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Sacratissimo Cuore di Gesù, parte 2

Sacratissimo Cuore di Gesù

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: «Sacratissimo Cuore di Gesù, parte 2»
Mercoledì 14 giugno 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 5, 17-19)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a mercoledì 14 giugno 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo quinto del Vangelo di San Matteo, versetti 17-19.

Continuiamo la nostra preparazione alla solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù che celebreremo venerdì 16 giugno.

Abbiamo visto la prima rivelazione a Santa Margherita Maria Alacoque del Sacro Cuore di Gesù, oggi vediamo la seconda rivelazione.

LA SECONDA RIVELAZIONE

Il dolore del costato, al quale ho appena accennato, si rinnovava ogni primo venerdì del mese in questo modo: il Sacro Cuore mi si presentava come un sole sfolgorante di vivissima luce, i cui infocati raggi cadevano a piombo sul mio cuore, che subito si accendeva di fuoco tanto ardente che sembrava dovesse ridurmi in cenere. In quell’occasione il divino Maestro mi manifestava ciò che desiderava da me e mi svelava i segreti del suo dolce Cuore. Una volta, in particolare, mentre era esposto il Santo Sacramento, sentendomi tutta assorta nell’intimo del mio essere per un raccoglimento straordinario di tutti i miei sensi e di tutte le mie facoltà, Gesù Cristo, il mio dolce Maestro, si presentò a me tutto splendente di gloria con le sue cinque piaghe sfolgoranti come cinque soli. Da ogni parte di quella sacra Umanità si sprigionavano fiamme, ma soprattutto dal suo adorabile petto, che somigliava a una fornace ardente. Dopo averlo scoperto, mi mostrò il suo amante e amabilissimo Cuore, sorgente viva di quelle fiamme. Fu allora che mi svelò le meraviglie inesplicabili del suo puro Amore e fino a quale eccesso questo lo avesse spinto ad amare gli uomini, dai quali poi non riceveva in cambio che ingratitudini e indifferenza.

Prima di leggere quello che le disse il Signore, diciamo una parola su quanto la Santa ha scritto. Vedete? Queste apparizioni, queste manifestazioni del Signore avvengono di solito durante l’adorazione del Santissimo Sacramento. Questo per dire anche a noi quanto sia importante imparare ad andare in chiesa e stare davanti al tabernacolo. Può darsi che fare l’Adorazione Eucaristica con Gesù esposto sull’altare non ci sia molto possibile, o non frequentemente, però la possiamo sempre fare davanti al tabernacolo. Ed è in queste occasioni che noi possiamo scoprire questa fornace ardente che è il Cuore di Gesù, che ci ama di un amore che noi non abbiamo mai conosciuto! L’amore delle persone a noi più care è niente a confronto di questo amore divino. Perché nessuno, neanche i nostri genitori sono morti per noi, nessuno ha dato il suo corpo e il suo sangue per noi, nessuno! Nessuno ci ha mai amati fino a morire. Questo è il diritto che ha Gesù, questo diritto d’amore su di noi, perché nessuno è morto per noi, Lui sì.

Quindi stiamo attenti agli uomini, nel senso che il problema non viene dall’esterno di noi, no, i problemi non sono mai all’esterno, sono sempre all’interno. Stiamo attenti agli uomini vuol dire: stiamo attenti a non mettere le creature, le persone, gli affetti prima del Creatore, o meglio, al posto del Creatore. Perché l’amore di Gesù è talmente delicato e rispettoso che non è come il nostro, per cui ci mettiamo a fare i capricci, facciamo le scenate di gelosia, ci mettiamo a litigare se non ci vediamo sufficientemente corrisposti nel nostro amore, se vediamo lesi i nostri diritti. L’amore di Gesù è rispettoso, rispettosissimo. Per cui sta in silenzio. Se noi lo mettiamo da parte, Lui si lascia mettere da parte; se noi lo dimentichiamo, Lui si lascia dimenticare; se noi siamo ingrati, Lui lascia fare. Soffre — adesso lo sentiremo — ma è lì, in silenzio.

E infatti ecco cosa dice Gesù:

«Questo, mi disse, mi fa soffrire più di tutto ciò che ho patito nella mia Passione, mentre se, in cambio, mi rendessero almeno un po’ di amore, stimerei poco ciò che ho fatto per loro e vorrei, se fosse possibile, fare ancora di più. Invece non ho dagli uomini che freddezze e ripulse alle infinite premure che mi prendo per far loro del bene»

Sta parlando al presente. 

E subito qualcuno dice: “Eh, ma ormai Gesù è nella gloria del Padre, ormai Gesù è risorto, ormai Gesù è in cielo, come può dire che lo fa soffrire?”. 

Guardate, a me vien da dire che non possiamo pensare che qualcosa non esista solo per il fatto che noi non lo capiamo e non lo conosciamo! Siccome il nostro piccolo cervellino non riesce a cogliere la vastità di Dio, questo non vuol dire che Dio debba adeguarsi al nostro cervellino. Mi spiego: un’aquila è un’aquila anche se una gallina non neanche a immaginare che ci possano essere dei volatili che sono di più del suo essere gallina. La gallina vede solo galline, ma questo non proibisce che le aquile esistano! Il fatto che una gallina non abbia mai visto la terra dall’alto in basso e non abbia mai volato nell’orizzonte e non sia mai stata sulla cima di una montagna bellissima, questo non vuol dire che tutto ciò non esiste. Per la gallina non esiste! Vabbè è una gallina, vive in un pollaio, cosa volete che ne sappia lei dell’orizzonte infinito? Cosa volete che ne sappia lei del volare avendo davanti agli occhi solo il sole? Sapete che le aquile hanno questa particolarità di poter guardare il sole senza bruciarsi gli occhi. Ma quelle sono galline; le galline vivono tra le galline e fanno le galline.

Non costringiamo Dio dentro alle nostre categorie umane piccoline, quasi a dire che Dio deve stare nei nostri ragionamenti. Ma no! Dio è Dio! Dio sta dove vuole. Se dice: «Questo mi fa soffrire più di tutto», vuol dire che questo lo fa soffrire più di tutto! 

“Eh, ma in che senso? Ma in che modo? Ma quindi allora…”

Lasciamo perdere! Dice che lo fa soffrire e lo fa soffrire, e fine! 

“In che modo?” — Nel modo che sa lui! — “No, ma è un linguaggio figurato!” — No, non è un linguaggio figurato. Ma vi immaginate se io venissi a dirvi che in questo momento sto soffrendo e qualcuno di voi mi guardasse e mi dicesse: “Eh sì, ma in realtà è un linguaggio figurato” — “Ma che linguaggio figurato? Se sto male, sto male, ma cosa stai dicendo?” — “No, ma in realtà non è vero” — “Ma come non è vero? Certo che è vero!”.

E che cosa lo fa soffrire di più di quello che ha patito nella sua passione? «Le freddezze e le ripulse infinite degli uomini».

Ai santi e alle sante, Gesù dice sempre le stesse cose. Quando appare di cosa si lamenta? Dell’ingratitudine degli uomini. Sempre! A Padre Pio, a Santa Margherita, a Santa Faustina, sempre le stesse cose. E noi continuiamo ad andare avanti sempre sulla stessa via, nello stesso modo, sempre! In realtà, cosa ci costerebbe amare di più il Signore, cioè avere una vita meno ingrata? Sentiamo tutto questo e facciamo il contrario! Non dico di diventare dei Serafini ma almeno, nel nostro piccolo, cercare un po’ di invertire la rotta.

Ogni volta che penso all’ingratitudine verso Gesù e alla mancanza di amore, alle ripulse, mi ricordo di quando alcuni anni fa, mentre ero ricoverato in ospedale per un intervento (era il primo venerdì del mese di giugno, peraltro) e io — siccome non potevo ovviamente celebrare — venni a sapere che veniva il cappellano a dare la comunione, allora dissi a una persona che era lì presente: “Guarda che grazia che ci fa il Signore: nel giorno del primo venerdì del mese, poi nel mese del Sacro Cuore, possiamo ricevere la comunione, quindi possiamo portare avanti la nostra bella devozione dei primi nove venerdì del mese”. E questa persona mi rispose: “No, io non voglio”. Ancora adesso, a distanza di anni e anni, mi ricordo ancora quella risposta: “No, io non voglio”. E infatti non fece la comunione. Non c’è una ragione valida per dire no. Non c’è una ragione valida per essere indifferenti a queste richieste del Signore.

«Ma almeno tu dammi la gioia di compensare, per quanto ti è possibile, la loro ingratitudine». Confessando io la mia incapacità, mi rispose: «Tieni, eccoti con che supplire alla tua pochezza». E in quel mentre il divin Cuore si aprì e ne uscì una fiamma così ardente, che temetti di esserne consumata, perché ne fui tutta penetrata, e non potendo più sostenerla, gli chiesi di aver compassione della mia debolezza. Ed Egli: «Sarò Io la tua forza, non temere; ma presta sempre attenzione alla mia voce e a ciò che ti chiedo, per portare a termine i miei disegni».

Quindi, che cosa ci chiede Gesù in questo mese del Sacro Cuore, in preparazione alla solennità nel Sacro Cuore? (Solennità che ha voluto Lui, lo vedremo domani e nel giorno successivo) Di compensare, di assumere una posizione vicaria: amarlo al posto di chi non lo ama. 

E allora io qui mi permetto di dire: “Ma scusate, invece che lamentarci sempre di tutto quello che di sbagliato avviene a questo mondo e invece di diffondere tutto il male che c’è in questo mondo attraverso immagini, articoli e non so cos’altro, perché non diffondiamo la voglia di riparare? Perché non diffondiamo il desiderio di questa posizione vicaria, di colui che dice: “Guarda, non lo fanno loro? Vabbè, lo faccio io. Nessuno fa la genuflessione? La faccio io. Nessuno sta in ginocchio? Ci sto io. Nessuno viene in chiesa a fare un po’ di adorazione? Ci vengo io”. Non è difficile! Si può fare. E non pensiamo che la nostra fragilità, la nostra pochezza siano d’impedimento. Sono di impedimento se vogliamo che lo siano! Se vogliamo che siano d’impedimento, saranno di impedimento, sennò no. Perché Gesù è la nostra forza.

Quindi nel giorno di venerdì, quando celebreremo la solennità, cerchiamo di ricordarci tutto questo. Cerchiamo proprio di iniziare quella giornata — che sarà segnata dalla fine di questo triduo e dall’inizio di questo giorno così bello, così solenne, così voluto dal cielo — cercando proprio di mettere il Sacro Cuore di Gesù al centro della nostra vita e così vivere una giornata proprio in compagnia del Sacro Cuore. Insomma, mi sembra che ci voglia proprio così poco…

Non tanto tempo fa una persona mi fece vedere un bellissimo santino, a forma di pagellina, dove c’era l’immagine del Sacro Cuore e all’interno c’era questa pagellina con lo spazio vuoto per compilare le date dei tuoi Primi nove venerdì del mese. Dobbiamo veramente diffondere queste tre bellissime pratiche dei Primi. Questo sicuramente è un modo di compensare, perché poi le persone quando scoprono queste bellezze si impegnano, ci mettono dentro il loro buon cuore. E poi iniziano a farle: quando capiscono l’importanza, dopo le persone le fanno!

Perché abbiamo una ragione, abbiamo una coscienza che ci fa capire che tutto questo è vero, è giusto, è bello e che quindi va fatto, che lo dobbiamo fare. Non perdiamo il nostro tempo in altro. Dedichiamoci a rispondere alle richieste del Sacro Cuore.

Vi auguro una Santa giornata e un buon proseguimento di questa preparazione alla solennità. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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