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La ricerca di una mediazione per maturare il dono dello Spirito

Eliseo resuscita il figlio della Sunnamita

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di giovedì 16 giugno 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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La ricerca di una mediazione per maturare il dono dello Spirito

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

La prima lettura, che abbiamo appena ascoltato, riprende il tema, trattato qualche giorno fa, del rapporto tra Elia ed Eliseo. In questo Libro sapienziale del Siracide ci viene detto che questa pienezza dello spirito di Elia, che Eliseo riceve, rende Eliseo capace di non essere dominato né spaventato davanti a nessuno.

Niente, dice la Scrittura, fu troppo grande per lui e addirittura nel sepolcro il suo corpo profetizzò e nella sua vita compì prodigi.

Questo è possibile solo per coloro che fanno una vera esperienza di Dio, che passa attraverso una vera mediazione umana.

Non dimentichiamo, ad esempio, che anche Saulo, in un momento della sua vita, ebbe bisogno di una mediazione, che fu quella di Anania, quando venne a battezzarlo e a fargli cadere le squame dagli occhi, perché era rimasto accecato dall’incontro con Gesù, e così per tanti altri, e così per tutti i Santi, dove c’è stato bisogno di questa mediazione, di questo inserimento nella vita divina.

Questo inserimento, questa mediazione, permette questa pienezza; allora, sarebbe importante verificare perché nella nostra vita, alle volte, questa pienezza non c’è…

Forse perché noi stiamo bene da soli, perché non abbiamo bisogno di una mediazione, non abbiamo bisogno di un reale confronto con qualcuno che ci aiuti a comprendere, a capire, a vivere in modo vero, reale, la nostra vita di fede.

C’è questa espressione del Libro del Siracide, che abbiamo letto oggi, che dice: “Beati coloro che ti hanno visto e si sono addormentati nell’amore”.

È possibile addormentarsi nell’amore, così come è possibile avere delle vite fredde, delle vite stantie, ripetitive, abitudinarie, che fanno le cose per abitudine dentro ad un cliché, dentro ad uno schema diventato oramai soffocante.

Si vedono persone spente…speriamo di non essere noi spenti!

Si vedono persone che si trascinano, e lo si capisce anche dal modo di pregare: quando dobbiamo fare le chiacchiere, quando dobbiamo difendere noi stessi, le nostre idee, le nostre opinioni, i nostri diritti, sappiamo tirare fuori una voce che, cari miei, la metà basta; quando si tratta delle cose di Dio, per esempio di pregare, ecco che non si sente niente…«Gné, gné, gné gné…», una cantilena che ti fa cagliare il sangue, un biascicare, e tu dici: «Ma vabbè, se uno non ha voglia e non ci crede, non lo fa…»

Si può pregare anche il rosario così, in un modo stanco, annoiato, tedioso, e si possono dire tutte le preghiere così, si può anche celebrare la Messa, partecipare alla Messa, rispondere alla Messa, senza amore, per abitudine, dentro ad una ruota che gira, e questo certamente non ci permetterà di addormentarci nell’amore!

Se quando abbiamo a che fare con Dio, se quando trattiamo le cose di Dio, siamo stanchi, prima ancora di incominciare, è perché non amiamo.

Chi ama, lo si vede che arde, che ha dentro un desiderio grande, che ha proprio voglia di fare quelle cose, che ha il gusto che viene dal dono della sapienza.

Ecco, allora, chiediamo al Signore questa grazia, di vivere dentro a questa logica della pienezza dello Spirito, che ci viene dalla mediazione seria, voluta, cercata, supplicata, come fu quella di Elia per Eliseo, da una parte, e dall’altra, che la nostra vita si consumi nell’amore, ma non nell’amore indistinto, per cani, gatti, topi e l’ambiente, no, no, l’amore per Gesù Cristo, l’amore crocifisso, il vero amore, quello che è descritto nel Vangelo, l’amore per Dio.

Questo è il principe degli amori, è da questo amore che viene tutto il resto!

Solo così la nostra vita potrà essere sveglia e, quando arriverà il tempo di morire, ci addormenteremo nell’amore, dormendo il sonno dei giusti.

Chiediamo al Signore questa grande grazia, facendo tesoro dell’Eucarestia e ricevendoLa sempre con tutto l’amore possibile del nostro cuore, perché è il Corpo di Gesù.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

Giovedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PRIMA LETTURA (Sir 48,1-14)

Elìa fu assunto in un turbine di fuoco ed Elisèo fu ripieno del suo spirito.

Dal libro del Siràcide

Sorse Elìa profeta, come un fuoco;

la sua parola bruciava come fiaccola.

Egli fece venire su di loro la carestia

e con zelo li ridusse a pochi.

Per la parola del Signore chiuse il cielo

e così fece scendere per tre volte il fuoco.

Come ti rendesti glorioso, Elìa, con i tuoi prodigi!

E chi può vantarsi di esserti uguale?

Tu hai fatto sorgere un defunto dalla morte

e dagl’inferi, per la parola dell’Altissimo;

tu hai fatto precipitare re nella perdizione

e uomini gloriosi dal loro letto

e hai annientato il loro potere.

Tu sul Sinai hai ascoltato parole di rimprovero,

sull’Oreb sentenze di condanna.

Hai unto re per la vendetta

e profeti come tuoi successori.

Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco,

su un carro di cavalli di fuoco;

tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri,

per placare l’ira prima che divampi,

per ricondurre il cuore del padre verso il figlio

e ristabilire le tribù di Giacobbe.

Beati coloro che ti hanno visto

e si sono addormentati nell’amore,

perché è certo che anche noi vivremo

ma dopo la morte la nostra fama non perdurerà.

Appena Elìa fu avvolto dal turbine,

Elisèo fu ripieno del suo spirito;

nei suoi giorni non tremò davanti a nessun principe

e nessuno riuscì a dominarlo.

Nulla fu troppo grande per lui,

e nel sepolcro il suo corpo profetizzò.

Nella sua vita compì prodigi,

e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 96)

Rit: Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,

gioiscano le isole tutte.

Nubi e tenebre lo avvolgono,

giustizia e diritto sostengono il suo trono.

Un fuoco cammina davanti a lui

e brucia tutt’intorno i suoi nemici.

Le sue folgori rischiarano il mondo:

vede e trema la terra.

I monti fondono come cera davanti al Signore,

davanti al Signore di tutta la terra.

Annunciano i cieli la sua giustizia,

e tutti i popoli vedono la sua gloria.

Si vergognino tutti gli adoratori di statue

e chi si vanta del nulla degli idoli.

A lui si prostrino tutti gli dèi!

Canto al Vangelo (Rm 8,15)

Alleluia, alleluia.

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi,

per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

Alleluia.

VANGELO (Mt 6,7-15)

Voi dunque pregate così.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.

Voi dunque pregate così:

Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà,

come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male.

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

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