Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 6 dicembre 2020
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
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PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE
Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a domenica 6 dicembre 2020, seconda domenica di Avvento.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo I, versetti 1-8, di San Marco.
Impariamo anche noi ad accorrere, ovunque siamo, al confessionale, al luogo della Misericordia di Dio, dove i nostri peccati vengono perdonati e dove, innanzitutto, li confessiamo, perché, vedete, è bello confessare i propri peccati, è bello riconoscere la nostra distanza da Dio, sapendo che Dio la colma subito, questa distanza, venendo presso di noi e avvolgendoci, riempiendoci con il Suo amore.
Prima, però, dobbiamo riconoscere i nostri peccati e li dobbiamo confessare, senza avere paura e senza avere timore, come fanno queste persone, che accorrono da Giovanni il Battista.
“Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”.
Non c’è modo migliore, per preparare la via del Signore e per raddrizzare i Suoi sentieri, della preghiera; la preghiera è il modo migliore per fare questo.
Allora, continuiamo questa bella lettera di Don Dolindo Ruotolo, tratta dall’Epistolario VI, “Lettere scelte ai sacerdoti”.
Stiamo leggendo quella del 26 novembre 1961, dove è Gesù che parla, proprio sulla preghiera.
«Nel fragore di un attività elettrica senza spirito, la preghiera è sembrata una oziosità di fronte al turbinare delle attività umane; si è accorciata la medesima Messa, si è mutilata la preghiera sacerdotale».
È vero! Tutto è diventato più breve, tutto è diventato più veloce. Perché? Perché la Messa, la preghiera, lo stare davanti al tabernacolo, il prepararsi alla Messa, il ringraziare dopo la Messa, sono diventate una cosa inutile, un ozio, perché catturati da questo attivismo sfrenato. Quindi, la Messa si accorcia, la preghiera del sacerdote rimane, come dire, a buchi, un po’ c’è e un po’ non c’è.
Prosegue Gesù:
«Il mio cuore geme, il mio cuore geme…»
Sentite Gesù come è vero! Voi dite: «Certo, padre, Gesù è la Verità!»
Sì, lo so, però stupisce sempre tanto, quando si leggono parole così chiare, così nette, così comprensibili, così cristalline, così trasparenti, così immediate, così semplici.
Oggi si ha paura del rimorso di coscienza, si ha paura a parlare del rimorso della coscienza, ma l’abbiamo tutti, tutti sperimentiamo il rimorso di coscienza, è la voce di Dio dentro di noi che ci dice: «Questa cosa non va bene!» Se togliamo il rimorso di coscienza, togliamo il senso del peccato, togliamo la capacità di un’analisi di noi stessi davanti alla Parola di Dio. È chiaro che uno sente il morso della coscienza, quando la sua vita non è secondo Dio! Vogliamo togliere il rimorso della coscienza?
Non dobbiamo farci punture di narcotizzanti, non dobbiamo chiamare bene il male, non dobbiamo appellarci a una falsa pietà di Dio, che non c’è, dobbiamo riconoscere i nostri peccati, come dice il Vangelo di oggi, dobbiamo chiedere perdono a Dio, dobbiamo convertirci! Questo mette pace alla coscienza!
Non chiamare bene il male, non far finta di niente, non dire: «Ma tanto Dio mi ama!» Certo che Dio mi ama, ma questo non preclude, non mi dispensa dal dovermi convertire!
Quindi, sentiamo l’analisi di Gesù:
«Accanto alle aule della preghiera vi sono le sale del divertimento, il frastuono dello sport, nell’illusione di attirare i giovani».
Questa lettera è stata scritta nel 1961…
«Alle placide ore della contemplazione delle cose celestiali si sono elevati i teloni del cinema e i video dei televisori, alle gare delle virtù e della carità si sono sostituite le gare dei muscoli e delle competizioni e la preghiera si è spenta nei cuori, ridotta, dove ancora appare superstite, a un misero e sonnolento biascicare di parole, senza spirito e senza vita, povero fumigare di una lampada spenta, che non ha più luce.
Questa è la verità, figlio mio, figli miei».
Chi può dire che non è vero? Un silenzio senza fine dovrebbe essere la risposta a queste parole di Gesù, persino le virgole in queste dieci righe sono vere e giuste. A leggere queste parole a me tremano le gambe. Che cosa diciamo, non diremo, che cosa diciamo ogni giorno al Signore al termine della nostra giornata, durante l’esame di coscienza, di fronte a parole così vere, che ci inchiodano alla nostra responsabilità?
Che cosa possiamo rispondere? Che è vero! Che è vero!
Nell’illusione di attirare i giovani, abbiamo messo da parte Dio, con le sue esigenze, con i suoi diritti; per attirare i giovani, che poi di fatto non ci sono, perché non vengono — e giustamente! — abbiamo sostituito le aule della preghiera con le sale del divertimento e del frastuono dello sport, come se i giovani non avessero già tutto questo altrove, come se dovessimo inventarlo noi. I giovani sono attirati dalla radicalità del Vangelo, dalla bellezza di Gesù, non dalle cose del mondo sacralizzate da noi, fintamente sacralizzate.
“Alle placide ore della contemplazione delle cose celestiali…”
Guardate, proprio poco fa (non so se lo ritrovo ancora ma, se lo ritrovo, ve lo leggo subito, mi è venuto in mente adesso), ho letto un testo, che vi avevo letto un po’ di tempo fa. Eccolo qui, del Venerabile Don Andrea Beltrami, che nasce il 24 giugno 1870, un sacerdote meraviglioso. Andate a leggere qualcosa di lui, perché veramente vittima sacrificale, una vita di preghiera e di sofferenza. Sentite una delle riflessioni che lui ha fatto:
«È pur bello, nelle tenebre, quando tutti riposano, tenere compagnia a Gesù, alla tremula luce della lampada davanti al tabernacolo, si conosce allora la grandezza infinita del suo amore».
Gesù cosa dice?
“Alle placide ore della contemplazione delle cose celestiali si sono elevati i teloni del cinema e i video dei televisori…”
Capite? Certo, certo, invece di portare i giovani a fare le adorazioni eucaristiche notturne, li portiamo vedere i film; invece di insegnare ai giovani lo spirito del sacrificio, della rinuncia, la bellezza dell’offrire qualcosa a Dio, come dice anche la Madonna a Fatima, come atto di riconoscenza, di riparazione, riempiamo loro la pancia di pizze. In sé non c’è niente di male, ma è il fatto che queste hanno sostituito quelli, questo è il problema! Quando una cosa diventa tutto, questo è il problema! Non si può sostituire la contemplazione con i teloni del cinema e i video dei televisori, non si può!
Ma perché tutto questo accade? Perché noi sacerdoti per primi abbiamo un po’ perso questo spirito della contemplazione, forse noi per primi ci stufiamo di stare davanti al tabernacolo, forse noi per primi non sappiamo come occupare quel tempo e quindi non sappiamo insegnare agli altri a pregare, a stare davanti a Gesù, non sappiamo testimoniare la bellezza dello stare davanti a Gesù.
Ovviamente, e grazie al cielo, non tutti, perché tanti e tanti sacerdoti bravissimi ci sono ancora.
“…le gare delle virtù e della carità con le gare dei muscoli e delle competizioni…”
Certo, certo, vedete: il tema è la sostituzione.
E così:
“la preghiera si è spenta nei cuori, ridotta, dove ancora appare superstite, a un misero e sonnolente biascicare di parole senza spirito e senza vita”.
Si capisce quando in una comunità cristiana non si è abituati a pregare, perché non si sa stare in chiesa; tu vedi la gente in chiesa esattamente come la vedresti al cinema: distratta, chiacchierona, annoiata, tediata, sonnolenta — prima del film al cinema, ovviamente — ma questo non è vita cristiana.
Se una comunità non è capace di pregare, che comunità è?
L’ha detto il Papa due settimane fa all’udienza generale: «Non c’è Chiesa, dove non c’è preghiera!»
Si vede quando delle persone non sono abituate a un rapporto personale, intimo, con Dio e quindi a un pregare insieme, si vede subito.
“…a un misero e sonnolente biascicare di parole senza spirito e senza vita”.
Capite? Chissà perché devo dormire davanti a Dio, mah…, non si capisce, non si capisce… Mi addormento, ma non è che mi addormento, è che mi voglio addormentare, perché, se mi metto lì tutto accoccolato, è chiaro che mi addormento.
Prova a metterti in ginocchio, poi vedi se ti addormenti! Magari sì, però ti svegli subito.
Questa domenica è la seconda domenica di Avvento, già ve lo dissi che il tempo passa velocissimo, e tra due giorni è l’Immacolata Concezione, questa festa bellissima; dovremmo dedicare quella giornata tutta alla Vergine Maria, dovremmo prepararla questa giornata e spero che l’abbiamo preparata con una bella novena, è una giornata tutta mariana, tutta da vivere con Lei.
Potrebbe essere una giornata dove ci svegliamo prima, dove lunedì sera andiamo a letto un po’ prima, dove ci svegliamo prima il mattino per stare in compagnia di Gesù Eucarestia, per dire bene il Rosario o per dirne uno in più, per meditare di più, non lo so, qualunque cosa vi venga in mente va bene, basta che sia uno stare di più con la Vergine Maria.
Magari pensare a una bella promessa, a un bel patto da fare con Lei, ma chiederLe la grazia poi di essere fedeli a questo bel patto.
Lunedì sera, domani sera, la catechesi la farò proprio sulla Vergine Maria con un testo bellissimo, veramente bellissimo, di un santo Vescovo; non vi dico niente prima per non svelarvi la sorpresa, ma è un testo sulla Vergine Maria bellissimo, veramente bellissimo, così che il giorno dopo possa essere tutto dedicato alla Madonna.
Cerchiamo martedì di dire tutto il nostro amore alla Madonna, ricordiamoci di prenderLe magari un fiore, di fare un dolce per tutta la famiglia, così vi chiederanno: «Perché questo dolce oggi, cosa c’entra?»
«Perché oggi è l’Immacolata Concezione, è la festa della Vergine Maria!»
Quindi, se avete un buon vino, apritelo, quel giorno fate festa anche a tavola, fate qualcosa per cui gli altri capiscano che è un giorno diverso per voi, fate qualcosa per qualcuno che non sia il solito tran-tran, di solite cose che dobbiamo fare, qualcosa che faccia dire: «Oh mamma, cosa succede oggi?»
«Ecco, oggi succede che è il giorno della Vergine Maria e quindi ti stupisco, ti voglio stupire in onore della Vergine Maria!»
Vi auguro una santa seconda domenica di Avvento; si sta avvicinando il Natale, quindi prepariamoci bene a questo momento.
Da quando sono piccolo il giorno dell’Immacolata Concezione (ecco, questa è una bella cosa che vi voglio dire, magari vi può essere utile), non so se è una tradizione della mia famiglia semplicemente o più in generale della zona nella quale ho vissuto, comunque io sono stato abituato che il giorno dell’Immacolata Concezione coincide con il giorno della preparazione del presepe e dell’albero di Natale.
Il giorno dell’Immacolata Concezione era il giorno nel quale si andava ad aprire quelle belle scatole, non so se ve le ricordate, fatte in metallo, tutte colorate, natalizie, tutte rosse con su tutte le palline di Natale, bellissime; queste scatole belle, grosse, contenevano tutto il materiale del Natale.
Ecco, il giorno dell’Immacolata Concezione era il giorno in cui al mattino, subito dopo la Messa, prima la Messa e poi questa cosa: si cominciava, con una gioia nel cuore immensa, la preparazione del Natale con il presepe.
Si andava a prendere il muschio… mi ricordo, con un freddo incredibile, noi uomini, io, mio papà, gli amici del condominio, gli amici del gioco dell’oratorio, si usciva, si andava con i sacchetti a prendere il muschio.
Bisognava essere molto pratici e attenti, perché non bisognava spaccarlo, bisognava tirare su bene tutta la zolla e quindi si vantava chi prendeva la zolla più grossa, chi riusciva a tirarlo su senza romperlo, perché poi con questo muschio si faceva tutto il basamento del presepe.
Intanto, le ragazze, le mamme, invece, stavano a casa e cominciavano preparare tutte le cose più delicate, cioè tutte le palline, tutte le statuine…
Bisognava tirar fuori Gesù Bambino, che andava subito nascosto, perché non era ancora nato, però tutti volevamo vederlo prima.
Vabbè sono le cose simpatiche del Natale…
Poi, quando si tornava a casa, era tutto pronto, si costruiva tutto il basamento e dopo si mettevano giù tutte le statuine e intanto si faceva l’albero con tutte le lucine belle, intermittenti, così al mattino, nei giorni successivi, quando ci si svegliava, si pregava alla luce bellissima del Natale.
È bellissima anche questa cosa del mettere fuori sui balconi le luminarie, un po’ di luci che dicano: «In questa casa c’è festa!» È bellissimo!
È bellissimo quando io passeggio e vedo queste case illuminate, i balconi illuminati, che dicono: «Qui sta per accadere qualcosa di grande…», perché durante l’anno non ci sono le luci sui balconi.
Usciamo da questo grigio orrendo, usciamo da questo grigio orrendo e diamo colore alle nostre case, diamo valore, diamo senso alle nostre case, diciamo che in questa casa sta per accadere qualcosa di grande e mettiamo le luci, riempiamo i balconi di luci, perché il Signore è nato con una stella cometa, capite?
Il Signore è nato con questa stella meravigliosa, che annunciava: «È il Signore della luce!» e noi dobbiamo testimoniarlo.
C’è una piccola casa, che io vedo sempre quando faccio una certa strada, c’è una piccola casa dove sulla finestra c’è sempre un cero rosso. Io non so perché ci sia, perché quella famiglia lo abbia messo, ma tutte le volte che passo io guardo quella casa; quando guardo quel cero penso sempre a Gesù Eucarestia e dico: «Chissà… quella luce a me ricorda il tabernacolo, chissà loro perché l’hanno messa, cosa ricorda?»
Sono segni, e uno dice: «Cosa contano?» Contano tanto, perché noi viviamo di segni, contano tanto!
Fate un bel presepe, fate un bell’albero, non abbiate paura di spendere qualche soldino per queste cose! Perché queste sono cose che valgono, ne vale la pena, non abbiate paura di comprare queste belle luci, queste belle luminarie.
Oggi no, perché è domenica, ma domani è lunedì e quindi potete uscire, prendere quello che vi manca e poi, così, il giorno dell’Immacolata, qual è il modo più bello di festeggiare la Madonna che fare memoria della nascita di Gesù, che costruire il presepe che ricorda tutto questo momento solenne della Natività?
Vi auguro di cuore una santa domenica e vi auguro con tutto il cuore di vivere una bellissima solennità dell’Immacolata Concezione e spero ci vedremo via computer (via etere, purtroppo, perché non possiamo fare diversamente), lunedì sera, per la catechesi sulla Vergine Maria.
La benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre! Amen.
Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
II DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B)
VANGELO (Mc 1,1-8)
Raddrizzate le vie del Signore.
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».