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La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 26

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 27 giugno 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 26

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a lunedì 27 giugno 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo VIII di San Matteo, versetti 18-22.

Allora, vediamo gli appuntamenti di oggi.

Ricordo a tutti la Supplica alla Vergine Maria della Medaglia Miracolosa, alle 17.30; impariamo ad unirci tutti in preghiera a quest’ora, a fare questa bella catena mariana di preghiera, a portare sempre con tanto orgoglio la Medaglia Miracolosa sul nostro cuore.

Andiamone sempre fieri e non vergogniamoci mai, sempre fieri e sempre grati di questo dono preziosissimo, che la Vergine ci ha fatto.

Poi, consiglio a tutti la Novena a Santa Maria Goretti, che inizia proprio oggi, una Santa di cui abbiamo tutti veramente un grandissimo bisogno.

Bene. Andiamo avanti con la nostra lettura e la nostra meditazione degli Esercizi Spirituali di San Pietro Giuliano Eymard, questo testo bellissimo; stiamo vedendo il tema del peccato veniale.

Ieri abbiamo letto:

“Infine, il peccato veniale ci rende infelici. Il religioso tiepido è il più disgraziato degli uomini. Lavora quanto i suoi fratelli e non riceve com’essi le consolazioni celesti che addolciscono il lavoro: le rifiuta; Dio non può fargli gustare la sua pace, la sua unzione, a motivo di questo ostacolo del peccato che è una barriera insormontabile alla sua bontà”.

Quindi, abbiamo visto ieri che il peccato veniale ci rende infelici e abbiamo visto la disgrazia di un religioso tiepido, di un Sacerdote tiepido, di una suora tiepida, e la disgrazia, all’interno di una famiglia, di un padre e una madre tiepidi. Dopo, quando ci convertiamo, ci mettiamo a piangere perché i nostri figli non vanno in chiesa, perché bestemmiano, perché convivono, perché divorziano. Certo… ma noi, per i primi quindici anni, cosa abbiamo fatto con loro? Che esempio abbiamo dato?

I tiepidi formano tiepidi, e i tiepidi non hanno consolazioni… è così.

I tiepidi non hanno pace, non hanno “l’unzione di Dio (che bella questa espressione di San Pietro Giuliano Eymard!) perché il peccato veniale è un ostacolo insormontabile alla sua bontà”.

Per questo, impariamo a confessarci frequentemente, impariamo ad avere una vita penitenziale, che vuol dire fare la Santa Confessione con grande frequenza, e questo (lo abbiamo visto con San Pietro Giuliano Eymard) è uno dei modi per testimoniare il nostro amore per Dio.

Andiamo avanti.

“(Il tiepido) Neppure gode le gioie della buona coscienza, che solo fioriscono nelle coscienze illuminate e visitate da Dio; la sua, invece di essere come un banchetto perpetuo, è oscura e puzza di zolfo: è torturata dai rimorsi e dalla paura; trema sempre e seco porta il suo perpetuo castigo”.

Guardate che è una cosa terribile eh…

Uno dice: «Il peccato veniale?!» Esatto! Qui non stiamo parlando del peccato mortale, neanche è questione di questa trattazione adesso, lo abbiamo già visto; qui stiamo parlando degli effetti del peccato veniale.

Altro che dire: «Oh… ma sì, cosa vuoi che sia… non ti devi confessare spesso, sono stupidaggini!»

Questo dicono i Santi: “Neppure gode le gioie”. È un triste.

Colui che vive nel peccato veniale, che non gli fa una dura lotta, che non si fa il suo esame di coscienza durante la giornata, che non fa i giusti proponimenti, che non si impegna a combattere le sue pessime abitudini, che non dichiara guerra al peccato, che ha delle affezioni, degli interessi, degli attaccamenti al peccato veniale, non è gioioso, perché la gioia viene data solo alle coscienze illuminate e visitate da Dio.

La sua coscienza è oscura e puzzolente di zolfo.

Capite perché è così insostenibile stare accanto ad un tiepido?

Un tiepido dice: «No, questo no. No, perché è un po’ esagerato. No, perché è rischioso.  No, perché è imprudente. No, aspetta che… No, ma poi cosa succede? No, io devo prima sapere tutto. Dove sono le mie certezze?»

Santa Teresa scrive: «Camminano talmente lenti, al passo di tartaruga, che, ad un certo punto, non camminano più. La prudenza è talmente eccessiva, che di fatto non si fa più nessun passo, perché questa non è prudenza, questa è vigliaccheria».

“(La sua coscienza) è torturata dai rimorsi e dalla paura…”

Il tiepido, colui che vive, di fatto, in un compromesso col peccato veniale, è torturato dai rimorsi e dalla paura.

Vai un po’ a vedere che la radice degli scrupoli non abita, forse, dentro a questo compromesso, dentro a questa mancanza di decisione… perché è qui il problema. Ci deve essere una decisione radicale contro il peccato veniale. Non basta neanche dire: «Mi confesso frequentemente».

Sì, va bene, ma poi, quando tu esci, ci deve essere una decisione radicale contro il peccato veniale. Da lì in avanti ci deve essere una guerra feroce contro il peccato veniale, ci deve essere il tuo cuore che dice: «No! Io non ti voglio, io non ti amo, io non sono attaccato a te»; altrimenti, stai un po’a vedere che, alla base dei rimorsi, alla base degli scrupoli, di quelle cose che ritornano sempre, e alla base della paura, la paura su tutto, ci sta il peccato veniale. Il tiepido porta sempre con sé “il suo perpetuo castigo”.

“Neanche riceve le consolazioni che il mondo da’ a quei che lo servono. Il mondo non può arrivare sino a lui con i suoi piaceri, e se egli abbandona la sua vocazione per andare a domandarglieli, non fa che aumentare la sua infelicità; trascinerà dappertutto le catene de’ suoi voti e de’ suoi impegni”.

Vedete che cosa terribile? Non gode né di Dio né del mondo. Non avrà le consolazioni neanche del mondo, perché il mondo non può arrivare fino a lui con i suoi piaceri, cioè, di fatto, è comunque un’anima che ha visto qualcosa in Dio, che ha gustato un po’ Dio; quindi, è proprio in una via di mezzo. È terribile la situazione del peccato veniale e del tiepido!

In più, se abbandona la sua vocazione eucaristica, e se abbandona il suo stato di vita (quindi mettiamo il Sacerdozio, la vita religiosa, l’essere sposo), per andare dal mondo a domandare i suoi piaceri, non glieli dà lo stesso, ma non fa che aumentare la sua infelicità. Perché? Perché trascinerà ovunque le “catene dei suoi voti e dei suoi impegni”.

Certo, quando tu hai visto, quando tu sei stato sul Tabor, poi non può essere tutto come prima eh… puoi rinnegare, puoi tradire, ma non puoi fare come se niente fosse stato, è impossibile!

Sarai per sempre un infelice, un povero disgraziato, perché hai visto e gustato le gioie di Dio, ma non sei stato capace di arrivare a quella radicalità, che ti fa rinunciare in modo secco al peccato veniale.

“Oh come si paga caro il peccato veniale!”

Mamma… quanto ha ragione San Pietro Giuliano Eymard! Attenti eh… Bisognerebbe farlo Dottore della Chiesa, quest’uomo! Veramente, è una cosa incredibile!

“Entra accarezzando e resta mordendo; è un formicaio che rode il cuore: …”

Ma sapete che, quando leggo queste cose, mi sembra quasi di viverle, è una cosa terribile! A leggere queste cose mi viene la pelle d’oca, poi rimango impressionato. È una cosa… tutto il giorno mi rimangono  dentro queste immagini che usa, perché sono talmente vere, talmente forti, talmente belle come immagini, che uno, poi, ogni tanto si tocca il cuore e dice: «Non avrò mica dentro un formicaio che mi rode eh?»

Oh, mamma…

“… non più gusto, non più gioia nella preghiera, non si vuol più veder Dio! Non lo sapete per esperienza?”

Ditelo ai ragazzi, insegnatelo ai giovani, ditelo ai bambini, insegnate l’importanza di star lontano dal peccato veniale, insegnate l’importanza della confessione frequente!

Beati quei Sacerdoti, siano benedetti, sia benedetto Monsignor Cazzaniga! Tutte le settimane, tutti i sabati, cascasse il mondo, noi dovevamo essere lì, anche con la febbre. Non c’erano compiti, non c’era calcio, non c’era sport, non c’era niente, tutto si fermava, anche il mondo, ma noi dovevamo essere lì, lì a confessarci, lì a chiedere perdono a Dio dei nostri peccati, bimbi di III e IV Elementare.

Uno dice: «Oh… che peccati vuoi che facciano i bambini di III e IV Elementare? Sì, tirano la coda al gatto, hanno rovesciato il latte, hanno detto una bugia, non hanno fatto i compiti… Che peccati vuoi che facciano dei bambini di III e IV Elementare?»

Ebbene, c’era un Vescovo a confessare, un Vescovo! Veniva apposta un Vescovo a confessarci, oggi si fa fatica a trovare un Prete…

A quei tempi avevamo un Vescovo che tutte le settimane veniva a confessare i bimbi di III, IV, V Elementare, I Media e via di seguito, e stava lì tutto il pomeriggio, stava lì tutto il pomeriggio a confessare! Tutte le settimane! Perché? Chiediamocelo il perché…

“Entra accarezzando e resta mordendo”.

Guardate che è così eh… il peccato veniale entra come una carezza, e noi siamo avidi di carezze, ma, una volta che è entrato, ti morsica la carne, finché non lo tiri via. Ecco perché San Carlo Borromeo si confessava una volta al giorno, capite?

È un formicaio che rode il cuore”.

Voi dovete immaginarvi queste cose, cioè mettetevi una mano sul cuore, mettetevi una mano sul petto, adesso, in questo momento, come faccio io, e chiedetevi: «Ma io, nel mio cuore, ho dentro un formicaio che mi rode il cuore?» Sapete le formiche che si muovono da tutte le parti? Avete presente un formicaio? Ecco, chiedetevi: «Il mio cuore è un formicaio, roso dalle formiche?» Sì? Vai a confessarti!

Vai a confessarti il prima possibile, vai a chiedere perdono a Dio, rinnega il tuo patto con il peccato veniale, estirpa dal tuo cuore la serpe dell’affezione al peccato veniale, perché se no non avrai più gusto, non avrai più gioia nella preghiera, non vorrai più vedere Dio!

Grazie, San Pietro Giuliano Eymard, di queste bellissime parole!

“Orsù, amiamo Nostro Signore tanto almeno da non più offenderlo, e soprattutto non restiamo nel peccato; l’amore e la penitenza ci rialzino tosto!

Pertanto, qual pena noi facciamo al buon Dio! Sarebbe facile durante gli esercizi fare la somma dei peccati veniali di un giorno: ne sareste spaventati!

Che sarebbe se sapeste contare tutti quelli che avete commessi durante la vita? Basta un istante per peccare e i peccati interiori domandano ancora meno tempo! Sono incalcolabili i nostri peccati veniali!”

Quindi, altro che confessarci una volta ogni…! Eh, certo…

Qualcuno dice: «Eh ma io non so che cosa dire… Cosa dico? Io che cosa faccio? Ammazzare, non ammazzo; rubare, non rubo; cos’è che devo dire?»

Siamo Cristiani con la pelle del mammut sulla coscienza!

Attenzione, qui riprende la stessa cosa che dice San Giovanni Maria Vianney, quando fa l’omelia sul Giudizio particolare.

Leggete eh, mi raccomando, meditate quell’omelia!

Forse non ve l’ho mai detto, non lo so, magari sì, non mi ricordo più… Io ho fatto un Pdf per la preparazione al Sacramento della Confessione, che prepara al Sacramento della Confessione, sia quella ordinaria, sia quella generale, perché esiste la Confessione generale. Io ho fatto un’omelia sulla Confessione generale, che trovate su YouTube e trovate sul sito www.veritatemincaritate.com. È importantissima eh, va capita bene e va fatta bene.

Questo Pdf, che ho fatto sulla Confessione, va bene per l’una e per l’altra; dentro a questo Pdf non c’è niente di mio, non c’è una parola mia, non c’è una riflessione mia, non c’è niente di mio, tutti testi di Santi, esami di coscienza, testi di San Giovanni Maria Vianney, di San Giovanni Bosco, e via di seguito, quindi non c’è niente di mio.

Così come ho fatto anche un Pdf di preghiere da usare davanti al Santissimo Sacramento, da usare quando si va a fare la visita al tabernacolo, perché siamo tutti chiamati ogni giorno a fare la visita al tabernacolo, tutti, tutti, tutti, e bello sarebbe se questo avvenisse alle 15.00 di ogni giorno.

Non è il 3×2, e quindi, siccome al mattino vado alla Messa, allora quella è anche la visita al tabernacolo; no, sono due cose diverse, la visita al tabernacolo è un’altra cosa.

Per questo ho fatto anche questo Pdf, che raccoglie queste preghiere, molto bello, con tanti disegni belli e tante preghiere molto belle, da recitare davanti a Gesù Eucarestia.

Sentite adesso cosa scrive San Pietro Giuliano Eymard, che riprende quello che dice San Giovanni Maria Vianney nell’omelia sul Giudizio particolare (che vi consiglio assolutamente di leggere e di meditare, è contenuta in quel Pdf sulla Confessione), è importantissimo, importantissimo.

Vi dico solo questo, ma credo di avervelo già detto, io ho impiegato tre mesi, tre mesi tutti i giorni, tutte le sere, tre mesi, per leggere e per meditare l’omelia di San Giovanni Maria Vianney sul Giudizio particolare… tre mesi. Ho impiegato novanta giorni per meditare quel testo, me lo ricordo come se fosse oggi, da gennaio a marzo, ed è stata una delle grazie più belle e più grandi che io abbia ricevuto nella mia vita.

Assolutamente meditate quel testo, usatelo!

“Si crede che siamo responsabili soltanto dei peccati che conosciamo: invece bisogna dire di quelli che commettiamo, è altra cosa; conoscere e commettere sono due cose diverse”.

Mamma mia… Ok, mi arrendo all’idea che finirò le mie meditazioni eucaristiche quando avrò novant’anni.

Io posso commettere un peccato senza conoscerlo, ma sta di fatto che però l’ho fatto. Se io sbadatamente ti rovescio addosso un secchio di acqua bollente, non è che, siccome non lo sapevo e non lo volevo, quindi non ti ho ustionato.

Questo ve lo dico, perché è successo… Una suora ha pulito un’ampollina dell’acqua con la varichina, ma poi si è dimenticata e ha lasciato l’ampollina dell’acqua lì, sul bancone, con dentro la varichina, e si è dimenticata di tornare a riprenderla; quindi, è arrivato  il Sacrestano, ha visto l’ampollina piena, l’ha presa e l’ha messa lì per il Sacerdote, per la Messa… non vi dico! Questo si è messo l’acqua con la varichina dentro nel calice…

Questa suora, poverina, non sapeva più da che parte girarsi, poi, disperata, ha chiamato l’ambulanza, insomma non vi dico… vabbè… però, quel che ha fatto ha fatto.

Sento già subito le voci di qualcuno che dice: «Ah in questo caso, però,  io non sono responsabile». Vallo a dire alla suora, che era inconsolabile!

Se io ho in mano un cellulare, sono su un ponte e sto facendo una foto di un tramonto, bellissima, e mi scivola il cellulare dalle mani e va per terra, giù, sotto, a sessanta metri, sì, io posso dire: «Non lo volevo, non lo sapevo, non… non… non…», ma quel cellulare lì lo prendo e lo butto.

Conoscere e commettere sono due cose diverse, ecco perché San Giovanni Maria Vianney, in quella bellissima omelia, dice: «Bisogna pregare il Signore perché ci dia conoscenza dei peccati commessi».

Capite? Ecco perché….

Infatti, se voi notate, quando noi iniziamo un vero e serio cammino di conversione, quindi di avvicinamento a Dio, e quindi un vero cammino di preghiera, voi vedete che, ogni tanto, succede che ci vengono alla mente dei peccati passati che avevamo dimenticato o che non consideravamo peccati, proprio si accende come una luce, che ci fa dire: «Oh mamma… ma io ho commesso quella roba lì, ma mica mi ricordavo più! Oh, mamma… ma io ho fatto quella roba lì, ma mica sapevo che era peccato!»

Ecco, quella è una grazia di Dio!

Questo lo dice bene San Giovanni Maria Vianney.

Adesso, io non vi so riportare la frase a memoria, anche perché non posso ricordarmi a memoria tutte le cose che leggo e che studio, ma il concetto però è questo. Se voi andate a prendere quella omelia, vedete che lo ritrovate. Lui lo dice in un modo ancora più forte di come lo sto dicendo io, e quindi bisogna segnarlo, subito, in modo tale che non ti scappi un’altra volta; e così, quando vai a confessarti, lo dici.

Noi dovremmo essere degli innamorati del Sacramento della penitenza! Questo è il modo migliore per esaltare la gloria e la Misericordia di Dio.

“Nostro Signore ha detto che renderemo conto di una parola oziosa. Se un’oziosità è un motivo di giudizio contate, se potete, i vostri peccati di pigrizia, di sensualità, di vanità, di amor proprio. Bisognerà pure riconoscerli in Purgatorio ed espiarli sino all’ultimo”.

Giusto? È logico quello che dice, è consequenziale, è onesto: legge il Vangelo e ragiona. L’avete anche voi il Vangelo, l’abbiamo anche noi, usiamolo! «Renderete conto di ogni parola inutile che avete detto», dice Gesù nel Vangelo. Chissà cosa dovremmo fare per la pigrizia, la sensualità, la vanità, l’amor proprio, chissà… per l’egoismo, la superbia, l’orgoglio, la gola…

“Stiamo dunque molto attenti anche alle più piccole mancanze, delicati su tutto che riguarda la coscienza e la regola. Stiamo bene in guardia: quelli che abbandonano la loro vocazione a causa di delitti, hanno cominciato da cose da nulla”.

Una grande cascata comincia sempre da una goccia di acqua, non dimentichiamolo mai!

“Ma quando una pietra si stacca dalla montagna non si sa fin dove possa cadere; soltanto, più viene dall’alto, più precipita in

basso”.

Volete staccarvi dalla vostra montagna?

Vogliamo staccarci dalla nostra roccia, che è Gesù?

Non sia mai!… Non sia mai!

Quindi, delicati, anche sulle piccole mancanze, soprattutto sulle piccole mancanze, e confessiamoci frequentemente.

Bene. Sono un po’ così… perché adesso vi devo dire il titolo della prossima ampia meditazione… allacciamoci tutti le cinture di sicurezza, perché, domani, San Pietro Giuliano Eymard ci parlerà dell’Inferno.

Vedete? Fare gli Esercizi Spirituali Eucaristici non ci può esimere dal parlare del peccato mortale, del peccato veniale e dell’Inferno.

Ricordate quello che abbiamo fatto in Avvento, quando abbiamo fatto i Novissimi? Abbiamo parlato anche dell’Inferno, vi ricordate?

Adesso ne riparleremo e sentiremo anche dalla penna e dall’esperienza di San Pietro Giuliano Eymard, questo Santo tutto eucaristico, che cosa ha da dirci sull’Inferno.

Pensate a quello che scrive all’inizio (domani ve lo dirò, ma ve lo anticipo adesso): “Confesso che questo argomento mi spaventa e che la verità più penosa a credersi è l’inferno”. Quindi, se si spaventa lui… ma questo è un santo timore… questo è un santo timore.

Non dobbiamo vivere una vita cristiana per paura dell’Inferno, ma il timore dell’Inferno ci aiuta.

 È una realtà di cui ha parlato molto bene anche Santa Teresa, visto che il Signore misticamente ce l’ha messa; quindi, lei lo ha sperimentato da viva. In questo suo viaggio mistico, chiamiamolo così,  lei ha sperimentato, da viva, cosa significa essere sepolta all’Inferno. Andate a leggere la vita di Santa Teresa d’Avila.

Quindi, questo santo timore ci aiuta, ci aiuta ad essere almeno coscienti delle scelte che dobbiamo fare e ad essere consapevoli che certe scelte conducono qui.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

VANGELO (Mt 8, 18-22)

In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all’altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

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