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D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 12

Falò sulla spiaggia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: D. Bonhoeffer, Sequela. Parte 12
Venerdì 18 agosto 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mt 19, 3-12)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?».
Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 18 agosto 2023. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo diciannovesimo del Vangelo di San Matteo, versetti 3-12.

Ecco, questo Vangelo a me sembra chiarissimo per tutti e credo che risolva molte domande che si possono venire a creare attorno ad una questione importante, quella che appunto Gesù tratta in questo Vangelo. Per cui chi non la capisce, evidentemente è perché non può capire: semplice, lo dice Gesù. Quando gli dicono: “Ma allora non conviene sposarsi, se questa è la situazione”, Lui dice: “Guardate, se questa cosa non riuscite a comprenderla, evidentemente non la potete capire, non ci si può fare molto”. Questi eunuchi per il Regno dei cieli sono proprio coloro che saranno in grado di vivere santamente questo bellissimo, stupendo, meraviglioso, incredibile, e non so cos’altro dire, sacramento, appunto, che è il matrimonio. Quindi, chi vuol confondere le acque, le confonda a proprio rischio e pericolo, perché Matteo 19, 3-12 è chiaro come la luce del sole, più chiaro di così non è possibile. Ed è segno che chi vuol confondere le acque non capisce, non c’è altro! Chi può capire, capisca, basta, così dice Gesù. E Gesù dice anche: “Non tutti capiscono questa parola”, eh vabbè, non è che tutti siamo… evidentemente…

Andiamo avanti con il nostro testo di Bonhoeffer, Sequela. 

Oggi vediamo Bonhoeffer che affronta proprio questa questione, l’abbiamo visto ieri, con una domanda, come dire, un po’ emblematica:

Ti lamenti di non essere capace di credere?

Ecco, abbiamo visto il Vangelo di oggi “chi può capire capisca”, e “non tutti capiscono”, dice Gesù. E Bonhoeffer dice: «Ti lamenti di non essere capace di credere?». Ecco, adesso sentiamo cosa dice Bonhoeffer:

Nessuno è autorizzato a meravigliarsi, se non riesce a credere, finché continua, disubbidendo coscientemente, a resistere o a sottrarsi in qualche punto al comandamento di Gesù. 

Guardate, siete liberi di non credermi, Dio mi è testimone: quando ieri mi sono fermato a questo punto con la meditazione del libro di Bonhoeffer e ho deciso di non andare avanti, fermandomi a questa domanda: “ti lamenti di non essere capace di credere”, credetemi, non sapevo che oggi avremmo avuto questo Vangelo: non lo sapevo, e non sono così bravo da riuscire a dividere le pagine, le parole, in modo tale di arrivare a dire in quel giorno, con quel Vangelo, quella meditazione su quella pagina. Ecco, non riesco a fare questi conti, non è proprio possibile. Ma vedete, la Divina Provvidenza veramente ci avvolge, ci accompagna. Questa è la risposta di Bonhoeffer a tutta la questione che vi ho appena toccato, inerente al Vangelo di oggi.

Nessuno è autorizzato a meravigliarsi, se non riesce a credere, finché continua, disubbidendo coscientemente, a resistere o a sottrarsi in qualche punto al comandamento di Gesù. 

Quindi, se non capisci è perché non c’è fede. E il motivo per cui non credi è perché disobbedisci coscientemente, o resisti coscientemente, o ti sottrai coscientemente, in qualche punto al comandamento di Gesù. Notate: non sta dicendo “ai comandamenti di Dio”, non sta facendo riferimento in questo momento ai dieci comandamenti, ma al comandamento di Gesù. E sapete che i comandamenti di Gesù sono due, Lui li riprende tutti e due. Uno: amerai il Signore tuo Dio con tutto… — vi ricordate? — … e il prossimo tuo come te stesso. Sono i due comandamenti che Gesù ci consegna, unitamente a tutte quelle indicazioni fondamentali e a tutti quegli imperativi che Gesù lascia nel Vangelo e che abbiamo, spero tutti, ben chiari nella mente e che non dobbiamo mai dimenticare, assolutamente! Perché sennò, altrimenti, è chiaro che non capiamo: certo, non obbediamo! E il Vangelo di oggi, che cosa dice?

«Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico:

Questa è un’introduzione solenne! È solenne questa espressione: “Ma io vi dico”. Ci sta dando veramente un imperativo:

chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, — per noi vuole anche dire nel caso di fidanzamento, oppure in un caso di unione senza il sacramento del matrimonio — e ne sposa un’altra, commette adulterio».

Punto, senza se e senza ma; finita qui. Nel mio Vangelo, nel Vangelo che sto leggendo io, non so che Vangelo avete voi, ma penso che sia lo stesso che ho io, Matteo 19, 3-12 finisce qui: “e ne sposa un’altra, commette adulterio”. È a tal punto radicale, è a tal punto imperativo, è a tal punto senza se e senza ma questa espressione di Gesù, che la reazione dei discepoli è immediata. È talmente esigente, talmente radicale, talmente forte, che i discepoli reagiscono immediatamente e dicono: “Ah, no, ah no, se la situazione dell’uomo è questa rispetto alla donna non conviene sposarsi”. Capite? Questo ci dice che era chiaro già allora, chiarissimo già allora, talmente chiaro che i suoi discepoli che vivevano con lui dicono: “No, allora non ci sposiamo” e Gesù non dice: “No, ma aspetta, adesso vi spiego, vediamo, verifichiamo”. No, Gesù dice: “Guardate, non è per tutti; capire queste cose non è per tutti. Ma le cose stanno così, chi può capire capisca anche se non tutti capiscono”.

Guardate che è scritto, io vi sto leggendo la Parola di Dio. Noi quando leggiamo queste frasi, questi versetti, diciamo: “Parola di Dio, rendiamo grazie a Dio”. Questa è la norma della nostra vita di fede, è la parola di Dio. Non possiamo dimenticarci norma normans, non normata: è la norma che norma e che non può essere normata da nessuno, nessuno la può cambiare. Questo non ce lo dobbiamo dimenticare. Ecco che Bonhoeffer ci dice:

Nessuno è autorizzato a meravigliarsi, se non riesce a credere, finché continua, disubbidendo coscientemente

Cioè, se tu non obbedisci alle indicazioni ed imperativi, alle richieste, ai comandamenti che ci ha lasciato Gesù, che ci ha indicato Gesù al Vangelo, non ti meravigliare se non hai fede, non ti meravigliare se non riesci a credere, non ti meravigliare se non riesci a capire. Certo, disobbedisci! Certo, resisti! Certo, ti sottrai; quindi non puoi credere. 

Sentite, sentite cosa scrive Bonhoeffer, guardate, sembra che l’abbia scritto adesso! Sentite:

Ti rifiuti di sottomettere al comandamento di Gesù una passione peccaminosa…

è il Vangelo di oggi!! L’adulterio non è una passione peccaminosa? Altro che! Stiamo parlando di un tradimento. L’adulterio è il tradimento del vincolo matrimoniale: di questo stiamo parlando, non di pizza e fichi, non di un errore, non di uno sbaglio. Per il peccato dell’adulterio San Giovanni Battista ha perso la testa, ci rendiamo conto? Il più grande tra i profeti è morto proprio per condannare il peccato di adulterio di Erode ed Erodiade. Altro che passione peccaminosa! E in quel racconto, nel racconto di quello che è avvenuto per portare alla morte di San Giovanni Battista, con la danza della figlia di Erodiade, altro che passione peccaminosa abbiamo dentro lì! Quindi:

Ti rifiuti di sottomettere al comandamento di Gesù una passione peccaminosa, un’inimicizia, una speranza, i tuoi progetti di vita, la tua ragione?

Risposta:

non meravigliarti…

guardate, io non so come sottolinearlo, dovrei avere un evidenziatore oro scintillante:

Non meravigliarti di non ricevere lo Spirito santo, di non esser capace di pregare, di vedere che la tua preghiera per ottenere la fede resta vana!

Avete capito? Non ti meravigliare se sei abbandonato dallo Spirito Santo. Lo preghi, ma non viene. Terribile! Non ti meravigliare se non sei capace di pregare. Quando diciamo: “Ma io non so pregare”, analizziamoci bene. Non è che alla base di questa incapacità di pregare ci sta forse questo problema? Il fatto che tu non vuoi sottometterti al comandamento di Gesù, al Vangelo di Gesù, che non vuoi sottomettere la tua passione peccaminosa, la tua inimicizia, i tuoi progetti di vita, la tua ragione, le tue sicurezze, tutte queste cose? Attenzione, perché forse non sei capace di pregare per questo motivo. Non ti meravigliare se la tua preghiera per avere fede resta vana, non viene ascoltata, la ragione sta lì. Ed ecco cosa dice Bonhoeffer:

Va’ piuttosto a riconciliarti con il tuo fratello, rinuncia al peccato che ti tiene prigioniero, e potrai nuovamente credere!

Ma guardate la Maddalena! Guardate Santa Maria Maddalena! Lei ha rinunciato al peccato che la teneva prigioniera, e guardate che cosa è diventata! Era là, la vedete là, sotto la croce, ai piedi sanguinanti di Gesù agonizzante, morente, moribondo, che raccoglie le sue ultime sette parole; prima testimone della risurrezione di Gesù Cristo. Innamorata folle, persa, impazzita d’amore per il Signore Gesù. Di quell’amore totalmente, meravigliosamente divino, quell’amore stupendo che ti apre il cuore, ti spacca il petto, ti rinnova la mente, ti fa diventare una creatura nuova, ti rende una donna e un uomo bellissimo, liberissimo, perché sei libero dal peccato. Quindi: vuoi lo Spirito Santo? Vuoi la fede? Vuoi saper pregare? Benissimo, va a riconciliarti con tuo fratello, rinuncia al peccato e allora tu vedrai fiorire nuovamente nella tua vita le opere meravigliose, i doni stupendi, i meravigliosi frutti dello Spirito Santo, i nove frutti dello Spirito Santo, i sette doni dello Spirito Santo. E poi inizierai a pregare che ti sembrerà di sognare, di essere in paradiso. Finiamo con queste parole bellissime:

Se vuoi respingere la parola con cui Dio ti rivolge il comandamento, non potrai neppure ricevere la parola con cui Dio ti fa grazia. 

Respingi la parola del comandamento? Benissimo, allora questo vuol dire che non potrai ricevere la parola di Dio che ti fa la grazia.

Come potresti entrare in comunione con uno a cui ad un certo punto ti sottrai deliberatamente? Chi non ubbidisce non può credere, solo chi ubbidisce crede.

Guardate io mi fermo qui, perché faccio fatica ad andare avanti. Lo so, non ho letto tanto, ma sono delle parole… guardate, mi sento il cuore in gola, credetemi, è una cosa che mi trafigge proprio, perché è un esame di coscienza per me, capite? Prima di tutto è per me, questo esame di coscienza è per me. Lo sento profondamente vivo e adesso rileggerò questo Vangelo di oggi, è vero, io non sono sposato, certo, però questo richiamo alla bellezza del sacramento del matrimonio credo che per un sacerdote sia fondamentale. Oggi rifletterò in modo particolare sul sacramento del matrimonio, sulla bellezza di questo sacramento e su quanto io, come sacerdote, lo devo difendere. Noi sacerdoti siamo chiamati a difendere questo sacramento. Siamo chiamati a invocare San Giovanni Battista quale nostro protettore, che ha difeso fino a perdere la testa il sacramento del matrimonio. Ha difeso il comandamento di Dio, ha difeso il comandamento di Gesù. Lo ha difeso da che cosa? Dal peccato disgustoso, orripilante del tradimento becero dell’adulterio. Ma pensate cosa vuol dire: quante donne, quante mamme, quanti papà che si ritrovano oggi abbandonati senza il loro coniuge, magari con i figli a carico, due, tre, quattro figli. Io ne conosco tanti, sapete? Tante mamme, tanti papà e tanti figli che vedono le loro vite distrutte da questo maledetto, disgustoso, vomitevole, abominevole peccato dell’adulterio. Altro che stiamo qui a parlarne e valutiamo, “de che”?! Del sangue di queste persone? Questo è un peccato che produce sangue: il sangue di tua moglie, il sangue di tuo marito, il sangue dei tuoi figli. Perché? “Ah, perché io devo rifarmi una vita”, “Ah, perché io non ti amo più”, “Ah, perché tu non sei più la piaciona di prima”, “Ah, perché adesso non ci intendiamo più …” Ma quello è un giuramento! Quello è un vincolo per sempre, lo è stato davanti a Dio! Ci sono dei figli, ma possibile? Non si può affrontare così con leggerezza questa cosa!

Io credo che noi sacerdoti siamo chiamati, proprio come San Giovanni Battista, a prendere le difese di questo sacramento: questo sacramento ha bisogno di essere nuovamente difeso. Proprio oggi, proprio il Vangelo di oggi. Non possiamo dire: “Sì, vabbè, andiamo oltre”, “Eh no, sa, non è politicamente corretto…” Ma chi se ne importa se non è politicamente corretto?! Fa niente! Perdiamo la testa? E perdiamola, ‘sta testa! Almeno davanti al Signore noi diremo: “Guarda Gesù, io ho perso la testa come San Giovanni Battista, perché ho voluto difendere questo bellissimo sacramento del matrimonio”. Pensate che bello, un sacerdote martire del sacramento del matrimonio, ma è bellissimo! Pensate quale scambio vocazionale, quale arricchimento: “Muore martire per difendere il sacramento del matrimonio”. E Suor Lucia di Fatima l’aveva detto: la battaglia di Satana si scatenerà proprio alla fine contro la famiglia; il Vangelo di oggi, Bonhoeffer.

E allora oggi preghiamo, preghiamo perché lo spirito di San Giovanni Battista invada nuovamente tanti sacerdoti, che si ergano a difesa di questo meraviglioso sacramento. E preghiamo per tutti coloro che vivono la croce pesantissima di essere stati abbandonati. Che poi io non posso neanche immaginare, neanche lo posso immaginare, quindi non voglio neanche parlare, perché sono indegno di parlare di questa cosa. Non l’ho mai provata sulla mia pelle direttamente, non sono sposato, quindi…; ma che cosa vuol dire per una moglie vedersi abbandonata dal marito; per un marito vedere che tua moglie se ne va via con un altro. Ti dice: “Non ti amo più, per me non conti più niente, non mi interessi più. Io me ne vado”. Vedersi lì abbandonati, e i cassettoni vuoti, gli armadi vuoti, la casa vuota, la tavola, il letto, la sala… Vuoto, non c’è più niente. E tutti intorno, tutti intorno, tutti — magari quelli che poi vanno in chiesa dalla mattina alla sera — dicono: “Eh ma non ti fai una vita? Eh ma devi rifarti una vita! È vabbè, ma tu che colpa ne hai? Eh, ma è giusto che ti rifai una vita! E ma anche tu, ma sei giovane, non vorrai mica star lì a morire da sola (o da solo)?” Questi infelici consiglieri disgraziati, profeti di sventura, peggio degli amici di Giobbe… Non seguiteli, non ascoltateli, restate fedeli al vostro vincolo matrimoniale. Io sono convinto che, quando morirete, avrete — e già in vita comunque son convinto che lo avrete — ma quando morirete avrete da Dio un premio incredibile — incredibile! — per la vostra fedeltà al vincolo matrimoniale. Io non so cosa sarà della mia anima quando morirò, però spero di potervi almeno vedere così, in lontananza, e dire: “Guarda, guarda che belli che sono. Sono proprio felice per loro. Se la meritano tutta quella gloria, se lo meritano tutto quello splendore”. Sono sicuro che, nel mio piccolo, non so dove sarò, ma chiederò al Signore proprio prima di andare dove Lui deciderà che io vada, chiederò cinque secondi per dire: “Fammeli vedere!”. Non mi interessa vedere i martiri, i santi, loro so che stanno bene, sono felici, sono contenti, sono nella gloria. Io chiederò al Signore: “Fammi vedere i martiri del matrimonio, solo questo. Li voglio vedere, solo questi, cinque secondi. Basta, poi se non son degno di stare neanche nell’ultimo gradino, nell’ultimo posticino in paradiso, va bene, ok. Però almeno, ovunque andrò, mi porterò nel cuore questa bellissima immagine, questo bellissimo pensiero, questa bellissima cosa di queste mamme, di questi papà, che saranno là nella gloria della Trinità, nella bellissima Gerusalemme celeste: mi viene la pelle d’oca solo a pensarci, mi viene la pelle d’oca solo a pensarci… Credetelo, eh, credetelo: Dio vi premierà in un modo che neanche possiamo immaginare né descrivere! E poi la Vergine Maria, chissà… chissà come vi accoglierà. Voi che siete rimasti fedeli al vostro matrimonio, anche se abbandonati, anche se traditi, anche se ripudiati, anche se… voi siete rimasti fedeli. Ecco, e oggi per voi desidero chiedere a Dio, per intercessione di San Giovanni Battista, questa speciale benedizione:

Benedicat vos omnipotens Deus, e che il fuoco dello Spirito Santo vi invada, vi pervada, vi corrobori, vi fortifichi e vi renda dei leoni e delle leonesse per difendere il vostro sacramento del matrimonio.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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