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Raccogliersi – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.109

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Raccogliersi – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.109
Sabato 17 febbraio 2024 – Sette Fondatori dell’Ordine dei Servi della Beata Vergine Maria

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 5, 27-32)

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 17 febbraio 2024. Oggi ricordiamo i Sette fondatori dell’ordine dei Servi della Beata Vergine Maria.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal quinto capitolo del Vangelo di san Luca, versetti 27-32.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Siamo arrivati al capitolo trentaquattresimo, paragrafo settimo. 

7 — So inoltre di questa persona che per parecchi anni, benché non ancora molto perfetta, le sembrava di vedere con gli stessi occhi del corpo, al momento della comunione, nostro Signore che scendeva nella sua povera anima. Allora ella procurava di ravvivare la fede, faceva il possibile per distaccarsi dalle cose esteriori e si ritirava col Signore nella sua anima, dove sapeva di averlo visto discendere.5

La nota dice:

5 Si ritirava in un angolo per ivi raccogliere i suoi sensi e intrattenersi da sola col suo Dio. (Manoscr. Escor.).

Prosegue:

Cercava di raccogliere i suoi sensi per far loro comprendere il gran valore che avevano: dico che cercava di raccoglierli per evitare che impedissero all’anima di comprenderlo. Si considerava ai piedi del Signore e, quasi lo vedesse con gli occhi del corpo, piangeva come la Maddalena in casa del fariseo. Anche allora che non aveva devozione sensibile, la fede non mancava di assicurarla che il Signore era veramente nella sua anima.

Ecco, allora, commentiamo. Al di là del fatto che, al momento della comunione, noi vediamo o non vediamo con gli occhi del corpo il Signore che scende nella nostra anima, tutti dovremmo sempre, in questo momento, ravvivare la fede. Ricevendo Gesù nell’Eucaristia, la prima cosa che dovremmo fare è ravvivare la nostra fede, dire: “Signore, io credo che tu sei veramente presente nell’Eucarestia e che quindi, in questo momento, ti sto ricevendo”.

Quindi, la prima cosa è ravvivare la fede. Poi, distaccarsi dalle cose esteriori, cioè, evitare tutto ciò che esteriormente, esternamente, può distrarci da questo incontro, e, quindi, Santa Teresa scrive: “si ritirava col Signore nella sua anima”.

Occorre staccarci da tutto ciò che è esterno, ma io aggiungerei anche tutto ciò che è interno, perché abbiamo anche delle distrazioni interne; pensate ai pensieri, a tutto ciò che si muove poi nella nostra testa. Bisogna staccarsi da tutto ciò che è una distrazione da questo incontro e, scrive Santa Teresa: «si ritirava col Signore nella sua anima, cercando di raccogliere i suoi sensi».

Ecco, qui nella nota, dice: si ritirava in un angolo, per intrattenersi da sola col suo Dio. Cioè, c’è questo bisogno, quando si riceve Gesù nell’Eucaristia, di trovarsi un po’ di solitudine, c’è bisogno di silenzio.

Penso che anche voi abbiate questo desiderio, questa necessità; ricevuto Gesù nell’Eucarestia e terminata la Santa Messa, c’è questo desiderio, questo bisogno — come dice Santa Teresa — di intrattenersi da sola col Signore, di stare raccolta, di poter raccogliere i sensi, appunto. È un bisogno che c’è, che si avverte, e quindi non dovrebbe essere quello il momento del parlare, del vociare, del distrarsi e del disturbare gli altri, perché abbiamo appena ricevuto il Signore, il figlio di Dio, il Re dell’universo, capite? E infatti, vedete che dice: «raccoglierli (i sensi) per evitare che impedissero all’anima di comprenderlo». È per questo che vanno raccolti.

E allora, continua: si considerava ai piedi del Signore; piangeva come la Maddalena in casa del fariseo. E, anche se non aveva devozione sensibile, però la fede — è questa la cosa importante: la fede, non il vedere; ma, come vi sto dicendo, la fede — le assicurava che il Signore era veramente nella sua anima. Tutti dobbiamo chiedere al Signore questa grazia di aumentare la nostra fede.

8 — Del resto, se non vogliamo essere degli insensati che chiudono gli occhi alla luce, non dovremmo avere alcun dubbio. Non si tratta già di un lavoro di fantasia, come allora che ci immaginiamo il Signore sulla croce o in qualunque altro mistero della Passione, dove siamo noi che ci rappresentiamo il fatto com’è avvenuto — ecco, non è un lavoro di fantasia in questo caso — qui si tratta di una presenza reale, ed è verità indiscutibile.

Questo scrive Santa Teresa di Gesù al paragrafo ottavo di questo capitolo trentaquattresimo! Si tratta di una presenza reale: Gesù è veramente, realmente, sostanzialmente, presente nella Santissima Eucaristia. E questa verità è indiscutibile: su questa verità non si discute. 

Non c’è da andare molto lontano per cercare il Signore. — Non dobbiamo fare chissà quali strade — Fino a quando il calore naturale non ha consumato gli accidenti del pane, il buon Gesù è in noi: avviciniamoci a Lui! Se quando era nel mondo guariva gli infermi col semplice tocco delle vesti, come dubitare che, stando in noi personalmente, non abbia a far miracoli se abbiamo fede? Sì, trovandosi in casa nostra, accoglierà ogni nostra domanda, non essendo suo costume pagar male l’alloggio che gli si dà, quando gli venga fatta buona accoglienza.

Quindi: per cercare il Signore non dobbiamo fare i chilometri, perché il Signore, nel momento in cui noi riceviamo la Santa Eucarestia, è in noi. E lei dice: finché il calore naturale non ha consumato gli accidenti del pane, Gesù è in noi. 

Sapete, questa degli accidenti e della sostanza, è una distinzione filosofica. 

Gli accidenti che cosa sono? Sono: il colore, il sapore, la forma; quello che cade sotto i sensi, quello che noi vediamo. 

La sostanza invece è la sostanza, quindi quel pane non è più pane, perché è avvenuta la transustanziazione, e quindi la sua sostanza è quella del Corpo di Cristo, nascosto sotto gli accidenti del colore, del sapore, della forma dell’ostia. 

Quindi, finché permangono gli accidenti del pane in noi, Gesù è in noi. Ecco perché, dopo la aver ricevuto l’Eucarestia, dobbiamo fare il ringraziamento, per questa ragione. E lei scrive: «Se (il Signore) quando era nel mondo guariva gli infermi col semplice tocco delle vesti, come dubitare che, stando in noi personalmente, non abbia a far miracoli se abbiamo fede?» Se gli facciamo una buona accoglienza, lui, trovandosi in casa nostra, ascolterà ed esaudirà le nostre domande.

Vedete, Santa Teresa, e tutti i santi, ragionano in modo logico; fondandosi sulle parole di Gesù nel Vangelo e fondandosi sulla fede, credono; e quindi: “il Signore farà tutto questo per noi”.

9 — Se vi dispiace di non poterlo contemplare con gli occhi del corpo, pensate che ciò non conviene, perché è una cosa vederlo glorioso e un’altra vederlo come era sulla terra. La nostra naturale debolezza non lo potrebbe sopportare. Il mondo stesso cesserebbe di sussistere, e più nessuno vorrebbe ancora sopravvivere dopo aver visto alla luce dell’Eterna Verità che fumo e menzogna è tutto quello che qui tanto si stima. Come potrei io, povera peccatrice che tante volte l’ho offeso, avere il coraggio di stargli vicino, se lo vedessi in tutta la sua Maestà? Invece sotto gli accidenti del pane è molto più accessibile, a quel modo che quando un re si traveste, sembra che, parlando con lui, non si debbano avere tanti riguardi e soggezioni, e pare che anch’egli sia obbligato ad acconsentire per il fatto che si è travestito. Ora, se il Signore non si fosse così travestito, chi di noi oserebbe accostarlo, così pieni di freddezza, d’indegnità e d’imperfezione come siamo?

Vedete, quindi è proprio una grazia grande che ci viene fatta, quella di Gesù che — come dice lei — “si traveste”, che si nasconde dietro gli accidenti del pane, perché noi non riusciremmo a reggere la visione gloriosa di Gesù, proprio perché siamo pieni di freddezza, di indegnità, di imperfezione, capite?

Ecco, allora chiediamo al Signore proprio questa grazia, che ci aiuti a maturare una vera consapevolezza eucaristica.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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