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Il Sacerdote non si appartiene, di Mons. Fulton Sheen: 26° parte

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 29 giugno 2021 – Solennità dei SS Pietro e Paolo

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Il Sacerdote non si appartiene, di Mons. Fulton Sheen: 26° parte

Eccoci giunti a martedì 29 giugno 2021, oggi celebriamo la festa delle colonne della Chiesa, i Santi Pietro e Paolo, Apostoli. Abbiamo ascoltato la seconda lettura  della Santa Messa di oggi, tratta dalla seconda lettera a Timoteo di San Paolo Apostolo cap. IV, versetti 6-18. 

Il Signore è sempre vicino a noi se noi lo vogliamo e ci dà sempre la forza se noi la cerchiamo, se noi gliela supplichiamo, se gliela chiediamo. È vero che il Signore ci libera da ogni male, perché il primo male da cui essere liberati è il peccato, e il Signore ci libera dal peccato, ci ha liberato dal peccato originale con la sua morte e la sua Resurrezione e continua a liberarci attraverso il Sacramento della Riconciliazione. Certo è che noi dobbiamo essere pronti a combattere quotidianamente la nostra buona battaglia come San Paolo, per poter terminare la corsa e soprattutto conservare la fede, che credo sia la cosa più difficile da fare. Conservare la fede vuol dire conservare la fiducia, conservare questo affidamento in Dio, poter ogni giorno dire: “Signore comunque vada, qualunque cosa succeda, accada, io  credo in Te”.

Continuiamo la lettura del Venerabile Fulton Sheen “Il Sacerdote non si appartiene”, questo testo assai utile bello.

Il paragrafo di oggi è:

E lo Spirito Santo che converte, non noi.

“L’opera della conversione è compiuta dallo Spirito Santo tramite mezzi umani. Lo Spirito potrebbe anche mettere una bacchetta magica nelle mani del Pastore. La sua azione può provocare la consapevolezza dell’assenza di Dio nell’anima o può creare il senso della presenza di Dio e dell’azione della sua grazia effettivamente operante nell’anima. In tutti i casi, lo Spirito Santo illumina la mente, permettendo di scorgere una verità prima invisibile e rafforzando la volontà a compiere cose mai prima tentate.”

La conversione è opera dello Spirito Santo, Lui usa mezzi umani ma è Lui che la fa, non siamo noi con le nostre belle idee, iniziative, proposte. La conversione non è opera nostra. Noi non potremo mai dire che quella persona si è convertita “per opera mia” — è impossibile — ma piuttosto dovremo dire che quella persona, attraverso quel mezzo, ha compiuto la sua conversione, ma ciò che l’ha compiuta, il motore, è lo Spirito Santo. 

Questo Spirito Santo provoca la conversione attraverso cosa?

“Attraverso la consapevolezza dell’assenza di Dio nell’anima”

Uno sente che gli manca Dio, e tutti sappiamo che è vero, noi lo sentiamo quando manca Dio nella nostra vita, perché percepiamo un vuoto profondo, percepiamo un disordine, è come se tutto non avesse senso. Oppure può esserci il senso della Presenza di Dio, esattamente il contrario, sentirsi alla Presenza dai Dio, sotto l’azione della sua grazia che opera nella mia anima. Sia in un caso che nell’altro lo Spirito Santo che cosa fa? 

“Lo Spirito Santo illumina la mente”

E ti fa vedere oggi delle realtà che tu ieri non hai mai visto. Magari fino a ieri hai letto milioni di volte quel testo, ma solo oggi lo capisci veramente, ma non basta, te le fa vedere e te le fa volere, cioè rafforza la volontà e ti fa compiere cose che tu fino a ieri non avresti mai pensato di poter compiere e che fino a ieri non hai mai neanche tentato di compiere.

“Giobbe parla di un modo con il quale lo Spirito tocca l’anima tormentata: Parla nel sogno, visione notturna, quando cade il sapore sugli uomini e si addormentano sul loro giaciglio; apre allora l’orecchio degli uomini e con apparizioni li spaventa, per distogliere l’uomo dal male e tenerlo lontano dall’orgoglio, per preservarne l’anima dalla fossa e la sua vita dalla morte violenta. Lo corregge con il dolore nel suo letto e con la tortura continua delle ossa (Gb 33,15-19).”

Non è detto che dobbiamo arrivare a spingere lo Spirito Santo fin qui, potremmo magari ascoltarlo un pochino prima di essere torturati nelle nostre ossa. Cerchiamo di renderci docili, di lasciarci guidare. 

 “Il Sacerdote non deve mai pensare che una conversione sia il frutto della sua predicazione e del suo zelo. Lidia aveva ascoltato Paolo, ma le Scritture dicono: Il Signore le aprì la mente perché aderisse a quanto andava dicendo (At 16, l4). Si trattava di donna già religiosa, descritta come dedita alla preghiera. Eppure, la sua mente ebbe bisogno dei lumi dello Spirito Santo per capire quanto aveva udito. Detto per inciso, Lidia fu la prima convertita d’Europa e fu dalla sua casa che cominciò l’evangelizzazione dell’Europa.”

È Dio, lo Spirito Santo, che apre la mente, non è neanche il Sacerdote con le sue meravigliose predicazioni o con le sue meravigliose parole o con il suo zelo, assolutamente. È Dio che deve aprire quella mente, per questo possiamo anche vivere una vita un pochino più prudente e più serena, un po’ meno a salvatori dell’umanità, un grande amore per il Signore, una grande voglia di annunciarlo, ma sempre con molto rispetto e decoro.

 “Talvolta la rivelazione dello Spirito è graduale, come fu per la donna al pozzo. Questa dapprima chiamò Nostro Signore «giudeo» (Gv4, 9), poi «uomo» (Gv4,12), poi «Signore» (Gv 4, 15); poi «profeta» (Gv 4,19), quindi «Messia» (Gv 4, 25) e per ultimo «Salvatore del mondo» (Gv 4, 42).”

Si capisce col passare del tempo, non è sempre una cosa fulminante. 

 “Il secondo convertito in Europa fu il carceriere di Filippi (At 16, 27-34), mosso dallo Spirito Santo che si servì della paura e della parola di Paolo. Il fatto poi del ministro delle finanze etiope prova come lo Spirito Santo mandi il Sacerdote a quegli la cui conversione è voluta dalla volontà divina”

Vedete come lo Spirito Santo si muove in tanti modi. Ricordate l’etiope della Regina di Candace?

“Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e raggiungi quel carro» (At 8, 29). Qualche nozione religiosa l etiope già l’aveva, in quanto stava leggendo il cinquantatreesimo capitolo di Isaia. Lo Spirito Santo tocca persino le anime dedite alla magia e alla stregoneria. Queste anime, nell’oscurità in cui si dibattono, possono essere in cerca della verità. Elimas, il mago, ha tentato di distogliere il proconsole Sergio Paolo dalla fede, i cui rudimenti aveva appresi dalla predicazione di Paolo. Allora Saulo, detto anche Paolo, riempito di Spirito Santo, lo fissò (At 13,9). e lo maledisse. Incidentalmente, è questa la prima volta in cui le Scritture danno a Saulo il nome romano di Paolo. E qui, accusando Elimas di essere figlio del diavolo, Paolo compie il suo primo miracolo rendendolo cieco. Chissà se Paolo ricordava di essere stato accecato egli stesso al tempo della sua conversione. Lo fece forse affinché la cecità temporanea desse a quell’uomo la luce, come era accaduto a lui? Il Venerabile Beda dice che l’Apostolo, rammentando il proprio caso, sapeva che, privato della luce degli occhi, avrebbe potuto recuperare la luce che avrebbe fugato l’oscurità della sua mente. La fede di Sergio Paolo allora si rafforzò. Era la prima comparsa del Cristianesimo davanti a un nobile ufficiale romano.

Nessuna anima è irrecuperabile. Il Signore ci assicurò, per bocca del profeta Gioele, che avrebbe fatto abbondanti le annate grame.”

Quindi per tutti c’è una speranza, nessuna anima è irrecuperabile, questo è importante che lo sappiamo, che lo diciamo e che ce lo diciamo, per ognuno di noi, finché siamo vivi, è possibile tornare al Signore, se lo vogliamo e se ci disponiamo a questo ritorno.

“Convertire le anime, tenendo fede alla nostra vocazione di «pescatori di uomini», non è facile, perché ogni pesca comporta il pagamento di un pedaggio in sforzi e fatiche. Ma, nel regno dello Spirito, il perdere è la condizione per vincere.”

Portare le anime al Signore costa, i Santi dicevano che le anime si pagano attraverso i sacrifici, le penitenze, le persecuzioni, attraverso la croce, quindi dobbiamo pregare per coloro che sono lontani e anche per coloro che vanno a “comprare”, a pescare.

 “Mai possiamo avvantaggiare un altro senza «sentire che una for­za» è uscita da noi, come accadde a Nostro Signore quando guarì la donna che da anni si andava dissanguando. Ma quali sono i Sacerdoti energici? Non sono essi i Sacerdoti zelanti? Niente è faticoso quanto la noia.”

Quando uno ha noia di pregare, di stare col Signore, di meditare, di darsi da fare…

[Detto con ironia:] È bello, edificante, vedere i Sacerdoti che si mettono a fare l’orto, che passano un pomeriggio a raccogliere l’erbacce, a tagliare l’erba, a fare i potatori, vederli con gli stivali da agricoltore, da contadino, con la zappa, è bello, è edificante… 

Ma mi chiedo, non c’è nessun altro che può fare quel mestiere lì? Bisogna proprio che lo faccia io?  A meno che uno dica che lo fa come sport per riposare un po’ la mente, va bene, ma quel tempo, non è che il Sacerdote lo potrebbe e dovrebbe dedicare a pregare, studiare, prepararsi le omelie, le catechesi, le conferenze, gli incontri, stare col Signore, studiare i Santi mistici, i Padri della Chiesa. Deve proprio andare a dare da mangiare alle mucche?

Alle volte si vede tanta voglia, tanto impegno, tanto zelo nella potatura del kiwi, dell’uva, del pesco, del melograno, dei ciliegi — ricordatevi che i ciliegi non si potano, mi raccomando, non fate questi errori gravissimi, il ciliegio meno si pota e più produce, è una pianta particolare, non fate come ho visto fare da qualcuno che ha preso un ciliegio e l’ha ridotto a quattro rami e infatti non ha più fatto ciliegie —. Dalle nostre parti si dice: “Ofelè fa el to mesté”. Ognuno faccia il suo. Quanto è bello che il Sacerdote faccia il Sacerdote e il potatore faccia il potatore. Lasciamo fare i potatori ai potatori, non inventiamoci ruoli che non abbiamo, perché se no diventiamo tuttologi ma non si può essere tuttologi.

“Ma Padre, lei queste cose non le sa fare?” No, non le so fare perché non sono Dio, semplice. Non sono Dio e quindi non posso saper fare tutto, non posso conoscere tutto, non posso sapere tutto. Non sono onnisciente o onnipotente. Non posso saper fare tutto e non va neanche bene che mi proponga come colui che sa fare tutto. Certe cose non le so fare e devo dire che non le so fare. Non so potare i ciliegi, non so sistemare il motore di una macchina. Ognuno ci sarà delle cose che non sa fare, e bisogna dire che non si è capaci. Mi faccio aiutare da qualcun altro.

È importante che ciascuno sappia fare bene quello che è chiamato a fare. Il prete faccia bene il prete, il contadino faccia bene il contadino, l’infermiere faccia bene l’infermiere, ognuno ha il suo, che senso ha vedere un infermiere che fa il contadino e un contadino che fa l’infermiere? Non torna. 

Il Sacerdote che va a curare le galline. Le galline? Vai al supermercato a comprare le uova delle galline allevate a terra, non c’è bisogno di allevare le galline. Siamo dedicati ad altro!

Dopo, quando arriva il momento della preghiera, si fa tutto veloce o siamo lì che dormiamo. Se la sera sono stato su a vedere la televisione fino a mezzanotte, è chiaro che poi al mattino dopo non posso essere molto sveglio, non si può, come se il film fosse dio, il novello Moloch, tutti a fare la prostrazione davanti al film.

Ma noi siamo diventati preti, ci siamo consacrati a Dio, per vedere i film? Per allevare la gallina? Per tagliare l’erba dei prati?

Poi, se uno parte per la missione, è missione, se è in Bangladesh è chiaro che devo fare anche le cose pratiche, Ok, nell’isola di Molokai dovrò costruire una chiesa. Padre Damiano ha costruito una chiesa, ma siamo nell’isola di Molokai, in mezzo a tutti i reietti e lebbrosi di quella zona. È chiaro che non posso stare lì semplicemente a guardare il cielo, è ovvio, devo fare le cose. Ma non è che tutti noi siamo nell’isola di Molokai. Nell’isola di Molokai si spaccava la schiena a fare il muratore, il dottore, l’insegnante, è vero, però li ha convertiti tutti al Signore, tutti erano battezzati, facevano delle liturgie che noi oggi a vederle ci cade la mandibola. Perché? Perché non aveva noia nelle cose del Signore, quindi quelle cose pratiche le faceva ma era già tutto orientato verso Dio, non è che le faceva al posto di stare con Dio.

Se io la sera sto su fino a mezzanotte a guardare la televisione, non posso dire che sono stato a pregare.

“Ma io ho fatto un’oretta, mezz’oretta prima di preghiera”

“Ma per favore!” 

Perché devo fare mezz’oretta di preghiera e 5 ore di televisione? Perché? Per questo sono diventato prete? Per questo mi sono consacrato al Signore? No.

Al buon Dio diamo le mezz’orette, gli avanzi, poi a Moloch diamo il fior fiore, in canotta, senza una fine e senza un domani.

 “Riempito dello Spirito del Cristo, un Sacerdote che accudisce alle anime è come il roveto incandescente che non si consumava (Es 3, 2). Ogni volta che un Sacerdote brucia la sua energia spirituale, crea il vuoto per un più ricco dono dello Spirito, finché la salvezza delle anime diviene passione”

Questa dovrebbe essere la nostra passione, consumarci ogni istante per la salvezza delle anime. Allora sì che avremmo fatto quello che dobbiamo, quello che siamo. Ci fermiamo qui.

Una cosa importante: oggi inizia anche una delle Quaresime di San Francesco, che durava dal giorno di oggi, dei Santi Pietro e Paolo, fino all’Assunta. Poi lì ne inizia un’altra che è la Quaresima più grossa e più importante che lui fece, quella nella quale ricevette le stigmate, che va dall’Assunta, fino al 29 settembre, festa di San Michele Arcangelo. Non dico di fare come lui che in quaranta giorni ha mangiato un pezzo di pane, no, ci mancherebbe, però potremmo anche noi fare una piccola Quaresima, dove possiamo mettere dentro una preghiera in più, 10 minuti in più di silenzio al Signore, bello.

Ci stiamo avviando ormai alla fine di questo mese di giugno, tutto dedicato al Sacerdozio, abbiamo fatto maggio alla Vergine Maria e l’Eucarestia, giugno al Sacerdozio. 

Tema: Cuore Eucaristico di Gesù, fa’ che io soddisfi la tua sete ardente della mia salvezza.

Fioretto: Cercate qual sia in Voi quel vizio che v’impedisce l’unione con Dio; estirpatelo affinché Dio sia veramente la vostra vita.

Mettiamoci di impegno a trovarlo.

Ossequio: Visitate il Cuore Eucaristico di Gesù, supplicandolo di accendere in voi quella generosità, che consumi la pigrizia e tutto ciò che a Lui dispiace.

Togliere tutto, bruciare tutto, essere generosi nel tirare via, fare pulizia.

Giaculatoria: Cuore Eucaristico, – amarti anelo e darti gloria in terra e in cielo.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

 

 

SS. Pietro e Paolo

SECONDA LETTURA (2 Tm 4,6-8.17.18)

Figlio mio, io sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

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