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Giovedì Santo

Gesù distribuisce la SS. Eucarestia agli apostoli durante l'Ultima Cena

Meditazione

Pubblichiamo l’audio della meditazione: «Giovedì Santo»
Giovedì 6 aprile 2023 – Messa in Coena Domini

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Gv 13, 1-15)

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione in formato PDF

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 6 aprile 2023, Giovedì Santo.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo tredicesimo di San Giovanni, versetti 1-15.

Di questo Vangelo mi permetto solo di sottolineare una cosa velocissimamente: Gesù si definisce IL Signore e IL Maestro. 

Notate due cose. 

La prima cosa. Quando Lui fa riferimento ai discepoli dice: “Voi mi chiamate il Maestro e il Signore”; quando parla di sé, quando è Lui che parla di sé, dice: “Se dunque io, il Signore e il Maestro”.

Questo ci dice che, innanzitutto, Lui è il Signore, poi è il Maestro e sarà proprio questo passaggio che i discepoli dovranno fare. Lui è tutti e due, sia il Signore che il Maestro, ma loro, in questa conversione interiore che devono operare, lo vedono innanzitutto come il Maestro, non ancora primariamente come il Signore, il Signore viene in seconda battuta e invece deve venire in prima, innanzitutto Lui è il Signore, poi è il Maestro. 

La tentazione del serpente — in Adamo ed Eva al capitolo terzo della Genesi — produrrà proprio questo, si va a inserire proprio sulla Signoria di Dio, si inserisce proprio lì e loro dopo non riescono più a vederlo come “il” Signore.

La seconda cosa che vi faccio notare è questo “il”, l’articolo determinativo, sempre. “Il Signore”, vuol dire l’unico, non ce n’è un altro, il Maestro, l’unico, non ce n’è un altro.

Prima di andare avanti con suor Josefa, vi devo dire una cosa importante che stavo per dimenticare. Oggi, Giovedì Santo, è anche il primo giovedì del mese. Quindi raccomando a tutti di vivere proprio benissimo questo giorno, tutto dedicato all’Eucaristia, tutto dedicato alla riparazione —  come anche adesso vedremo — tutto dedicato all’adorazione. Quindi quello che Gesù ha chiesto alla beata Alexandrina Maria da Costa, oggi, va fatto proprio benissimo. Nella fattispecie Lui le chiede: 

“Figlia mia fa che io sia amato, consolato e riparato nella mia Eucaristia. Fa sapere in mio nome che: a quanti faranno bene la Santa Comunione, con sincera umiltà, fervore e amore per i primi sei giovedì consecutivi e passeranno un’ora di Adorazione davanti al mio Tabernacolo in intima unione con me, prometto il Cielo”. 

Quindi, stasera tutti saremo davanti al tabernacolo, all’Altare della Reposizione, e quindi si spera che faremo tutti quest’ora di adorazione.

Poi Gesù dice: 

“Dì che onorino attraverso l’Eucaristia le mie Sante Piaghe, onorando per prima quella della mia Sacra Spalla, così poco ricordata”.

Quindi, senza aprire nuovamente il capitolo delle false devozioni, diciamo così: c’è la prima parte della preghiera di San Bernardo, che vi vado a leggere, così poi non avete dubbi:

“Dilettissimo Signore mio Gesù Cristo, mansueto Agnello di Dio, io povero peccatore, ti adoro e considero la dolorosissima Piaga della Tua Spalla aperta dalla pesante Croce che hai portato per me. Ti ringrazio del Tuo immenso dono d’Amore per la Redenzione e spero le grazie che Tu hai promesso a coloro che contemplano la Tua Passione e l’atroce Piaga della Tua Spalla”. 

Punto!

Ecco, fin qui va benissimo, questa preghiera va assolutamente bene, è una preghiera, sicuramente molto bella, dove semplicemente noi adoriamo, consideriamo la Piaga della Sua Spalla, dove ringraziamo il Signore del suo immenso dono per la redenzione, dove speriamo le grazie che ha promesso a coloro che contemplano la Sua Passione, l’atroce Piaga della Sua Spalla.

Certamente abbiamo motivi ampi di sperare, di desiderare, grazie legate alla Passione e all’atroce Piaga della Sua spalla, non foss’altro che per la promessa fatta da Gesù alla beata Alexandrina Maria da Costa:

“Dì che onorino attraverso l’Eucaristia le mie Sante Piaghe, onorando per prima quella della mia Sacra Spalla, così poco ricordata. Chi al ricordo delle mie Piaghe unirà quello dei dolori della mia Madre benedetta e per loro ci chiederà grazie spirituali o corporali ha la mia promessa che saranno accordate, a meno che non siano di danno per la loro anima. Nel momento della loro morte condurrò con me la mia Santissima Madre per difenderli”.

Quindi fino a lì va bene e possiamo usare questa preghiera.

Invece, la seconda parte della preghiera che tutti conosciamo, questa invece non la farei, per tutto il discorso che vi ho già fatto inerente alle false devozioni, dove ho già spiegato tutte queste cose. 

Poi, chi vuol capire capisca e chi vuol polemizzare polemizzi, comunque vi ho portato tutti i documenti possibili ed immaginabili, poi ognuno è libero nella sua vita di fare quello che desidera, quello che vuole. A me non interessa, non ci guadagno niente a dirvi queste cose, anzi… ve le dico perché dopo averle studiate, mi è sembrato opportuno farvele presente. Poi ripeto, se uno dice: “No, a me non interessa, preferisco fare diversamente”, benissimo! Non sarò certo io che farò polemiche su queste questioni perché il centro di tutto, ricordiamocelo, non sono le devozioni in quanto devozioni: il centro di tutto è l’amore di Dio, è il fare la sua volontà, punto. Io semplicemente mi permetto di dirvi che questa prima parte della preghiera alla Spalla di San Bernardo, va bene per rispettare questa richiesta di Gesù: “Dì che onorino attraverso l’Eucaristia le mie Sante Piaghe, onorando per prima quella della mia Sacra Spalla, così poco ricordata. Queste tre righe di questa preghiera sono molto belle e ci permettono di fare questa memoria, punto.

Detto questo, vi ricordo anche che con oggi, prima della Santa Messa in Coena Domini, si conclude la Quaresima: quando inizieremo la Messa in Coena Domini, sappiate che è finita la Quaresima.

Oggi c’è l’indulgenza plenaria per la recita pubblica fatta con fede del Tantum Ergo. E nel caso in cui, dove sarete, per qualche motivo che non riesco neanche ad immaginare, dovesse succedere che il Tantum Ergo non viene cantato — mi sembra una cosa stranissima — comunque, dovesse succedere, vabbè mettetevi insieme e cantatelo, recitatelo insieme, con un po’ di persone amiche vostre che siete lì, spero che ne abbiate qualcuna.

Chi partecipa alla Santa Messa in Coena Domini ricordiamoci che non recita il vespro quest’oggi, ma reciterà la compieta. Tutta l’altra parte dell’ufficiatura, sì: ufficio delle letture, lodi mattutine, ora media sì, il vespro no, la compieta sì. 

Bene, vi ho detto tutto. Allora veniamo al nostro testo.

Il Giovedì Santo. Il Gran Giorno Dell’amore

 Dal libro Colui che parla dal fuoco di suor Josefa Menendez 

«Josefa! Ecco giunto il gran giorno dell’amore! … Ecco il suo giorno di festa ! …», le disse Gesù all’alba del Giovedì Santo.

Quindi non dimentichiamoci che oggi è il grande giorno dell’amore, è il giorno della festa dell’amore. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo.

Ella stava pregando nella sua cella e ad un tratto lo vede apparire come il giorno prima, col Cuore circondato di fiamme; rinnova i voti e si prostra adorandolo.

Vedete, altro che inchini! “Si prostra adorandolo”. E badate, qui Gesù appare in una visione mistica, sempre appare in una visione mistica. Nell’Eucarestia noi abbiamo assolutamente “di più” — tra virgolette — della presenza di Gesù rispetto a una visione mistica. Perché una visione mistica è una visione mistica, quindi: inizia, finisce, sparisce ed è una visione. Nell’Eucaristia noi abbiamo Gesù presente veramente, realmente, sostanzialmente, e non sparisce mai! Quindi se davanti a un’apparizione: “rinnova i voti, si prostra adorandolo”, davanti a Gesù Eucarestia non so proprio cosa dovremmo fare.

Gesù prosegue: «Si, questo è il giorno in cui mi do alle anime, per essere ciò che vorranno che Io sia: sarò loro padre se mi vogliono per padre… loro sposo se mi desiderano tale… mi farò la loro forza se hanno bisogno di forza e, se aspirano a consolarmi, Io mi lascerò consolare!… L’unico mio desiderio è di darmi e di colmarle delle grazie che il mio Cuore tiene loro preparate e che non può più contenere!… E per te, Josefa, che cosa sarò? …»

Ecco, bellissimo questo darsi di Gesù come noi vogliamo: lo vogliamo come padre? Sarà padre. Lo vogliamo come sposo? Sarà sposo. Lo vogliamo consolare? Si lascerà consolare. Lo vogliamo come forza? Sarà la nostra forza. Lo vogliamo come amico? Sarà nostro amico.

Noi non siamo veramente abituati a questo tipo di amore, perché noi quando amiamo, amiamo a modo nostro e l’altro ci deve ricevere come noi vogliamo, non come lui ha bisogno. Noi siamo per l’altro esattamente quello che siamo. Se lui ha bisogno di forza e noi non abbiamo voglia di dargliela, ma abbiamo voglia di saltare e ballare, noi saltiamo e balliamo. Se ha bisogno di un padre e noi vogliamo essere semplicemente compagni di giochi, noi siamo compagni di giochi, intanto quell’altro rimane lì. Invece Gesù non è così “È il giorno in cui mi do alle anime, per essere ciò che vorranno che Io sia” che bello. Proprio questo è il giorno veramente dell’amore, dove il Signore si dà totalmente a noi. Totalmente a noi.

«… E per te, Josefa, che cosa sarò? …»

«Tutto, Signore! Poiché non ho niente! …»

E Nostro Signore le risponde:

«Hai detto bene!»

Quest’assicurazione, che riempie l’anima sua di riconoscenza e di pace, l’accompagna alla Messa e alla Comunione. Ritornata al suo posto, ella rinnova al Maestro così buono l’offerta di un dono assoluto di sé e di un abbandono definitivo. Gesù ratifica quell’atto dicendole: — quindi anche noi facciamolo: anche noi facciamo l’offerta di noi stessi e di un abbandono totale. — «Appunto perché non sei che niente e miseria, bisogna che tu mi lasci incendiare il tuo cuore, consumarlo, e distruggerlo. Sai bene che il niente e la miseria non sono capaci di resistere…»

Io non so se abbiamo mai voluto veramente, ma penso proprio di sì, una profonda, radicale esperienza dell’amore. Quando uno ama, è divorato dal fuoco; appunto Colui che parla dal fuoco, titolo del libro. Quando noi amiamo, nel nostro piccolo, noi sentiamo che siamo divorati dal fuoco, non ci interessa mangiare, bere, dormire, saltare, fare… Chi ama ha bisogno proprio di consumare nel fuoco del suo amore la persona amata. Se proviamo questo, noi che siamo uomini, che cosa proverà Dio? “Bisogna che tu mi lasci incendiare il tuo cuore, consumarlo, e distruggerlo” vedete? Cioè proprio “perderti in me”.

Questa giornata trascorrerà sotto l’azione «dell’amore che si dona… dell’amore che si abbandona davanti ai suoi…» Josefa raccoglierà queste parole dalle labbra del Signore, mentre rivivrà, nel silenzio e nel raccoglimento che avvolge in quel giorno tutti i riti della vita religiosa, le ultime effusioni del Salvatore in mezzo ai suoi.

Verso le quattro del pomeriggio Gesù le appare nella cella dove, inginocchiata davanti alla statuetta della Madonna, rimedita dentro di sé quelle parole misteriose:

«Sì, Josefa, ti ho detto che l’amore si dà ai suoi ed è vero. Vieni, accostati al mio Cuore e penetra i sentimenti che ne traboccano!

L’amore si dà ai suoi come alimento, e questo alimento è la sostanza che dà loro la vita e li sostenta.

L’amore si umilia davanti ai suoi, così Egli li eleva alla più alta dignità.

L’amore si dà tutto intero, con profusione e senza riserve. Si sacrifica, s’immola, donandosi ardentemente e con veemenza a coloro che ama. Ah, quale pazzia d’amore è l’Eucaristia! …»

Sembra in quell’istante che Gesù non possa contenere l’ardente effusione del suo Cuore. Poi la sua voce cambia ed egli aggiunge con gravità:

«E sarà appunto l’amore che mi condurrà alla morte».

Morire d’amore. Gesù, sulla Croce, muore d’amore.

Gesù nell’Eucaristia si dà totalmente per amore.

E questo amore si dà come alimento, un alimento che è sostanza, è la sostanza della nostra vita, è ciò che ci tiene in piedi. “Si umilia”, perché certo è presente in un pezzettino di pane, e “si dà tutto intero con profusione senza riserve donandosi ardentemente con veemenza a coloro che ama”. C’è dentro una forza potentissima. Quando noi riceviamo la Santa Eucaristia o facciamo la Comunione Spirituale, noi riceviamo uno tsunami d’amore. Ed è vero che l’Eucaristia è una pazzia d’amore.

Allora guardando Josefa:

«Oggi, sei sostenuta, consolata, fortificata dall’amore. Domani l’accompagnerai e patirai con lui, fino al Calvario».

Le ombre della passione stanno per discendere sulla radiosa giornata. Durante la notte, passata in parte davanti alla Riposizione, essa ritrova il tesoro che ha imparato a stimare e a portare: la croce, la corona, le angosce e i dolori del Maestro.

Verso mezzanotte, Egli le appare e l’invita a condividere la solitudine della sua prigione. La sua tunica bianca è a brandelli e macchiata di sangue. Il volto divino porta la traccia degli schiaffi e dei maltrattamenti ignominiosi ricevuti.

«Josefa — dice — tu mi hai consolato… Vengo a ripigliare la mia croce!

Ora tienimi compagnia. Non lasciarmi solo nella prigione!… Fa’ che alzando gli occhi per cercarti, Io incontri il tuo sguardo fisso in me!

Sai quanto grande è per l’anima che soffre la consolazione di avere qualcuno che la compatisce?

Tu che conosci la tenerezza del mio Cuore, puoi misurare il mio dolore tra gli oltraggi dei miei nemici e l’abbandono dei miei!»

 Gesù allora sparisce, lasciandole questa consegna di amore:

«Non ti dico addio, poiché tu mi resti sempre vicina!»

Quindi stasera ci avviamo alla contemplazione di Gesù in prigione, siamo proprio chiamati stasera a tenergli compagnia, a non lasciarlo solo in prigione. Mediteremo anche nel Getsemani. Ed è vero che è una grande consolazione quando si soffre, avere qualcuno che ti compatisce, non che ti dice: “Ah poverino, poverino”, ma qualcuno che patisce con te. E Gesù ha bisogno di questa compassione nostra, sia per l’oltraggio dei nemici che ancora oggi l’oltraggiano abbondantemente, sia per l’abbandono dei suoi che ancora oggi lo abbandonano abbondantemente.

Ecco allora vi auguro di cuore un Santo Giovedì. Io vi consiglio di prendere questo libro perché è veramente molto bello. 

Domani noi inizieremo come promesso, a Dio piacendo, la preparazione alla domenica della Divina Misericordia, dove faremo l’Atto di Offerta all’Amore Misericordioso di Santa Teresa di Gesù bambino. Domani inizierà anche la novena della Divina Misericordia, quella che Gesù ha chiesto a Santa Faustina Kowalska; quindi, domani sarà un giorno un po’ pieno. Quindi ecco, cominciate a preparare il testo della novena, così poi domani la reciterete, io ve la leggerò velocemente, poi cominceremo a fare la meditazione sull’Atto di Offerta all’Amore Misericordioso, così sarà la nostra preparazione. 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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