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Venerdì fra l’ottava di Pasqua

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: «Venerdì fra l’ottava di Pasqua»
Venerdì 14 aprile 2023

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 21 1-14)

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 14 aprile 2023.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo ventunesimo di San Giovanni, versetti 1-14.

Continuiamo con la nostra preparazione alla festa della Divina Misericordia, che celebreremo domenica e leggiamo che cosa chiede Gesù in questo giorno a Santa Faustina.

Ottavo giorno della Novena, domani la novena si concluderà:

“Portami oggi le anime che si trovano nel carcere del Purgatorio e immergile nell’abisso della Misericordia, così che gli zampilli del mio Sangue le ristorino dalla loro arsura. Tutte queste anime sono da me immensamente amate. Esse soddisfano la mia giustizia. È in tuo potere portar loro sollievo: prendi dal tesoro della mia Chiesa tutte le indulgenze, e offrile per esse. Oh, se tu conoscessi il loro tormento, offriresti continuamente per loro l’elemosina dello spirito e pagheresti i debiti che esse hanno contratto con la mia giustizia!”.

Oggi è il giorno delle anime del Purgatorio, immergiamole nella misericordia di Dio, preghiamo tanto per loro. Abbiamo già avuto modo di affrontare il tema del Purgatorio, con diverse catechesi concentrate sul libro, Il Manoscritto del Purgatorio, molto bello, che abbiamo letto insieme, quindi sappiamo di cosa stiamo parlando. Ecco, allora questa giornata sia proprio dedicata alle anime purganti.

Cerchiamo in questi ultimi giorni di prepararci bene alla solennità di domenica, quindi cerchiamo di confessarci per tempo, tra oggi e domani, così che domenica potremmo vivere santamente la solennità della Divina Misericordia e, per chi verrà al santuario di Maria Rosa Mistica, poi recitare insieme l’Atto di Offerta quale Vittima di Olocausto all’Amore Misericordioso di Dio, lo faremo alle ore 15.

Andiamo avanti con il testo dell’Atto di Offerta che leggeremo domenica. Siamo arrivati alla penultima parte che leggiamo, domani concluderemo. Stiamo arrivando al dunque e Teresina scrive così:

Per vivere in un atto di perfetto Amore mi offro Vittima d’Olocausto al tuo Amore Misericordioso, …

Quindi lo scopo di questa offerta, oltre tutti quelli che abbiamo già visto, è anche quello di vivere un atto di perfetto amore. Quindi noi recitiamo questo Atto di Offerta per imparare a vivere l’amore perfetto, che è la Santità.

… supplicandoti di consumarmi senza sosta, lasciando traboccare nella mia anima i flutti di tenerezza infinita racchiusi in te e così divenga Martire del tuo Amore, mio Dio!

Ecco, allora vogliamo diventare martiri dell’amore di Dio, vogliamo diventare quindi testimoni del suo amore. Vogliamo essere consumati come un olocausto, totalmente, integralmente, senza sosta, da questo amore; vogliamo diventare proprio delle anime ardenti, delle anime infiammate di amore.

Voglio dirvi questa cosa bella che mi è successa. In questi giorni in cui stavo pensando proprio alla preparazione a questo momento grande di domenica, mi è ricapitato sotto gli occhi un film. Vi invito a vederlo, adesso vi dirò il titolo, lo conoscete tutti, è impossibile che non lo conosciate, e spero che l’abbiate già visto almeno cento volte. Un film che sintetizza bene che cosa vuol dire essere anime abbandonate, gettate, affidate all’Amore Misericordioso. Adesso vi dico il titolo, ma starete già pensando: “Chissà quale film padre Giorgio sta per dire”, non immaginerete mai, talmente è vecchio questo film… e poi non è per niente diffuso, purtroppo. Facciamo vedere ai bambini, tante cose brutte, insensate, terribili e anche terrificanti e poi, i classici belli, quelli che ti allargano il cuore e la mente non li facciamo vedere…

Diventare Vittime di Olocausto all’Amore Misericordioso vuol dire diventare dei “Marcellino pane e vino”, questo è il film che vi consiglio di vedere. È veramente bellissimo, commuovono fin nelle viscere soprattutto i dialoghi, la parte finale, soprattutto i dialoghi tra Gesù e Marcellino, soprattutto i gesti bellissimi compiuti da Gesù verso Marcellino. Quando Gesù intinge due dita nel bicchiere di vino che Marcellino gli aveva portato insieme a un pezzo di pane e gli dice: “Da oggi in poi tu ti chiamerai Marcellino pane e vino” e gli tocca la testa e la guancia, bellissimo! Veramente commovente! 

Così come commovente è il gesto di Marcellino quando gli toglie la corona di spine. La semplicità di questo bambino, come è resa bene! Quando gli dice: “Ti faceva male?” e Gesù risponde: “Molto”. 

Così come quando lui gli porta il pane e il vino e gli dice: “Se tu scendessi — perché lui non riusciva a salire — lo potresti prendere” e Gesù scende. 

E da lì inizia questo rapporto di amicizia bellissimo tra Gesù e Marcellino, tale per cui Marcellino poi ruba il pane ai frati e anche il vino (ridendo), tanto che viene da pensare: “Oh mamma, adesso cosa succede?”. E c’è “fra Pappina”… insomma, vivere in un convento così vuol dire vivere in Paradiso.

Ci fa bene, credetelo, ci fa bene vedere queste cose. Abbiamo bisogno di nutrire il nostro cuore di questa bellezza, di questa bellezza tutta spirituale. Il nostro cuore ha bisogno di questa bellezza e allora cercate di vederlo, tra oggi e domani, perché diventiamo anche noi Marcellino, dei piccoli Marcellini pane e vino, cioè tutti dediti all’Eucarestia, tutti dediti a questo amore che ha creato l’Eucarestia, che è l’Eucarestia. Abbiamo bisogno tutti di questa semplicità. Fatelo vedere ai vostri bambini questo bellissimo film: insegnate ai bimbi l’amore per il Crocifisso, questa delicatezza, questa attenzione verso il Crocifisso, importantissimo!

Ecco, allora non vi rubo altro tempo, vi chiedo proprio di usare queste ultime ore, questi ultimi giorni, per prepararvi bene, per venire numerosi. Non c’è bisogno di prenotarsi, di dare adesioni, non c’è bisogno di niente, appunto per questo ho voluto lasciare libero, anche un po’ per la sorpresa, perché è bello avere la sorpresa, vedere poi arrivando quanti saremo e vedere i volti, non sapere chi ci sarà, chi non ci sarà, e vedere lì le persone, quindi anche questo è bello, la sorpresa ci fa tanto bene.

Usiamo bene questi giorni e cerchiamo di essere coraggiosi, se qualcosa un po’ ci trattiene, se abbiamo paura, se non so quali cose abbiamo nella testa, facciamo un salto — dobbiamo imparare a saltare, come i canguri — facciamo un salto, siamo coraggiosi, prendiamo e andiamo. Sono poche occasioni che abbiamo di stare insieme tutti e sfruttiamole, perché alla sera di quel giorno vedrete che torneremo a casa con un cuore gonfio e grato.

Ecco, magari chissà se me lo ricorderò — se non me lo ricordo, me lo ricorderete voi — sarebbe bello poi concludere quel giorno con un canto, anche questo è un canto molto vecchio, molto datato, che mi ricordo quando andavo in montagna in questa cappellina, in questa chiesetta — si chiamava la chiesetta di Santa Elisabetta — alla sera del sabato, alla messa prefestiva, d’estate, avevano l’abitudine di cantare questo canto bellissimo! Sembra ancora di vedere i colori, gli odori, le sensazioni di quei momenti, cantavano questo canto: “Resta qui con noi Signore, la sera scende già”. È un po’ il Vangelo di Emmaus, e vedrete che anche noi avremo questo desiderio di dire: “Non finisca tutto questo, resta qui con noi Signore”. E quando questo canto è cantato al termine di una giornata densa di preghiera, dell’essere Chiesa, dello stare insieme, della letizia, dell’essere cristiani, del gusto della libertà di poter vivere la propria fede, di essere insieme a belle persone che condividono un percorso, quel canto diventa proprio un inno, un grido dell’anima.

Ecco, allora spero che ci ricorderemo, e come saluto finale canteremo a squarciagola — voi magari un po’più a squarciagola di me, io un po’ meno, perché come sentite la mia voce, ogni tanto fa un po’ fatica, e quindi io mi appoggerò alle vostre belle voci — e tutti col cuore — questo lo possiamo fare tutti — ci rivolgeremo al Padre, perché possiamo ritrovarci un giorno, quando ormai la sera non c’è più e sarà un’alba eterna.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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