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Il Terzo Comandamento

Angelo che indica la chiesa

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 19 ottobre 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

IL TERZO COMANDAMENTO

Eccoci giunti a lunedì 19 ottobre 2020, abbiamo ascoltato il Vangelo quest’oggi tratto dal cap. XII vv 13-21 di San Luca Evangelista.

Sentiamo dentro di noi e anche per noi l’invito grande a riflettere sulla nostra vita, perché le scelte di ogni giorno la condizionano, condizionano quello che sarà poi il giudizio su questa vita.

La nostra vita Eterna quale sarà? Dove sarà? Con chi sarà?

Continuiamo la lettura del testo della Liturgia della Chiesa del Cardinale Kasper, perché c’entra assolutamente, e stiamo affrontando la questione inerente il Terzo Comandamento, è veramente un libro molto bello che vi consiglio, la lettura di questo testo è significativa, è fatto molto bene, e ci sono dentro degli approfondimenti assolutamente utili.

Il Cardinale sta parlando ora della secolarizzazione, scrive:

“Il risultato di questi fenomeni (inerente la Domenica, dove non è più trattata come Domenica) non è stato soltanto quello di un estraniamento tra l’essere umano e la creazione, ma anche di un estraniamenti di liturgia e il corso naturale delle cose. La liturgia ora non viene più celebrata al sorgere del sole, simbolo del sorgere della Luce di Gesù Cristo, attraverso la perdita della dimensione cosmica, la liturgia è diventata una grandezza variabile a piacimento che può essere organizzata secondo le esigenze e desideri umani”

Un tempo se vi ricordate la prima Messa della Domenica era intorno alle 6.00, alle volte anche alle 5.00, adesso invece si è spostato molto l’orario.

  • Perché era così presto?

Perché si celebrava quando sorgeva il sole, il sorgere della luce è Cristo. Gli altari erano tutti rivolti verso Oriente, quindi il Sacerdote quando celebrava Coram Deo, cioè dando anche lui il volto al Tabernacolo e al fondo della Chiesa dietro al Tabernacolo, dove sta l’Abside, tutti erano rivolti verso Oriente, verso il sorgere del sole, verso Cristo che è la Luce che sorge. Adesso invece ci troviamo questa perdita della dimensione cosmica, e le conseguenze sono che:

“la liturgia è diventata una grandezza variabile a piacimento”

Ognuno la mette dove vuole.

Al centro chi c’è?

Io con i miei gusti, con quello che piace a me, con quello che sento io.

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, ci sono persone che tu puoi fare tutte le spiegazioni che vuoi ma non c’è verso, questo credo che rappresenti una delle più grandi tristezze del cuore di Gesù, cristiani impegnati che vanno avanti per la loro strada e fanno quello che vogliono, perché la pensano così a modo loro, come Donna Prassede del Manzoni, e qualunque cosa dici non cambia e non può cambiare, e questo è un male perché vuol dire che la mia mente non è aperta alla luce della grazia. I grandi uomini della storia, dell’umanità e del cristianesimo sono tutti stati grandi pionieri.

  • Pionieri cosa vuol dire?

Vuol dire che avevano la mente aperta, capaci di cogliere i semi della Verità ovunque.

“Oggi come in passato il riposo è il grande desiderio di molti, se non di tutti gli esseri umani. La liturgia domenicale è per così dire, una finestra aperta su questo mondo dell’Eterno, in mezzo è la mutevolezza del tempo. Essa ci permette di pregustare e di ricevere fin d’ora ciò che ha un valore duraturo e che dona una felicità intramontabile.”

E’ molto bella questa espressione:

“una finestra aperta su questo mondo dell’Eterno”

Dentro a tutto il correre del nostro tempo, quindi partecipare bene alla Santa Messa, prepararsi bene, e ci permette di pregustare ciò che sa di Eternità.

“Una nuova cultura del sabato e della Domenica ci è necessaria con urgenza, pur non potendoci sottrarre totalmente al ritmo del nostro mondo secolarizzato e alla necessità  dei suoi meccanismi economici, abbiamo bisogno di tempi in cui possiamo interrompere il ritmo spesso opprimente del lavoro, di tempi nei quali non guardiamo soltanto verso il basso, ma possiamo vedere il Cielo che è al di sopra di noi, in questo senso si può definire la liturgia come interruzione. Essa vuole tenere il Cielo aperto.”

E’ vero che abbiamo bisogno di una nuova cultura del sabato e della Domenica, perché non conta solo rimettere la Domenica al suo posto ma dobbiamo rimettere anche il sabato al suo posto.

Cosa vuol dire rimettere il sabato al suo posto?

Vuol dire che il sabato non dovrebbe essere semplicemente il giorno dei mestieri, di correre a fare la spesa, di andare dalla parrucchiera, non può essere solo questo il sabato, servono anche queste cose, ma non solo queste. Il sabato dovrebbe essere anche il giorno di preparazione alla Domenica, infatti la Madonna nell’apparizione di Caravaggio, un Santuario molto famoso, molto caro a tutti noi, in questa apparizione tra le altre cose, la Madonna chiede di riservare la mezza giornata del sabato, la mattina, per rendere grazie a Lei facendo qualche preghiera, qualche sacrificio, per i molti favori ottenuti da Gesù attraverso la sua intercessione. Il sabato non può essere solamente il tempo dello sguardo basso, il sabato dovrebbe essere il tempo di uno sguardo alto.

Per esempio potrei dedicare un po’ di tempo del sabato per andarmi a confessare, per prepararmi alla Messa della domenica, per stare un pochino in Chiesa a pregare da solo, poi andrò a fare anche tutte le altre belle cose, ma dopo, dando la priorità al fatto che il sabato sia una preparazione della Domenica, e la Domenica così possa essere veramente il giorno del Signore.

E’ bello che la liturgia diventi una interruzione, una sospensione dal ritmo normale, è vero che dobbiamo tenere aperto il Cielo. La liturgia lo tiene aperto questo Cielo.

“I cristiani, le loro comunità dovrebbero riscoprire il ritmo sabbatico domenicale e il ritmo festivo dell’anno, con un atto benevolente del Creatore nei nostri confronti, e viverlo per quanto possibile in modo consapevole, invece di adattarsi semplicemente alla nuova consuetudine di riempire il fine settimana di cose da fare che si impadroniscono di noi”

Il sabato quindi diventa il giorno delle pulizie, dello stirare, del lavare, il giorno delle partite di calcio, e quindi la Domenica pomeriggio diventa la grande partita di calcio. No, non è giusto, la Domenica non è il tempo della grande partita di calcio, giocare a calcio è bellissimo, serve, fa bene, ma la Domenica è il giorno del Signore. Non è il giorno dove perdo me stesso, è il giorno del Signore.

Sarebbe bello che il sabato fosse dedicato alla confessione e allo studio, penso ai ragazzi che studiano, poi la Domenica dedicarlo a stare un po’ di più col Signore, poi se si è maturi si può anche usare lo studio per raggiungere il Signore:

“Signore questo studio lo voglio fare con Te, voglio viverlo anche come sacrificio, tenere la Domenica le cose che mi piacciono di meno da studiare, per farla con Gesù, per Gesù, la voglio offrire a Gesù per dire la sua supremazia su di me, sulla mia vita. Il fare quello che mi piace di meno in questo giorno mi fa pensare alla bellezza della vita Eterna, quando sarò per sempre in Lui, senza più fatica, angoscia e affanno”

Tenendo sempre salva la priorità di Dio.

“Il terzo millennio, come dice Giovanni Paolo II, la celebrazione della Domenica deve essere un elemento qualificante di identità cristiana”

Gli altri dovrebbero capire che noi siamo cristiani da come viviamo la Domenica.

“Dobbiamo imparare a celebrare la Domenica come giorno del culto a Dio, giorno del ringraziamento, il giorno del raccoglimento, della riflessione, del riposo, della pace.”

Ecco perché portiamo i pasticcini, perché stiamo di più in Chiesa, viviamo un momento di riflessione, di riposo anche fisico, e poi facciamo di tutto per vivere nella pace con noi stessi, con gli altri, quindi in grazia di Dio, e con le persone a noi più care.

“Quindi potrà essere anche il giorno della famiglia e del tempo trascorso insieme agli amici, ai vicini, un giorno infine dedicato al servizio del prossimo.”

Ci sarà sicuramente qualcuno che noi conosciamo che non sta bene, sicuramente c’è, stiamogli accanto, se facciamo le lasagne facciamole un pò di più per quella persona, se abbiamo la mamma e il papà da soli, invitiamoli a pranzo con noi. Ci sono tante opportunità di stare vicini alle persone che sono più sole, o verso chi sta più in difficoltà.

“Allora potrà essere il giorno della famiglia. La cultura della Domenica e dei giorni festivi di questo genere non sarà possibile senza la cultura del culto Divino”

E nella misura in cui noi mettiamo Gesù al centro, nella misura in cui noi mettiamo il Terzo Comandamento al centro che allora verrà la cultura della Domenica, perché è Gesù che trasforma.

“Soltanto il tempo santificato da Dio è tempo umano da Lui benedetto, la gloria di Dio e l’uomo vivente”

Come diceva S.Ireneo.

Il giorno di ieri, di Domenica, è stato un tempo santificato da Dio? Dio è stato al centro? Come l’ho vissuta la Domenica? O è stato un tempo non santificato da Dio ma buttato via?

Quando noi siamo in Grazia di Dio, in amicizia con Dio, quando siamo vivi, noi siamo la gloria di Dio, questo diceva S.Ireneo, e questa cosa è veramente bellissima. Ringraziamo il Signore dei doni che ci fa, delle persone che abbiamo accanto, delle occasioni che ci dà per stare con Lui, preghiamolo tanto affinché ci conceda la grazia di vivere sempre meglio la Domenica, di desiderarla, di pensarla, di volerla, di attenderla affinché sia veramente un giorno speciale.

E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo.

Lunedì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

VANGELO (Lc 12,13-21)
Quello che hai preparato, di chi sarà?

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

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