Scroll Top

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 31

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione sul testo “La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia” di S. Pietro Giuliano Eymard di sabato 2 luglio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Mt 9, 14-17)

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 31

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 2 luglio 2022.

Abbiamo letto il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo IX di San Matteo, versetti 14-17.

Oggi è il primo sabato del mese di luglio, quindi ricordo la pratica dei “Primi cinque sabati del mese”, tanto chiesta dalla Vergine Maria a Fatima, e ricordo anche che oggi è il secondo sabato dei quindici sabati del Santo Rosario.

Bene. Continuiamo la nostra meditazione del libro di San Pietro Giuliano Eymard su questi bellissimi Esercizi Spirituali.

“II. Dirò brevemente del modo con cui Nostro Signore fa riparazione per la cupidigia dei beni terreni. L’avarizia non può affatto essere il peccato di religiosi come voi, che nulla possedete e non pretendete farvi una fortuna.

Ma — e questo vale per tutti — guardatevi dalla cupidigia, dall’ambizione spirituale. Sappiate che niente è più vergognoso del venire in religione per farsi una posizione, per trovarvi quello che non si poteva ottenere nel mondo. Taluni, non potendo farsi innanzi per mancanza di talento, entrano in religione per profittare del suo nome, della sua posizione e influenza: grazie alla gloria di un istituto sperano avere un pulpito frequentato, personaggi da confessare: e di tali ve ne hanno più che non si pensi. Costoro meritano di essere fulminati dalla collera di Dio! E non s’ingannerebbe molto chi cercasse la causa dei terribili castighi, che hanno colpito gli Ordini religiosi durante la rivoluzione, in quei membri che erano religiosi piuttosto per se stessi che per Dio, e lavoravano per i loro interessi più che per la sua gloria”.

Vedete come i Santi non sono molto politicamente corretti eh? Sono molto chiari nelle loro espressioni…

Stiamo attenti tutti all’ambizione spirituale, potremmo dire “al cercare un posto al sole”. Certo, San Pietro Giuliano Eymard sta parlando a coloro che sono consacrati attraverso la professione dei voti religiosi, attraverso il Sacerdozio, ma credo che valga un po’ per tutti, perché comunque ciascuno di noi cerca sempre di ritagliarsi un pezzo di torta, e soprattutto (non di rado, è vero) accade che alcuni di noi, nel mondo, non avrebbero avuto molte chances, ma, vicino alla veste dei Sacerdoti, ritagliano i loro pezzi, i loro spazi di potere, i loro spazi di riconoscimento, di acclamazione.

Ecco, stiamo attenti, eh, stiamo attenti a stare lontani da tutto questo. Noi non siamo Cristiani, non siamo Sacerdoti per noi stessi, non lavoriamo per i nostri interessi, ma per la gloria di Dio.

“Per espiare i peccati di cupidigia Nostro Signore è nato povero, da parenti poveri; ha faticato per guadagnarsi il pane; ricevette assistenza dall’altrui carità, ed è morto povero, non possedendo neppure un lenzuolo per esservi avvolto. Rimase senz’appoggio, senza protettori; non ebbe mai una posizione; ma andava qua e là, secondo che lo Spirito lo portava, predicando a tutti, ora seguito e ora abbandonato; e poté dire di se stesso: «Il Figlio dell’uomo non è venuto ad essere servito, ma a servire » (Matt., 20, 28)”.

Tra tutte le varie forme di povertà di Gesù, credo che la più povera, la più radicale, fosse proprio questa condizione: “ora seguito, ora abbandonato”.

A parte la Madre Sua, Gesù aveva questo seguito, che un po’ c’era e un po’ non c’era, un po’ andava e un po’ veniva, sì, un po’ dubbioso, un po’ incostante, un po’…

Questa è una grande forma di povertà, perché, di fatto, Gesù non poteva contare che sul Padre Suo e basta, e questa è umanamente una grande povertà, perché vuol dire umanamente non avere nessuno.

“III. – Nostro Signore ha espiato la concupiscenza della carne con l’austerità e coi patimenti di tutta la sua vita: soprattutto coi dolori della sua Passione. Come mai, viene spontaneo domandare, l’eterno Padre s’indusse a condannare il suo divin Figlio a tormenti così crudeli? Così doveva essere per riparare la nostra sensualità, i peccati della nostra carne. Non gli ha risparmiato nulla: neppure si è lasciato piegare dalla lunga preghiera accompagnata da lacrime, sudore e sangue che Gesù Cristo gli fece nel giardino degli Olivi. No! ci voleva tutto questo per espiare i peccati della sensualità.

Secondo alcuni santi, nella sanguinosa agonia del Getsemani Gesù ha espiato specialmente i peccati di pensiero”.

I peccati di pensiero, che noi confessiamo tanto poco… Domanda:

“Sono dunque molto gravi siffatti peccati?”

Uno dice: «Vabbè, un pensiero…». Risponde San Pietro Giuliano Eymard:

“— Certo: sovente havvi più di sensualità nei pensieri che negli atti; quelli si possono rinnovare senza interruzione, vi si può rimanere sempre, mentre gli atti si commettono solo di passaggio. Ecco la causa per cui Nostro Signore subì per tre ore quella crocifissione della sua anima, non meno dolorosa di quella del Calvario, onde gli bisognò uno speciale soccorso della sua divinità per non soccombere; la sua anima affranta l’abbandonava. Oh, quanto l’hanno fatto soffrire i nostri cattivi pensieri! la Passione del Getsemani”.

Capito? Certo, c’è molta più sensualità nei pensieri, che negli atti, e nei pensieri noi possiamo continuamente rinnovare la nostra sensualità, mentre gli atti, una volta commessi, son commessi.

“Sensualità della gola”.

Oh… vediamo un po’ cosa ci dice San Pietro Giuliano Eymard sulla sensualità della gola.

Ci sono vari tipi di sensualità, adesso lui ne affronta brevemente alcuni.

Primo, la sensualità della gola:

“Il divin Salvatore, che aveva passata la sua vita poveramente, non ricevette nessun conforto durante la sua Passione, e dopo aver sudato sangue, dopo essere stato orrendamente flagellato, dopo aver percorso le vie di Gerusalemme carico della croce, cade sfinito, arso da una sete che lo divora. Tuttavia, soltanto sul Calvario domanda un refrigerio: e gli si presenta aceto”.

Provate a ragionare sul bisogno di liquidi che aveva Gesù, una volta crocifisso, dopo tutta quella perdita di sangue che aveva avuto… quanto aveva sete! Ma, solo una volta crocifisso, domanda da bere.

Noi? Non parliamo! Noi, neanche dobbiamo toccare questo argomento, perché dovremmo fare una penitenza che inizia oggi e finisce alla fine del mondo!

Pensate a quanto cibo buttiamo via, a quanto cibo facciamo scadere, a quanto cibo facciamo andare a male: le mele, che facciamo marcire, le arance, l’uva, le ciliegie, le fragole (perché sono cose molto deperibili, no?), le facciamo andare a male.

La verdura… si prende e si butta… eh… è così.

Cuciniamo, buttiamo via il tempo, andiamo a fare la spesa, buttiamo via il tempo e i soldi, poi va a male, poi si butta.

Gli yogurt che scadono, i formaggi che scadono… perché poi, ovviamente, se scade oggi, a mezzanotte di oggi, lì dentro esplode una bomba batteriologica eh… Cioè, per ipotesi, se alcuni prodotti sono scaduti il 14 di giugno, il 15 di giugno, solo a toccarli muori! Rendetevi conto di dove siamo arrivati…

È scaduto, vabbè, allora aprilo e guarda, non è detto che sia esploso da un giorno con l’altro. C’è come una sorta di legge, non scritta, che dice che quell’alimento va consumato entro ventiquattr’ore, perché se no cosa succede? Quell’alimento va consumato entro tre giorni a partire da ora: parte un cronometro, sembra che debba scoppiare la bomba atomica, poi si prende, si apre la pattumiera, e si butta via.

Così, come quando si butta via il pane… mah… poi parliamo di povertà, parliamo di essenzialità, parliamo di poveri…

“Sensualità nel riposo”.

O mamma! Sentiamo cosa scrive San Pietro Giuliano Eymard…

“È duro abbastanza il letto della croce? E quello del Getsemani? Egli aveva incominciato con la paglia nella stalla; e la terra nuda, una pietra della strada furono il suo letto e il suo guanciale durante la vita: la paglia, la terra e la croce, ecco come Gesù ripara le immortifìcazioni del dormire”.

Questa sensualità… la sensualità del riposo… questo gusto, questo affondarsi nel cuscino e nel letto, questo rimanere come avvinghiati… C’è gente che, se potesse, si porterebbe in giro il materasso come la lumaca fa con la sua casetta, incredibile… appiccicata al dormire, come se non ci fosse un domani.

Quando si svegliano, sono lì, con questi occhi da triglie lesse, e ci vogliono dodici caffè, serve aspettare tre ore, acqua ghiacciata e non so cos’altro, per essere, non dico presenti, ma per uscire da questa bolla del sonno.

Prosegue San Pietro Giuliano Eymard:

“Quanto al peccato d’impurità, non si osa neppure parlarne e mostrare come l’espia il Divin Salvatore: tanto è umiliante per Gesù aver dovuto caricarsi pure di questo schifoso peccato.

Egli, che è la purità stessa, è condotto alla presenza dell’incestuoso Erode e della impudica sua corte. Quali sguardi dovette soffrire! E Pilato ed i manigoldi pagani che altro erano se non idolatri dei loro sensi, come tutti i pagani? Gesù si adattò a soffrire la vergogna della nudità, dinanzi a quei miserabili; e si mostrerà nella nudità della croce sino alla fine del mondo, esposto ai dileggi dei libertini, non altrimenti che alle adorazioni delle anime pure: è veramente un verme della terra! Egli è nudo nell’espiazione e coperto d’ignominia, per espiare il peccato che Adamo commise nella nudità innocente, rivestito di gloria: no, non v’ha nella creazione essere che sia nudo come Nostro Signore nella sua Passione!

E vedete come Nostro Signore ripara la vanità della sensualità, la vanità del corpo. Si adornano i capelli, si sparge di polveri il viso: Gesù ha la testa trafitta da una corona di spine, e le guance coperte di sputi. Sono finalmente calzati i piedi che portano al male, sono bianche e delicate le mani che lo commettono, e le mani ed i piedi di Gesù sono trapassati dai chiodi. Il suo corpo è tutto solcato da piaghe, perché noi siamo vani e sensuali in tutta la persona.

Così si fa una degna riparazione: …”

In che modo? Ecco, in che modo si ripara? Uno chiede: «Padre, come devo riparare i miei peccati?»

Risposta di San Pietro Giuliano Eymard:

“… facendo tutto il contrario del peccato e riparandolo sotto tutte le sue forme”.

Ecco cos’è la riparazione!

“Ed ecco perché i santi hanno passato tutta la vita nel mortificarsi.

Tutto l’uomo si compendia in queste tre cose: lo spirito e il suo orgoglio, il cuore e la sua cupidigia, la carne e la sua concupiscenza: Gesù ha espiato questi tre mali, questi tre focolari di peccato.

IV. – Ora se il Padre celeste ha voluto tale riparazione dal Figlio suo, che sarà di noi? Quali tormenti troverà contro di noi, non più per espiare, ma per punirci?

Voi vedete dunque in Nostro Signore che cosa è il peccato; se fosse così poca cosa, Dio non si armerebbe di tutta la sua giustizia contro il divin Figlio, unicamente perché ne ha preso la responsabilità, sebben non l’abbia mai commesso. Dio cesserebbe piuttosto di essere Dio che sopportare il peccato senza punirlo”.

Pensate un po’…“Dio cesserebbe piuttosto di essere Dio che sopportare il peccato senza punirlo”…

“E alla fine della vostra vita, quand’anche foste vissuti da santi e aveste fatti miracoli, se vi resta un peccato, un po’ di polvere di peccato soltanto, andrete a purificarvi nelle fiamme del Purgatorio.

Iddio non tiene il peccato in conto di uno scherzo. Siamo suoi figli, il nostro posto è in Cielo: Egli ci attende per stringerci tra le sue braccia; ma finché avremo sull’anima un peccato ci terrà lontani da sé, anche per dei secoli, se fa bisogno.

Ascoltate. Avete voi in vita vostra commesso un peccato mortale? Se sì, voi avete meritato l’inferno; perché non vi siete? La giustizia che non punisce i colpevoli non è più giustizia; dunque, Dio non è più giusto? Chi ne dubita? ma Egli vede il Figlio suo che lo supplica di risparmiarvi: «Non colpire, dice Gesù al Padre sdegnato, aspetta ancora». Vi stringe sul suo Cuore, vi copre del suo Corpo: «Io voglio risuscitarlo, dargli il mio Sangue per purificarlo, lascia che io lo salvi!».

Ed il Padre ci risparmia! La giustizia sospende il suo corso: e invece di castighi noi siamo onorati, ricolmati di grazie e di favori. In questa vita la bontà è più forte che la giustizia; ma sarà ben altro dopo la morte!”

Chiaro? San Pietro Giuliano Eymard lo ripete ancora: «Qui, finché siamo vivi, la bontà è più forte della giustizia (ecco la Misericordia!), ma, dopo la morte, eh cambia, cambia tutto!»

“Espiate dunque i vostri peccati: piangeteli continuamente. S. Pietro non restò lungo tempo nel suo peccato, eppure lo pianse per tutta la vita. Espiate soprattutto certi peccati che feriscono Nostro Signore al Cuore. Chi ha un amico non si perdona di avergli recato dolore.

Senza dubbio Iddio vi ha perdonato; ma voi, voi non perdonatevi. Siamo verso Dio, che è tanto buono, come il figlio che, perdonato dalla madre, tuttavia ritorna sempre a domandar perdono, tanto è addolorato di aver offeso una madre che lo ama tanto!”

Bene. Domani vedremo la Misericordia di Gesù, un tema molto interessante.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

P.Giorgio Maria del Volto Santo

Post Correlati