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Il manoscritto del Purgatorio, parte 27

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di sabato 24 dicembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 1, 67-79)

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 24 dicembre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal primo capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 67-79.

Proseguiamo con la nostra lettura e meditazione sul Manoscritto del Purgatorio.

Anno 1880

 La notte di Natale, migliaia di anime hanno lasciato il luogo di espiazione per il Cielo; ma molte son rimaste ed io son del numero. Talvolta mi dite che la perfezione di un’anima richiede assai lungo tempo, ed è vero; vi sorprende anche il fatto che, nonostante tante preghiere, io rimanga sì a lungo senza poter gioire della visione del buon Dio. Ahimè! la perfezione di un’anima nel Purgatorio non avanza più rapidamente che sulla terra; vi sono alcune anime, ed è il minor numero, che hanno da espiare solo alcuni peccati veniali; esse non rimangono a lungo in Purgatorio. Alcune preghiere ben fatte, qualche sacrificio le liberano in breve tempo. Ma quando si tratta di anime come me – ed è il caso di quasi tutte! – che han trascorso una vita pressoché nulla, occupandosi poco o quasi affatto della loro salvezza, bisogna, in tal caso, ricominciare la propria vita nel luogo dell’espiazione, bisogna cominciar di nuovo a perfezionare la propria anima, amare, desiderare Colui che non si amava abbastanza sulla terra.

Ecco perché la liberazione delle anime talvolta si fa attendere tanto a lungo. Il buon Dio mi ha altresì fatto una grande grazia permettendomi di poter chiedere preghiere. Cosa che non meritavo; senza codesta divina degnazione, sarei rimasta qui, come la maggior parte, anni ed anni!

Ecco, come abbiamo ascoltato, la notte di Natale, stanotte, sarà il momento nel quale ci sarà il maggior numero di anime liberate dal Purgatorio, quindi questa notte preghiamo in modo particolare per le anime del Purgatorio perché in tante raggiungano il Paradiso.

E poi ancora il richiamo a una vita che deve occuparsi della salvezza eterna… tutto il resto passa, conta niente; conta solo quello che avremo fatto per la salvezza della nostra anima, quindi le confessioni fatte bene, le Sante Messe partecipate devotamente, la preparazione alla Santa Messa e il ringraziamento dopo, amare e desiderare Gesù; amarlo con tutto il nostro cuore libero. Da che cosa? Vedete, fondamentalmente il nostro cuore si riempie sempre di un affetto disordinato verso le creature, fatto di conformismo, rispetto umano… tutte queste cose!

Le Religiose e gli altri d’una stessa famiglia hanno rapporti tra di loro?

— Nel Purgatorio, come nel Cielo, le Religiose della stessa famiglia non sempre stanno insieme; le anime non meritano tutte la stessa pena né la stessa ricompensa. Tuttavia ci si riconosce nel Purgatorio. Si può anche, quando il buon Dio lo permette, aver relazioni scambievoli.

— Si può ricevere una preghiera, un pensiero da parte di un amico defunto e fargli conoscere il ricordo che si serba di lui?

— Si può far giungere qui ricordi della terra, ma non è molto utile, perché, come vi ho già detto, le anime del Purgatorio sanno e conoscono le persone che s’interessano di loro sulla terra. Talvolta Dio permette anche che si possa ricevere una preghiera, un avvertimento, un consiglio… Così, quel che vi ho detto più volte a riguardo di San Michele, proveniva da lui; quel che vi ho detto per il vostro padre, proveniva da parte del buon Dio. Tutte le commissioni che tante volte mi avete dato per l’altro mondo le ho sempre eseguite; ma tutte queste cose sono subordinate alla volontà divina.

Certo, là il centro è la volontà di Dio; qui dovrebbe esserlo per ciascuno di noi. 

Le colpe di ognuno sono conosciute da tutti nel Purgatorio, come lo saranno al giudizio finale?

Nel Purgatorio, generalmente non conosciamo le colpe degli altri, eccetto tuttavia quando il buon Dio lo permette a riguardo di certe anime, per i suoi disegni; ma è piccolo il numero di quelli verso cui Dio agisce in tal modo.

Avete voi del buon Dio una conoscenza più perfetta della nostra?

Ah, che questione! Ma certamente, noi Lo conosciamo molto meglio e L’amiamo molto di più! Ahimè! Proprio questo causa qui il nostro più grande tormento. Sulla terra si ignora che cos’è il buon Dio. Ci se ne fa un’idea secondo le proprie vedute ristrette; ma noi, nel lasciare il nostro involucro di fango, allor che più nulla ostacola la libertà della nostra anima, oh! allora solamente abbiamo conosciuto Dio, le sue bontà, le sue misericordie, il suo amore! Dopo codesta visione sì chiara, codesto bisogno sì grande d’unione (con Lui), l’anima tende sempre verso Dio, è questa la sua vita e, sempre, ne vien respinta, perché non è abbastanza pura, ecco la nostra sofferenza: la più dura, la più acerba. Oh! se ci fosse concesso di ritornare sulla terra, dopo aver conosciuto il buon Dio, che vita condurremmo! Ma, rimpianti inutili… e nondimeno sulla terra non si pensa punto a tali cose, si vive da ciechi. L’eternità non è tenuta in nessun conto. La terra, che non è se non un luogo di passaggio e che riceve solamente i corpi, i quali, a loro volta, divengono terra anch’essi, è il solo oggetto verso cui tendono quasi tutti i desideri, ed al Cielo non ci si pensa! E Gesù e il suo amore son dimenticati!

Chi di noi può dire che queste parole non siano vere, attuali, di oggi? 

Domani sarà Natale… sarà finalmente Natale: fate un esperimento. 

Da quando entrerete come ospiti perché sarete invitati, o da quando arriveranno ospiti perché sarete voi ad invitare, da quel momento fino all’uscita di casa, provate un po’ a osservare (se potrete ricordarvi di queste mie parole) di che cosa si parlerà: per un giorno intero si parla e si mangia… di che cosa si parlerà? di chi si parlerà? Sarà molto difficile, temo, arrivare alla sera di Natale senza aver peccati sulla coscienza… purtroppo, perché, dice la Scrittura, “nel molto parlare non manca il peccato”. 

Quanti discorsi che hanno per oggetto solo la terra e mai il Cielo; quanti discorsi che dimenticano continuamente e completamente Gesù e il suo Amore! Quante vite da accecati! Vite che non hanno alcun interesse a parlare della vita eterna…anzi! Appena possono, si sfogano. Perché, capite, c’è modo e modo di fare qualunque cosa, anche di fare Natale, anche di stare insieme: c’è modo e modo… c’è intenzione e intenzione… c’è qualità e qualità! E non dobbiamo mai dimenticare la ragione per la quale domani è Natale, per la quale domani faremo festa, per la quale domani tutto si fermerà. 

Poi, lo dico sempre: che grande atto di ipocrisia! Nel giorno di Natale quelli che non credono fanno festa: che atto di ipocrisia! Si critica la Chiesa, si criticano tanto i cristiani, i cattolici, quelli che vanno in chiesa perché sono ipocriti… sì, sì, bene, ma questa gente che si dice “atea, agnostica, non credente” e che non ha fede domani dovrebbe andare a lavorare, tranquilla. Che cosa cambia? Natale? Di chi? Ma se io non credo! Se uno fosse coerente dovrebbe dire: “No, domani io vengo qui e apro l’azienda, io devo venire a lavorare; mica festeggio il Natale di uno in cui non credo… che senso ha?” E, invece, domani… super pranzo! 

È chiaramente un atto di ipocrisia! Vedete? Siamo tutti dei grandi ipocriti! Quando ci fa comodo, siamo tutti capaci e pronti a rinnegare le nostre idee: prima, nei salotti televisivi e nei salotti del nostro “bel pensare”, ci mettiamo a disquisire e a sostenere le ragioni per cui dobbiamo essere atei e perché dobbiamo essere agnostici e non credere in Dio, poi, domani, tutti attorno all’alberello, al presepe a dare regali, ricevere regali, aprire regali e tutti attorno alla tavola a festeggiare! 

Eh no…! Eh no…! Sei un ipocrita; questo è un comportamento ipocrita! Quindi, non ci sono ipocriti solamente all’interno della Chiesa, come vogliono far credere in tanti, no… l’ipocrisia è ovunque, alberga ovunque e questo è un esempio. La festa del Natale ci dice le radici cristiane della nostra terra e allora che senso ha rinnegarle? Poi siamo lì a strappare i crocifissi dalle pareti e a dire che … no… non bisogna dire “Buon Natale”; non bisogna chiamare le persone con il nome di “Maria” e, intanto, domani, saremo lì tutti a mangiare il panettone… eh, no! Il panettone non lo mangio perché non credo in Dio; che panettone mangio? Perché devo mangiare il panettone? Domani è un giorno come tutti gli altri! Domani è domenica, va beh… in questo caso sono a casa, ma cambia niente! Domani, lunedì, vado a lavorare… ma lunedì le ditte sono chiuse… e come si fa? È un atto di discriminazione: bisognerebbe dire che questo è un atto di violenza perché discrimina i non credenti in quanto la società impone che si faccia festa e si chiudano le aziende perché è Santo Stefano… eh, no! “Io non sono credente e tu mi apri l’azienda perché io voglio lavorare, se no è un atto di discriminazione contro la mia non fede”. 

Scusate, è vero o non è vero? È così! Ma, sapete, noi siamo bravi a riempirci la bocca di bei discorsi e poi fare il contrario.

Nel Purgatorio, le anime si consolano reciprocamente nell’amore del buon Dio ovvero ognuna è completamente appartata nel suo dolore?

Nel Purgatorio, la nostra sola consolazione, l’unica nostra speranza è Dio solo. (interessante…) Sulla terra, il buon Dio permette che talvolta nelle proprie pene di corpo e di spirito si possa essere consolati da un cuore amico; e per altro, se in codesto cuore manca l’amore di Gesù, le consolazioni sono inefficaci, ma qui le anime sono perdute, inabissate nella volontà divina, e Dio solo può lenire il loro dolore. Tutte le anime sono tormentate, ognuna secondo la propria colpevolezza, ma tutte patiscono un dolore comune che sorpassa ogni altro: l’assenza di Gesù che è il nostro elemento, la nostra vita, il nostro tutto. E noi ne siamo separate per propria colpa.

Là “La nostra sola consolazione, l’unica nostra speranza è solo Dio”: capite? Là… e dovrebbe essere anche qui, però! 

Interessante questa riflessione: sulla terra talvolta si può essere consolati da un cuore amico, ma se in quel cuore manca Gesù, le consolazioni sono inefficaci, non c’è vera consolazione! 

É vero, verissimo: un cuore amico mi può veramente consolare se, innanzitutto, quel cuore è amico di Gesù perché, se è amico di Gesù, quel cuore mi consola attraverso di Lui; è Gesù che mi consola… e l’unico consolatore è lo Spirito Santo e lo Spirito Santo passa attraverso quei cuori che sono a Lui devoti, che Lo chiamano, che Lo invocano, che vivono in grazia di Dio. Di fatto è sempre e solo Gesù che consola e sulla terra, a volte, Gesù permette che questo suo Amore sia mediato da qualche anima buona che ci avvicina e ci consola, ma non è lei che ci consola perché nessun uomo può consolare un uomo.

A una persona che sta morendo di cancro, ma che cosa volete che dica? Io, umanamente, che cosa le dico? Che cosa posso fare per risolvere il suo dramma? Non posso alleviare in niente il suo dolore, la sua sofferenza, magari la sua disperazione… che cosa posso fare? Sì, le sto vicino, le do le carezze, le do mille baci, ma che cosa vuoi che consoli questo? Sei sempre lì tu con il tuo male che ti sta mangiando vivo… capite? 

MA, MA, se io sono posseduto dall’amore di Gesù, capite che, in un momento di malattia o di sofferenza interiore, avere accanto una persona qualunque che mi consola o avere accanto, non so, per esempio, Madre Teresa di Calcutta… eh, beh… c’è una bella differenza! In quel momento vorremmo avere accanto Madre Tersa di Calcutta, Santa Gemma Galgani, san Camillo de Lellis, san Giuseppe Cottolengo… non perché loro, umanamente, fossero più brillanti degli altri, ma perché loro ti portavano Gesù e in quei momenti lì serve solo Gesù, non serve altro! Parole, parole, parole, parole, parole… Serve solo il Signore: solo Lui può risolvere il dramma di un uomo; solo Lui può dare consolazione a un uomo; solo quando noi siamo riempiti dell’Amore di Gesù, noi siamo consolati: infatti, noi arriviamo a un momento di preghiera che siamo, magari, disperati, soffrenti, piangenti o doloranti, come diceva Santa Teresa d’Avila; poi arriva la fine del momento di Adorazione, e ci è passato il mal di testa, ci è passato il mal di pancia, ci è passata la disperazione e siamo consolati. Chi ci ha consolato nel profondo? Solo Gesù! Solo Gesù sa fare questo! E noi che cosa facciamo? Lo abbandoniamo! Logico, no? Tutto logico!

Qual è il loro tormento nel Purgatorio? L’assenza di Gesù! Se ci pensiamo bene, noi viviamo nel Purgatorio dalla mattina alla sera, solo che non ce ne accorgiamo. Viviamo nel Purgatorio (o magari anche nell’Inferno) perché viviamo una vita dove non c’è Gesù; dove Gesù non è la nostra vita, il nostro elemento, il nostro tutto, quindi, di fatto, siamo in una situazione di lontananza brutta da Dio. Se il Purgatorio è l’assenza di Gesù, nel momento stesso in cui io vivo una vita lontano da Gesù, sono nel Purgatorio; se, poi, a tutto questo si aggiunge il peccato mortale… sono all’Inferno! Quindi la mia vita può diventare un Inferno e, credo, tutti lo abbiamo sperimentato o visto: certe vite proprio distrutte dall’assenza di Dio!

Dopo un’azione, non bisogna perdere il tempo nel ritornare indietro per considerare se avete ben agito o no! Certamente occorre che ogni giorno esaminiate le vostre azioni al fine di farle meglio, ma questo non deve essere a discapito della tranquillità dell’anima. Il buon Dio ama le anime semplici. Bisogna dunque che andiate da Lui con una grande buona volontà, sempre pronta a sacrificarvi e a farGli piacere. Dovete agire con Gesù come il bambino con la sua mamma, affidandovi alla sua bontà, rimettendo tutti i vostri interessi spirituali e corporali nelle sue mani divine; quindi cercar di piacerGli in tutto, senza occuparvi d’altro.

Vuol dire che, allora, non dobbiamo fare l’esame di coscienza? No… certo che lo dobbiamo fare, ma non dobbiamo perderci in mille ragionamenti: “ho fatto bene, ho fatto male, avrei dovuto fare così, avrei dovuto fare cosà, però di qua, però di là”… questo serve a niente, questo ci attorciglia. Quindi guardo le mie azioni, non per affogarci dentro come Narciso, ma per dire: “Bene, oggi l’ho fatta con un punteggio pari a 5. Domani che cosa devo fare o cambiare per arrivare a un punteggio pari a 6/7/8?” 

Questo è il senso dell’esame di coscienza, non è il fomentare i sensi di colpa; piuttosto è esaminare la mia vita e vedere i punti di fragilità, rottura, peccato e mettere in atto le strategie per fare meglio domani, rimanendo sempre dentro una grande pace e una grande semplicità perché Dio ama questo ! E poi essere pronti a sacrificarci per fare piacere a Gesù; ad affidarci alla Sua bontà; a rimettere tutti i nostri interessi, occupazioni spirituali e materiali nelle Sue mani; a farGli piacere in tutto! Questa è la nostra vita; questa dovrebbe essere la nostra vita!

Bene, mi fermo qui. Allora io vi auguro di cuore di trascorrere oggi una giornata che non sia un correre al centro commerciale per prendere gli ultimi regali perché questa cosa non va bene; che non sia la giornata del correre da tutte le parti per comprare e fare, perché oggi sembra che nel mondo scatti una frenesia…

Qualche anno fa vi ho raccontato che mi è capitato a una Vigilia, nel tardo pomeriggio, di andare non ricordo neanche più bene dove. Ero in auto e dovevo poi tornare indietro velocemente. Sono passato davanti a un centro commerciale e… mi è venuto un colpo! Ho pensato: “Qui è scoppiata la Terza Guerra Mondiale!”. Una quantità di auto, una quantità di auto che, io credo, avranno anche parcheggiato una sopra l’altra! Una coda interminabile, tanto che ho pensato: “Sarà mica successo un incidente? Mamma! Adesso qui che cosa faccio?”. La coda era sulla destra, io mi sono messo sulla sinistra e mai e poi mai sarei andato a immaginare che… quando poi sulla destra ho visto il centro commerciale, ho detto: “Nooo… ma dove va tutta questa gente alla sei di sera?” Erano tutti dentro al centro commerciale, ma a fare che cosa? La Vigilia di Natale? Cielo! Che vita morta, ma che vita morta!

Cerchiamo, per favore, di avere una vita degna di questo nome! Non perdiamoci oggi dentro i centri commerciali, ma stiamo in chiesa; andiamo piuttosto a trovare qualcuno che è solo; stiamo con la nostra famiglia; prepariamo gli ultimi fiocchi dorati; terminiamo il nostro presepe; facciamo cose belle; preghiamo un po’; stiamo un po’ con il Signore… vi prego! Che sia proprio una giornata spesa nel raccoglimento, nel silenzio, nella carità, nel vivere da fratelli; nell’essere famiglia; nell’onorare i genitori; nell’amare i nostri figli… una bella giornata e, laddove ci siano situazioni di vita che non consentano più, o almeno per ora, certi rapporti (penso a situazioni famigliari gravi dove, magari si è dovuti arrivare a scelte gravi)… Gesù, che cosa faccio? Prega! Non puoi chiamare per fare gli auguri? Prega! Affida i tuoi auguri al Signore; ricorda quella persona, quelle situazioni, quel dolore — perché nessuno sta bene quando si trova in queste brutte situazioni — ricordale al Signore; metti queste situazioni nelle mani del Signore e della Vergine Maria. 

E poi, chi può, vada alla Messa di mezzanotte perché è bella! Certo, ci sono quelli che dicono: “Eh, ma quella è la Messa dove ci sono tutte quelle con le pellicce… sì, forse ai miei tempi, negli anni Ottanta quando c’era la neve! Poi, con la neve, non cambia niente: abbiamo i nostri super-giacconi… non siamo mica in Siberia! Oh, mamma mia, che cosa è la neve? È una spruzzata di bianco! Che cosa vuol dire: “Ci sono le pellicce?” Eh, va beh, allora? “ Ma quelle ci vanno per mettersi in mostra!” Ma che cosa ti interessa? Vai in chiesa per guardare gli altri? Che cosa interessa a te quello che fanno gli altri? Preoccupati di te stesso! Vai in chiesa, in modo decoroso; vai per tempo non per prendere il posto, ma per stare con il Signore e vivi la tua Santa Messa di mezzanotte con tutti i canti di Natale, con il ricevere Gesù e poi, domattina, (io consiglio questo, poi uno fa quello che vuole) il prima possibile vai ancora da Gesù per mettere tutta giornata tutta in Dio. Poi, come vi ho detto, sceglietevi un momento nella giornata per raccogliervi un po’ con Gesù Bambino; andate a fare una visita al Tabernacolo: state un po’ lì con Gesù perché che, vi assicuro, domani le chiese saranno assolutamente vuote, tolte le celebrazioni delle Sante Messe, non ci sarà nessuno! Il deserto! Quindi scegliete un momento, andate in chiesa e state un po’ con Gesù: fategli un saluto, un ringraziamento per la bella giornata che vi avrà donato; ringraziatelo; fategli gli auguri (è il suo compleanno!); affidategli il resto della giornata e poi concludere in pace con gli uomini e, soprattutto, con Dio!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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