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Decidersi per Dio – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.102

Gesù tende la mano ad un bambino

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: Decidersi per Dio – Il cammino di perfezione, S. Teresa di Gesù pt.102
Sabato 10 febbraio 2024 – Santa Scolastica, Vergine

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Mc 8, 1-10)

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: “Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano”.
Gli risposero i suoi discepoli: “Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?”. Domandò loro: “Quanti pani avete?”. Dissero: “Sette”.
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 10 febbraio 2024. Oggi festeggiamo Santa Scolastica, vergine.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dall’ottavo capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 1-10.

Continuiamo la nostra lettura e meditazione del libro di Santa Teresa di Gesù, Cammino di perfezione. Ieri abbiamo letto il paragrafo quinto del capitolo trentaduesimo e ci siamo fermati nel commento delle prime righe e della nota numero 1. Proseguiamo nel commento del paragrafo quinto.

S. Teresa dice che è difficile mantenere le parole che noi diamo; è difficile mantenere le promesse; è difficile mantenere quello che si decide di promettere. 

Quindi, noi diciamo: “sia fatta la tua volontà” però poi, quando questa volontà si realizza, noi diciamo: “No, però io non la voglio, ma io non pensavo, ma io non credevo, ma io non avevo capito” (quello che vedevamo ieri). Perché, di fatto, promettere è tanto facile, ma poi mantenere la parola è un atto che, veramente, richiede tanta forza e tanto coraggio. 

S. Teresa dice che il Signore conosce quello che può fare, sa quello che fa, di fatto, e quindi, se incontra un’anima forte, in lei non cessa di fare il suo volere.

Quindi, quando vediamo che la volontà di Dio in noi si realizza ampiamente — diciamo così — chiamandoci a vivere delle situazioni di sofferenza, di prova, molto ardue, molto complesse, vuol dire che il Signore ha trovato un’anima forte, e quindi sta chiedendo di realizzare in modo forte e significativo la sua volontà.

6 — Voglio ora dichiararvi o, meglio, ricordarvi in che cosa consiste la volontà di Dio. Non crediate che sia di darvi piaceri, ricchezze, onori ed altri beni terreni. Vi ama troppo per darvi queste cose! Stimando molto quello che voi gli date, vi vuole ricompensare degnamente e vi dà il suo regno fin da questa vita. Volete sapere come si comporta con chi lo prega sinceramente di compiere in lui il suo volere? Domandatelo al suo glorioso Figliuolo che nell’orto degli olivi gli rivolse la medesima preghiera con decisione e sincerità, e vedrete in che modo lo abbia esaudito. Compì in Lui il suo volere con inondarlo di patimenti, d’ingiurie, di persecuzioni, lasciandolo infine morire sopra un tronco di croce.

7 — Questo, figliuole mie, è quello che il Padre ha dato a Colui che amava più di tutti, e in questo appunto è il suo divino volere. Finché siamo quaggiù, i suoi doni sono questi. Ce li dà a seconda dell’amore che ci porta: ne dà di più a chi ama di più, di meno a chi ama di meno. Altra regola è il coraggio che vede in noi e l’amore che gli portiamo: se l’amiamo molto, saremo capaci di soffrire molto, poco invece se pure poco l’amiamo, perché il coraggio di molto o di poco soffrire è in proporzione dell’amore. Se ardeste veramente di amore, procurereste che con un Dio così grande le vostre parole non fossero solo complimenti, ma cerchereste di sopportare con generosità tutto quello che gli piacerebbe di mandarvi. Se la vostra offerta non fosse così, somigliereste a uno che mostra a un altro una pietra preziosa, gliela offre, lo prega di accettarla, e quando questi stende la mano per prenderla, ritira l’offerta e la nasconde ben bene.

Credo sia importante dire alcune parole. Allora: in che cosa consiste la volontà di Dio? 

Innanzitutto, Santa Teresa comincia a dire in cosa non consiste: nel dare piaceri, ricchezze, onori e altri beni terreni; sì, perché noi potremmo aggiungere: questi lì dà il diavolo, li dà il principe di questo mondo, piacere, ricchezze, onori. Questi sono proprio i doni — ricordate le tentazioni di Gesù nel deserto — che dà il principe di questo mondo, ma non Dio. E, infatti, lei dice: «Vi ama troppo per darvi queste cose!», che per noi invece sono importantissime e fondamentali; noi vorremmo solamente piacere, ricchezze e onori, di fatto noi cerchiamo questo. 

Noi, di fatto, cosa cerchiamo? Cosa vogliamo dalla vita? Noi vogliamo godere sotto tutti i punti di vista, non uno solo, tutti; sotto tutti i nostri cinque sensi. Il piacere di guardare tutto quello che voglio, ma non sto parlando di cose brutte per forza, no, no, parliamo anche di cose normali; il piacere di guardare tutto quello che voglio, proprio il gusto, senza limite. Il piacere di essere ricco, il gusto di essere ricco, di avere tanti beni. Gli onori… mamma mia. Non so, dei tre, qual è più affascinante, forse gli onori: essere onorato, essere riconosciuto, stimato, apprezzato, cercato, desiderato.

Ecco, tutte queste cose, e molte altre, Dio non le dà a coloro che lui ama, soprattutto a coloro che ama di più. Questi sono doni che arrivano dal principe di questo mondo, “doni” si fa per dire. 

Dio cosa ci vuole dare? Lui ci vuole dare il suo Regno, fin da questa vita, proprio anche come ricompensa dell’essere amato. 

Noi diciamo: “Io amo tanto Dio, quindi Dio mi deve dare una vita piena di piaceri, di ricchezze e di onori”. No, tu ami tanto Dio e, come contraccambio, Dio ti dà la croce. Uno dice: “No, non mi tornano i conti”; eh, sì, perché sono conti mondani, per questo non ti tornano.

Ecco: «Volete sapere come si comporta con chi lo prega sinceramente di compiere in lui il suo volere?» — lei dice: domandatelo a suo figlio, che nell’orto gli ha chiesto sinceramente di compiere in lui il suo volere. E lui l’ha compiuto; come? Inondandolo di patimenti, ingiurie, persecuzioni e la morte di croce. 

Quindi: “sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”, facciamo bene attenzione, adesso, quando lo preghiamo. Quando preghiamo il Pater noster, pensiamo bene a quello che diciamo, perché non so se siamo proprio tutti sulla stessa linea.

“E questo è successo a Colui che il Padre amava di più”. Finché siamo quaggiù, i suoi doni sono questi, e ce li dà a seconda di quanto lo amiamo. Poi valuta il coraggio e l’amore che gli portiamo; quindi: se lo ameremo molto, saremo capaci di soffrire molto, se lo ameremo poco, saremo capaci di soffrire poco. Quindi, se noi ardessimo veramente d’amore, cercheremmo di sopportare tutto quello che lui ci vuole mandare.

Capite che è un po’diverso da quello che noi crediamo, siamo propensi a credere, o diciamo, o speriamo.

8 — Ma questi non sono scherzi da farsi a Colui che tanti per noi ne ha sofferti…

Cioè, fare un’offerta e ritirargliela, nella parte finale; offrire a parole: “Signore sia fatta la tua volontà” e poi, quando arriva il momento di fare la sua volontà, tirarci indietro. Ecco, questi non sono scherzi da farsi a colui che tanti ne ha sofferti per noi.

… No, prescindendo pure da qualunque altra ragione, non è certo ben fatto burlarsi di Lui tanto spesso, quante sono le volte — non certamente poche — che recitiamo il Pater noster. — Dobbiamo stare attenti a dire le preghiere, perché poi dopo il Signore ci ascolta, è una cosa importante — Diamogliela finalmente questa pietra preziosa che da tanto tempo gli facciamo vedere! Purtroppo però, se non è Lui che ci dà per primo, noi non ci risolviamo mai a dar nulla.2

Nota 2:

2 O gran Dio, com’è vero che Gesù sembra conoscerci perfettamente! Se non è in principio del Pater che ci dice di consacrare a Dio la nostra volontà, è solo perché vuole che ne siamo antecedentemente ricompensati. Egli infatti, come sto per dire, comincia a pagarci fin dal presente i piccoli servizi che gli rendiamo facendoci trovare i grandi vantaggi di cui ora dirò. (Manoscr.Escor.).

Proseguiamo:

Per le persone del mondo è già molto se promettono di osservare quello che dicono; ma voi, figliuole, dovete promettere e fare, aggiungendo le opere alle parole, come fanno i buoni religiosi. Ma alle volte succede che dopo esserci determinate a dare quella perla al Signore e avergliela anche messa fra le mani, torniamo a riprendercela. Da principio ci mostriamo molto generosi, ma poi tanto avari da far pensare che sarebbe stato assai meglio se nel dare avessimo avuto più prudenza.

Quindi: non prendiamo in giro Dio; non prendiamo in giro il Signore. Non burliamoci di lui tante volte quante sono quelle in cui diciamo il Pater noster. Lo diciamo però poi non vogliamo la sua volontà, ma vogliamo la nostra; oppure accettiamo la sua finché va a uguagliare la nostra. Invece Santa Teresa dice: diamogliela questa volontà, e basta; e quel Padre nostro sia recitato una volta per sempre, fatto bene.

Va bene, ci fermiamo qui.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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