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Gesù Cristo: Sacerdote e Vittima

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica 8 maggio 2016 (S. Messa prefestiva).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Gesù Cristo: Sacerdote e Vittima

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

La seconda lettura, che abbiamo appena ascoltato, in questa Solennità dell’Ascensione del Signore Gesù Cristo al Cielo, ci rivela una singolarità assolutamente tipica e appunto unica di Gesù, del Ministero di Gesù, della presenza di Gesù, della ragione dell’essere venuto al mondo di Gesù.

Gesù non è come tutti i sommi Sacerdoti della religione giudaica, che Lo hanno preceduto o come i Sacerdoti pagani, Gesù, dice la Lettera agli Ebrei, non offre il sangue altrui, non deve offrire più volte Sé stesso, ma è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di Sé.

Gesù non offre montoni e capri, Gesù offre la Sua Carne, Gesù diventa Sacerdote e vittima insieme, Gesù è la vittima del Suo Sacerdozio.

Il Sacerdote aveva il compito di offrire la vittima a Dio, Lui, in funzione del Suo nuovo Sacerdozio eterno, al modo di Melchisedec, porta questa novità unica, che il Sacerdote e la vittima diventano la stessa cosa.

Lui non offre altri, Lui offre Sé stesso, non offre il sangue di altri, Lui offre il Suo Sangue.

Abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del Sangue di Gesù”.

Perché Gesù è venuto, come dicevo all’inizio?

Gesù non è venuto per raccontare tante belle parabole, per fare i miracoli, o semplicemente per insegnare, la ragione della venuta al mondo di Gesù, dell’Incarnazione del Verbo, è la Redenzione.

Lui è venuto per togliere il peccato, per annullare il peccato mediante il sacrificio di Sé stesso, come dice la Lettera agli Ebrei.

Allora, il peccato è una cosa grave…

Ma noi, quando è stata la prima o l’ultima volta, che abbiamo sentito dire che il Sacerdote è anche vittima?

Troppo spesso, nelle nostre Messe, si assiste al fatto che il Sacerdote non si identifica con la vittima, non è vittima.

San Giovanni Maria Vianney scriveva che ci si accosta a celebrare la Santa Messa come se fosse una cosa ordinaria e lui diceva che questa è la disgrazia più grande che possa capitare.

Non c’è niente di ordinario nella Santa Messa, non c’è niente di abitudinario nella Santa Messa, non c’è niente di stantio nella Santa Messa; se noi la viviamo così, non abbiamo capito nulla della Santa Messa, cioè della Morte in croce di Gesù, del Suo Corpo dato, del Suo Sangue sparso.

Sull’altare il Sacerdote è chiamato ad essere Sacerdote e vittima in persona Christi. È chiamato ad uniformarsi a Cristo, Sacerdote e Vittima, e deve offrirsi Sacerdote e Vittima, deve offrire Sé.

Per chi?

Per voi.

Noi, non siamo stati ordinati Preti per mangiare pizze, andare a fare partite di calcio e gite in montagna, non siamo stati ordinati Preti per fare gli assistenti sociali!

Non c’è bisogno del sacerdozio per fare queste cose, le potete fare anche voi laici.

Noi siamo stati ordinati Preti per ripresentare il Sacrificio di Cristo nella modalità incruenta del Sacramento, quindi nella Santa Messa, e per unirci a Gesù, Sacerdote e Vittima, per voi. Per questo abbiamo bisogno di Sacerdoti santi!

E voi, insieme a noi, dovete offrirvi, come dice il Concilio Ecumenico Vaticano II, nel momento dell’Offertorio, quando il Sacerdote eleva le oblate, cioè i doni, al Cielo.

Lì bisogna offrirsi tutti, secondo il nostro stato, al Padre, attraverso Gesù Cristo, la Vittima perfetta.

È solo con Padre Pio, questo ultimo Santo che tutti abbiamo nell’orecchio, che noi abbiamo sentito il peso, abbiamo visto la gravità di questo Sacerdote vittima.

Voi sapete che, negli scritti di Padre Pio, c’è scritto che fu solo grazie al sacrificio di Padre Pio, che in Italia non avvenne una rivoluzione civile in quegli anni, perché Gesù disse che, se non fosse stato per Padre Pio, noi saremmo incorsi in una gravissima rivoluzione civile, che era già pronta per scoppiare.

Un uomo, un Prete, un umile frate, ha salvato l’Italia, ma queste cose non ce le raccontano, ovviamente, perché non sono né ideologiche né servono per accarezzarci le orecchie, perché capite che offrirsi vittima al Padre, con Gesù, vuol dire tante cose, e noi, sentendo questo discorso, cominciamo a dire: «Cosa vuol dire in concreto? Quindi io ci rimetto qualcosa di mio?»

Certo, la vittima muore.

La vittima, al tempo, era la capra o il vitello che veniva sgozzato; la vittima muore, ed è col suo sangue che viene santificato il popolo.

Se sei vittima, vuol dire che muori; noi invece andiamo alla Santa Messa come se andassimo a uno spettacolo, a una cosa che non ci appartiene direttamente.

Infatti, Padre Pio quando andava alla Santa Messa, quando iniziava a prepararsi e mettersi gli abiti sacerdotali, cambiava di colore in volto; alcuni lo vedevano completamente tumefatto, perché lui riviveva tutti i dolori della Passione.

Questo vuol dire essere Preti oggi!

Questo vuol dire essere fedeli laici che adorano il Mistero del Cristo, che si offre vittima per noi!

Nella Santa Messa, quando noi riceviamo il Corpo di Gesù, quante volte abbiamo detto: «Gesù grazie che sei morto per me»?

Abbiamo detto qualche volta: «Tu sei morto per me, per liberarmi dal peccato, altrimenti io oggi sarei schiacciato dai miei peccati, nella disperazione più totale»?

Allora, la Lettera agli Ebrei dice: “Accostiamoci, con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura”.

Deve essere questa la condizione per accostarci all’Eucarestia, se no stiamo al nostro posto, stiamo al nostro posto!

Non posso accostarmi all’Eucarestia se non sono così, assolutamente!

Ci si perde nella diatriba, nei discorsi sui divorziati e risposati, che possono fare la Comunione o non fare la Comunione, ma il problema è molto prima.

Altro che divorziati e risposati, il problema è molto prima!

Come se riguardasse solamente loro il problema della Comunione, tutti riguarda il problema della Comunione!

Il problema, la Lettera agli Ebrei te lo dice dove sta: tu devi avere un cuore sincero, cioè vuol dire un cuore vero, devi avere dentro un cuore vero, che vive nella verità, che abita nella verità, se no, fuori!

Ti devi convertire, devi andare a chiedere perdono a Dio nella Confessione!

Stai mangiando il Corpo, il Sangue, l’Anima, la Divinità di Gesù Cristo, nell’Eucarestia, renditi conto!

Stai andando a ricevere ciò che fa tremare gli Angeli e i Santi!

Devi avere la pienezza della fede, devi almeno essere in un grande cammino di fede, devi credere profondamente in Dio, devi fare di tutto nella tua vita per accrescere la fede!

Io già le sento le vostre voci, che dicono: «Allora la Comunione non la fa più nessuno…»

Certo! L’ha già detto San Pietro a Gesù: «Se così è, chi di noi si salverà?»

E Gesù risponde: «Presso gli uomini è impossibile, non presso Dio».

Bene. Tu cosa fai per crescere nella fede?

Leggi i libri che ti fanno crescere nella fede?

Fai la meditazione?

Studi la tua fede? La tua dottrina la studi o sei ignorante?

E se viene tuo figlio a chiederti:

«Papà, cos’è l’Eucarestia? Perché quel pezzo di pane bianco diventa il Corpo di Gesù?»

Devi saper rendere ragione di queste cose!

«Perché dite che lì c’è l’Eucarestia?»

E voi: «…non lo so…»

Che fede è quella lì?

Questa non è fede!

Andate da un bambino che in questi tempi fa la Prima Comunione e, entrando in chiesa, dite: «Dov’è che sta Gesù in chiesa?»

Io l’ho fatto, e sapete cosa mi è successo?

Uno mi ha detto che stava dentro nella candela…

A quell’altro ho chiesto: «Dove sta Gesù in chiesa?»

Ha comunicato a sollevare gli occhi al soffitto…ho detto: «No, guarda, Gesù non è dipinto nella volta, è molto più in basso».

Nessuno sapeva che cos’era un tabernacolo!

Ho detto: «Ma come fate a fare la Prima Comunione? Cosa andate a ricevere? Come si fa a non sapere queste cose?»

Certo che, se nessuno gliele insegna…

Se nessuno gli spiega che cos’è un tabernacolo, se nessuno gli spiega che cos’è l’Eucarestia, questi poveri bambini come fanno a sapere cosa vanno a ricevere?

L’Eucarestia non è il pane della comunione, perché quello allora è un pane benedetto!

Allora non serve il Corpo di Cristo, quella è una mensa luterana, non è la mensa cattolica del Corpo, Sangue, Anima, Divinità di Gesù Cristo!

Gesù Cristo non è morto per farci fare comunione agli happy hours, Gesù Cristo è morto per liberarci dal peccato!

Questa cosa va detta, se no come facciamo ad avere la pienezza della fede?

Se non ci mettiamo mai a leggere un libro di meditazione, come facciamo a crescere nella fede?

Leggiamo di tutto di più, ma morire che ci mettiamo a leggere il libro di un santo!

Non c’è fede…e dopo andiamo a fare la Comunione!

Stai a casa tua! Stai fermo!

Convertiti! Cambia vita!

Con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza”.

Qui, si salvi chi può!

Ripeto: «I cuori purificati da ogni cattiva coscienza…»

Qui bisognerebbe aprire un capitolo di trent’anni, per spiegare questa cosa!

Una cattiva coscienza vuol dire una coscienza non formata, una coscienza che non sa distinguere il bene dal male, una coscienza compromessa con il male del mondo, una coscienza corrotta, una coscienza che vive bene, serena, con il peccato dentro…questa è la cattiva coscienza!

Una coscienza che va a letto alla sera dicendo: «Ma sì ho bestemmiato, ma sì sono andato a prostitute, ma sì ho fatto il male, ma sì non ho pregato, ma sì ho tradito mia moglie, ma sì, ma sì, ma sì…lo fanno tutti».

Allora fallo anche tu!

Questa è una cattiva coscienza!

Non puoi accostarti all’Eucarestia con la coscienza cattiva, non è possibile, perché è morto Gesù per questo!

Ma che contraddizione in termini c’è, in una coscienza del genere?

La mia coscienza che dice: «Ma sì, va bene tutto», e Gesù Cristo che è morto per il più piccolo peccato? Ma come si fa a farli stare insieme?

Come si fa a mischiare Gesù Cristo e Baal?

Non è possibile, vuol dire che devo fare della mia coscienza una coscienza buona, una coscienza che dice al male: «No!», una coscienza che non accetta compromessi con il male e con il peccato, una coscienza che non si auto assolve e non si auto giustifica, una coscienza che ha deciso di fare di Gesù Cristo il suo sommo bene.

Allora, capite perché andiamo a fare la Comunione?

Per questo! Perché, se così vogliamo vivere, allora noi diciamo a Gesù: «Gesù, io ho bisogno del Tuo Corpo e del Tuo Sangue, per vivere così».

È vero che l’Eucarestia non è un premio, certo, ma è il Pane dei Martiri, cioè di coloro che vogliono testimoniare la fede, che chiedono a Gesù di dare loro la grazia della forza!

Se non è così, guardate, facciamo delle grandi pasticciate…

Dopo, capite, lo sentiamo nell’anima che c’è qualcosa che non gira.

Noi crediamo di essere, ma non siamo, e non sentiamo nel cuore mai niente, niente…un briciolo di calore, un briciolo di devozione, un briciolo di presenza di Gesù, della Sua benedizione, del Suo sorriso, della Sua compagnia, niente…il vuoto…non sentiamo niente!

Certo, perché non c’è!!

E non può esserci, se la mia coscienza è così!

Quindi, domani ricorre la memoria dell’apparizione della Madonna a Pompei e anche della prima apparizione di San Michele Arcangelo al Monte del Gargano, chiediamo a San Michele questa grazia! Chiediamo alla Madonna questa grazia!

Oggi è il primo sabato del mese, chiediamo alla Vergine Maria la grazia di preparare il nostro cuore, di cambiarlo, di trasformarlo, di renderlo simile al Suo, per accogliere veramente il Corpo e il Sangue di Gesù!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO C)

Prima lettura

At 1,1-11
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

Salmo responsoriale

Sal 46

Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

Seconda lettura

Eb 9,24-28;10,19-23
Cristo è entrato nel cielo stesso.

Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.
Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.
Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.

Canto al Vangelo (Mt 28,19.20)

Alleluia, alleluia.
Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore,
ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.
Alleluia.

Vangelo

Lc 24,46-53
Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

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