padre ha sottolineato anche la peculiarità della sua devozione che unisce strettamente intimità con Cristo e martirio della carità.

Dobbiamo dire che:

Molto egli pregò, molto scrisse, molto praticò e diffuse la vita eucaristica. Ciò era in piena consonanza con la sua visione carismatica dell’“Instaurare omnia in Christo” (Ef 1,10), orizzonte della sua Piccola Opera della Divina Provvidenza.

E adesso io qui presenterò degli appunti particolari della sua “Anima Eucaristica”.

Tra l’altro, nel 1983Andrea Gemma fece proprio uno studio intitolato: “Don Orione, Anima Eucaristica” che può essere uno studio interessante anche da approfondire.

Allora cominciamo a vedere i suoi fervori eucaristici giovanili.

Fu educato a soda pietà eucaristica in seno alla sua famiglia. Basti un ricordo raccontato da Don Orione stesso. Sua madre, vedendo la poca pietà eucaristica di uno dei sacerdoti del paese (Pontecurone, AL), “un giorno andò in sacrestia e gli disse: ‘Ci crede o non ci crede che quello che lei tocca è il Signore? Il Signore non si tratta così…”.

Pensate questa mamma!

E quando, ragazzo, Luigi tornava da Messa, la Mamma gli chiedeva chi avesse celebrato. Se ascoltava che era stato quel sacerdote poco fervoroso, lo rispediva in Chiesa ad ascoltare un’altra Messa.

La mamma di Don Orione faceva così. Dobbiamo dire che era una donna sicuramente non pusillanime, non di mezzi termini, che non le mandava a dire. Mi sembra di poter dire che fosse una donna tutta d’un pezzo, che sapeva dire pane al pane e vino al vino. Per cui:

“Ci crede o non ci crede che quello che lei tocca è il Signore?”

Dovremmo farcela anche noi questa domanda sempre: “Ci credi o non ci credi che quello che è nel Tabernacolo è il Signore? Ci credi o non ci credi che ciò che stai andando a ricevere è il corpo di Cristo? Ci credi o non ci credi che stai consacrando il corpo del Signore?”, e avanti.

“Il Signore non si tratta così…”

La domanda che abbiamo visto prima è una domanda retorica, perché da come tu lo tratti si capisce che non ci credi. Ecco, da come noi trattiamo a parole, col nostro comportamento in chiesa, col nostro modo di rispondere alla Santa Messa, col nostro modo di stare davanti al Tabernacolo, col nostro modo di passare davanti al Tabernacolo, col nostro modo di celebrare la Santa Messa, chi ci vede può dire che noi crediamo che quello è il corpo del Signore?

Orione fu poi per tre anni a Valdocco, all’oratorio di Don Bosco ancora vivente, dove la pietà eucaristica era coltivata in sommo grado.

Scrive:

“Fui tre anni con Don Bosco, ma soltanto un giorno non andai alla santa comunione, avendo rotto il digiuno”. 

Pensate, in tre anni lui ricevette la Santa Comunione ogni giorno, non ogni domenica, ogni giorno tranne uno, in cui andò a messa ma non fece la comunione perché aveva rotto il digiuno. Questo è lo stile di Don Bosco, quindi, vedete, i santi vanno sempre in coppia. Don Bosco è andato in coppia con diversi santi, non dimentichiamo San Domenico Savio, la sua perla, il suo fiore all’occhiello, ma anche Don Orione non fu da meno.

Entrato nel seminario di Tortona, trovò ben altro clima spirituale (rispetto a Valdocco): “Rimasi quasi scandalizzato di vedere che i chierici facevano la santa Comunione solo alla domenica e qualcuno al giovedì”.

Che differenza! Che differenza! I seminaristi facevano la comunione una volta a settimana, i ragazzi di Don Bosco tutti i giorni. Che differenza! 

Questo ci dice quando c’è di mezzo un santo e quando non c’è. 

La differenza la fa la santità, la santità fa la differenza. Quando c’è di mezzo un santo, il santo porta a Gesù Cristo, sempre. Quando ci sono di mezzo gli uomini, gli uomini distolgono da Cri-sto e portano le chiacchiere, portano a sé stessi. Questa è la differenza tra un santo e chi non lo è. Non è santo chi fa miracoli, o che va in giro con l’aureola in testa, no, no. Il santo porta la persona a Gesù Cristo, la fa crescere nell’amore di Gesù Cristo, nella fattispecie la fa crescere nella sua pietà Eucaristica.

Chi non è Santo — non nel senso che è in cammino per la santità, ma chi proprio è altro — ovunque vada riempie gli spazi vuoti di chiacchiere, di parole vuote, di parole inutili. In più, allontana da Cristo, non porta a Cristo. E questo non ve lo dico io perché sono particolarmente brillante, questa è semplicemente una riflessione presa in prestito da Padre Pio. Capitava che le sue figlie spirituali gli riferissero: “Il sacerdote tal dei tali mi ha detto: «Stai attenta a Padre Pio, stai lontana da quello lì»”. Loro chiedevano: “Perché?” e la risposta era: “Perché Padre Pio, col fatto che tu gli stai così vicina, lui ti plagia, lui ti allontana dalla parrocchia, ti allontana dal tuo contesto e vedi: lui ti sta manipolando!”. 

Quando capitò a Cleonice Morcaldi, lei andò subito da Padre Pio e disse: “Padre, mi hanno detto che … “. Poverina, tutta confusa e spaventata, sapete sono parole forti, un sacerdote che ti dice: “Stai lontano da Padre Pio, perché ti plagia, perché ti allontana dal Signore, perché ti allontana dalla parrocchia, perché ti mette in testa idee strane, perché ti fa e ti disfa a suo gusto e a suo piacere”… sapete, una ragazza, poi a quel tempo ancor di più, rimane impressionata, dice: “Ma cosa sta succedendo?”, poi giovane com’era… Allora va da Padre Pio e glielo racconta. 

Padre Pio, come ogni santo, con una frase ha smontato tutta la malizia perversa di quel sacerdote. Padre Pio le ha detto: “Senti Cleonice, ti hanno detto che devi stare attenta a me perché io faccio tutte le cose che hanno detto, benissimo. Cleonice, ma io dove ti porto? Io, a chi ti porto?” E lei rispose: “A Gesù” — “Basta, allora stai in pace”. Vero, verissimo!

Ne avessimo centomila di Padre Pio! Non uno, centomila. Va sempre così, capite? È sempre così, quando ci sono queste figure come Don Bosco, come Padre Pio, queste figure meravigliose, questa santità contagiosa, San Francesco d’Assisi, è chiaro che la gente corre, i giovani corrono, le persone corrono. Non perché sono plagiati — che idiozia è questa? — ma perché incontrano Gesù. Ve l’ho già detto tante volte, la gente da sempre ha fame di Dio. La gente ha sete di Dio. E quando qualcuno apre i rubinetti, la gente corre. Solo che non sono in tanti a farlo. Perché? Perché costa! Perché costringe anche a te a camminare sulla via della santità, ti costringe a star lì a fare l’Adorazione Eucaristica, ti costringe a stare in confessionale dodici, quindici, sedici ore al giorno — questo era Padre Pio, quando invece gli altri se ne stavano a fare i fatti loro — questo era padre Pio. Non tutti si svegliavano alle tre di notte per celebrare la messa alle 5 del mattino che durava tre ore. Guardate che dovete considerarle tutte, alcuni di noi fanno in fretta a fare le somme, ma le fanno sbagliate. “Eh sì, Padre Pio plagiava, Padre Pio di qui, Padre Pio allontanava, Padre Pio era divisivo, Padre Pio…”. Sì sì, ma quanti, allora come oggi, oggi ancor di più — la messa era alle cinque, lui si svegliava alle tre per fare la preparazione, due ore di preparazione per una messa — io vorrei sapere quanti sacerdoti impiegano due ore di tempo per prepararsi alla Santa Messa. Quanti di noi? E non veniamo fuori a dire: “Ah, ma io c’ho tanti impegni”, no perché Padre Pio confessava sedici ore al giorno, preferisci avere i suoi? Preferiamo avere i suoi impegni? Sedici ore nel confessionale, inchiodati lì? No, parliamone, perché poi — capite — dopo dobbiamo fare i conti della serva. Quindi vediamo: si svegliava alle tre, due ore di preparazione alla Santa Messa ed erano le cinque, alle cinque andava a celebrare, la messa durava tre ore. Sei, sette, otto. Finiva la Santa Messa: per circa un’ora, Padre Pio faceva il ringraziamento. Nessuno poteva avvicinarsi. Fate i conti. Questo per la messa! Tutto iniziava alle tre e finiva quasi alle nove. Quattro, cinque, sei, sette, otto, nove. Sono quasi sei ore di preghiera, dove c’è dentro tutto, preparazione, messa e ringraziamento. Sei ore di preghiera! E sono le nove del mattino. Lui aveva già fatto sei ore di preghiera alle nove del mattino. Insomma, parliamone! Chiaro che uno che vive così poi fa i miracoli, ma è ovvio! Ci sarebbe da stupirsi se non li facesse, è chiaro che poi il Signore gli apre il cuore e le viscere di tutta la misericordia dell’universo, è ovvio. Se non lo fa con Padre Pio con chi lo fa? Con noi che, se la messa è alle sette del mattino arriviamo alle sei e cinquantotto, se va bene? Poi due minuti di tempo per vestirsi — Padre Pio non si vestiva in due minuti — poi messa feriale in venti minuti, nei casi migliori possibili mezz’ora — Padre Pio impiegava tre ore a fare la messa feriale — e poi ringraziamento, questo qui vabbè affidato un po’ al movimento astrale, quello “dopo non so bene dov’è, com’è, perché, con chi è”, quindi il ringraziamento è un po’ facoltativo e quindi… sei ore di Padre Pio contro la nostra mezz’ora. C’è una differenza. Costa! Scegliere la santità, scegliere di rispondere a Cristo costa caro, si paga caro. Chiaro che poi la gente lo vede, lo scopre e corre. Vede un amico di Gesù, cosa volete che faccia? È affamata e assetata di Gesù, vede un amico di Gesù, tutti dall’amico di Gesù, è ovvio.

Stessa cosa Padre Leopoldo Mandic, uguale anche lui, un altro martire del confessionale. E via di seguito. Perché tutti lì? Per queste ragioni che vi sto dicendo. 

Più tutti i rosari che diceva Padre Pio, più il momento del dopo pranzo, che stava lì a pregare, a parlare con gli angeli, là sulla sua sedia di paglia, poi dopo alla sera sapete che non cenava, andava a ricreazione con i frati, ma non cenava, stava a pregare, dopo aver confessato tutta una giornata… Non una volta alla settimana ma ogni santo giorno. Poi aveva le sue sessanta, settanta, ottanta corone del Rosario da dire, poi aveva le lettere alle quali rispondere. Boh, non lo so, vediamo. Si fa in fretta a fare i maestrini della vita spirituale, poi bisogna vedere all’atto pratico quanto ognuno di noi è disposto a rinunciare, a scommettere su queste cose.

Don Orione si distinse per la comunione quotidiana.

Notate, Don Orione rimane fedele a Don Bosco. Non è che siccome in seminario tutti andavano a messa una volta a settimana la domenica e qualcuno il giovedì, lui dice: “Vabbè mi adeguo”, no no, Don Orione rimase fedele alla comunione quotidiana, come aveva imparato da Don Bosco.

Lui solo

Pensate, lui solo in tutto il seminario andava a messa tutti i giorni e faceva la comunione tutti i giorni.

Agli inizi suscitò supponenza,

Del tipo: “Ma quello lì chi è? Ma quello lì chi si crede di essere? Ma cos’è, migliore di noi? Adesso è arrivato qua il santino di turno. Ma cosa vuole dalle nostre vite? Perché lui va a messa tutti i giorni? Perché lui fa la comunione tutti i giorni?” 

e infine ammirazione.

Dalla supponenza all’ammirazione. Perché poi, capite, la santità genera in qualcuno ammirazione e poi imitazione, si vuole imitare.

Quindi non dobbiamo mai spaventarci quando siamo da soli a far le cose giuste. Tranquilli, sono giuste, andiamo avanti a farle. All’inizio verremo guardati con gli occhi storti e poi lo sguardo si raddrizza.

Adesso vi leggo questo poi mi fermo. 

Fece il sacrestano della cattedrale

Perché? Non era un seminarista come tutti gli altri, che era mantenuto. Lui fece il sacrestano della cattedrale

per mantenersi negli studi

Chi ha studiato teologia, sa che il tempo è prezioso. Se cominciamo a fare il sacrista di una cattedrale, non so, al mattino avrò lo studio, poi il pomeriggio faccio il sacrestano, quand’è che studio? Gli esami non si danno da soli. E poi tutti in latino, perché a quel tempo ero tutto in latino, quindi i libri erano in latino, studiavi in latino e davi gli esami in latino.

e alloggiava sui voltoni della chiesa,

Sarebbe da andare a vedere, non so se avete mai visto i voltoni della chiesa. Nel periodo tra novembre e aprile… auguri! Manco i piccioni stanno lì, fa un freddo, ma un freddo, ma un freddo. Perché sui voltoni della chiesa non c’è riscaldamento. Non c’è niente, c’è il muro, c’è la volta. E una cattedrale di solito non è uno spazio chiuso come una cameretta, dove almeno hai la tua porta, le tue finestre e le tue belle cosine calde. Non c’è niente, è tutto aperto, ma sapete che freddo? Ma che freddo! Ma che freddo. E d’estate? Ma che caldo! Ma che caldo! Altro che: “Non ce la faccio!”.

con una finestrella che guardava all’altare del Santissimo. Come farà spesso in futuro, già allora amava sostare in adorazione durante la notte.

Tutto quello che leggeremo nei prossimi giorni su questo santo parte da qui. Non dimentichiamo che parte da qui. E io quando ho letto queste cose mi son detto: “Ma santa pace, ma non c’era qualcuno che si poteva mettere insieme, tre o quattro famiglie, a dire: “Senti, ma te li pago io gli studi”. 

Andiamo a pensare alle forme di carità più astruse da fare, quando vicino a casa nostra ci sono persone così; noi non lo sappiamo, abbiamo un Santo accanto che poveretto deve fare gli studi per diventare sacerdote e non ha i soldi, non ha gli strumenti, deve vivere sotto le volte della chiesa, in mezzo al freddo e al gelo d’inverno e al caldo focoso d’estate, e deve lavorare e in più studiare.

Impariamo a guardarci intorno e quando vediamo situazioni di bisogno non giriamo la testa dall’altra parte, facciamocene carico. Pensate che cosa, davanti a Dio, se ci fosse stato qualcuno che avesse detto: “Luigi, ci penso io. Tu preoccupati di studiare, lascia stare di fare il sacrestano, ci penso io, tu studi e io pago. L’importante è che studi. L’importante è che ti impegni bene, diventi un bravo sacerdote. Per il resto ci penso io, non ti preoccupare”. Pensate davanti a Dio che valore avrebbe avuto. Questo non sapeva che stava aiutando San Don Orione, però sapeva che stava aiutando un seminarista. Quante situazioni di bisogno ci sono a questo mondo! Che sono veramente segno di una grande santità. Eppure…

amava sostare in adorazione durante la notte

Bello anche questo. So che tanti hanno questa bella abitudine di saper stare davanti a Gesù Eucarestia e, se non possono stare fisicamente per-ché sono nelle loro case, spiritualmente sì, come la beata Alexandrina Maria da Costa della quale vi ho parlato tante volte, facendo la comunione spirituale, portandoci spiritualmente davanti al Signore. Che bello!

Ecco, quindi, io vi auguro che questo percorso che faremo insieme, ci aiuti ad innamorarci ancora di più nel nostro Gesù Eucaristico.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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