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La nostra vita scorra nell’attesa dell’unica luce

Resurrezione

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture della Veglia Pasquale di sabato 26 marzo 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La nostra vita scorra nell’attesa dell’unica luce

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Con questa sera si conclude il Triduo Santo della Pasqua e questa sera Gesù è risorto dai morti, allora, da adesso, si pone un problema, inizia il grande momento della scelta. Da questo momento, dalla Risurrezione di Gesù nella storia, entra il problema per eccellenza, il punto di crisi, di rottura, il punto di divisione: adesso, da stasera, bisogna scegliere, se credere o no, se fidarsi o no.

Da stasera bisogna scegliere da che parte stare e non è scontata la risposta.

Il fatto di essere alla Messa, di andare alla Messa piuttosto che dire preghiere, non vuol dire credere, perché credere non è solamente un recitare formule o una appartenenza a qualsivoglia realtà religiosa cattolica o cristiana; credere vuol dire aver fatto la scelta unica più importante di tutta la propria vita, la scelta che dirige tutta la propria vita o verso Dio o contro Dio.

Noi sappiamo quanto è difficile decidersi per Dio, quanto è difficile mettere Dio sopra tutto e tutti, a partire da sé stessi. Noi sappiamo quanto nella nostra vita molto sa di terra, molto sa di carnalità, sentiamo dentro quanto è difficile fidarci del Vangelo di Gesù, come è difficile seguire Gesù, come è difficile dare tutto il proprio cuore a Gesù, appartenere veramente a Gesù, perché in mezzo si mette di tutto, dalla paura, al dubbio, al voler vedere, al voler sperimentare, al non fidarsi, al nostro io, che è ingombrante e onnipresente e in tutte le maniere salta fuori.

Quanto è difficile vivere la carità che abbiamo contemplato in questi giorni, con la quale Gesù è morto in croce, quanto è difficile seguire Gesù sul cammino del Calvario!

Quando noi moriremo sarà il nostro Sabato Santo…

È bello vedere tutta questa chiesa piena di fiori, di luci, del cero pasquale, della nostra presenza, dell’acqua che tra poco benediremo, delle tovaglie. Tutto dice bellezza.

Voi immaginate che la nostra vita sarà come una cappella, una chiesa, arriverà Gesù… «Lumen Cristi!», ma non si sa se la nostra anima risponderà: «Deo gratias».

Lui arriva, la Luce, l’unica Luce, bisogna vedere se la nostra anima è come voi eravate prima, in attesa di quella Luce, e allora griderà il suo “Deo gratias”, Cristo verrà intronizzato con la Sua Luce al centro della nostra anima e tutto prenderà colore e forma, come questa chiesa, tutto diventerà bello improvvisamente.

Certamente la vostra e la nostra presenza, qui questa sera, non è scontata, potremmo essere a casa a dormire, è anche tardi, sono già quasi le 22.00, siamo stanchi, chi più chi meno. Siamo stanchi, è tardi, domani c’è la Messa del giorno di Pasqua, però abbiamo scelto di essere qua e così dovrebbe essere ogni giorno, scegliere di essere con Gesù anche e soprattutto quando siamo stanchi.

Mi ha colpito vedere poco tempo fa una immagine su internet dove riprendevano, mi sembra in Bangladesh, se non ricordo male, una comunità cristiana alla Messa. Erano seduti come voi, tranquilli, con l’acqua che gli arrivava alle ginocchia, cioè erano in chiesa nell’acqua, seduti perché il Sacerdote stava parlando. Io, al momento, quando ho guardato la foto, ho detto: «Ma cosa fanno?», non riuscivo a capire; erano proprio tranquilli, con le gambe nell’acqua, e mi è piaciuto il commento che diceva: «E tu, quale scusa hai per non andare a Messa?»

Questi, infatti, stavano con le gambe nell’acqua per celebrare la Messa… è incredibile!

Noi abbiamo mille ragioni per non andare alla Messa.

Chissà quanti cristiani, quante comunità cristiane in Cina, in Corea, in Vietnam, in Cambogia patiscono e darebbero dieci anni della loro vita per celebrare una Veglia di Pasqua al Sabato Santo, che non possono fare assolutamente, perché gli è proibito.

Chissà cosa darebbero per avere un Sacerdote, che in certi posti non c’è neanche, non li fanno neanche entrare, non c’è.

E noi?

E noi stiamo qua a fare le prime donne che devono valutare, vedere, guardare, siamo con l’orologio in mano. Mai come in questi ultimi anni, da quando sono Sacerdote, sto con l’orologio in mano, predico sempre con l’orologio in mano, dico la Messa sempre con l’orologio presente perché ho l’ansia, perché se tu vai oltre, sfori un po’ il tempo…ooh è il settimo peccato contro lo Spirito Santo!

Stai scherzando? Dobbiamo andare, a fare che cosa non lo sa nessuno, magari a peccare, però dobbiamo andare, perché chiudiamo la Messa velocemente e poi stiamo fuori a parlare il doppio del tempo della Messa, e quando si parla poi si chiacchiera e si spettegola, sempre.

Questo vuol dire che la centralità di Cristo ancora non si è ancorata dentro di noi.

Questo per dirvi le differenze tra quel popolo lì del Bangladesh, fra i cristiani che vengono perseguitati e noi, che viviamo la nostra vita di tutti i giorni, e quanto è difficile per noi dirci veramente discepoli del Signore.

Allora, questa sera, chiediamo davvero di cuore a Gesù la grazia di poter costruire progressivamente, da oggi, la nostra anima, spegnendo tutte le luci del mondo, spegnendo tutti i fuochi fatui che si sono accesi, e chiediamoGli la grazia di vivere al buio, un buio che però non è buio di morte ma un buio di attesa, un buio che rinuncia. È buio perché rinuncia a tutte le luci che non sono Gesù, non vuole altra luce che la Luce del Cielo.

Allora, il pensiero conclusivo non può non andare all’Ape Madre, che abbiamo cantato nel Preconio; quando abbiamo cantato l’Ape Madre, che ha costruito il cero pasquale, credo che tutti abbiamo pensato alla Beata Vergine Maria.

Lei è la nostra Ape Madre, la Regina che ha costruito il Corpo di Cristo nel Suo grembo, che Lo ha nutrito e che ce L’ha offerto, come il cero stasera, e la Passione di Cristo è il fuoco che accende questo cero, questo fuoco è la carità di Cristo che si accende e che illumina dalla Croce tutti noi e che ci attende, speranzoso, nel Regno di Dio.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Per le letture della Veglia Pasquale rimandiamo al sito LaChiesa.it

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