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Le Passiflore Eucaristiche: Serva di Dio Teresa Neumann, parte 4

Le Passiflore Eucaristiche: Serva di Dio Teresa Neuman

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Le Passiflore Eucaristiche: Beata Alexandrina Maria da Costa, Serva di Dio Teresa Neumann, Beata Anna Caterina Emmerick, Venerabile Marta Robin” di lunedì 14 novembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 18, 35-43)

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 14 novembre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo diciottesimo del Vangelo di san Luca, versetti 35-43.

Rispondo a qualcuno di voi che mi ha chiesto: “Padre, come mai quando legge o fa i commenti va così veloce? Sarebbe bello che le letture venissero fatte con più calma e pacatezza così da poter gustare ogni singola espressione; del resto, chi ci corre dietro?”

Sì, avete ragione, ma non tutti abbiamo la stessa vita perché ci sono persone che hanno molte cose da fare e non riuscirebbero a seguire una meditazione di tre ore… Devo quindi stare entro i trenta minuti anche perché il programma che mi sono proposto di svolgere è abbondante così che, se andassi lentamente, tra dieci anni saremmo ancora qui… 

E poi il tempo fugge: noi diamo per scontato di esserci sempre e quello che non facciamo oggi lo rimandiamo a domani. Ma come faccio a sapere che domani sono ancora vivo? Dio quanto tempo mi dà ancora a disposizione per fare quello che devo fare? Io non lo so; so che ho questo momento a disposizione, ma non so neanche se arriverò alla fine perché, magari, muoio durante… 

Per questo, come vi ho già detto altre volte, io sento molto la pressione del tempo e anche la presenza della morte, non a caso vi ho proposto meditazioni di don Alberione sui Novissimi, in cui ho affrontato ampiamente il tema della morte (mi pare nell’Avvento dello scorso anno). Dunque non posso andare piano; lo so che può sembrare faticoso seguire uno che va veloce però, credetemi, è la velocità di chi sa che ha poco tempo, perché il tempo passa, la vita scorre e non sappiamo fino a quando…

E non facciamo ragionamenti del tipo: “Lei è giovane; ma che cosa dice, Padre…”. Sono ragionamenti stupidi perché muoiono anche i bambini di sei mesi e non solo persone di cent’anni. Noi non sappiamo niente, niente… quindi permettermi di andare veloce. Vado svelto per fare tutto quello che posso perché, dovessi morire domani, ho un conforto che mi accompagnerà nel letto di morte: la grazia di sapere che, dopo la mia morte, tutte queste catechesi saranno presenti sul web e chi vorrà, le potrà ascoltare. Magari oggi sono persone molto giovani, molto lontane dalla fede e un giorno… chi lo sa? 

A me è capitato di ascoltare conferenze o meditazioni di personaggi illustri morti da parecchi anni che sono bellissime e che se non fossero state registrate, io non le avrei mai ascoltate. Così mi sono detto: “Che conforto avrà avuto nel sapere che, dopo tanti anni, un sacerdote avrebbe ascoltato le sue parole e ne avrebbe tratto giovamento!”

Per questo, quindi, voglio andare svelto fino a quando Dio lo permetterà. Quando poi Dio dirà: “Padre Giorgio, basta! Suona la campana e anche per te sta arrivando il treno… basta!”, io chiuderò la mia piccola valigia e partirò, sapendo però che il centro di tutto quello che volevo dirvi l’ho detto: volevo parlarvi del Santo Rosario e del Salterio, l’ho fatto ed è lì scritto e registrato finché sarà possibile; volevo parlarvi dell’Eucarestia, l’ho fatto tante volte nel tempo del lockdown, lo sto facendo dal mese di giugno e lo continuerò a fare finché avrò terminato il programma che ho in mente… per me queste sono le cose essenziali.

Siamo arrivati ai carismi della Serva di Dio Teresa Neumann.

Rapporti mistici con il Ss. Sacramento dell’Altare

Riportiamo tre aspetti ricorrenti del rapporto straordinario fra Teresa e il Ss. Sacramento.

A) In condizioni normali la Serva di Dio sentiva la presenza o la vicinanza della SS. Eucarestia.

Gli esempi che ricordiamo provengono tutti da testimonianze oculari o dai diari di Padre Naber. Essi confermano in modo impressionante quanto è stato tratto dal libro dell’arcivescovo Teodorowicz, che può essere considerato un’introduzione chiarificatrice di questi fenomeni.

P. 153, P. Naber racconta: 

“Quando andavamo fuori, Teresa sapeva dire, semplicemente passandovi davanti, se una chiesa era cattolica, cioè se dentro vi era il Salvatore eucaristico o no. Da principio, specialmente il prof. Wutz, scendevamo dalla macchina per controllare se le sue affermazioni erano esatte. Non abbiamo mai riscontrato un errore.

Io stesso ho sperimentato questo: un giorno Teresa, mia moglie ed io siamo andati alla “Cappella”, una famosa chiesa votiva, dedicata alla Ss. Trinità, che sta nelle vicinanze di Konnersreuth. Volevamo vedere a che punto stavano i lavori di restauro. Dev’essere stato all’epoca della riforma monetaria (1948), perché il Parroco di Monchenreuth al quale era affidata la cappella, portava da mangiare agli operai, affinché accettassero di lavorare per lui. Quando entrai non vidi la “lampada perpetua”, per cui mi limitai ad abbassare la testa, in segno di saluto. Teresa, invece, s’inginocchiò profondamente e disse: “Qua dentro c’è il Santissimo”. Io replicai: “Ma Teresa, non c’è la lampada!” Lei insistette: “Ma il Salvatore c’è”. Affidandomi alla sua sensibilità m’inginocchiai anch’io. Poco dopo venne il Parroco e ci raccontò che proprio quella mattina, essendo stato terminato il lavoro attorno al tabernacolo, egli vi aveva portato il Santissimo e in quel momento stava appunto recando l’olio per la lampada”.

Vedete? Queste Serve di Dio, queste Beate, queste anime elette sentono la presenza di Gesù Eucarestia.

B) Nello stato estatico l’Ostia Santa entrava in lei, al momento della Comunione, senza essere inghiottita. Appena posata sulla lingua scompariva (Comunione mistica).

Pag. 155

Quando Teresa entrava in estasi prima della Comunione, invece del sacerdote vedeva venire verso di lei il Salvatore stesso, ora nelle sembianze del Bambino (nel tempo del Natale), ora in quelle del Risorto (nel tempo di Pasqua). Allora l’Ostia santa s’immetteva in lei senza che facesse alcun movimento di deglutizione. Questo fatto è stato riferito e confermato da Padre Naber e da molti altri sacerdoti e laici che si trovarono presenti in occasioni simili. Padre Naber segna più volte l’avvenimento nei suoi diari, il Cappellano Fahsel lo riporta nel suo libro e lo stesso fa l’arcivescovo Kaspar, di Praga. Gerlich lo descrive con la sua abituale meticolosità a pagg. 166-7 del suo libro: 

“La Comunione si svolse nel modo seguente: quando Padre Naber comparve col ciborio all’angolo dell’altare, Teresa Neumann entrò in estasi e dimostrò un incontenibile desiderio di andare incontro al Salvatore; ne era però impedita dall’inginocchiatoio. Il suo volto era raggiante, gli occhi lucenti, le mani tese in avanti e i piedi si agitavano. Il corpo era quasi sospeso, come se volesse alzarsi. Il Parroco mi fece cenno d’inginocchiarmi accanto a lei, sì da poter vedere la sua bocca. Così feci. All’avvicinarsi dell’Ostia, Teresa apri la bocca e tese leggermente la lingua. Aveva le braccia incrociate sul petto. Il sacerdote posò l’Ostia sulla punta della lingua e si ritrasse immediatamente. Lei ritirò un poco la lingua su cui l’Ostia era ben visibile, ma appena quel tanto da sfiorare ancora il labbro inferiore coprendo i denti, di modo che potevo vedere il resto della lingua e il palato. D’improvviso l’Ostia scomparve. La bocca era ancora aperta come all’inizio, né aveva fatto alcun movimento di deglutizione. Dopo una lunga concentrazione interiore, incominciò a parlare estatica. In tutto il tempo non fece alcun movimento, non inghiottì né prese un sorso d’acqua. Voglio specificare che Padre Naber, avendomi riferito che Teresa, in estasi, gli aveva detto di farmi assistere alla sua Comunione perché potessi vedere come si svolgeva, mi aveva spiegato, fin dal venerdì sera, tutto il procedimento, sì che il sabato ero ben preparato a guardare e controllare ogni cosa. La chiesa era ben illuminata”.

Comunioni senza Sacerdote e Comunioni a distanza

Al tempo della prima Comunione di Teresa Neumann, il Decreto del Santo Padre Pio X, che permetteva e raccomandava la Comunione quotidiana, non era ancora stato emesso. I bambini potevano comunicarsi solo ogni quadrimestre assieme alla scolaresca. Si raccomandava però loro durante le lezioni di dottrina, e agli adulti durante la predica, di fare la Comunione spirituale. Teresa usava fare quest’esercizio con grande fervore. (Vedete che ritorna il tema dell’importanza della Comunione Spirituale?). Appena aveva un po’ di tempo, andava ad inginocchiarsi alla balaustra dell’altare e pregava fervidamente il Salvatore, nel Tabernacolo, di entrare spiritualmente nel suo cuore. Qualche volta, questa Comunione spirituale diventò sacramentale. Solo nel 1953 Teresa disse, sotto giuramento: “Due o tre volte mi accadde che, mentre ero inginocchiata davanti all’altare, l’Ostia venne dal Tabernacolo a me, librandosi nell’aria, e io gustai la S. Specie inghiottendola”. 

Capite l’importanza della Comunione Spirituale? E poi qualcuno dice: “No, la Comunione Spirituale non è valida; se fai la Comunione Spirituale commetti peccato mortale (c’è stato anche chi ha detto questo!); se fai la Comunione Spirituale invece di quella Sacramentale, tu ti ribelli alla Chiesa!” 

Se conoscessimo le esperienze dei Santi, nel momento in cui queste affermazioni dovessero arrivare alle nostre orecchie, dapprima ci faremmo una bella risata, e poi pregheremmo per queste povere persone che, oltre ad essere profondamente ignoranti dei fondamenti e dei rudimenti della fede, chissà cos’altro… e per questo dobbiamo pregare! 

Queste anime, invece, si sono formate con la Comunione Spirituale perché, fino a papa Pio X, era impossibile ricevere la Comunione Sacramentale frequentemente come oggi. 

Secondo la sua affermazione giurata, già durante la sua fanciullezza e non soltanto in occasione della prima Comunione, ella ebbe esperienze mistiche. Su questi avvenimenti conservò il silenzio per lunghi anni e non ne avrebbe probabilmente mai parlato, se non fosse stata sottoposta a inchiesta da parte di una commissione ecclesiastica.

Adesso vediamo alcuni casi in cui Teresa ricevette il Salvatore senza la mediazione del Sacerdote.

Il fratello Ferdinando ricorda: 

“Quando facevo il ginnasio e abitavo dal prof. Wutz, gli servivo la Messa nella sua cappella privata e accudivo ai servizi di sagrestia. Un giorno, come al solito, preparai l’Ostia grande per il sacerdote e tre piccole destinate a mia sorella Ottilia, a mio fratello Giovanni e a me. Avendo incominciato la Messa con un po’ di ritardo, mio fratello dovette andare a scuola prima di poter prendere la Comunione. Quando il professore distribuì la Comunione c’erano soltanto due piccole Ostie disponibili. Entrambi pensammo che la terza fosse caduta e ci affannammo a cercarla, ma invano. Io assicurai d’averne preparate tre e il professore disse che all’elevazione ne aveva viste tre sicuramente. Tornammo a cercare accuratamente, ma senza risultato e rimanemmo molto preoccupati. Qualche ora dopo telefonò Teresa da Konnersreuth e disse che quella mattina, essendo assenti il Parroco e il Beneficiario, per la sua struggente nostalgia del Salvatore, aveva avuto la grazia di poter assistere alla nostra Messa di Eichstàtt e immediatamente dopo il “Domine non sum dignus” l’Ostia era entrata in lei. Per dimostrare che era stata presente allo stato visionario, ci descrisse con precisione l’addobbo dell’altare. Rimanemmo molto sorpresi, ma ci sentimmo liberati dalla preoccupazione”.

Questa cosa succede anche ad altri Santi: pensiamo a Santa Caterina da Siena e a Santa Gemma Galgani.

C) La specie di pane dell’Ostia restava nel suo corpo senza dissolversi, fino a qualche minuto prima della comunione successiva. (Eccetto che nel tempo d’avvento e in altri casi singolari).

P. 161:

Teresa aveva la sensazione viva che il SS. Sacramento restasse presente in lei senza dissolversi e che questo la mantenesse in vita. Non appena la specie del pane si dissolveva, si sentiva venir meno e il desiderio di riunirsi al Salvatore cresceva in proporzione inversa, fino a farla prorompere in lamenti: “Salvatore, perché mi hai abbandonata? Ritorna, ritorna da me!

Vi sono dichiarazioni firmate dai sacerdoti che assistevano Teresa nei periodi di forte malessere che raccontano di ripetuti casi in cui la donna, a causa dei continui conati di vomito, poteva mostrare loro come la Sacra Ostia, risalita in bocca insieme alla bile, non si fosse consumata nel suo stomaco, ma permanesse intatta e perfettamente riconoscibile. In un caso è testimoniato che l’Ostia resistette intatta in lei per tutto il Triduo Santo.

Quindi Teresa custodiva la santa Eucarestia dentro di sé anche per un giorno intero, come un Tabernacolo. Possiamo quindi comprendere il motivo per il quale, nei casi di cardiognosia, cioè quando dimostrava di sapere leggere i cuori delle persone che andavano a farle visita, lei riferisse i giudizi per conto del Salvatore, dicendo per esempio: “Al Salvatore non piacere stare in presenza di quelle persone”, e chiedeva al parroco di farle uscire dalla stanza. 

Leggiamo i seguenti resoconti riportati da testimoni oculari. Il Cappellano Fahsel scrive (a pagg. 53-54 del suo libro testimonianza): 

(…) Quando è alla presenza di persone che hanno l’animo malato di un’insanabile superbia o se sono in preda ad un odio implacabile, (…), capita a Teresa di sentire una gran spossatezza. Istintivamente tenta allora di aumentare la distanza tra sé e siffatte persone. Chiestole, una volta, il perché di tale così evidente atteggiamento, rispose: “Il Salvatore non può avvicinarsi a quelli là”. Allo stesso modo reagisce anche in vicinanza di chi vive in rapporti sessuali irregolari, anzi, non sopporta di restare sola con loro. Se, durante l’estasi della Passione, capita qualche visitatore indegno talvolta si sveglia e prega Padre Naber o i genitori di fare allontanare tutti i presenti. Chiedendogliene il motivo dice: “Il Salvatore non sopporta nulla nella stanza; elimina ciò che non gli piace”.

Su questo potremmo chiederci quanto noi piacciamo a Gesù, quanta umiltà ci sia in noi, quanta purezza; quanto ci lasciamo condurre dal Salvatore.

Per oggi ci fermiamo qui e gustiamo bene questi minuti di meditazione usando tutte le parole che ascoltiamo per crescere sempre di più nella fede, per capire quanto sia fondamentale l’Eucarestia nella nostra vita. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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