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Non abbiate paura

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 10 luglio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Non abbiate paura

Eccoci giunti a sabato 10 luglio 2021. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo X, versetti 24-33 di San Matteo.

Il Signore ci ricorda che, se noi siamo suoi, dobbiamo prepararci all’incomprensione e alla persecuzione. 

“Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!”

Hanno chiamato demonio il Figlio di Dio, hanno detto che lui operava le liberazioni attraverso l’opera del demonio, di Beelzebul, il “signore delle mosche”. Si è riusciti ad arrivare fin lì con il Figlio di Dio, il perfettissimo, l’amabilissimo, il dolcissimo, il maturissimo, l’equilibratissimo. 

Non dobbiamo mai dimenticare il capitolo 8° di San Giovanni, volevo rileggerlo con voi, vi consiglio di leggerlo tanto e bene, magari un giorno vi farò una catechesi su questo capitolo, non la faccio ora perché sarebbe troppo lunga. Leggete soprattutto dal versetto 31 fino al versetto 59. Gesù, ai Giudei che avevano creduto in lui, inizia un discorso di verità che viene assolutamente frainteso. Ad un certo punto, al versetto 42, il cuore di tutto, loro lamentano il fatto che hanno per padre Dio, e Gesù dice:

“Se Dio fosse vostro Padre certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo, non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato; perché non comprendete il mio linguaggio?”

La prima questione attorno alla quale immediatamente gira tutto, e che poi porterà Gesù alla morte, alla crocifissione, qual è? È il linguaggio di Gesù che da queste persone — non da tutti — non viene capito. Gesù parla un linguaggio che è troppo duro. Ricordate il discorso all’Eucarestia? Un linguaggio escludente, assolutistico, radicale, politicamente scorretto, è un linguaggio che loro non capiscono e Lui lo dice:

“Perché non comprendete il mio linguaggio?”

È un problema innanzitutto di linguaggio. Quando non si condivide lo stesso Padre, non si parla neanche la stessa lingua. Lucifero e Gesù hanno due linguaggi completamente diversi. Il linguaggio di Lucifero è un linguaggio al contrario rispetto a quello di Gesù, è esattamente al contrario. Tutte le categorie che Gesù mette in ordine, 1,2,3,4,5, Lucifero fa 5,4,3,2,1, tutto al contrario. Se Gesù parla di bianco, lui parla di nero e via di seguito. Gesù pone la domanda che avrebbe dovuto farli ragionare, poi darà Lui la risposta, perché loro non ci arrivano, ha cercato di fargliela capire per tutto il tempo ma non ci arrivano, allora gliela dà Lui, una risposta terribile, ma vera. 

“Perché non comprendete il mio linguaggio?”

Anche tutti i discorsi che noi ci mettiamo a fare con Tizio, Caio e Sempronio, per convincerli a capire, per cercare una mediazione, un dialogo, un compromesso, un’intesa, lasciano il tempo che trovano, perché il tema è: su cosa è fondata questa incomprensione?

 Sul fatto che uno parla un linguaggio troppo complesso e allora bisogna dire di parlare un linguaggio più semplice per comprenderlo? Perché mancano le categorie per comprenderlo? Perché è un linguaggio che non ho mai frequentato? Perché uno parla cinese e l’altro il russo, e allora si risolve? 

No, niente di tutto questo. E allora, se non è niente di tutto questo, dove affonda le sue radici l’incomprensione del linguaggio, usare ragionamenti incomprensibili? Gesù lo dice, ecco perché è insolubile, ecco dove affonda le sue radici l’incomprensione:

“Perché non potete dar ascolto alle mie parole. Voi avete per padre il diavolo. E volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. Chi di voi può convincermi di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio”

Dopo loro vanno avanti, imperversano su questa cosa, e gli diranno che lui è un samaritano, un pagano e che ha un demonio, insultano Gesù. 

“Voi non capite il mio linguaggio perché non potete dar ascolto alle mie parole.”

Perché?

“Perché avete per padre il diavolo”

“Io, invece, come Padre ho Dio”. È diverso, radicalmente, ontologicamente è diverso. Quindi all’origine dell’incomprensione sta la paternità diversa e questa incomprensione non è risolvibile con le parole, bisogna cambiare padre. O uno passa dalle parti di Lucifero, e allora si capisce in quell’ambiente, o chi è dalle parti di Lucifero passa dall’altra parte, ma vuol dire tradire la propria paternità, vuol dire cambiare padre, vuol dire rinnegare il proprio padre. 

“E volete compiere i desideri del padre vostro.”

Ognuno compie i desideri del padre suo, quindi Gesù compie i desideri di Dio Padre, loro compiono i desideri di Lucifero. Per questo non capiscono il suo linguaggio. 

“Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.”

Chi ha per padre Lucifero è una persona falsa in senso metafisico, porta in se il seme della falsità, non è uno che dice una bugia, è proprio falso, cioè è radicalmente falso, perché si nutre, porta in sé la sorgente dell’essere figlio del demonio e quindi della falsità. Partecipa di questa assenza di Verità, di questo rinnegamento nella Verità, di questo non perseverare nella Verità. Non c’è Verità. Lo dice Gesù:

“A me, invece, voi non credete, perché dico la verità.”

“Ma voi non potete credere alla Verità, perché il vostro padre è padre della menzogna”, guardate che è paradossale, “più io dico la Verità più voi meno potete credermi, perché questa medesima Verità vi acceca”.

“Se dico la verità, perché non mi credete? Perché non siete da Dio”

“Voi non potete ascoltare le parole che dico perché non siete da Dio”. Tutto dipende da questo, tutto si gioca qui. È un’illusione, noi purtroppo viviamo nell’illusione e abbiamo l’illusione che se noi ci parliamo, ci confrontiamo, se facciamo discussioni che durano tutta la notte, noi arriveremo a capirci. No. Non è possibile, perché il problema non sono le parole, il problema è l’origine. Tu di chi sei figlio? Tu sei figlio di Dio? Hai per Padre Dio? Allora non c’è problema, ci possiamo capire benissimo.  Tu hai come padre il demonio? Basta. Fine della discussione. O io condivido la tua paternità, quindi divento figlio di… oppure altrimenti, finché io rimango dall’altra parte, non c’è possibilità di dialogo, di comprensione. Né io posso capire te, né tu puoi capire me, c’è un abisso tra noi due, purtroppo è così. 

E infatti oggi questo discorso sulla verità non lo sentirete mai discutere e predicare, perché è un discorso grave, questo discorso è un problema. Gesù non dice: “prendete un po’ tutte e due”. No. Non si può, il Padre è uno e per rinnegare uno dei due devi fare una conversione radicale, o verso Dio o verso il demonio. Uno si può convertire anche verso Satana, ma deve essere radicale: cambia tutto, la testa, il linguaggio, i gusti, cambia tutto. 

“Gli risposero i Giudei: «Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio?». Rispose Gesù: «Io non ho un demonio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate.” 

Lui continua a spiegare ma loro non lo capiscono. Se voi volete leggere un testo dove dei sordi rispondono a uno che parla, leggete il capitolo 8° di San Giovanni e vedrete che Gesù parla di mele e questi rispondono con le pere. Perché? Non perché siano stupidi, non perché abbiano fatto chissà quale peccato, no, perché hanno come padre il diavolo, lo dice Lui.

“Voi non capite il mio linguaggio, perché avete per padre il demonio”

“Quindi avendo io come Padre Dio, non possiamo intenderci, non c’è speranza, a meno che voi non vi convertiate.”

Gesù dice: “Non abbiate paura di queste persone, né delle tresche che fanno, né dei discorsi segreti che fanno, né di tutte le loro arguzie, dei loro accordi, perché tanto tutto sarà svelato”

Tutto quello che noi diciamo nel segreto sarà detto all’universo mondo, tutta la storia sentirà quello che io sono. 

“Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo”

Abbiate timore di chi?

“Abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.”

Di riconoscere che tu non sei stato figlio suo e quindi devi andare nel regno del padre tuo. Se il Regno di Dio Padre è il Paradiso, è Gesù Cristo, il regno di Lucifero è l’inferno. Ognuno va nel regno del padre suo. 

“Non abbiate dunque paura”

Gesù lo continua a ripetere, “Non temeteli perché voi siete nelle mani della Divina Provvidenza”, alla quale oggi pochi credono. Molti dicono: “Noi siamo nelle mani della storia”. Voi avete mai visto la storia camminare? La Divina Provvidenza si vede camminare, Gesù è la Divina Provvidenza del Padre, lo Spirito Santo è la Divina Provvidenza che il Padre e il Figlio ci hanno lasciato. Noi siamo nelle mani dello Spirito Santo, quindi non dobbiamo avere paura perché tutto quello che riguarda noi, persino i capelli del nostro capo sono contati, e nessuno te li può strappare senza che Dio non sia lì. 

“Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli”

Perché tu non devi avere paura. Gli uomini non ti possono fare niente, al massimo ti possono uccidere il corpo, tanto prima o poi dobbiamo morire, meglio una morte gloriosa. 

Gli uomini cos’è che ti possono fare? Questi uomini cos’è che hanno fatto a Gesù? Lo hanno messo in Croce.

A te cos’è che possono fare? Ti possono esiliare, uccidere, perseguitare, chiudere in una torre come Tommaso Moro, ti possono squartare, ti possono fare come ai sette Maccabei figli di quella mamma santa. Cosa ti possono fare? Come a Sant’Atanasio che gli fanno fare cinque esilii, e morirà mentre va nel quinto o sesto esilio, non ricordo bene. E poi? E poi basta. Una volta morto sei morto, ti seppelliscono e fine della discussione. È per questo che Gesù dice che non devi avere paura di riconoscerlo davanti agli uomini. Chi sono? Quello che noi dovremmo dire è: “Ma tu chi sei per farmi così paura?”

Un Sacerdote, un giorno, incontrò una tizia che era lì che faceva un po’ la “padrona de la melonera” — da noi si dice così, — faceva un po’ la padrona della Chiesa, e i Sacerdoti, con queste persone, dovrebbero comportarsi da ospiti, cioè tutto al contrario. Dunque c’era questa “padrona de la melonera” che pontificava, come le papesse. Questo Sacerdote arriva e la vede mentre, tronfia come una pavone, stava per fare la coda, e le dice: “Scusi, ma lei cosa mi rappresenta?”. Immaginatevi questa qui. Sì è vista strappare tutte le penne ancora prima che facesse in tempo a battere ciglio. È scappata via inferocita come non so cosa. 

Dobbiamo imparare a dire così anche noi: “Scusa, ma tu cosa mi rappresenti?”

Come un’altra, che disse a una che faceva tanto la quaqquaraquà, come se fosse la dottoressa di non so cosa, questa l’ha lasciata parlare, poi l’ha guardata e le ha detto: “Si ma, ma tu chi sei? Ma chi sei?”

Questo “Tu cosa mi rappresenti?” o “Tu chi sei?” forse aiuta un po’ a smorzare le cose. 

Guardi chi hai davanti, e dici: “Va bene, e quindi?”

E quindi sei un povero uomo, quindi andiamo avanti.

Chiediamo al Signore quest’oggi, per il Sangue Prezioso di Gesù la grazia di saperci far vivere nella bellezza del non avere paura di niente e di nessuno.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

 

Sabato della XIV settimana Tempo Ordinario – Anno B

VANGELO (Mt 10, 24-33)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

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