Omelia sulle letture di domenica 11 ottobre 2015
Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica 11 ottobre 2015 (S. Messa prefestiva).
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré.
Ascolta la registrazione:
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Testo della meditazione
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La Sapienza
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia lodato!
Vorrei concentrare l’omelia di questa XXVIII domenica del tempo ordinario su questa espressione del Libro della Sapienza, che abbiamo ascoltato poc’anzi nella prima lettura, quando dice: “L’ho amata più della salute e della bellezza, ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta”.
Ascoltando questo versetto, questo testo del Libro della Sapienza, a quale sapienza noi Cristiani immediatamente pensiamo?
Quale sapienza vale più della salute, vale più della bellezza?
Per quale sapienza vale la pena di perdere salute, di perdere bellezza?
Per quale sapienza si può rinunciare addirittura alla luce, quindi alla vita?
Per quale sapienza si può scegliere di entrare nel buio, di restare nella notte dell’oscurità dovuta all’abbandono, alle persecuzioni, alla sofferenza, all’esilio, al sentirsi diffamare, calunniare, uccidere?
Per quale sapienza vale la pena di vivere, di essere, di fare tutto questo?
Certamente non per la sapienza greca, non per la conoscenza, non per la gnosi, non per il sapere legato alle nozioni, non per il sapere dei saggi!
Non si può per questo tipo di sapere, di conoscenza, di sapienza, perdere tutto questo.
Quando noi ascoltiamo questo testo dal Libro della Sapienza e sentiamo parlare della Sapienza, davanti ai nostri occhi si dipinge, come in un quadro, una sola immagine: il Sacro Capo di Gesù.
Questa è la Sapienza!
Il Suo Capo, la Sua Testa, il Suo Volto, questa è la Sapienza per la quale vale la pena di perdere salute, bellezza e luce, perché qualsiasi salute, qualsiasi bellezza, qualsiasi luce, sono nulla davanti a quel Capo, davanti a quel Volto!
Fermiamoci solo un secondo a pensare alla Passione di Gesù, a quando Gesù è stato coronato di spine, esattamente sul Suo Sacro Capo, su quel Capo che racchiudeva tutta la Sapienza della Santissima Trinità, che era la Trinità, su quel Capo tanto amato, adorato, venerato e prediletto da Dio Padre, su quel Capo abitato, inabitato, circondato dallo Spirito Santo…
Davanti a quel Capo gli Angeli del cielo e i Santi, e quant’altro, si inchinano e tremano!
Il demonio si incenerisce, davanti a quel Capo!
Quel Capo che tutto regge, per il quale tutto è stato creato, noi lo abbiamo preso, schiaffeggiato, bastonato e coronato di spine!
Pensate che abominio di desolazione, di ingiustizia, di cattiveria…
Questo ci fa capire fin dove conduce il peccato, altro che: “Il peccato non esiste più”, altro che: “Ma sì, vabbè, tanto Dio perdona tutto!”, altro che: “Ma che peccati faccio? Io non faccio nessun peccato, poi se faccio un peccato vado a fare la Comunione lo stesso, ma sì, vabbè…”
Ma il mio peccato è costato il Sangue di Gesù Cristo, Figlio Unigenito di Dio, il mio peccato è costato l’insulto al Suo Sacro Capo!
“Qualunque peccato è costato questo, anche il più piccolo”, dice Santa Teresa d’Avila.
E vorrei vedere ciascuno di noi ad avere un casco di spine lunghe tre, quattro centimetri, dentro nella carne, negli occhi, sulla testa, vorrei vedere quanti di noi riuscirebbero a tenere quel caso sulla testa!
Al di là della sofferenza fisica (che fu comunque una sofferenza atroce, perché non potè sulla croce neanche alzare la testa, dovette morire chinato, perché se alzava la testa si pungeva tutto con le spine, ci avete mai pensato? Non ha avuto in quelle tre ore di agonia nemmeno il sollievo di poter drizzare la testa per tirare il fiato, proprio l’asfissia e il soffocamento assoluto, perché se alzava la testa dritta sulla croce gli entravano tutte le spine nel cervello), furono solo questi i suoi dolori?
No!
Spero di non sbagliare nel ricordo, mi auguro di no, spero che lo Spirito Santo mi abbia illuminato perché mi è venuto in mente adesso questo rimando, non sono sicuro della fonte, ma se sbaglio, andrete a vedere e mi correggerete.
I dolori mentali di Gesù…
Credo di non sbagliare a dire che fu la Beata Camilla da Varano (bene, vedo che qualcuno annuisce, quindi ho detto giusto) a scrivere questo testo bellissimo: “I dolori mentali di Gesù”.
Andate a leggere quali furono i dolori mentali di Gesù!
Avendolo letto, mi viene da dire che furono più grandi di quelli fisici.
Gesù non ebbe solamente il dolore del corpo, ma ebbe anche il dolore della mente, la sofferenza interiore del Suo Spirito.
Andate a leggere, perché queste cose sono state dette da Gesù a questa Beata, Gesù le confidò i Suoi dolori mentali.
Noi amiamo di più quel Sacro Capo, che è la nostra Sapienza, della nostra salute e della nostra bellezza?
Quante volte decidiamo di ribellarci e di rinnegare Cristo a motivo del nostro stare bene, del nostro salvarci la nostra vita, la nostra salute, i diritti del nostro vivere, i diritti della nostra bellezza, perché abbiamo diritto di apparire belli, rinnegando in questo modo il Sacro Capo di Cristo, che è la Sapienza e la Luce?
Noi possiamo dire nella nostra vita e nella nostra giornata che preferiamo la morte (perché se la luce è vita, il buio è la morte) al rinnegare la Sapienza, che è Gesù?
A me sembra che la nostra vita non sia tanto così, infatti il Vangelo ce lo dice.
Il giovane ricco era tutto pieno di tante belle intenzioni, gli corre incontro, cade in ginocchio davanti a Lui, osserva tutti i Comandamenti da sempre, ma, quando si tratta di arrivare ad una scelta radicale (che vuol dire verità, che vuol dire qual è alla fine la tua salute, la tua bellezza, la tua luce, che tu scegli nella tua vita), lui dice: «No! Se questo è il prezzo, no».
San Marco scrive: “A queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato, possedeva infatti molti beni”.
Guardate che non sono solo i soldi, non sono solo le case, ci sono ricchezze interiori che noi non lasciamo; preferiamo lasciare Gesù, che lasciare queste, preferiamo rinnegare Cristo che rinnegare un uomo, preferiamo disgustare Cristo che disgustare gli uomini, preferiamo il disappunto di Cristo che la disistima degli uomini, preferiamo offendere Dio che andare contro gli uomini!
Quante volte queste cose si vedono anche nella nostra chiesa, anche nel nostro modo di vivere il Vangelo, tutto sempre politicamente corretto, tutto sempre edulcorato.
Ci sono delle volte che uno, quando ci ascolta, dice: «Io non ho capito niente…ma cosa ha detto?»
Uno può parlare per un’ora e tu, dopo che lo hai sentito parlare, dici: «Ma questo qui, alla fine, da che parte sta?», perché, alla fine, è questo che dobbiamo capire!
Tu da che parte stai? Tu stai dalla parte di Gesù Cristo o dalla parte del mondo?
Uno parla, parla, parla…e tu dici: «Sì, tante belle parole…ma cosa ha detto? Questo che cosa ha scelto? Questo in che cosa crede? Verso chi si è schierato? Non si capisce niente!»
Succede perché deve essere tutto così “batuffoloso”, così “inzupposo”, come dice quella pubblicità, tutto così da Mini Pony, da favola, che uno non capisce mai e dice: «Ma è bene o è male? Ma devo fare questo o non lo devo fare?»
Certo! Perché abbiamo troppe ricchezze nel cuore!
La vita non la vogliamo perdere, la luce non la vogliamo perdere e non vogliamo andare incontro alla morte pur di avere la Sapienza, non preferiamo il buio della morte per la Sapienza, rispetto alla luce di questo mondo, che è una luce fatua.
Quindi, sul posto di lavoro, in famiglia, con gli amici, nella chiesa, per la paura di incontrare persecuzioni, di essere abbandonati, di essere rinnegati, di essere esiliati, ci adattiamo al mondo.
Sant’Atanasio fu esiliato cinque volte nella sua vita, avanti e indietro, avanti e indietro…è stato continuamente in esilio quell’uomo, perché era di Gesù!
Mi ha colpito una frase di Santa Teresa di Gesù Bambino (si dice che abbia fatto scendere una pioggia di petali di rose, bella, una cosa tenera, molto carina…), sentite cosa dice (altro che la “Santina delle rose”… la “Santona delle spine”! Macché “santina”, una donna di una intransigenza, di una fermezza interiore incredibile!), così riportano: “Non sono amata? Peggio per me! Io dico tutta la verità intera, chi non la vuol sentire, non mi venga a cercare!” punto, fine.
Capito?
Questi sono i Santi!
“Non sono amata?… e a me cosa interessa?” nei suoi scritti ritorna spesso questo concetto, a lei non interessava niente di quello che pensavano gli altri di lei.
“Io dico tutta la verità intera, chi non la vuol sentire, non mi venga a cercare!”
Vedete i Santi come sono?
Pane al pane, vino al vino: la verità non si può rinnegare, perché se no rinneghi Gesù Cristo, infatti il giovane ricco se ne va triste.
Capite perché siamo tristi?
Capite perché certe volte quando ci guardiamo in faccia sembriamo degli zombies che camminano?
Scuri, depressi, con l’occhio incavato, sempre meditabondi, come se tutto il peccato del mondo gravasse su di noi, come se fossimo crocefissi dalla mattina alla sera, quali Ostie vicarie di Cristo e della Sua sofferenza per la salvezza del mondo!
Poi abbiamo i problemi del brodo grasso nella nostra vita, cioè non abbiamo problemi…
Ma perché siamo tristi e siamo scuri in volto?
Per questo: perché abbiamo detto di no a Gesù!
Alla domenica vengono i miei parenti a trovarmi e salto la Messa.
«Sa, Padre, sono venuti i parenti…non potevo mica lasciarli lì da soli!»
E allora? Cosa vuol dire? Ma hanno cinque anni i tuoi parenti? Se li abbandoni si attaccano al gas e accendono il fuoco?
«Ma sa, Padre, siamo andati in gita…»
Ma cosa vuol dire?
Andiamo a Messa una volta alla settimana e siamo capaci di arrivare anche in ritardo!
È incredibile!
Siamo capaci di arrivare in ritardo quell’unica volta che andiamo a Messa in settimana?
Questo vuol dire preferire la Sapienza di Cristo alla luce del mondo?
No! Questo vuol dire che a me di Gesù non me ne frega niente, non mi interessa niente, semplicemente vivo di compromessi, di “punti Paradiso” per mettermi a posto la coscienza, per sentirmi a posto con Dio, ma guardate che il Signore non si fa prendere per il naso da nessuno!
Tu, concretamente, cosa hai perso per Gesù?
Tu, concretamente, di cosa sei stato amputato per Gesù? Cosa hai rischiato per Gesù?
Quanto sei morto nella tua vita per Gesù?
Che cicatrici porti sul tuo corpo a causa di Gesù e del Suo Vangelo?
Queste sono le domande che dobbiamo farci alla sera prima di andare a letto!
Questo è quello che dobbiamo chiederci!
Gesù sopra tutto, Gesù sopra a tutti, Gesù al di là di tutto e di tutti!
«Ma poi rimango da solo…»
Deo gratias! Ma che bellezza!
Meglio soli che in compagnia degli asini!
Meglio soli che in compagnia dei pecoroni!
Meglio soli che in compagnia dei corrotti, dei compromessi, dei collusi col mondo! Meglio soli che stare con gli ambigui!
Meglio soli!
Almeno, come dice San Giovanni Bosco, avremo la compagnia di Dio e degli Angeli!
Quando Giovanni Bosco era giovane, il demonio, una volta, gli disse: «Giovanni, guarda che a comportarti così tu resterai solo, tutti i tuoi amici ti lasceranno solo e tu farai tutta la tua vita da solo!» e Giovanni rispose al diavolo: «Primo, io non so quanto tempo vivrò, perché magari muoio domani, e questo è già il tuo primo inganno perché, se io muoio domani, “tutta la tua vita” non ci sarà; secondo, io non sono solo, perché se io seguo Gesù, io ho la compagnia di Gesù, degli Angeli, della Madonna e dei Santi!»
Il salmo dice: “La tua grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la tua lode!”
Ma ci crediamo in questa cosa?
“La tua grazia vale più della vita”, ma ci crediamo?
Se ci crediamo, allora vuol dire che ci confessiamo di frequente!
Se ci crediamo vuol dire che noi, pur di non perdere la Grazia di Dio, siamo pronti a perdere la vita, che non facciamo niente volontariamente contro i Comandamenti di Dio, che non mettiamo niente in opera che sia chiaramente contro il gusto di Gesù.
Il nostro Cardinale ha scritto una lettera pastorale sull’avere in noi i sentimenti di Cristo, bene…li abbiamo questi sentimenti di Cristo? Li cerchiamo, li desideriamo i sentimenti di Cristo?
Altrimenti, capite, che anche a noi tocca questa frase di Gesù: “Quanto è difficile entrare nel Regno di Dio!”
Non credete, non crediamo, a quelli che ci dicono: «Oh il Paradiso ha le porte grandi, entrano tutti, oves ed boves et universa pecora in campo», ma questo non c’è scritto nel Vangelo!
Questo lo dicono i falsi profeti, non è quello che dice Gesù!
Gesù dice: «Quanto è difficile entrare nel Regno di Dio», tanto che loro dicono: «Signore ma chi si salva?» e Gesù risponde: «Impossibile presso gli uomini!»
È tanto difficile che è impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio, quindi abbiamo bisogno tanto di Dio!
Ecco perché dobbiamo pregare sempre, come dice San Paolo!
Ecco perché dobbiamo sempre stare in orazione!
Ecco perché dobbiamo sempre stare uniti a Dio e, quando commettiamo dei peccati gravi, dobbiamo andare subito a riconciliarci con Dio, per questa ragione qui: perché è difficile, perché è impossibile per noi salvarci!
Abbiamo bisogno della Sua Misericordia, abbiamo bisogno della Sua Grazia, della Sua presenza!
Santa Teresa di Gesù scrive: “In cielo non si va in carrozza!”, in cielo si va con le ginocchia, in cielo si va crocifissi sulla croce e concludo con questo motto, che a me piace sempre ricordare, di Santa Teresa di Gesù…
Lei dice: «Chi è la persona spirituale?»
Se io vi dicessi adesso: «Dammi una definizione! Chi è per te la persona spirituale? Quando puoi dire che una persona è spirituale?», voi risponderete sicuramente: «Quando prega, quando prega tanto, quando va in chiesa, quando ha un po’ la testa per aria e guarda le nuvole, quando parla tanto di cose religiose, quando è attaccata alle tonache dei preti…»
No, no , no, questa gente lasciamola perdere!
Teresa di Gesù scrive: “È spirituale colui che è marchiato a fuoco col ferro della croce e venduto in tutto il mondo come schiavo”, cito testualmente a memoria, è scritto così.
Questa è Santa Teresa di Gesù, Dottore della Chiesa, riformatrice del Carmelo Teresiano, ma ci crediamo?
Lo chiediamo a Dio: «Marchiami col ferro della croce e vendimi in tutto il mondo come schiavo»?
Questa è la strada dei Santi, tocca a noi decidere se seguirla o dire: «Oooh, ma quelli sono Santi!», e un giorno magari Gesù ci dirà: «Oooh, ma questo è il Paradiso! Se tu ci avessi pensato prima…»
Se hanno avuto possibilità loro, perché non io?
Se questi e quelli, perché non io?
Signore donaci questa grazia!
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia lodato!
Letture del giorno
Prima lettura
Sap 7,7-11 – Al confronto della sapienza stimai un nulla la ricchezza.
Pregai e mi fu elargita la prudenza,
implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto,
non la paragonai neppure a una gemma inestimabile,
perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia
e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento.
L’ho amata più della salute e della bellezza,
ho preferito avere lei piuttosto che la luce,
perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni;
nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
Salmo responsoriale
Sal 89
Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,
per gli anni in cui abbiamo visto il male.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.
Seconda lettura
Eb 4,12-13 – La parola di Dio discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.
Vangelo
Mc 10,17-30 – Vendi quello che hai e seguimi.
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».