Omelia sul Vangelo di domenica 11 ottobre 2015
Pubblichiamo l’audio di un’omelia sul Vangelo di domenica 11 ottobre 2015 (S. Messa del giorno).
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré.
Ascolta la registrazione:
Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.
Testo della meditazione
Scarica il testo della meditazione
“E chi può essere salvato?”
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia lodato!
Cerchiamo per quanto è possibile, da adesso in avanti, di imparare a meditare una volta al giorno questo capitolo X del Vangelo di San Marco, perché qui dentro abbiamo esattamente Gesù, che ci dice la vera teologia.
Gesù, che è il Teologo, il Maestro per eccellenza, l’Esperto delle “cose” di Dio, perché è Dio e nessuno meglio di Lui sa, ci dice esattamente qual è la nostra posizione.
I discepoli sono sconcertati, dice il Vangelo, sono stupiti, sono esterrefatti, sono spaventati, potremmo dire che sono terrorizzati.
Altro che il nostro modo di donare false paci alle coscienze, di dover sempre essere tranquilli e di far stare tranquilli gli altri, di dire: «Ma no, ma stai tranquillo, il Signore perdona, vai in cielo, andremo tutti in Paradiso, sarà una grande festa, non temere il Giudizio di Dio! Ma no, Dio è buono, è Misericordia, Misericordia, Misericordia…»
Parola di Gesù: “Figli, quanto è difficile entrare nel Regno di Dio!”
Non è rivolto semplicemente ai ricchi, perché se no, altrimenti, non avrebbe ragion d’essere la domanda che fanno i discepoli subito dopo.
Quella frase non era rivolta solo ai ricchi, siccome i discepoli non erano ricchi, ma avevano lasciato tutto per Lui e poi comunque erano tutti pescatori, gente di normale condizione, non vivevano in chissà quali lussi e non erano nobili di stirpe, erano gente, non dico poverissima, ma comunque gente normale.
Ebbene, loro dicono: «E chi può essere salvato? Chi si può salvare?», perché rimangono esterrefatti, ancora più stupiti: «Qua non si salva nessuno».
Di fronte alle parole di Gesù non si salva nessuno, e Gesù non è che dica: «No, avete capito male…», «Non è vero, mi sono spiegato male…», no, no, Gesù conferma esattamente quello che dicono loro, guardandoli in faccia.
È tutto un gioco di sguardi…prima fissa il giovane ricco che se ne va: “fissò lo sguardo su di lui, lo amò”; poi con loro è un gioco di sguardi ancora: “guardandoli in faccia” disse: «Impossibile agli uomini!», cioè: «Quello che voi dite è vero».
Chi può salvarsi?
Nessuno, nessuno, presso gli uomini nessuno!
«È difficile entrare nel Regno di Dio!», dice Gesù, è scritto nel Vangelo, è Parola di Dio, l’ha detto Gesù.
È difficile entrare nel Regno di Dio, non è una passeggiata!
Presso gli uomini, cioè per quanto riguarda noi, è impossibile.
Chi può essere salvato?
Nessuno!
Solo Dio può compiere questo miracolo.
Queste cose dobbiamo dircele!
Noi dobbiamo tornare al Vangelo!
Come dice il nostro Santo Padre, torniamo al Vangelo, alle Parole di Gesù, alle fonti, allora torniamoci davvero, però!
Torniamoci su tutto, non solo su quello che interessa noi!
Torniamo su tutto il Vangelo e il Vangelo che abbiamo letto oggi è di una chiarezza sconcertante, appunto il termine usato per i discepoli, sconcertati, stupiti, spaventati.
Dice Gesù: «Impossibile…non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio»
Solo Dio può salvarti e infatti è per questo che Gesù è venuto tra noi, per questo il Verbo si fece carne, per questa ragione, perché noi da soli non ci salviamo.
Nella Prima Lettura: “Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza”.
Domanda: Quanto tempo dedichiamo alla preghiera?
“Pregai…”, ma noi preghiamo?
Guardate che la preghiera non è dire tante formule semplicemente, non è la preghiera vocale, che spesse volte è distratta, ripetitiva, abitudinaria.
Una brutta frase che spesso sento dire: «Ho detto le preghiere», come «Ho comprato un chilo di carne», «Ho mangiato i fagioli con le cipolle», ma la preghiera è la vita!
Non è che, se io ho detto le preghiere, sono a posto!
Il mio rapporto con Gesù c’è o non c’è?
L’intimità con Gesù c’è o non c’è?
“Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza”.
Ma noi queste cose le facciamo o ci sentiamo dei piccoli santini che camminano?
Noi sentiamo di avere bisogno della prudenza?
Sentiamo di avere bisogno della sapienza?
Guardate, se ci guardiamo con molta sincerità, forse dobbiamo dire che siamo tutti tanto superbi, perché noi ci sentiamo sapienti, non abbiamo bisogno della Sapienza di Dio.
Noi sappiamo distinguere il bene dal male, sappiano dirigerci secondo verità, noi oramai abbiamo una solida formazione teologica, abbiamo una solida spiritualità, abbiamo una solida vita di fede, oramai noi ci siamo impostati bene…ma stiamo scherzando?
Ma guardiamo la tristezza della nostra fede!
Ma guardiamo quanto è fragile questa fede!
Ma guardiamo quanto siamo superficiali nelle nostre cose, quanto siamo gretti dentro, quanto siamo incapaci di vera carità, quanto siamo incapaci di stare venti minuti, mezz’ora, in silenzio in chiesa, mica a passeggiare davanti ai fiori, come i figli dei fiori a contemplare i tulipani!
«Dio è nella creazione…»
Ma devi essere San Francesco per fare quelle cose lì!
Per arrivare a contemplare Dio nella creazione, prima devi essere arrivato a contemplare Dio nell’Eucarestia!
«Io guardo i tulipani…»
Io, se guardo i tulipani, guardo i fiori e gli stami e faccio un’analisi biologica.
Non vedo Dio nei tulipani.
Voi vedete Dio nei tulipani?
Ma non raccontiamoci frottole!
Facciamo fatica e vedere Dio nell’Eucarestia, ti immagini se vediamo Dio nelle margherite o nei bambi che ci girano intorno!
Sono velleità, sono sciocchezze!
Noi dobbiamo imparare questa implorazione, questa preghiera accorata, sentita, nei confronti di Dio, questo stare alla presenza di Dio, questo custodire la presenza di Dio, allora capiremmo perché è fondamentale la meditazione della Parola del Signore, la quale è viva, la quale è efficace, la quale è più tagliente di una spada a doppio taglio.
Viva cosa vuol dire?
Viva vuol dire che è detta da una persona viva, vivente, perché Gesù Cristo è vivo, perché è risorto; è viva, ha una vita propria, non è lettera morta, non è come “Guerra e pace”, piuttosto che “I Miserabili”, piuttosto che “Le mie prigioni”, piuttosto che non lo so…
Quella è una Parola che è viva e rende vivo e dà vita, perché è viva.
È efficace.
Perché è efficace?
Perché opera, perché produce, perché compie guarigione, liberazione, purificazione, conversione, rivisitazione di sé.
È tagliente…sì, è tagliente se non trova la pietra, se no non taglia niente.
La Parola di Dio è più tagliente di una spada a doppio taglio, taglia e i tagli fanno male, taglia se mi lascio tagliare, taglia se mi lascio educare, taglia tutto ciò che va tagliato, divide tutto ciò che va diviso, a doppio taglio, sopra e sotto.
Quante volte nella nostra vita noi non abbiamo fatto questo discernimento!
“Discerne i sentimenti e i pensieri del cuore”, questo fa la Parola di Dio.
Come è importante discernere, cioè distinguere, riconoscere, valutare, verificare i sentimenti e i pensieri!
È fondamentale, perché i nostri sentimenti non sempre sono secondo Dio, i nostri pensieri non sempre sono secondo Dio.
Quante volte ci troviamo a compiere scelte, ad avere pensieri, ad avere sentimenti, che sono indegni di un Cristiano, sono indegni e noi li coltiviamo.
Credo che uno dei rimorsi più grandi che una persona possa avere nella vita, sia quello di avere compiuto delle scelte, fatto delle opere, delle azioni, per corrispondere al desiderio e alla attesa dell’altra persona.
Questo ti lascia dentro un vuoto, un deserto, un senso di fallimento incredibile, perché tu hai davanti la verità di Dio, la grandezza, la pienezza, la potenza di Dio, l’amore di Dio, e vedi che tu hai rinunciato a questo per andare dietro alla cenere, alla polvere, cioè per andare dietro a ciò che non ha una consistenza propria, che è l’uomo.
Noi purtroppo queste cose le facciamo.
Perché?
Perché perdiamo l’intimità divina, perdiamo quel legame profondo che si viene a creare tra la creatura e il creatore, che dà senso e per il quale i Santi sono pronti a morire, pur di non perderlo.
Noi, invece, pur di non perdere chi abbiamo accanto, pur di non perdere l’altra persona, pur di non perdere un’amicizia o non so cosa, che poi sono cose false perché se fossero vere porterebbero a Dio, scendiamo al compromesso con il mondo e con tante situazioni ad esso consimili, appunto perché non abbiamo fatto un vero discernimento dei sentimenti e dei pensieri.
Esiste qualcosa per la quale vale la pena di sacrificare la fede in Dio, pur di salvare quella realtà?
No, no! Non esiste nulla, neanche la vita, nulla!
Non c’è nulla che abbia più valore del rapporto con Dio, della grazia di Dio.
“La tua grazia vale più della vita”, dice la Scrittura.
Se noi ci mettiamo veramente davanti a Dio, noi vediamo che è impossibile nascondersi, per questo noi rifuggiamo dalla preghiera, per questo noi non amiamo la meditazione, amiamo dire tante parole, ma non stare in meditazione.
A Padre Pio da Pietrelcina si ripresentò un giorno una penitente, una sua figlia spirituale, dopo un po’ di tempo che non andava da lui, perché aveva paura, dato che aveva la coscienza sporca.
(È sempre così, noi facciamo sempre così: quando abbiamo qualcosa che è sporco dentro, ci nascondiamo, da Dio e dai Suoi amici, perché davanti a Dio, agli occhi del quale noi dovremo rendere conto, come dice la Scrittura, non vi è creatura che possa nascondersi, tutto è nudo, tutto è scoperto; noi dobbiamo rendere conto a Dio ogni giorno, non quando saremo morti, non solo quando saremo morti.)
Lui dava a tutti l’ordine di fare ogni giorno un’ora di meditazione al mattino e una alla sera, se non ricordo male questo dettaglio, comunque ogni giorno la meditazione e non alle suore, ma a persone che lavoravano dalla mattina alla sera e non avevano la macchina per andare su al convento; ci andavano a piedi, quando andava bene con l’asino, se no tutta a piedi, era lunghissima, estate e inverno, primavera e autunno, e per le cinque del mattino, poi la Messa iniziava alle cinque e mezza.
Insomma, questa penitente si è ripresentata e gli ha detto: «Padre, mi spiace ma io non ho fatto la meditazione che lei mi ha chiesto» e Padre Pio le ha detto: «Va bene, per un anno non farai più la Comunione». Punto e basta.
E noi?
Noi siamo su un’altra galassia…la meditazione?
Primo, non sappiamo quasi neanche cos’è, poi la risposta che diciamo qual è?
Io non ho tempo!
Io non ho mai tempo per Dio, io non ho tempo, ho tante cose da fare.
Invece la Madonna andava a raccogliere margherite e San Giuseppe riceveva il pane dagli Angeli, ma ci rendiamo conto della follia?
San Pio da Pietrelcina dove lo trovava il tempo per fare quello che faceva?
Non abbiamo tempo, perché noi non vogliamo avere tempo!
Mi capita di stare accanto a qualcuno a condividere magari qualche ora, qualche momento della giornata, ci pensavo proprio stamattina, e dicevo: «No, no, no, c’è una diversità immensa, probabilmente inconciliabile, non si può, non ci si concilia».
Io vedo lo sciupio enorme del tempo, noto che c’è troppo diffusa la mala organizzazione, un disordine interiore, che diventa un disordine esteriore: si arriva in ritardo, si arriva di corsa, si dimenticano le cose, non ci si organizza, si è tutti arruffati…
È come vedere un maglione infeltrito… ma che brutto!
Ma chi porta un maglione infeltrito?
È orrendo, tira da tutte le parti, non scalda.
Ecco, la nostra vita è un maglione infeltrito, perché è sempre dentro in questa centrifuga di mancanza di rispetto della nostra sacralità e della chiamata di Dio a noi per…
Non abbiamo, quindi, la possibilità di crescere nella perfezione, perché noi ci nascondiamo davanti a Dio, perché noi non vogliamo essere nudi davanti a Dio, perché noi non vogliamo essere scoperti e soprattutto facciamo una fatica enorme a renderGli conto, rimandando questo momento sempre al dopo…dopo…“quando starò per morire”, “quando sarò morto”, “ci penserò domani”, oppure, altra bella roba, “quando andrò a fare gli esercizi”.
Quando si va a fare gli esercizi spirituali è sempre così…
Mi ricordo quando andavo io da piccolino, i miei primi esercizi spirituali (avevo una paura terribile, perché me li immaginavo una cosa pazzesca, invece poi ho scoperto che erano la cosa più bella del mondo), mi ricordo che era un venerdì sera e quel padre ci disse: «Prima di iniziare gli esercizi, state bene attenti, perché qui si fa fuoco e fiamme, poi quando andate a casa, tre giorni dopo, non c’è più neanche l’acqua; tutti i propositi di cielo che avete fatto, sono tutti spariti, tre giorni dopo è tutto coperto, state attenti! State attenti che questi propositi che fate qui vengano mantenuti poi a casa, se no è inutile fare gli esercizi spirituali»…altra velleità, altra perdita di tempo, perché poi, quello che conta, è quanto tu ami veramente Gesù, quanto tu stai.
Da cosa si misura questo amore?
Dal guardare le nostre chiese…
C’è la lega per la difesa dello scarafaggio in estinzione, c’è la lega per la difesa delle pulci, c’è la lega per la difesa di non so che cosa, abbiamo inventato le associazioni per le cose più incredibili, i diritti dello scarabeo stercorario (andate a vedere cosa vuol dire stercorario, una vocazione bellissima proprio, di una nobiltà enorme), anche di quello riusciamo a fare la Magna Carta dei diritti, ma Gesù Cristo, che vive costantemente presente, veramente, realmente, sostanzialmente nell’Eucarestia è costantemente abbandonato, i diritti Suoi non se li guarda nessuno, nessuno.
Le nostre chiese: vuote, buie!
Se anche uno volesse dire una preghiera non può, sembra di essere in un loculo dei morti, tutto buio, perché dobbiamo risparmiare i soldi della luce in chiesa e poi fa niente se li usiamo per le pizzate o per la sagra della salamella o per andare a fare le sciocchezze, quello va bene, ma tenere una luce accesa perché un Cristiano possa pregare in chiesa, no, perché dobbiamo risparmiare.
È difficile pregare in chiesa e, quando si entra in chiesa, c’è un tale caos che poi non si prega più, tutti di corsa che entrano e tutti di corsa che escono…ma non andiamo allora, lasciamo stare, lasciamo stare.
Andiamo a trovare Gesù nel tabernacolo!
Vogliamo crescere veramente interiormente?
Stiamo alla presenza di Gesù!
Guardate che Gesù è veramente un fuoco che scalda e brucia, veramente l’Eucarestia è un sole che abbronza l’anima, che la cambia, che la guarisce, che la purifica!
Non c’è bisogno di fare niente.
Noi diciamo: «Cosa dobbiamo fare? Cosa devo fare?»
Niente! Non devi fare niente!
Devi solamente stare davanti all’Eucarestia, fa tutto Lei!
Per abbronzarti al mare non devi fare niente, devi startene buono, fermo, immobile otto ore sotto il sole e vedi alla sera come cammini, vedi cosa è successo sulla tua pelle, dopo otto ore di sole!
Stai davanti all’Eucarestia e quando esci vedrai quante cose sono cambiate, anche se tu non hai fatto niente, non hai detto niente, non hai pensato niente, stai davanti all’Eucarestia!
Impariamo a coltivare questo stare davanti a Dio, perché poi un giorno ci staremo per sempre, un giorno saremo presentati al Giudizio di Dio e cosa Gli diremo?
Diremo: «Oh mamma, questo cos’è? Ah, questo è Gesù, è Dio, io non ci sono mai stato…oh mamma che imbarazzo, che paura…»
Eh, non sta bene, non è che avremo dei responsi positivi con un imbarazzo del genere.
Forse se ci alleniamo a stare davanti a Dio, poi, magari, quel giorno diremo: «Vabbè, ci ho passato una vita davanti a Gesù, sto tranquillo…Lo vedrò fisicamente, prima non Lo vedevo fisicamente, ma è una vita che passo davanti a Gesù, che cerco Gesù, posso sperare, pensare che anche Lui cercherà me».
Sia lodato Gesù Cristo!
Sempre sia lodato!
Letture del giorno
Prima lettura
Sap 7,7-11 – Al confronto della sapienza stimai un nulla la ricchezza.
Pregai e mi fu elargita la prudenza,
implorai e venne in me lo spirito di sapienza.
La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto,
non la paragonai neppure a una gemma inestimabile,
perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’ di sabbia
e come fango sarà valutato di fronte a lei l’argento.
L’ho amata più della salute e della bellezza,
ho preferito avere lei piuttosto che la luce,
perché lo splendore che viene da lei non tramonta.
Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni;
nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
Salmo responsoriale
Sal 89
Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,
per gli anni in cui abbiamo visto il male.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.
Seconda lettura
Eb 4,12-13 – La parola di Dio discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.
Vangelo
Mc 10,17-30 – Vendi quello che hai e seguimi.
In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».