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Il manoscritto del Purgatorio, parte 26

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di venerdì 23 dicembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 1, 57-66)

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 23 dicembre 2022. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo primo di San Luca, versetti 57-66.

In questa anti-Vigilia di Natale proseguiamo con la nostra lettura e la meditazione del Manoscritto del Purgatorio che, come vedete, ci sta offrendo degli spunti molto belli e molto interessanti per la nostra vita di fede e il nostro essere cristiani.

Ma, nel Purgatorio, Lo si ama? (chiede la suora alla consorella che è nel Purgatorio)

Certamente, ma il nostro è un amore di riparazione, e se sulla terra Lo avessimo amato come avremmo dovuto, non saremmo sì numerose, non vi sarebbero tante anime nel luogo di espiazione.

Capito? … se Lo avessimo amato come avremmo dovuto; non dice: “Se non avessimo fatto tanti peccati, se non avessimo fatto tanti sbagli, se fossimo state più perfette…”. No, no, non dice questo; dice ‘se Lo avessimo amato come avremmo dovuto’. Fine! Questo è ciò che ci viene richiesto perché, se noi amassimo Gesù come Lo dobbiamo amare – ciascuno nella forma e nei tempi e nei modi del proprio stato di vita – ecco… svuoteremmo il Purgatorio o comunque ne faremmo proprio poco perché noi non ci andremmo. Se tutti facessimo così, il Purgatorio in breve sarebbe o svuotato o comunque con poca permanenza. E invece, se non lo amiamo come dovremmo amarlo, ecco il discorso che vi ho fatto ieri: abbiamo tempo per tutto, abbiamo tempo per tutti, compresi cani, tartarughe, pesci e pipistrelli, ma non abbiamo tempo per Dio, non abbiamo tempo per Gesù!

In Cielo Gesù è molto amato?

In Cielo Lo si ama molto. Ivi vien risarcito, ma non è ancor questo che Gesù desidera. Egli vorrebbe essere amato sulla terra, su questa terra, ove si annienta in ogni tabernacolo, affinché l’avvicinarLo sia più facile, e non lo si fa. Si passa davanti ad una Chiesa con maggior indifferenza che davanti ad un monumento pubblico. Se talvolta si entra nel luogo santo, è più per oltraggiare il divin Prigioniero che vi risiede, con la propria freddezza, col cattivo contegno, con preghiere fatte in fretta, senza attenzione, che per dirGli una parola cordiale, una parola amichevole e di riconoscenza per la sua bontà verso di noi.

Ma ditemi: ma non sono le cose che da anni e anni andiamo dicendo? Per grazia di Dio, le omelie sono tutte scritte, quindi non è che uno si inventa qualcosa… andate a prendere quelle del 2106… non so di quanti anni fa… non sono le cose che stiamo dicendo da anni, anni e anni? Quasi sembra che siano stati usati gli stessi paragoni. Ma andiamo con ordine…

Gesù è molto amato in Cielo, ma non è quello che desidera veramente. Certo, Gli fa piacere essere amato dalle anime beate, ma Lui cerca altro, Lui cerca l’amore delle creature che sono sulla terra. Perché? Perché i beati ormai sono nella visione e, oramai, non possono che amarlo: come potremmo non amarLo, se noi vedessimo Dio che è La Bellezza, che è La Bontà, che è La Verità, che è La Giustizia? Come si fa a non amarLo?

Sulla terra si nasconde, sulla terra e più difficile, sulla terra lo devi proprio scegliere, lo devi proprio volere, ti devi proprio sacrificare: Lui cerca questo! Lui vuole essere amato dove? Ma guarda un po’… esattamente in quel luogo di cui stiamo parlando da mesi, mesi, mesi e mesi, ormai, potremmo dire, da anni: nel Tabernacolo dove si annienta. Il Tabernacolo è il luogo dove Gesù si annienta. E perché si annienta, perché rimane lì in quel pezzettino di pane così indifeso, così semplice, così raggiungibile? Perché sia più facile avvicinarlo. 

Vedete? Se io volessi andare dal Papa e dicessi: “Oggi non so che cosa fare: vado dal Papa a fargli gli auguri di Natale…”, non potrei; non è che io arrivo là e dico: “Buongiorno, io sono Padre Giorgio Maria e sono venuto a fare gli auguri al Papa”. Quelli mi guardano e dicono: “Ma lei è impazzito? Che cosa sta dicendo?”. “No, no, ma io voglio fargli gli auguri e voglio andare a salutarlo”… oppure… “Ho un dubbio teologico e pastorale: adesso prendo la bicicletta, scendo (tanto è vicino a noi)… un quarto d’ora sono lì a Santa Marta, quindi faccio in fretta”… oppure, se devo andare in Vaticano da un Cardinale faccio in fretta, arrivo e dico: “Io sono qua…” e questi mi guardano e dicono: “No, guardi, non è possibile! Ha l’appuntamento?”; “No, ma io sono qui…”; “ Eh, no, non si può”; “E dal Papa?”; “No, guardi, ha sbagliato porta!”. Non è che uno si sveglia alla mattina a va a parlare con il Papa!

Con Gesù non è così; con Gesù, che è Dio, non c’è bisogno dell’appuntamento! Non ci sono le guardie che fanno la ronda; Gesù non ha le guardie del corpo nella Eucarestia… a dire il vero, non ha nessuno! Non dico le guardie del corpo, come diceva Santa Teresa d’Avila… non c’è proprio nessuno… e lì abbandonato! Potrebbe essere rapito da chiunque da un momento all’altro!

Ha ragione questa suora del Purgatorio: avvicinarlo è facile, ha voluto Lui rendersi così semplice e così facilmente avvicinabile perché lo si possa avvicinare. Ma chi ci va? Se dovessimo dire: “Guarda che oggi arriva il Papa!” Uhhh… tutti che ci sistemiamo con l’abito bello e poi scendiamo in anticipo e poi le foto con il telefonino e poi vorremmo toccarlo, parlarci… uhhh… arriva il Papa!

Ma abbiamo Gesù in cappella; è il Figlio di Dio; è la seconda Persona della Santissima Trinità… abbiamo tutta questa ansia e premura di poterlo incontrare? 

Per andare dal Papa bisogna fare anticamera; per andare da un Vescovo o da un Cardinale bisogna fare anticamera… con Gesù non devi aspettare… con Gesù arrivi ed entri… è Lui che ti sta aspettando! 

Il Papa non sta aspettando me; il Vescovo XY non sta aspettando me; il Cardinale XY non sta aspettando me… GESÙ sta aspettando me! Però da Lui non andiamo! Si passa – e lei lo dice con una schiettezza, una verità e una lucidità disarmanti – “davanti ad una Chiesa con maggior indifferenza che davanti ad un monumento pubblico”.

 Guardate, qui a Roma potrei farvi una foto ogni trenta secondi, anzi ogni dieci secondi, per dimostrare che questa suora sta dicendo il vero. La famosa Fontana di Trevi, che a me piace tanto… lì c’è il mondo, ma d’alta parte qui a Roma, dove ogni muro che vedi ha la sua storia, c’è gente che fa foto ovunque! E poi il Colosseo… non parliamo del Colosseo… Santa Maria Maggiore… e sono lì a fare foto, si fermano, mangiano sui gradini, stanno lì… Ma ci fosse una volta che un cristiano (ci sarà almeno un cristiano che passa?) passando davanti a una chiesa, si fermi, si giri davanti al Tabernacolo, faccia una genuflessione e un segno di croce per poi andare! Non dico entrare che sarebbe già un atto eroico, ma, solo passando, un pensiero, un saluto… e c’è il Figlio di Dio!

Noi un giorno non potremo dire: “Eh, se avessi avuto la grazia di…” No! Perché Gesù ci dirà: “Guarda che io nel Tabernacolo c’ero sempre, sempre: notte e giorno per te. Tu che cosa ne hai fatto di questa mia disponibilità, di questo mio annientamento? Come lo hai fruttificato?

Se talvolta si entra nel luogo santo (nella chiesa), è più per oltraggiare il divin Prigioniero che vi risiede … che per dirGli una parola cordiale.

In che modo io oltraggio il divin Prigioniero? Con la freddezza, con un cuore freddo, freddo, che non ha amore… freddo; con un cattivo contegno, e su questo… dovremmo scrivere volumi… il cattivo contegno in chiesa, il chiacchiericcio, il parlare, la mancanza di silenzio, la mancanza di raccoglimento, l’uso del cellulare e il rispondere alle chiamate, entrare in chiesa con il cane, entrare in chiesa con il cane!… in chiesa con il cane che non c’entra niente… “No, ma è anche lui una creatura di Dio!” Che cosa vuol dire? Allora portiamo dentro anche i maiali, anche le mucche; portiamo dentro anche i topi… sono tutte creature di Dio… ma che cosa vuol dire? C’è luogo e luogo, c’è tempo e modo! Vedete che ragionamenti stupidi facciamo? Proprio stupidi! Non c’entra niente: quello è il luogo dell’incontro tra l’anima, tra il cristiano e Dio… non c’entra niente che “io ci porti dentro il cane, il mio micio-micio se no, non posso entrare neanche io”; peggio per te! Lo porti a casa, lo lasci lì, ritorni da sola senza il cane. 

Vanno con il cane a fare la Comunione… ma che cosa c’entra, che cosa c’entra? E ve lo dice uno che ha avuto il cane per diciassette anni della sua vita; voglio un bene dell’anima agli animali, mi piacciono tantissimo, ma sono animali: non sono figli di Dio. La chiesa è il luogo di incontro tra i figli di Dio e il loro Padre. 

“No, ma anche san Francesco…”. Guardate: lasciamo stare di san Francesco perché non sappiamo niente di san Francesco… niente conosciamo di san Francesco! Di san Francesco noi conosciamo solamente due cose: san Francesco e il lupo e san Francesco e i poveri. Poi che cosa fosse san Francesco e quale sia la vera storia di san Francesco, noi non lo conosciamo. Noi sappiamo solo gli stereotipi ideologici, e basta!

La freddezza e il cattivo contegno, cioè il parlare e il chiacchierare in chiesa, distrarsi in chiesa, vestirsi in modo disdicevole, il non avere un abbigliamento contenuto, visto che siamo in un luogo santo e siamo alla presenza di Dio.

Con preghiere fatte in fretta e senza attenzione… guardate – quando ci penso, mi manca il fiato – sono quei Rosari da beghine che, quando uno li sente, ha l’impressione di essere su un covo di serpenti: AveMariagratiaplenaDominustecumbenedictatuinmulieribusetbenedictusfructusventristuiJesus. SanctaMariamaterDeiorapronobispeccatoribus nuncetinhoramortisnostraeAmen AveMariagratiaplenaDominustecumbenedictatuinmulieribusetbenedictusfructusventristuiJesus… vanno avanti come treni con la loro cantilena e intanto una apre la borsetta, tira fuori le chiavi, muove un libretto…

Ma scusa un po’: che cosa stai facendo? Dicendo il Rosario? No, tu non stai dicendo il Rosario; questo non è il Rosario… questo non è il Rosario! 

E poi, che modo è quello di parlare in chiesa che, se uno ci ascolta si domanda: “Ma questi si rendono conto di essere alla presenza di Dio?” Urlano, parlano a voce alta, si chiamano da una parte all’altra della chiesa… 

— “Canto numero 125!” (a voce altissima)

— “Canto… cosa?” (sempre a voce altissima)

— “Uno-due-cinque!”

— “Ahhh! Uno-due-quattro?”

— “No: uno-due-cinque”

I canti da fare sono sette… immaginatevi voi che cosa viene fuori! Sembra la sarabanda, il mercato delle pulci…

Piuttosto che andare così, stiamo a casa nostra, facciamo meglio… non andiamo! “Ah, Padre, ma lei, parlando così, mi fa perdere la fede!”. Sì, quella fede lì è meglio perderla! Perdila totalmente quella fede, perché quella non è la vera fede in Gesù Cristo: è un imparaticcio di cose umane, è una pasticciata, una pasticciata religiosa che non c’entra niente con la fede. La preghiera, o la fai bene, o non la fai e non la fai guardando nel portafoglio, cercando il fazzoletto, tirandoti giù le calze, grattandoti i capelli… no! La fai raccolto e non la fai AveMariagratiaplenaDominustecumbenedictatuinmulieribusetbenedictusfructusventristuiJesus SanctaMaria — Passami il libretto dei canti — mater Dei…

Io vi confesso che, quando ascolto certe cose, mi alzo e me ne vado… non riesco a stare in chiesa; davanti a una cosa del genere non ci riesco, non è possibile restare perché so già che mi trasformerei in Mattatía e, quando sento lo spirito di Mattatía che comincia a muoversi in me, mi dico: “Giorgio, forse è meglio che andiamo fuori. Vai fuori, vai a respirare un po’ di aria fresca; reciti il Rosario passeggiando… lascia tranquillo lo spirito di Mattatía!”, perché, sapete, quando si accende lo spirito di Mattatía, è un problema!

Quindi “le preghiere fatte in fretta…” e lo stesso dicasi per il Breviario, per tutto il resto… qualunque preghiera!

“… senza attenzione…” certo: come faccio a essere attento se, mentre dico il Rosario, sto facendo millecinquecento altre cose? Se, mentre dico il Rosario, guardo in giro con la testa ovunque? Ma non dirlo! Non lo dire… ma basta: vai a casa, stai lì tranquillo e mangiati tranquillo la cioccolata con la panna!

“…piuttosto che dirgli una parola cordiale, una parola amichevole, una parola di riconoscenza per la sua bontà per noi…” ma quando noi diciamo parole cordiali e di riconoscenza a Gesù Cristo? Noi siamo come le sanguisughe: “Dammi-dammi, fammi-fammi; fammi-fammi,  dammi-dammi”, questa è la nostra preghiera! Lo dice la Scrittura: questa è la preghiera delle sanguisughe e la loro preghiera è “Dammi-dammi, fammi-fammi; fammi-fammi, dammi-dammi”… Ecco, se un giorno scriverò una canzone, la scriverò con questo motivo: sono sicuro che farò successo… “fammi-fammi; dammi-dammi”… si richiamano a vicenda! Il titolo sarà: “Il canto delle sanguisuga”! Che peccato: è la nostra preghiera: “Dammi questo; fammi quell’altro; dammi di qui; dammi di là!”

Ma quand’è che noi diciamo: “Grazie!” e basta? Solo quello! Quand’è che noi diciamo: “Ti amo!” e basta? Solo quello! Quand’è che noi mandiamo un bacio a Gesù e basta? Solo quello! Un’azione disinteressata, pulita, fatta… così, senza un “Però ricordati che…; però fammi, dammi…”. No… niente!

Dite al Rev. Padre P. che il buon Dio attende da lui codesto amore ch’Egli incontra sì raramente; 

L’anima del Purgatorio invita la consorella a dire al sacerdote che Dio vuole da lui, prete, questo tipo di amore: questo vuole, non la preghiera delle sanguisughe, non il covo dei serpenti che biascicano le preghiere: “bzbzbzbzbz…” è un sibilo, diventa un sibilo perché si assottigliano talmente le parole che diventano un “bzbzbzbzbz”… tutto un sibilo che uno chiede: “Ma mi sono svegliato su un covo di serpi?”. “No… stiamo dicendo il Rosario!” Ah, mi scusi; pensavo di dover chiamare quello che va in giro a cercare gli animali selvatici!

da lui, che ogni giorno si avvicina sì da presso a Gesù, che Lo riceve nel suo cuore. 

Sta parlando di noi sacerdoti che ogni giorno, nella Santa Messa, abbiamo Gesù tra le mani quando consacriamo.

 Oh! ditegli che, in quei momenti benedetti, (durante la Santa Messa, durante la Comunione) ripari con le sue tenerezze l’indifferenza di tanti ingrati, che il suo cuore si strugga d’amore dinanzi a Gesù-Ostia, soprattutto per i suoi Sacerdoti che, come lui, hanno la stessa felicità e che trattano i santi misteri con un cuore di ghiaccio, che rimangono freddi come marmo dinanzi a codesto braciere d’amore, e che non hanno una parola affettuosa da dire a Gesù. La sua unione col buon Dio sia ogni giorno più intima, affinché si prepari così alle grandi grazie che Gesù gli riserba.

L’indifferenza degli ingrati…” quanta ingratitudine, quanta freddezza! 

Come quelli che entrano in chiesa e per prima cosa, che fanno? Si siedono! Perché? Ma è casa tua? Io voglio vedere se, quando tu vai a casa del portinaio del tuo condominio o della signora delle pulizie (senza nulla togliere al portinaio e alla signora delle pulizie), la prima cosa che fai entrando in casa è quella di prendere e sederti o di andare a buttarti sul divano prima ancora di salutare. Ma io vorrei vedere chi fa una cosa del genere… io non ho mai visto nessuno fare una cosa del genere. Con Gesù lo facciamo! Ma neanche fare un segno di croce! Quello forse dopo, ma prima… seduti! Sei a casa tua? No! Ma davanti a chi sei? Davanti a chi sei! Mah… a un muro!

“…che il suo cuore si strugga d’amore dinanzi a Gesù-Ostia…” Mah… mi chiedo, vi chiedo: noi ci struggiamo d’amore?… Speriamo! Quando dicevo messa con il popolo — noi in Collegio abbiamo la Messa privata solo tra noi padri-studenti; ci siamo solo noi senza concorso di popolo — alzando gli occhi durante l’omelia, guardavo e mi dicevo: “Oh, Padre Giorgio Maria, che grazia che hai: sei come Sant’Antonio di Padova che sta predicando davanti ai pesci, solo che i pesci che ascoltavano Sant’Antonio almeno saltavano per rendere omaggio alle parole di Sant’Antonio… questi, invece, dormono! Hanno quegli occhi da triglie lesse che probabilmente stai facendo una omelia talmente brutta, talmente soporifera, talmente tediosa che fai venir sonno!” 

Poi non li guardavo durante il resto della Messa perché preferivo pensare che si trasformassero in triglie lesse per colpa mia e delle mie poche parole insipienti, perché se, alzando lo sguardo, avessi scoperto che questo riguardava non la mia colpa, ma il loro stato e che stessero così davanti a Gesù Eucarestia… beh… allora sarebbe stato un problema grosso, un problema grosso perché non si può stare davanti a Gesù Eucarestia come delle triglie lesse! Neanche vive! No: lesse! Avete presente gli occhi della triglia lessa? Uguale! Sono vivi solo per uscire di chiesa! E poi… con questo volto emaciato, tirato…

“…che trattano i santi misteri (l’Eucarestia, i Sacramenti) con occhio di ghiaccio…” Questa è una cosa che mi fa una paura… una paura! Pensare che si possa arrivare ad avere un cuore di ghiaccio a celebrare la Messa! Penso che sia meglio morire piuttosto che arrivare a tanto!

“…rimangono freddi come marmo dinanzi a codesto braciere d’amore…” Terribile! Freddo, indifferente… non gli interessa niente… freddo! Se io penso alla freddezza, per immaginarmela, vedo me stesso davanti alla televisione mentre stanno trasmettendo una partita di calcio: l’immagine della freddezza che io riesco ad andare recuperare in me la trovo lì, perché, se uno mi prendesse e mi mettesse davanti alla tv a guardare una partita di calcio, credo che vedrebbe un cuore di ghiaccio e freddo come il marmo, visto che mi disgusta questa cosa, non mi interessa niente, è indifferenza paura… ma non davanti all’Amore!

“…che non hanno una parola affettuosa da dire a Gesù…” ma noi dovremmo riempire Gesù di parole affettuose, di baci… di baci fisici e spirituali: abbiamo in casa il quadro del Volto Santo di Gesù, abbiamo il crocifisso! Impariamo a dare dei baci quando passiamo! Tra poco metteremo Gesù Bambino nel presepe: insegniamo ai nostri bambini a dare un bacio a Gesù Bambino quando entriamo in casa, quando usciamo; a salutare Gesù Bambino con un bacio… perché no?

Mi fermo perché non ce la faccio più… oggi proprio sono… stracotto! Quello che viene dopo poi…

Beh, finiamo questo pezzettino! Tiriamo su le forze!

Vi ho detto che vi sono delle anime che fanno il loro Purgatorio appiè degli altari. Esse non stan lì in punizione delle colpe che hanno commesso in Chiesa; tali colpe, che offendono direttamente Gesù presente nel tabernacolo, vengono severissimamente punite nel Purgatorio.

Rileggo:

(le colpe) che offendono direttamente Gesù presente nel tabernacolo, vengono severissimamente punite nel Purgatorio.

Certo! Quella “roba” di passare davanti al Tabernacolo senza fare la genuflessione! Adesso si fa l’inchino! Ma perché l’inchino? Non me lo ha ancora spiegato nessuno e l’ho già detto tante volte!
Che qualcuno mi chiami, mi scriva e mi dica: “Guardi, Padre, lei è un ignorante patentato… qui c’è scritto che è giusto e doveroso fare l’inchino e che è meglio fare l’inchino piuttosto che la genuflessione per questa, questa e questa ragione!”. 
Oh, ma ancora nessuno! Nessuno! E sono passati anni!
Io continuo a dirlo: mandatemi una email, scrivetemi su WhatsApp, chiamatemi… il numero del mio cellulare ce l’hanno tutti… ditemi: “Guardi, Padre, lei, poverino non conosce queste cose e gliele spiego io la genuflessione non si fa più, è stata superata” (come le scatolette di tonno scadute).

— “Perché è stata superata?” 

— “Per queste ragioni!” 

— “Quindi adesso che cos’è che conta; che cos’è che vale e da che cosa è stata sostituita?”

— “Dall’inchino!”

— “Quali sono le cose migliori rispetto alla genuflessione che l’inchino ha portato e che voi avete scoperto? Lei mi porti i documenti, i testi scritti che lo spiegano”.

Non ce ne è uno! Eppure tutti fanno l’inchino; se fanno la genuflessione, la fanno storta al punto che sembra più un plié, dietro gli si incrociano le gambe che non so come si faccia a stortare così le gambe — e la genuflessione è la cosa più facile da fare al mondo ! — si incrociano le ginocchia… non dico di essere coordinati come una ballerina, ma un minimo… ‘sacco pieno/sacco vuoto come facevamo all’asilo, ma neanche questo si riesce a fare davanti al Tabernacolo!
Dunque: si incrociano le gambe, la fanno con il ginocchio sinistro, mentre è da quando siamo bambini che ci insegnano che la genuflessione si fa con il ginocchio destro che tocca il pavimento… no, la fanno con il ginocchio sinistro!
E poi… e poi la fanno a metà! Ma mi vuoi spiegare perché la fai a metà? Ma falla fino in fondo! Ti mancano quattro centimetri… ma spiegami perché devi fermarti prima… spiegami perché! È come se andassi al bar e dicessi: “Buongiorno, sono venuto a prendere un cappuccino, però ne prendo metà!”. Il barista si gira e dice: “Scusi, sta bene?” Voi avete mai sentito qualcuno ordinare metà cappuccino? 

“Vorrei una brioche, però metà!” — “No: o tutta o niente!” — “No, io ne voglio metà!” — “Allora niente!’

“Ah, guardi, ho visto che ci sono lì quei cioccolatini buonissimi: bene, me ne dia metà!” —  “Non posso dargliene metà: devo darglielo tutto!” — “No, no, ne voglio metà!” — “Allora niente!”

Il panettone di Natale lo vai a comprare intero e non dici alla commessa di tagliarlo a metà visto che per te è troppo e non lo mangi tutto! “Sa, io faccio la genuflessione davanti al Tabernacolo a metà e voglio il panettone a metà… io vivo tutto a metà!”. 

Magari un giorno il nostro cuore si sveglia e dice: “Oggi vado a metà!”

— “Come vai a metà?”

— “Eh, sì, tu fai tutto a metà: la genuflessione a metà, fai tutto a metà e anche io vado a metà! Invece di fare cento battiti, né faccio cinquanta!” 

— “E il resto?”

— “Il resto ti arrangi! Te lo metti tu l’ossigeno nel sangue! Io faccio tutto a metà: sai, ho anche io i miei proBBBlemi, no?”

Ma ci rendiamo conto? Ma falla ‘sta genuflessione, no? Falla bene: metti giù il tuo ginocchio destro fino in fondo a toccare il pavimento, santa pazienza! Che cosa vuol dire fare le cose storte davanti al Signore?

“…verranno punite severissimamente nel Purgatorio…” ricordiamocelo bene!

Dunque, le anime che stan lì in adorazione, vi stanno piuttosto in ricompensa della loro devozione al SS. Sacramento e del loro rispettoso contegno nel luogo santo. 

Capite? Queste anime fanno il Purgatorio davanti al Tabernacolo come premio dovuto al fatto che hanno avuto una grande devozione al Santissimo Sacramento e hanno avuto un rispettoso contegno davanti al Signore… non fanno il Purgatorio nel Purgatorio, ma lo fanno davanti a Gesù… che grazia!

Esse soffrono meno che se fossero nel vero Purgatorio, e Gesù, che esse contemplano con gli occhi dell’anima e della fede al tempo stesso, addolcisce loro con la sua presenza invisibile le pene che subiscono.

Fanno il Purgatorio davanti al Tabernacolo e in quel caso siccome sono morti e nella vita eterna, vedono il Signore, lo vedono proprio e la sua presenza e la sua compagnia addolciscono le loro pene.

Beh, questo dovrebbe essere un motivo in più per stare davanti a Gesù Eucarestia!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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