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Maria alla ricerca di Gesù, don Clemente Barbieri

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 18 maggio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

MARIA ALLA RICERCA DI GESÙ – DON CLEMENTE BARBIERI

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Eccoci giunti a martedì 18 maggio 2021, San Giovanni I Papa, oggi ricordiamo questo Santo. Abbiamo ascoltato la Prima lettura della Santa Messa di oggi tratta dal cap.X, vv.17-27 dagli Atti degli Apostoli. Questo è un testo bellissimo di San Paolo, è uno spaccato molto denso della sua vita, una vita tutta spesa per il Signore, da quando Saulo è diventato Paolo. Vi consiglio di leggerlo e rileggerlo e meditarlo bene, questo passo. Interessante questa espressione:

“Attesto solennemente oggi, davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio”

San Paolo ha detto tutto quello che doveva dire, ha fatto tutto quello che doveva fare, chi voleva capire ha capito, chi voleva ascoltare ha ascoltato. Non si possono avere per tutta la vita sempre gli stessi medesimi dubbi, non si può avere per tutta la vita la stessa e medesima ignoranza. Gli strumenti c’erano allora come ci sono oggi, proporzionati al tempo in cui viviamo, sta a noi poi decidere se e come usarli questi strumenti, per salvarci, per corrispondere alla grazia di Dio, a Gesù, per crescere in Gesù.

“Sono innocente del sangue di tutti”

Ha fatto veramente il possibile e l’impossibile.

Siamo arrivati al XVIII giorno del nostro testo di don Barbieri “Maggio Eucaristico”

XVIII GIORNO – Maria alla ricerca di Gesù

“Ministro di Dio e ministro delle anime, il sacerdote avvicina in certa guisa Dio alla umanità e la umanità a Dio. E quando questi figliuoli dell’umanità sviano dalla retta strada e cadono nelle ombre della colpa allontanandosi da Dio, è il sacerdote che, fatto depositario delle misericordie divine, le loro anime riconduce al bene; e rifacendole in grazia nel lavacro purificante della penitenza, le eleva dall’abbiezione, assistendole ed aiutandole nella dolce amorosa ricerca di Dio che sono andate perdendo col peccato, per pacificarle con lui, rinnovellate nella contrizione e nell’amore, in un consolante ritorno ad una vita del tutto virtuosa e santa.”

E aggiungo “se lo vuoi”, perché il Sacerdote è chiamato a fare tutto quello che abbiamo letto, ma “se tu lo vuoi”. Quando commetto il peccato svio dalla retta strada, cado nell’ombra della colpa, mi allontano da Dio e dopo diventa tutto più difficile. Quando pecco il problema non è solamente essere assolto, ma dopo devo fare tutto il percorso per recuperare quello stato di amicizia, di intimità, che con il peccato grave ho perso. Non si tratta solo di confessarsi, si tratta di vivere questa amicizia profonda con Gesù. Il peccato che noi scegliamo, è come se ci facesse perdere Gesù, o meglio, è come se noi ci perdessimo da Gesù, come se ci allontanassimo, e di conseguenza non riusciamo più a vederlo.

“Così la Vergine benedetta, smarrendo e ricercando Gesù nel tempio, esercita il suo sacerdozio materno; e ci insegna a congiungere sempre alla miserabilità nostra di poveri peccatori il dolore più profondo di sapersi lontani da Dio e il desiderio vivo di ricercarlo con costante amore e con anelante ardore; dolore e desiderio, che avranno mai sempre il merito insigne di arrecare alle anime nostre la gioia più viva, quando col giungere a ritrovare e a possedere Gesù, avremo tutto, in una felicità che tutte supera le felicità del mondo, perché possedere Dio equivale, pur su la terra, a gustare nella sua piena e perfetta letizia il beatissimo paradiso.”

Non so quanto noi sentiamo il dolore profondo di sentirci lontani da Dio e il desiderio vivo di ricercarlo.

“O anime, che avete avuta la somma sventura di cadere nel peccato e di perdere così la vostra unica fonte di vita, Dio; o anime, scuotete il torpore che vi ha penetrato, rompete la cerchia delle cose terrene che vi hanno fatto prigioniere; uscite fuori da ogni affetto men degno e da ogni vanità, e movete alla ricerca di Dio, che solo vi può dare la pace.”

A che cosa serve la confessione generale? Serve proprio a questo, a dire che, siccome nella mia vita fino adesso non mi sono comportato come un meraviglioso cristiano e siccome le mie confessioni sono state fatte forse un po’ male, mi preparo per una santa confessione generale, volendo riconoscere bene i miei peccati.

E fa piangere sentire dire da certuni che “la confessione non è l’elenco della spesa, la confessione è riconoscere la misericordia di Dio. Non è che devi star lì a leggere l’elenco, dì quello che ti ricordi e basta”.

Innanzitutto, se vado a fare la spesa senza elenco mi dimentico quello che devo comprare. Quindi sono più importanti le liste degli acquisti che dobbiamo fare delle offese fatte a Dio? Che male c’è a segnarsi i propri peccati?

E siccome non ho un dolore perfetto dei miei peccati, e siccome non ho sempre nella mia mente la presenza di Dio e non vivo costantemente con tutta la mia attenzione in Dio, ma mi faccio portare via volentieri dalle cose del mondo, e mi succede che non mi ricordo neanche quello che ho mangiato a mezzogiorno, mi è molto utile segnarmi i peccati, che non è l’elenco della spesa, ma è l’elenco dei peccati, tenendomi segnate le mie infedeltà e i miei tradimenti, i miei no a Dio e al prossimo, perché casualmente, quando poi mi vado a confessare e rileggo l’esito dei miei esami di coscienza, se non l’avessi scritti prima non li avrei certamente ricordati. Perché non dobbiamo fare la lista dei peccati? Visto che facciamo la lista della spesa e questa è meno importante delle offese fatte a Dio, allora possiamo anche segnarci i peccati e non c’è niente di male. Perché non credo che i miei peccati siano più importanti della Sua misericordia, ma perché voglio mettere tutto bene sotto i Suoi occhi e anche perché poi ci vengono gli scrupoli. Questo vuol dire che, passato un po’ di tempo nella via di Dio, l’anima si raffina e ci viene lo scrupolo di non esserci confessati bene. Se l’abbiamo scritto, possiamo andare a ritrovare quella cosa. Teneteli pure segnati in un posto segreto, ma almeno potete andare a ricercare le cose scritte e dette.

“…scuotete il torpore che vi ha penetrato, rompete la cerchia delle cose terrene che vi hanno fatto prigioniere”

Quante cose terrene che ci tengono prigionieri.

Vi sarà capitato di vivere o di vedere persone che fanno la dieta, viverci assieme è una penitenza, averle accanto un po’ meno. Si nota che quando devono preparare da mangiare inizia la liturgia della bilancia, iniziano a misurare ogni minima cosa con una precisione incredibile. Nelle famiglie creano sofferenze più grandi e più gravi possibili, creano squilibri pazzeschi, ho visto divorzi partire da “35 grammi di pesce”. Perdiamo due ore in cucina per metterci a cucinare “35 grammi di pesce”, e guai al primo che dice una parola su questo, ma se poi una cosa simile la dici in riferimento alla preghiera e al rapporto con Dio diventi un fanatico, retrogrado, ingessato, bloccato, fondamentalista e bigotto. Il digiuno a pane e acqua è l’abominio, ma i “35 grammi di nasello” sono concessi.

Perché ho perso tanto tempo dietro al cibo? Perché noi non pensiamo a quanto tempo perdiamo dietro al mangiare. Sia per chi lo vive in modo esagerato in un senso, sia per chi lo vive in modo esagerato nell’altro senso. San Carlo Borromeo, San Giovanni Bosco, il Santo Curato d’Ars non avevano questi problemi, perché avevano messo tutte le cose al loro posto e non avevano bisogno della bilancia che gli diceva quello che potevano mangiare e non pesavano 180 kg.

I buchi dentro nell’anima non li risolvo con la bilancia e ogni disordine, che sia alimentare o di qualunque altro genere, trova il suo fondamento in un’anima che non è al suo posto, i testi di Larchet ce lo hanno spiegato ampiamente. Se l’anima langue, continua a languire. Siccome non riesco ad avere una regola precisa con Gesù, allora comincio ad averla con il cibo: mi dà sicurezza. Ma è interessante che, con Gesù non ci riesco, mentre con il nasello scondito sì. Se non mettiamo a posto l’origine di quel disordine, quel disordine rimarrà sempre. Basterebbe un po’ di ordine interiore. È interessante perché se dici che fai la dieta tutto va bene, ma se dici che una cosa non la mangi perché fai penitenza viene giù il mondo. Queste sono le cose del mondo che ci legano.

“…movete alla ricerca di Dio, che solo vi può dare la pace. Iddio vi ha fatto per sè; e le ricchezze terrene; e gli onori che vi vengono dagli uomini; e i piaceri in che credete deliziarvi, nulla danno a voi di bene; tutti recano a voi il male. Aprite le vostre ali e sollevatevi al disopra di ogni corruzione. [..]

Fra i grandi dolori che trafissero il santo materno cuore di Maria, questo di perdere il suo Gesù fu dei più grandi. Perché se è vero che il dolore sta in proporzione dell’ amore, misurando, se è possibile, l’amore di tanta madre per tanto Figlio, si può anche avere la possibilità di poterne misurare l’amarezza di che l’anima sua fu ripiena come si trovò di essere rimasta priva del suo divino amore. Non immeritatamente noi la celebriamo sovrana dei martiri, tanto il suo cuore fu dilacerato dal più acerbo martirio. [..]

O amarissima angoscia dell’anima, che ha perduto Gesù; dell’anima che avendo vita per Gesù, abbandonandosi al mondo e vivendo di mondo, non ha più la salute per Gesù e si sente morire”

“Abbandonandosi al mondo e vivendo di mondo non ha più la salute per Gesù e si sente morire”. Questo non vuol, dire che mi devo affogare nel cibo, ma vuol dire ordine e rigore in tutto, vuol dire precisione in tutto, anche lì, ma in nome di Dio, non in nome del ventre.

“…dell’anima, che accecata dalla colpa, non vuole e non può possedere la vita della sua vita, e cade nella tenebra più ignominiosa e più profonda! Così che, ritornando in se stessa e riconoscendo il suo errore, tocca dalla grazia di Dio, risente essa il vuoto immenso in che si è lasciata cadere, ed esce in quel salutare lamento che le fa ripetere: Oh me derelitta, oh me desolata, oh me ripiena d’ogni ignominia, lontana come sono dal mio Dio! Perché non ho io dato ascolto alle sue sante ispirazioni? Perché non mi sono attenuta a’ suoi divini precetti? E tutto questo per darmi in braccio alla colpa e perdere il mio bene. Non io, rimanendomi con lui, di ogni benedizione ero ricolma? Con lui io rimanevo nell’abbondanza.

C’è una preghiera bellissima:

“Fate, o mio Gesù, che io vi riveda, che io possa a voi fare ritorno! Io languisco tutta nella brama insanabile di ritornare a possedervi! Saziatemi ancora di voi; risanatemi nella vostra infinita misericordia; ricopritemi del vostro perdono; vivificatemi nella vostra grazia; risollevatemi e datemi forza di venire a voi, a bearmi nella vostra tenerezza! Oh sì che sono sventurate quelle anime che non vi cercano e non vi amano! Oh sì che sono esse infelici se, invece del vostro, cercano l’amore delle creature! Io lo provo, purtroppo, o Signore, in me stessa! Quando dunque, o Gesù dolcissimo, mi sarà finalmente dato di potervi vedere? Quando sarò fatta degna di ricomparire al vostro cospetto? Quando potrò tornare a deliziarmi nella contemplazione della vostra incomparabile bellezza? La vostra santa grazia, o Signore Gesù, sana i malati, risuscita i morti. Oh sì che io sono tanto malata nella miseria de’ miei peccati; oh sì che io sono come morta e sepolta sotto il peso di tante colpe ! Occhi miei, date lacrime di dolore ; piangete e tornate a piangere, e non datevi requie se non quando sarete giunti a rivedere il vostro Dio ! Ma che farò io mai per riuscire a ritrovarvi, per ritornare a possedervi, o mio Gesù? Ecco, io scelgo di essere povera con voi; io chiedo di vivere con voi nell’abbiezione e di perdere per voi ogni stima del mondo e degli uomini, piuttosto che vivere ancora amarissimi giorni nella dimora dei peccatori. Se in pena de’ miei peccati voi volete ancora per qualche tempo rimanere da me lontano, io benedirò come meritata questa vostra santa disposizione; e mi sarà dolce l’attesa perchè mi sosterrà la speranza di poter tornare a possedervi. Ma se questa mia aspettativa si dovesse prolungare senza di voi e senza che la vostra speranza mi sostenga, come mai potrò io reggere, o Signore mio? [..]

Cercare Dio! Che altro vi può essere per un’anima di più alto e insieme di più assillante? [..] Cercare così anelando e non trovare! Cercare così di giorno e di notte, da vicino e da lontano, e non trovare! Sentirne tutto, l’aroma dell’affetto soavissimo; provarne tutta la divina attrattiva, e non trovarlo! No, che il sonno non poteva scendere ristoratore col calare delle ombre della notte; no che, se anche le sue palpebre si socchiudevano, il suo amorosissimo cuore non attutiva il suo concitato palpitare, non riusciva a sprofondarsi nell’oblio! La voce dolcissima di Gesù diletto le giungeva da lontano, la pareva chiamare, le pareva dire: E’ scesa la notte; la rugiada mi ha spruzzato le vesti, mi ha inumidito la capellatura, perché non vieni? [..]

Tale l’amore di chi veramente ama Dio e che trovandosi lontano da Dio non sente che tenebre e freddo intorno a sé. Tale l’ansietà di chi, sitibondo di Dio, va cercando Dio, perché il cuore non ha né può trovare riposo se non in Dio. Cerchiamolo adunque, o anime, questo Dio, e non illudiamoci di possederlo se non quando noi potremo dire di essere tutte di lui, tutte trasfuse in lui! O Signore, concedetevi a me, rendetevi a me che vi invoco! Ecco; io vi amo, e se non abbastanza degno e abbastanza forte e grande è il mio amore, avvaloratelo voi! Dove dunque si è andato il vostro benedetto Gesù, o Maria bellissima fra le donne? Dove ha egli volto i suoi passi? Noi ci accompagniamo a voi, noi lo ricerchiamo con voi! Dateci la mano, o amorosissima madre; noi verremo con voi, noi parteciperemo della vostra ansietà e del vostro amore nel ricercarlo.

C’è ansietà e ricerca perché non si riesce a trovare Gesù.

“E ricordando che, essendo egli vita eterna, noi eterna vita avremo se rimarremo con lui, promettiamo che, con lui amando di vivere, del tutto ci staccheremo dal mondo, perché chi di mondo e col mondo vive non può vivere con Gesù.”

Questo lo dice San Bernardo:

“Chi di mondo e col mondo vive non può vivere con Gesù.”

“E’ vero, anche noi abbiamo perduto Gesù; ma di tanta perdita a noi unicamente e alle nostre numerosissime colpe è imputabile la causa.”

Ma Gesù ci aspetta sempre nel Tabernacolo.

Esempio. — Un giovine modello. — Studente all’ Università di Pavia, Contardo Ferrini, nel quarto d’ora che è tra una lezione e l’altra, il quarto d’ora classico per gli scatti clamorosi, sgattaiolava silenzioso verso un vicolo, per non far ritorno che quando stava per incominciare la seconda lezione. Per un po’ di tempo non si seppe dov’ egli andasse; si venne poi a conoscere che in quel quarto d’ora d’intervallo si recava a pregare nella vicina chiesa del Gesù. I parrocchiani di S.Primo in Pavia lo vedevano poi tutte le mattine nella loro chiesa durare a lungo ginocchioni, tanto spesso accostarsi alla mensa eucaristica con fervore angelico, e ripartirsene acceso in volto, camminando in punta di piedi, quasi per non disturbare e non essere disturbato egli stesso nella sua intima unione con Dio, dal rumore de’ suoi passi.”

Cerchiamo Gesù sempre, lo dobbiamo cercare in tutto, dobbiamo fare il possibile per non perdere Gesù e non lasciamo Gesù per niente al mondo.

E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen. Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Martedì della VII settimana di Pasqua

PRIMA LETTURA (At 20,17-27)
Conduco a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù.

In quei giorni, da Milèto Paolo mandò a chiamare a Èfeso gli anziani della Chiesa.
Quando essi giunsero presso di lui, disse loro: «Voi sapete come mi sono comportato con voi per tutto questo tempo, fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia: ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei; non mi sono mai tirato indietro da ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi, in pubblico e nelle case, testimoniando a Giudei e Greci la conversione a Dio e la fede nel Signore nostro Gesù.
Ed ecco, dunque, costretto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme, senza sapere ciò che là mi accadrà. So soltanto che lo Spirito Santo, di città in città, mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio.
E ora, ecco, io so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i quali sono passato annunciando il Regno. Per questo attesto solennemente oggi, davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio».

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