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Il manoscritto del Purgatorio, parte 25

Il manoscritto del Purgatorio

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: “Il manoscritto del Purgatorio” di giovedì 22 dicembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

PRIMA LETTURA (1Sam 1,24-28)

In quei giorni, Anna portò con sé Samuèle, con un giovenco di tre anni, un’èfa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo.
Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli e lei disse: «Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore».
E si prostrarono là davanti al Signore.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 22 dicembre 2022. 

Abbiamo ascoltato la Prima Lettura della Santa Messa di oggi, tratta dal primo capitolo del Primo Libro di Samuele, versetti 24-28.

Proseguiamo con la nostra lettura e meditazione sul Manoscritto del Purgatorio.

 Fate seriamente attenzione a operare per Dio solo. Cercate sempre Lui solo qual testimonio delle vostre azioni. Del pari, avanti qualsiasi azione, guardatevi dal rimuginare cose come questa: “Farò questo per far piacere a tale persona; se fo quello in quel dato modo, sarò accetta a tal altra persona”. Al buon Dio non piacciono questi ragionamenti umani da parte di nessuno e di voi ancor meno. Dirigete unicamente la vostra intenzione verso il fine di far piacere al vostro Gesù, a Lui solo. Se, così facendo, fate cosa grata a qualcuno, tanto meglio. Se avviene il contrario, tanto peggio! Il buon Dio sarà contento; questo dev’essere tutto per voi.

Veramente possiamo dire che solo Dio sa quanto sono importanti e vere queste parole. 

Tra poco arriva Natale, oggi è il 22, tra tre giorni è Natale. Tutto quello che faremo quel giorno, tutto, per chi lo faremo, perché lo faremo? Guardate che queste due domande non sono due domande alle quali uno reagisce dicendo: “Sì, va beh, adesso non ci penso, non mi interessa!”. Sono due domande fondamentali, le uniche domande che dobbiamo porci sempre, perché non è detto che quello che facciamo lo facciamo per Dio, sapete? Ci sono tante ragioni per cui possiamo compiere un’azione o non compierla, essere presenti o essere assenti… tante le ragioni!

Noi, chi cerchiamo come testimone delle nostre azioni? Cioè, da chi vogliamo che siano viste, approvate, confermate, lodate, riconosciute, da chi? Chi è il testimone preferito dalla nostra mente e dal nostro cuore di tutto quello che facciamo? Sotto gli occhi di chi vogliamo, di chi speriamo che cadano le nostre azioni? Di Dio?

Se facciamo pensieri come quelli descritti: “Farò questo per piacere alla tal persona”, di sicuro il testimone delle nostre azioni non è Dio. Questo è sicuro! E quante volte noi facciamo qualcosa per far piacere a qualcuno, semplicemente per far piacere a qualcuno, non come atto di carità che uno dice: “Beh, questa cosa so che farà piacere a quella persona, le farò un atto di carità e gliela dono”. Non è questo: è proprio che l’intenzione primaria non è quella di fare una cosa secondo le intenzioni di Dio, secondo il gusto di Dio, per far piacere a Gesù, ma è quella di compiacere una creatura. 

Perché? Perché voglio compiacere una persona? Perché così sarò accettato, così sarò riconosciuto, così sarò amato, benvoluto, ricercato, stimato. Io so che quella persona ci tiene affinché le cose siano fatte in quel modo e non mi pongo il problema se ciò che io faccio lo faccio per Dio, perché ho capito che quel modo è secondo Dio, perché ho verificato che quella cosa è secondo Dio, perciò la faccio per Dio. No: la faccio per quella persona.

Per esempio: la mia mamma ci tiene che io apparecchi la tavola in modo decoroso, allora dico: “Ecco, io apparecchio la tavola in modo decoroso per compiacere mia mamma, perché poi, so, mi farà la torta al cioccolato”. Tu non lo stai facendo per Dio, lo stai facendo per la torta al cioccolato.

Adesso arriva Natale e noi tutto quello che faremo, lo faremo per chi? Vedete, noi diciamo: “No, ma…”.

Oggi è giovedì, così… mi viene da dirvelo. Oggi è giovedì. Scusate se ve lo ripeto per la terza volta, oggi è giovedì, e voi mi direte: “Ma Padre, perché sta dicendo che oggi è giovedì?”. Perché non tutti sono coscienti del fatto che oggi è giovedì, ve lo assicuro… e allora ci tengo a dirlo. Lo so, voi direte: “Poverino Padre Giorgio, mi sa che il troppo studio gli ha dato alla testa!” Può darsi, ma è bene ogni tanto dire alcune cose. Non sempre posso parlare per tutti: ci sono delle volte che… devo fare dei piccoli flash per qualcuno, perché è importante anche lanciare qualche piccolo messaggio a qualcuno che sappiamo che ha bisogno e allora lo ripeto: oggi è giovedì.

E, stavo dicendovi, noi pensiamo che quello che accadrà domenica… perché non so se lo abbiamo razionalizzato: Natale quest’anno è domenica, domenica quest’anno è Natale, quindi capite che abbiamo due super-feste in una: in un giorno solo celebriamo il giorno del Signore — la domenica, la Pasqua della settimana — e celebriamo il Natale del Signore… è una super-domenica, è la domenica per eccellenza, potremmo dire. Speriamo che le cose si capiscano… 

E noi domenica, che è Natale, dovremmo chiederci: “Ma Gesù sarà al primo posto? Gesù avrà un posto? Dentro tutta la mia organizzazione, dentro tutte le mie cose, Gesù che posto avrà in questa mia giornata di Natale?” 

Capite: è l’unica cosa importante! È la più importante, poi da qui viene tutto il resto. Da qui verrà che quando tu cucinerai, tu preparerai il panettone con la crema Chantilly — che a Padre Giorgio piace molto — non lo farai per compiacere Padre Giorgio, ma lo farai per Dio con l’intendimento che sia Dio il testimone di quel fare; poi la fai anche perché a tuo figlio, a tuo marito, al tuo papà piace tanto quel panettone, va bene… ma non è la prima intenzione.

Quindi… quindi, voi direte: “Ma io come faccio a capire qual è la mia prima intenzione?”. Guardate, è facilissimo: se quello che voi farete sarà gradito alle persone, bene…; se quello che voi farete non sarà gradito, bene… non cambia niente! Quello che conta è che Dio sia contento, basta! Quello che poi accadrà come risposta degli uomini, fa niente: questo vuol dire aver fatto le cose per il Signore.

Attenti! Questo è il monito che vi lascio per il giorno di Natale, soprattutto per il giorno di Natale vi lascio questo avviso, questa bandiera da tenere in mano e sotto gli occhi:

Dirigete unicamente la vostra intenzione verso il fine di far piacere al vostro Gesù, a Lui solo.

Basta! Questa frase… perché al Buon Dio non piacciono questi ragionamenti umani da parte di nessuno, ancor meno di voi — dice. 

Se faccio questo, è per far piacere alla persona; se faccio questo è per essere accettato da quella persona, per avere il compiacimento della persona, quindi mi aspetto che mi dicano: “Bravo! Ma bravo! Ma come sei bravo! Ma come hai fatto bene! Ah, ma come ti sei sacrificato…!” Queste cose al Signore non piacciono; al Signore piace che noi facciamo quello che facciamo con una sola intenzione, quella di piacere a Gesù e solo a Gesù… poi le creature se sono contente, bene, se non sono contente, bene lo stesso! 

E allora, se la mia intenzione è quella di far piacere solo a Gesù, pensate a come state programmando il giorno di Natale, come lo state organizzando o come lo avete organizzato visto che ormai mancano tre giorni! 

Uno dice: “Eh, ma ormai…”. No, guardate, non c’è niente di determinato: le cose si possono prendere, fare, rifare e disfare fino all’ultimo momento. “Eh, ma cosa penserà la gente? Che cosa penseranno le persone?”. Allora, l’intenzione qual è? Per far contento Gesù o per far contente le persone? Vedete come subito, immediatamente arriviamo al dunque: se la tua coscienza, oggi, il giorno prima di Natale, ti dice: “No, guarda, quella cosa che tu stai andando a fare o farai non è secondo il gusto di Gesù”, tu non la devi fare!”

“Ma allora ci rimarranno male…”. Pazienza! “Eh, ma allora…”. Pazienza! Tu ti devi chiedere: “Gesù, da me, che cosa vuole, che cosa si aspetta da me il giorno di Natale?”. Non “che cosa io faccio per Gesù”, ma “che cosa Gesù vuole da me”! 

Questo dovremmo chiederci ogni giorno e soprattutto il giorno di Natale: “Gesù, come mi vuole? Dove mi vuole? Con chi mi vuole?” Queste dovrebbero essere le domande che ogni giorno ci poniamo, ogni giorno, ogni giorno, perché solo così facciamo piacere a Gesù!

Spero di essere stato chiaro.

Domenica 8 DICEMBRE (di quell’anno di cui lei sta parlando… il 1879. Vediamo un po’ che cosa succede l’8 dicembre del 1879…)

Immacolata Concezione 

Sapete, nelle solennità, soprattutto quelle della Vergine Maria, poco prima o poco dopo, può succedere qualcosa che è causato o dal diavolo, per guastare la solennità, o da Dio, per portarci ancora di più a verità su noi stessi, sugli altri, su tutto: sono giorni (come il Natale, il Primo dell’Anno Solennità della Madre di Dio) particolari e attorno a quei giorni bisogna stare molto attenti. 

Ahimè! (il giorno dell’Immacolata del 1879 comincia così, con ‘Ahimè!’)

quante vite appaiono piene di opere buone e, alla morte, ne saranno vuote… perché tutte quelle cose buone in apparenza, tutte quelle azioni clamorose, tutta quella condotta che sembrava irreprensibile, tutto questo non ha avuto Gesù solo quale fine. Si voleva far figura, brillare, passare per esatto osservante degli obblighi della Religione, per una Religiosa fedele alla regola, ecco il solo movente di tante esistenze. E nell’altra vita, qui, quale delusione! Se sapeste quanto poche persone agiscono per Dio solo, quanto poche compiono tutte le loro azioni per Dio solo… Ahimè! quanti rimpianti ci si prepara per il punto di morte, allorché non si sarà più accecati, ahimè! Se si riflettesse qualche volta all’eternità! Che cos’è la vita paragonata a quel giorno che non avrà sera per gli eletti, a quella sera che non avrà giorno per i reprobi?

Ah, mamma! Allora… 

quante vite appaiono piene di opere buone e, alla morte, ne saranno vuote…

Queste sì che sono parole da far tremare le gambe, perché, capite, che cosa ci mostrano: alzano il velo sulla nostra vita morta, sulla nostra vita inutile, sulla nostra vita falsa, sulla nostra vita ipocrita! Queste parole fanno tremare! 

Quante opere buone che noi facciamo e che sono tali solo in apparenza: sono come mele che all’interno hanno il verme che le ha mangiate tutte, il verme della compiacenza degli uomini, dell’auto-compiacimento, il verme del consenso degli uomini. 

Tutte quelle azioni clamorose, tutte quelle buone opere, tutta quella condotta che sembrava irreprensibile, tutto che sembrava perfetto, tutto che brillava, tutto che era meraviglioso… tutto per osservare gli obblighi della fede e della religione, per essere una religiosa fedele alla regola… le regole! le regole! Ci sono delle regole da rispettare! Le regole! L’importante è aver rispettato le regole, l’importante è il “bon ton”, l’importante è muoversi come i baronetti, l’importante è aver rispettato il protocollo, l’importante è quella falsa educazione, quel falso perbenismo che tanto ci contraddistingue! 

Bene. Tutto questo, dice l’anima purgante, non ha avuto Gesù quale fine, quindi è vuoto, tutto vuoto! Fine! Siccome la ragion d’essere di tutte queste buone opere (in apparenza buone), di questa vita regolata e di questa vita religiosa non ha avuto come fine Gesù, far piacere a Gesù, essere con Gesù, far la volontà di Gesù… tutto perso!

“Ma io posso aver fatto un’opera buona senza aver fatto la volontà di Gesù? Come posso aver osservato la regola santa del mio Ordine senza aver fatto la volontà di Gesù?” Certo! Bisogna vedere perché lo hai fatto! Non basta fare le cose: Gesù guarda l’intenzione per cui le faccio, il fine per cui le faccio! Quindi… quale delusione!

quanto poche persone agiscono per Dio solo, quanto poche compiono tutte le loro azioni per Dio solo.

Non dimenticate quel “solo”; “solo” per Dio! Non “anche”… solo! “Anche” è troppo poco! È solo per Dio e per niente altro e per nessun altro. Adesso allacciamo le cinture di sicurezza perché arrivano quattro righe al fulmicotone!

Si ama tutto sulla terra, ci si affeziona a tutto, eccetto a Colui che unico dovrebbe avere il nostro affetto ed al quale noi lo neghiamo. Il Gesù del tabernacolo attende dei cuori che Lo amino e non ne trova. Appena uno su mille che Lo ama come si dovrebbe amarLo! AmateLo voi; risarciteLo di codesta indifferenza sì colpevole che v’è nel mondo!

Paura, eh? Paura queste parole! È vero: sulla Terra si ama tutto, ci si affeziona a tutto, anche ai cani, anche ai cani! Si trattano i cani meglio dei bambini e si trattano cani, gatti, pesci, tartarughe, serpenti, porcellini d’India, criceti meglio di come noi trattiamo l’Eucarestia! C’è questa sorta di “animalolatria” che oggi è diventata la Bestia, il dio da adorare e rispettare…

Si ama tutto sulla terra, ci si affeziona a tutto, eccetto a Colui che unico dovrebbe avere il nostro affetto ed al quale noi lo neghiamo.

Domenica è Natale… Natale è domenica!

Il Gesù del tabernacolo attende dei cuori che Lo amino e non ne trova.

 Nella giornata di domenica quanti cristiani in quelle, non so…, dodici/quindici ore in cui sono svegli (dalle otto alle 20? Almeno dodici ore ci saranno… speriamo! Se no si passa la vita a dormire e poi è finita!); chissà quanti cristiani in quel lasso di tempo, oltre a mangiare, oltre ad andare a trovare parenti, a stare con i parenti perché se no si muore ed è importante farlo (non pensiate che io vi dica che non si deve andare dai parenti…), chissà quanti, oltre a fare queste cose importanti avranno fatto anche quella cosa che è più importante di tutte e avranno ritagliato del tempo per stare con Gesù nel Tabernacolo. 

Chissà se le nostre chiese nel giorno di Natale saranno paragonabili al deserto dei Tartari! Dovrebbero essere stracolme… il pomeriggio del Natale —  voi lo vedete? — il pomeriggio di Natale uno passa davanti a una chiesa il pomeriggio di Natale e gli si crepa il cuore! Primo, perché molto probabilmente è chiusa, visto che la domanda è: “Ma chi vuoi che vada in chiesa il pomeriggio di Natale? Certo che teniamo la chiesa chiusa… chi vuoi che venga nel pomeriggio di Natale?”. A parte l’orario delle Messe, dell’ultima Messa nel giorno di Natale per quelli che hanno dedicato tutto il giorno ad altro e corrono alla Messa di Natale alle 18, a parte questo, chi va a trovare Gesù nel Tabernacolo? 

Non dico di fare cinque ore di preghiera, ma neanche per mezz’ora… chi è che lo va a fare, chi va a recitare un Rosario davanti al Tabernacolo il giorno di Natale, chi va a dire i Vespri… ecco, i Vespri del giorno di Natale davanti al Tabernacolo con degli amici, con delle persone care… ci sarà pure qualcuno che conoscete che ama un po’ il Signore? E perché oggi, che è il 22 non vi organizzate? Perché oggi non dite: “Mah, aspetta un attimo… sì, in effetti, ho pensato alla faraona con la panna, alla lasagna alta 12 centimetri con dentro 4 chili di carne, al mega-arrosto, alle patatine fritte o arrosto o in umido, a 5 panettoni, a 8 veneziane, al cabaret di pasticcini e non so cos’altro; ho pensato a tutti gli antipasti possibili al mondo, al caviale, al salmone, al burro salato, alle tartine… ok… ho tirato fuori le posate più belle del mondo della mia tris nonna, ai bicchieri di cristallo di Boemia che aveva lo Zar… ok… la tovaglia del 1400 fatta tutta in pizzo di Cantù è perfetta, quindi ho fatto tutto? Sì, bene, mi posso riposare! 

No, un momento, alzo la mano… “Permesso, buon giorno, posso dire una parola? Dopo che hai fatto tutte queste cose assolutamente importantissime e giustamente necessarie, va bene… domanda: non è che oggi che è il 22 ti puoi anche guardare l’agenda e vedere se trovi il nome di una persona, un amico, un’amica che abbia una piccola sensibilità religiosa, che ha un briciolo di amore per Dio a cui tu possa chiedere: «Ma a te, dopo che abbiamo preparato, fatto, disfatto e mangiato fino a morire (dovremo pure fermarci perché non possiamo fare andare la bocca per sedici ore se no scoppiamo… prima o poi ci fermeremo, non foss’altro che per lavare i piatti…), nel lasso di tempo che avremo come pausa per dare in modo allo stomaco, poverino, di svuotarsi, non è che va di venire con me in chiesa a recitare il Vespro? O il Rosario… il Vespro di Natale però è carino recitarlo insieme! Magari potremmo dire il Vespro e il Rosario… Ti va di venire con me ad andare a ringraziare Gesù, a fargli visita, a guardarlo nel presepe e poi stare un po’ davanti al Tabernacolo per ringraziarlo di questa giornata, per rimettere tutte le intenzioni al loro posto e a rimettere Lui al primo posto, a rimetterci un po’ di ordine dentro… a fare un po’ di silenzio perché, forse, avremmo bisogno di un po’ di silenzio quest’oggi? Una mezz’oretta!»”.

Cambierebbe tutto, cambierebbe tutto… questo farebbe la differenza! Certo, bisogna organizzarlo non devi pensarci il giorno di Natale: devi pensarci prima! È compito tuo, di te che mi stai ascoltando, organizzare questa cosa. “No, ma il prete chiude la chiesa…”; aspetta che lo chiamo! Dico: “Padre, buongiorno, non è che lei, magari… so che lei chiude la chiesa il giorno di Natale – per l’Amor de Cielo va bene -, ma se noi volessimo venire un attimo in chiesa, non è che ce la apre un secondo oppure ci presta le chiavi e dopo gliele riportiamo subito; possiamo venire noi a casa a riportarle le chiavi oppure chiediamo le chiavi alla signora che apre e chiude la chiesa, apriamo e ci chiudiamo dentro se dobbiamo tenerla chiusa, oppure se entra qualcuno, quando abbiamo finito gli diciamo che dobbiamo chiudere.

 Certo, se dovessimo fare secondo l’idea di Monsignor Fulton Sheen, dovremmo starci un’ora di preghiera, visto che, se facciamo l’Ora Santa tutti i giorni e non la facciamo il giorno di Natale… orrenda questa cosa! Il giorno della Festa del Signore Gesù non fare l’Ora Santa è proprio brutto, brutto, brutto! Ma, come si dice a Milano: “Pütost che nient l’è mej pütost!” – piuttosto che niente è meglio piuttosto – almeno facciamo mezz’ora. Non la vuoi fare alla sera? Allora falla al mattino quando sei sicuro che c’è la chiesa aperta, recitando l’Ora Media e un bel Rosario! 

Ma quel giorno, organizzalo adesso: oltre a pensare alla faraona da andare a prendere e a cacciare, pensa anche a questo, organizzalo, diffondi la voce, chiedi a qualcuno e magari scopri che sono una, due, cinque, sei le persone che si offrono… “Bella idea, non ci avevo pensato… dai, sì, organizziamoci!”. Poi succede così: ci si mette insieme e si scopre che si sta bene insieme, anche a pregare, anche a stare davanti al Signore Gesù, perché 

Gesù del tabernacolo attende dei cuori che Lo amino e non ne trova.

“attende dei cuori che Lo amino e non ne trova”; guardate che in tutti i santi e in tutti mistici viene sempre fuori questa cosa. Quando parla a loro, Gesù dice sempre esattamente questa cosa.

Apro una parentesi e poi la chiudo.

Vi prego, vi prego: non fate questa cosa se no non dovete più ascoltarmi… abbiamo rotto la nostra amicizia: non siate di quelli che vanno alla Messa di Natale di Mezzanotte, il 24 sera, dove vanno tutti e il giorno dopo non ci vanno, vanno il 24 sera e il 25 non ci vanno perché:  “Ho già preso la Messa di Natale con la Messa di Mezzanotte e il giorno dopo … pancia mia fatti capanna: dormo fino a morire, quando mi sveglio cucino fino all’ultima bolla di gas che rimane sulla Terra e poi, dopo, mi sdraio sul divano in canotta e questo è il mio giorno di Natale!”

No! Vado a Messa di Mezzanotte – bellissimo! – e poi vado alla Messa del giorno di Natale. 

“Quale Messa?”. Io con i giovani, che sono sempre generosi, ho sempre detto e fatto così: io dovevo celebrare la Messa di Mezzanotte dove molti di loro servivano e molti cantavano e la Messa finiva parecchio tardi – una e mezza/due con tutto l’insieme di cose.

 Poi qualcuno chiedeva: “Adesso che cosa si fa?”, perché alcuni arrivavano con i panettoni, ma non mi sembra una cosa giusta mangiare il panettone dopo la Messa e poi, di solito, non si mangia alle due di notte quando lo stomaco riposa come tutto il nostro corpo: abbiamo già domani, il 25 dicembre! “Beviamo insieme un bicchiere di acqua che è tanto buona, è fresca, è una grazia! E lasciamo perdere i panettoni, non è il caso…”.

“E allora, Padre, quand’è che ci vediamo domani?”

“Alla messa delle otto! Dobbiamo pure celebrare la Messa!”

“Alle otto? Ma Padre! Dormiamo!”

“Certo, alle otto! Quando andavi in discoteca quanto dormivi? Qual è il problema? Vai a casa, ti cambi, metti il pigiamino, vai nel lettino, dormi quella manciata di ore che dormi e poi ti svegli: è il giorno del Signore… tu hai fatto la Messa di Mezzanotte e adesso è il giorno del Signore, proprio quello dove al sorgere del sole si aprono i regali… Tu ti svegli e dici: “Gesù, adesso non apro i regali perché devo andare alla Messa; vado alla Messa, torno e apro i regali”.

A che Messa vado? Alla prima! Dopo la Messa di Mezzanotte alla prima! Diamo al Signore la primizia! Allora uno chiama il parroco e chiede: “Scusi, Padre, a che ora è la prima Messa il giorno di Natale?” — “Ah, la prima Messa è alle otto!”; se Padre Giorgio fosse il vostro parroco vi direbbe che la prima Messa è alle sette, perché diamo la primizia al Signore!

“Ma Padre, siamo venuti alla messa di Mezzanotte e la prima Messa è alle sette…”

“Appunto! Esattamente come facevi quando andavi in discoteca! Lo facevi quando uscivi con gli amici e non puoi farlo con Gesù? Possiamo dire che Gesù è più importante di tutto e di tutti? Sì? Bene! Allora lo facciamo e diamo a Gesù il massimo, e così cominciamo”.

Poi andiamo a casa, apriamo i regali, mentre tutto il mondo dorme… quando esci con l’auto alle sette e alle otto del mattino del giorno di Natale non trovi in giro nessuno… sì, i pappagallini e i miei amici ricci che camminano per la strada, ma non c’è altro. Bellissimo: viaggi sereno con tutto quel bel fresco che ti viene incontro, poi speriamo che ci sia anche un po’ di sole così è ancora più bello… bene: vai a casa, prepari da magiare, fai tutte le tue cose, mentre gli altri dormono e devono fare ancora colazione e tu sei già in piedi a cucinare e a fare le tue cosine… tutto pronto, sistemato, metti tutto fuori quello che devi mettere fuori al fresco – vi sto facendo anche lezioni di cucina: sono un po’ Master Chef oggi – e poi c’è il tempo per pregare.

 Chiami la tua amica o il tuo amico e dici: “D’accordo? Abbiamo fissato l’orario? Si? Benissimo! Ci troviamo a che ora? Alle dieci? Alle diciassette?” Ci facciamo la nostra preghiera alle diciassette: io vi consiglio la preghiera del Vespro alle diciassette perché il giorno di Natale il Vespro è sempre una cosa molto bella… oppure facciamo le Lodi… se non possiamo fare il Vespro, facciamo le Lodi. Il giorno di Natale facciamo questo momento un po’ solenne insieme, stiamo con Gesù e poi…  ma ditemi: già non vi viene voglia di farlo? Non lo state già gustando? Non vi viene già l’acquolina in bocca? Non vi viene da dire: “Mamma che bello! Adesso, subito devo farlo!”

Spero che abbiate ascoltato il più presto possibile questa Omelia che i nostri giovani pubblicano molto presto al mattino, e così siete già lì con l’agenda in mano con i nomi che “saltano dalle mani” per fare questa bellissima cosa. E se anche dovesse succedere (ma dubito) che sarete soli, beh, sarete soli con il Sole che è Gesù ed è sempre solo: nessun problema… forse ancor più bello per certi versi! Però, cercate qualcuno.

Appena uno su mille che Lo ama come si dovrebbe amarLo!

Uno su mille è un po’ poco…

AmateLo voi; risarciteLo di codesta indifferenza sì colpevole che v’è nel mondo!

Questo deve essere il programma del nostro giorno di Natale, anzi deve essere il programma di tutti i nostri giorni.

Bene; oggi sono andato un po’ oltre, ma credo che mi perdonerete perché il giorno di Natale è troppo importante. 

Quindi io comincio ad augurarvi un Santo Natale; è da novembre che ve lo auguro, ma adesso ho un motivo in più per dirvelo e spero di ricevere qualche bella testimonianza. Spero che qualcuno alla sera del giorno di Natale mi scriva — non troppo tardi però; e anche nel giorno di Santo Stefano — dicendo: “Padre, il mio giorno di Natale è stato così: ho fatto questo, questo e questo… e Gesù ha avuto questo posto”, così mi fate riposare in pace. Fosse anche uno solo di voi che imposta bene il suo Natale e io sarò felicissimo!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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